fiume

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fiume della vita

lunedì 2 giugno 2014

UN GIORNO TI DIRÒ PERCHÈ QUALCUNO CAMBIA




Aliena ma non a me stessa









A volte capita che una natura si modifichi. Sacrilegio eppure...

 A volte capita che dalle oche si estragga solo il fois gras senza ricordare il resto. Visione parziale alquanto ridotta eppure...

A volte capita che si lecchi la Maionese  e invece dell'uovo vi si trovi il sale. Ingordamente  golosi  nell'incauto gesto eppure...

A volte capita di sentirsi avvolti da caldo asciutto.   Ci si sbagliava. Era freddo infastidito da una striscia di sabbia scaldata dal sole eppure...

  A volta capita che la mansuetudine degli umiliati e offesi  si trasformi in chimica carnosa per leoni. Le vene nel cranio anzi che del solo istinto. Incredibile eppure...

A volta capita che da "presunti" bonaccioni  si diventi dei "buoni" rompiscatole. optimum per i rovesci di fortuna. Inimmaginabile eppure...

 A volte capita che da sognatore si diventi grido concreto sfiancato in due senza scosse o impianti di lamenti. Sembra un pizzetto eppure...

A volte capita che un dolore lento e strisciante come una lumaca venga eliminato come un accordo statico sino al suo folle sviluppo coincidente con un tempo incorporato alle vertebre molli di medusa che avviluppa e non ti molla. Un insulto alla  nostalgia eppure...

 A volte capita che l'ironia Salva Vita si muti in sarcasmo da battaglia. È brutto  e snatura se si era altro eppure...

 A volte capita di sentire dall'interno l'urgenza di costruire sulle macerie lasciate dalla guerra una galleria luminosa che funga da guida per arrivare illesi a quella grande casa di selce.   Fu solo astuzia del mestiere di una costante sperimentazione finita in un muro esterno cieco eppure...

 A volte capita che da malta o creta ci si tramutaì acciaio affinchè sfrecci senza indugio su un bersaglio in codice spezzato dall'aria come ala di gabbiano. Un segreto lasciato in eredità  a dei posteri amanti di sciarada eppure...

A volte capita che da Ictio intero ci si spacchi in molecole di frammenti indifferenti per sopravviversi agli appetiti di libidinosi carnivori e vampiri di linfa. Occhi che non videro mai ne la bellezze della vita quando liberamente trionfa,ne la inevitabile discesa di Icaro eppure...

A volte capita di sentirsi guardiani del sole nel suo mistero d'eternità lieve come una pastella  al cervello nel mentre Pirro nascostamente si fa la sua risata non schermata da inutile pudore eppure...

 A volte capita che la giustezza dell'istinto si tramuti in masturbazioni cervellotiche per la ricerca di spunti nei quali collocare l'azione. Inquadratura sbagliata di un mediocre regista che spinge l'immaginazione a giocare fuori scena.  Riuscita molto incerta sicuramente  compromessa  per la impropria prospettiva eppure...

 A volte capita che la lealtà cambi in  materia difterica o in trucioli che le assomiglia. Lampeggiamenti per distrarre la memoria da ciò che non si è e in cerca di una idea nata e sviluppata da una mente che della scienza ne ha fatto l'unico e solo obiettivo eppure...



 A volte capita di aver creduto possibile l'uguaglianza che tiene uniti i popoli come cordata che non si spezza allargandosi a geografia. Ideale che stride sui quattro gnomi che occultamente le tendono il rasoio col potere del denaro che assoggetta e rende docili persino gli stalloni eppure...
 
 A volte capita che un'intelligenza nata per evolversi con la prudenza che non teme bonacce o occhio di ciclone  resti mollusco omologato e morto sulla spiaggia di mastrandè. Per comoda pigrizia,per bisogni di convenienza o semplicemente per molti granelli di polvere tenuti nelle scarpe o presi per oro del Shara. Era intelligenza?  Il dubbio si fa pulcino mentre di speranza si muore trasformati su un'incosciente filo di volontà testamentale lasciata a imperitura inutile poesia eppure...


