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fiume della vita

sabato 1 febbraio 2014

COME IN IPNOSI QUALCHE VOLTA CAPITA







 Pensavo a molte cose insieme, ieri sera, mentre le srotolavo sulla tastiera del computer come immagini che danzano da sole.  .    Immagini  scaturite dall'inconscio senza la Super visione di un Io cosciente.   E mi dicevo che, ogni "spinta" venuta dal basso deve uscire ignorando i richiami di "volontà" affiancati da una super visione critica, perché forse la verità di noi è solo lì.   In ciò che si cerca, senza sapere perché e che cosa.    Non mi interessava sapere, né di attingere all'inconscio per rivestire le mie immagini di colori che fossero contenuti di un mondo reale.    Era semplicemente un "qualcosa" per spezzare alcune barriere, sia fisiche che psichiche, fra il conscio e l'inconscio, fra il mio mondo interiore e quello esteriore, che impedivano l'abbandono al sonno.  Lo straordinario fu quel crearsi di  una super-realtà in cui il reale e l'irreale, la riflessione e l'azione, incontrandosi e  fondendosi riuscirono a  dominare la vita nella sua totalità.    Ecco quanto, col risultato del benefico riposo sonno.

 Fu l'ultimo grano di melograno a rigenerare la sopita spinta?...Non so che ai Miti non ho mai creduto veramente, anche se di questi sono impastata, ma alla voce del vento si      un regalo allora per ogni  misteriosa spinta risorta   anche se vestita d'ombra ma sempre trionfo di Vita . Oppure è il dio che si diverte a spingere uno dei suoi aquiloni stringendo il filo perché nel cielo prenda dimora e la metafisica si  confermi mentre lo spazio si allarga?        Noi...limitati nel senno del capire.      E passerà la vela percossa dal brusio d'un suono amico  cullandoci  come da ancestrale sonno col sorriso.  I poveri simboli spariti, risorto come da vespro mattutino il profumo d'arancio,    lontano il viavai di questa terra puntata che induce ad abbassare gli occhi mentre la luna cerca di corrompersi  pregandola di guardarla mentre distratti ancora da quel grano fuoriuscito e rosso  noi squarciati in un fermento di valanga


A volte capita e non sai perché, ma senti "giusto" seguire quelle spinte come fossero un valore di verità sempre cercate, che sanno districarsi tra il vero e il falso senza nessun indizio di volontà che non sia una inedita scoperta, nel  frutto di associazioni emotive che, sfuggendo al controllo della mente, portano al sé più profondo.     Ed è allora che non si teme neppure il  silenzio che precederà la grande marcia verso l'ignoto.

Mirka



"Marcia" ( Quintetto  E. Flat Major- Op 44 R. Schumann)

 


6 commenti:

  1. Una biografi pre(scritta) dove si racchiude una solida alchimia colorata. Elsa

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    1. Nel caso contingente ELSA è questo. Grazie. Bacio. Mirka

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  2. Se l'identità si frammenta, sarà lo stesso frammento a riformarla. Un modo destinale per farla riconoscere ed emozionare chi legge. Un bacione. Bea

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    1. Grande BEA che sei riuscita a dare una perfetta unità a un quadro (umano) diversamente sospeso in chissà quale dimensione. Bacione,Mirka

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  3. L'Inconscio porta obbligatoriamente all'Io. Nell'Io vi abita il pensiero cosciente, la memoria. La memoria ci dice se siamo contenti d'aver vissuto tutto il tempo che ci è stato assegnato. Da questo post deduco che si. Si è vissuto e dato. Come sempre grazie. Un carissimo saluto. Enrico S.

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  4. E che felicità caro ENRICO quando si può gestire il tutto con la curiosità dell'esploratore rifuggendo le lusinghe degli abbagli. Grazie infinite e un saluto serale a chiusura del dì di festa. Mirka

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