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fiume della vita

mercoledì 21 agosto 2013

"ECCO MORMORAR L'ONDE". (divagazioni due)
















Fu pesante la notte per Karina.     La luna pareva ridere di lei.     E pure le zanzare.   La luna entrava di prepotenza nella sua intimità, trapassando la persiana socchiusa e sempre con prepotenza si fermava sui suoi occhi. (aveva un bel cercare di sfuggirle.    Beffarda, scientifica come può esserlo uno stalking,  impassibile, sorniona, indifferente accerchiava senza dare scampo).      Le zanzare,  invece, si erano accanite sul braccio, oltrepassando la pelle dopo averle lasciato il "cardinalizio" per fare macelleria dentro ai cunicoli del suo sangue, rendendolo uranio impoverito e impastando di colori la sua pelle...       Karina si guardava con orrore il braccio insanguinato, prodotto dalle sue stesse unghie anche se limatissime, cercando di scavare i nidi che le zanzare dovevano avere fatto nel suo interno, lasciando mappe sparse su tutta la lunghezza del braccio, scaraventandolo fuori dal suo habitat naturale e, che ora, zampillava come onde infuriate cadendo dal suo braccio per finire a terra in piccole pozzanghere con un occhio rosso più scuro al centro, ma  continuando a strisciare sul braccio come un serpente a sonagli.     "Cavoli! Un'autentica macelleria!.  continuava a dirsi Karina  sentendosi una criminale alla maniera di Hussein Tantawi o Abdul  Al-Sisi complice com'era per questa dittatura di zanzare in rivolta militare.         Cominciò il fenomeno di eccitamento motorio.       Quello vibratorio da parkinson.       Un tremore da budino e, alla fine l'imprecazione  per sentirsi un illusa rivoluzionaria, e colpevole,  perché  non aveva provveduto per tempo, né al Fargan, né alla pomata d'arnica montana.  
       Tamponò alla meglio il braccio con dell'acqua borica, poi, quasi correndo si diresse per spegnere la radio.         Da un pezzo stavano blaterando,"al vento", voci indignate per l'unico argomento della stagione, focalizzato tutto sull'attenzione di un personaggio come B. Berlusconi, il cui screditato per frode fiscale aggravata è solo uno dei tanti reati, avallati da colossali quanto ignobili "salva vita" a scapito nostro e  a VERGOGNA di tutto il globo.          Laudate Dominum omnes gentes!

Karina non fa a tempo ad arrivare a spegnere quel rumore che dura da mesi, perché la radio ha finito ed è passata alla musica.        Una musica che lei conosce molto bene. "Ecco mormorar l'onde" (Monteverdi).       Come per una magia di Carrol, ogni tensione si dissolse per lasciare il posto alla quiete della poesia incarnata in quelle note del Tempo antico.         "Niente allora viene a caso", si auto consolò la donna, "perché come quel tempo precedette l'uomo affinché sentisse la necessità di equilibrio e di armonia, in conformità del vero, ma educandolo a guardare il piacere del lontano, col passato alle spalle, il futuro da vivere come prassi che non elimina la verità originaria, ma la renda amica col pulsare di un anelito alla perfezione che risuoni alla fine, come eco di preghiera, mentre per me, fu motivo per riequilibrare ogni eccesso e svariati tipi di rabbia".  proseguì ad alta voce la donna ancora un poco infuriata.