E a volte capita che la Gioia Cambi In Dolore. Così. All'improvviso. Come ladro che ruba senza sapere quello che troverà. Incalza senza dar tregua la scena di un  ieri che, nella pienezza di una giornata armoniosa l'Angelo della morte sfiorò la vita con le sue ali di falce riportando l'attenzione sulla casualitaà che così spesso governa la nostra vita,la brevità del nostro viaggio terreno.

E io tacqui perchè in me era entrato un nuovo sentire che superava ogni senso della materia di cui siamo impastati. E  anche perchè bisognava tacere. Tacere per non confondere le 'civiltà' di cui si può rivestire anche la morte.   ( Mi accingevo ad attraversare la strada completamente libera di traffico,quando una moto sfrecciò toccandomi la spalla sinistra. Chiusi gli occhi per non vedere quello che un secondo prima avevo sentito su tutta la pelle. Un abbraccio neppure troppo stretto, mi trasse sulla corsia di salvezza e fuori da ogni pericolo ).   Un segno,forse,di protezione "superiore" affinchè potessi procedere il mio cammino nella profondità trasformata da  dentro  tenendo buone quelle civiltà comportamentali. (Il giovane motociclista tremante e con le scuse a testa china,l'abbraccio salvatore quasi da involontario spettatore o di regista a cui non sfugge nessun dettaglio,il mio nella sua lenta camminata verso quel probabile mezzo di morte).

  ?..e fu con leggerezza infantile quella con cui mi accinsi a godere di altre bellezze naturali (Roma non tradisce il suo tempo di regali vestigia a chi le insegue dai banchi di scuola) malgrado il trauma emotivo,la precedente stanchezza delle quattro ore di marcia. Perchè se avviene qualcosa in noi per volere e ordine divino,non dubitarò nel dirvi: all'improvviso sono diventato più apatico nei confronti dei versi. (Agostino)

  Ognuno la  prenda come vuole,non mi importa di nulla. Neppure dell'incipit che mi ha spinto a scrivere questo post. Resta invece la Gioia per un'umiltà che credevo di non possedere,rivalutata a valore fondamentale.

Termino questa testimonianza di metamorfosi con le parole di altri.

 Non piangere ma abbi pietà di me,rapida persistente ombra gettata dalla tua deformità,sorpresa infine perdutamente di te innamorata,l'eleganza,l'arte,il fascino,affascinato da una sciatta mortalità; risparmiami un'umiliazione,sii sincero con le tue colpe; se canto tu rispondi al canto mio...
Io
Non chiedere nulla per non sfigurare la perfezione in questi occhi la cui totale devozione  giace nella pietà del tuo volere;non tentare il tuo giurato compagno-solo come io sono ti posso amare come sei-per la mia compagnia sii solitario,per la mia salute soffri: se canto tu rispondi al canto mio ...
Io   
Non sperare mai di dire addio,poi che questo da molto tempo fu deciso,entrambi ne sappiamo la ragione,possiamo,ahimè,predire,quando le nostre falsità venissero divise,cosa diventeremmo mai,un evanescente brusio.  (Ariele a Calibano da la Tempesta di Shakespeare  rielaborata da W.H.Auden) 

Mirka





























17 commenti:

  1. A volte capita che una "navigazione" distratta porti a scoprire nuove idee.
    Ciao

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  2. O a finire in pasto ai pescecani. Ciao Sammy,ben venuto anche qui. Mirka

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  3. Si tratta sicuramente delle foto più originale che abbia finora veduto nel tuo blog, in tutti questi anni; parecchio emblematica in merito ai buchi neri del processo vitale, ai conti che non tornano, alle ali leggere della Grande Falciatrice e...molto ci sarebbe da dire sulle tue riflessioni, da leggere e rileggere

    Andrea

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  4. Si Andrea. È una fotografia strana,misteriosa,quasi surreale,venuta così eppure...
    Oh si,tante sono ancora le cose che si potrebbero dire su quel graffio dato alla terra. Abbraccio,Mirka

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  5. Tutto può essere vero come tutto può essere falso. Dipende dalle emozioni profonde del momento quando si concepisce quella forza come unicità destinata a restare. Suscettibile invece di cambiamento quando manca la profondità oppure perché durante il cammino quelle emozioni perdono di forza. Perché si perde di forza? Forse perché mancava l 'elemento fondamentale su cui impiantare un sentimento che avesse come scopo principiale e finale la coscienza morale per non modificarne l'emozione originaria.

