fiume

fiume
fiume della vita

martedì 28 aprile 2015

POSTUMO


B




come  Speranza che non si Rassegna se non per compimento o per anima che piena tra sborda per lasciarla in eredità, anche quest'anno ci sei stato.  Nei fiori.  Nel loro profumo appiccicato a ogni muro di stanza.  Sulla prima farfalla ferma sui vetri di una finestra chiusa.  Nella Musica che infiora i pensieri quando la notte continua.  Nella Poesia che sventolavi sempre come Vittoria certa.     Nella lievità  straordinaria di chi non lascia il peso se non il vestito della Gioia.  Nell'immagine di quel cane che ti accompagnava come guardiano attento della Porta Dei Sogni.    Sai  più volte ho sentito  il gallo cantare ma da Te mai.  Grazie allora ovunque possa raggiungerti la mia gratitudine. 

Mirka 


 "Notturno" ( Opera Postuma -F, Chopin)
















venerdì 24 aprile 2015

25 APRILE 1945 -VIVA LA RESISTENZA VIVA L'ITALIA LIBERA



Di questo scritto posso dare un'orgogliosa testimonianza lasciatami come cammino da seguire-

Mia madre.  Bianca Menozzi. Staffetta partigiana,organizzatrice del Primo Movimento Femminile in loco e fuori (UDI) e Consigliera Del Primo Consiglio Comunale Della Prima Repubblica  
 
Nel giorno di festa del 25 aprile 1945 mentre si accingeva a salire sul palco addetto alle testimonianze di dolore,di lotta,di vittoria,si vide in contemporanea consegnare un'enorme mazzo di rose rosse da una signora di Milano,vestita di nero facendo seguire il gesto da queste parole:"Da parte di mio figlio Giulio salvato da Lei da un primo rastrellamento fascista,ma in seguito preso dagli stessi,torturato e ucciso. Fece però in tempo a parlarmi di Lei. Aveva 22 anni. Grazie"  mentre dall'altra parte dell'orecchio sinistro qualcuno le sussurrava che il fratello Giuseppe si era spento proprio in quel momento.  Spento a seguito delle percosse date su tutto il corpo ustionato dopo essere stato stirato da un ferro da stiro e restato per tre giorni dentro a uno stagno respirando da una cannula consapevole che gli squadroni neri della morte lo stavano cercando e avevano invaso tutta la campagna.  Riuscì a a cavarsela e grazie a un'amico si rifugiò a Lugano,ospite dallo stesso dandogli anche lavoro come contabile nella sua azienda.  Vi restò solo sei mesi. Sentendo avvicinarsi il "suo" momento",preferì far ritorno nella sua terra emiliana e fra i suoi cari.  In eredità la sua familiarissima sigaretta lasciata a metà.
Con passo deciso e svelto mentre le lacrime uscivano come limpidi inarrestabili zampilli dai suoi occhi,abbracciata al suo mazzo rose rosse riuscì a concludere il suo discorso con queste parole:" Noi siamo liberi.    Ciò che verrà poi sta in questa consapevolezza.  Viva La RESISTENZA Viva l'Italia Libera.






Nota
Scrivo a braccio perchè ho ancora la febbre ma ho sentito necessario dar retta alla spinta della pancia all'obbligo morale di darli ancora vita. Non rileggo neppure.  Tengo comunque a precisare che non fu un'episodio unico e casuale quello di aver salvato la vita di Giulio, maprima e dopo di lui,molti altri ne seguirono e sempre col rischio certissimo della propria vita, sempre consapevole nel cuore e nella testa come nello sguardo lontano. Qualcuno ce la fece e sopravvisse rimboccandosi le maniche dell'unica camicia per costruire sulle macerie un nuovo, altri, purtroppo, fecero la fine di Giulio.

Mirka



giovedì 23 aprile 2015

IL VESTITO VERDE CON LA MACCHIA INDELEBILE




Il vestito era di seta verde.  Verde come la prima erba quando la terra dormendo la prepara.    La macchia gialla del colore del tempo, e frastagliata nel suo moto ondulatorio come l'enigma di Cheope o di Chefren,   un finale che sa d'eternità come il tempo fatto di tracce e cristalli di memoria.    Inutile nell'armadio sta ora il vestito,  ma  quando inavvertitamente lo sfioro ritorna preciso il punto della macchia e un poco ritorno giovane e un poco la spingo fuori dal tuffo del sangue.    Abside traditrice  che rinnova il ricordo della viola senza più la voluttà del suo profumo.  