E...l'improvviso di "quel" concerto fu  davanti a lei.      Ricorda benissimo il nervosismo disordinato, che l'aveva presa prima  del concerto.   E vede le facce.      Una per una, ma soprattutto quella di "lei".    Nessuno poteva immaginare che, educata e riservata com'era, cosa potesse nascondersi dietro un'apparente freddezza.  Freddezza che, più arrivava ai gradi del glaciale, più il suo furore era concentrato.      Diventava presto insopportabile, si, insopportabile da esserlo per primo a se stessa.    Ragionava, filosofava, faceva la saccente saputa, ma soprattutto sentenziava sulla vita reale, proprio lei che della vita reale non aveva mai capito niente, sostenendo con vigore dei principi che non  sapeva neppure definire.       Faceva dello spirito, invece. Mordace  e brillante quanto era falso, per torturare quelli che l'amavano;  li scherniva allora con atteggiamenti sostenuti, affettati, e muovendo la faccia a disgusto di tutto, dando l'impressione di mordere dolcemente, per divertirsi  chissà perché;  feriva anche senza volerlo col cuore e, le ferite che faceva, penetravano profondamente.     Oppure se non aveva il coraggio di contraddire e di beffare, eccola col muso lungo e chiuso nel silenzio più sdegnoso.        Un broncio che avrebbe voluto subito disfare ma che per tigna le restava addosso.          Così anche allora aveva ferito la sua più cara amica.       L'inseparabile.     L'unica veramente degna di fiducia.      Certo mica capiva sempre il perché di quegli sbalzi d'umore.  Dovuti  forse all'immaginazione ombrosa, la sensibilità più impossibile, o semplicemente dovuto a  un "carattere difficile", anche se il rispetto innato per tutto ciò che ci era nel convenzionalismo, c'era, eccome, dietro la spavalderia dell'anticonformismo più osé.       Perché lei, volente o no, fu sempre ligia a certe regole di vita, a certe esigenze morali, dovute più alla sua formazione familiare, prima, al collegio poi, e infine a  ". che cosa ne dirà?..."  lo era stata per molto molto tempo.      Poi anche lì qualcosa si era modificato.  Per fortuna..   Col tempo e con un'analisi spietata fatta con se stessa.

 Il concerto fu comunque meraviglioso, perché la musica  aveva immediatamente unite le amiche,  riportato il negativo a dissolversi completamente.

Fu la visione del fosso trovato questa mattina nella Valle poco distante da dove abita. pieno di strani scricchiolii a dare a Karina la limpidezza di memoria in ricordi molto profondi, anche se vaghi e generalizzati, purtuttavia specifici di esperienze reali, tali da recarle la risonanza di  emozioni che sconfinano oltre lo stesso tempo, cavandole la forza per creare ancora, (lo spera fortemente) invece che sopravvivervi in una realtà riduttiva.       O fu invece il mito di Ariel a farla ancora da padrona?...      Si, perché se è vero che, tutto si trasformerà in brusio, sin quando pulsa un sogno è ancora vita.

Mirka


"Ecco mormorar l'onde" ( II libro di Madrigali - C. Monteverdi)










Foto da Cell

6 commenti:

  1. Bellissima foto, per non dire della narrazione, in cui si percepisce la profondità della vita oltre le apparenze...le zanzare, il sangue, la musica: un crecendo semantico che avvolge chi legge, secondo un moto a spirale (a mio avviso) che "risucchia" dentro il racconto, con grande efficacia.

    Andrea

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    1. Grazie ANDREA carissimo. Vero per quello che riguarda la fotografia,scappata dalle mani come per magia o attrazione magnetica della luna. Il resto una metafora dell'uomo nelle sue molteplici facce.Un'abbraccio agostano con inizio un'anticipo della pioggerellina d'autunno. Mirka

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  2. Dall'arte alla società anche sotto forma di metafora rappresentata dalla zanzara,all'enigma uomo,la cui zona d'ombra si illumina con la musica,trasformandosi in armonia e in unità. Ecco come l'artista, che è anche uomo,in virtù delle sue doti personali,risolve le varie problematiche,lasciando in chi legge,un senso di pace,di bellezza,di speranza indirizzata a una "bontà morale",persa, ma che si può sempre trovare. Finissima la musica col testo di Torquato Tasso. Un'affettuoso abbraccio. Salvatore

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    1. Grazie infinite SALVATORE per questa sottilissima mescolanza di pennello.
      Non è questa la funzione dell'arte e,qualche volta anche dello scrivere? Stimolo per sè e per gli altri a NON arrendersi mai. Onorata ricambio l'affettuoso abbraccio.Mirka

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  3. Sai rendere nobile anche la miseria umana col tuo modo di guardare. Bellissimi i supportati della foto e della musica Un grande abbraccio.Maria R.

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    1. I miei occhi MARIA sono molto miopi,altro m'aiuta. Ed è "dono" e "condanna". Grazie per la gioia che m'hai allungato con il piacere "condiviso" da entrambe. Abbraccione,Mirka

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