    Quello che ti è capitato poteva essere molto grave nelle ipotesi immaginabili...visto però che tutto è finito bene, deve rappresentare un segno che incoraggi la positività ,ma soprattutto che induca il pensiero a ragionare sulla brevità delle cose, rendere migliore il tempo che ancora si ha. Non come alieni ma come persone che consapevolmente continuano a conquistarsi.
    Complimenti per la foto molto particolare. Un caro abbraccio. Sergio L.

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  6. Un pò di brividi ce li hai ampiamente regalati eh Mirka? E meno male che tutto si è risolto con il solo spavento. Sull'incipit del tuo post ci sarebbe invece molto da discutere. Me lo riserbo per un giorno. Credo in ogni caso che,solo i valori eterni non mutino. L'uomo è troppo spesso un teatrante non immune dalla consapevole colpa di recitare male. Auguri veramente di cuore e un abbraccio forte. Ornella

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  7. Formidabile la foto. Formidabile questo sentire dell'uomo imprigionato nel suo dualismo,nell'incapacità a cambiarsi in meglio,mentre percepisce l'ignoto alle sue spalle se non addirittura gli va incontro.. Grazia.T.

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  8. Non è certamente un post idilliaco. Direi invece,un pò sentenzioso,polemico,amaro. Se non fosse per quella riflessione,profondamente positiva dell'ultimo frasario da cui preni spunto dalle tre civiltà per ripartire proprio da quell'avvenimento che poteva mostrarsi doloroso,se non addirittura drammatico,con una visione di speranza. Al di là d'ogni pensiero religioso,mistico o illusorio,ma attraverso una capacità rgionata che ha afferrato in pieno il senso primo e ultimo del nostro esistere. Il bene. La più alta delle dimensioni. Ti abbracca affettuosamente. il tuo vecchio amico Renato

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  9. Una fuga da ogni illusione. La fede del "diivino" cambiamento fosse pure pervenuto da un segno funesto. Un abbraccio fortissimo. Mary

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  10. Si,è vero si cambia,ma si continuerà a vivere,cambiati, come sostanza costitutiva. Salvatore

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    1. o come natura NON modificabile. Onorata sempre per la tua presenza qui,t'invio SALVATORE i miei occhi limpidamente trasparenti. Mirka

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  11. Eccome se ci si trasforma sorbole! E chissà perché i segni per mutare la rotta sono sempre quelli che partono dal cuore. Ferito o con la volontà di avvicinarsi alla verità facendo le corna ai demoni neri. Andrea (camice verde)

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  12. Certo che si cambia! Si vive in un mondo di pazzi che ci camminano a fianco. Basta rendersene conto,non irritarli e possibilmente curarli. Non secondo la loro logica ma con la tua misurata fermezza.
    Per la tua ultima parte che dire? E sempre difficile far da guardia alla propria vita. Ciao. E' sempre un piacere fermarsi qui. Tizzi

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  13. Incrociando le dita CAMICE MATTACCHIONE anche cambiato io saprei riconoscere l'Andrea che frignava disperato sulla patetica di Beethoven. Sorbole! Mirka

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  14. Meglio non irritare i pazzi TIZZI e lasciare la cura a chi si diverte a curarli perchè si assicura la borsa e poi il mestiere. A noi il dovere invece di farci da buoni custodi. Un bacio cara e grazie. Mirka

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  15. Sai perchè si cambia? Perchè ci si stufa ad essere presi per il naso. Bel post comunque. Elisa

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  16. Anche ELISA mentre cola il ghiaccio e ti pulisce tutta la pelle. Mirka

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