 Mirka





"Marcia Trionfale"   (Aida -atto secondo  G. Verdi)

























sabato 18 aprile 2015

SOLO CON L'AMORE SI SPERIMENTA LA FORZA DEL CORAGGIO MORALE


Solo l'amore sa sperimentare l'amore.   Tremante sempre mentre si avvicina ma sicuro della meta espansiva.  L'unico a sperimentare il coraggio morale nella profondità spirituale.  L'unico capace di sopravvivere a se stesso ricreando fonti inesauribili di energia e forza.  L'unico capace di perdonare ciò che non giustifica            Altro non è che acqua burrascosa o  che distrattamente scorre  lasciando a riva impronte di sporcizia o terra bruciata con la irresponsabilità di un piromane.    Good Night o meglio ancora Buona Notte nella nostra bella lingua che pare finita in un ripostiglio per scope,un opzional da ostentare più che fierezza di radici per spighe e vino di buona vigna . Buona notte allora e     a domani. Almeno lo spero.

Mirka


"Moonlight"   (L.van Beethoven)









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lunedì 13 aprile 2015

IL SORRISO GIOVANE





Quasi  i nasi  si sbatterono quasi      il mio solo un poco più corto del suo.    Nel l'immediato non lo conobbi che la fuga della sua fronte troppo era segnata da ragnatele che il Tempo lascia come uno scomodo parente,   ma  quando  lui apri la bocca per sillabare un ciao lo sì riconobbe senza ombra di gelo, nel sorriso dei suoi quindi anni,   gli occhi volteggiando aironi, i giochi,  i sogni arditi, la mano lieve del musicista che non sbaglia un colpo, ombrello  rosso fra cento grigi    E fu in quel lampo che il mio corpo, tutto ha tremato.     Per non compromettersi  da quel l'emozione di adolescente in calore e per proteggersi da tutto quel bagliore come un adulto che conosce bene come va il mondo mi sono calcata il berretto sulle 23 su entrambi gli occhi diventati all'improvviso susine troppo mature.   Forse così si sparano agli uccelli  continuavo a ripetersi  nei gesti incrociati, nei codici di difesa, poi mi son detta "sono diventata grande anch'io e come tutte le persona vere e capaci di sentimento tremo.    Tremo come una barchetta lasciata in balia dei venti  senza remi.  Seme d'acqua o di canto che ostinatamente vuol levarsi oltre il dovuto mortale    memoranda di quel cielo adolescente     la gentile mano che guidò un giorno alla prova dell'Oceano senza fallire. Lei che nuotare non sapeva se non per sicuro istinto della specie.

Mirka

"Somewhere"  (West side story-L.Bernstein)














sabato 11 aprile 2015

FIAMMA E LOCOMOTIVA



Mai mise in dubbio la giustizia, che la giustizia si può, se solo si volesse, il modo giusto per applicarla e farla applicare, il pane assicurato per tutti.    La sua musica la gridava su ogni strada del mondo  scandita dalla febbre che come cometa le indicava il perfetto ritmo     il vento un poco l'accarezzava e sbuffando molto rideva.  La notte si succhiava il dito come fanno i bimbi sconsolati  ma all'alba reinventava la realtà che l'aveva sconsolata rivacizzando ideali e sogni.     Bramito ribelle era la fiamma di ogni suo capello     selvaggi e docili come un gatto guardingo per congenito indecifrabile sapere.    Non la sfiorava ancora l'ora dei camaleonti  anche se era già lì e beffarda le sussurrava nel l'ordito vegetale dove spente navigano le voci, inaffidabile
  l'odore di ogni ludica luna,  la gaiezza nel rincorrere una farfalla col fiato sospeso.  
 Dalla sua bocca nascevano alberi   parlavano per lei quando legata era il suo linguaggio e il fumo di una locomotiva li portava su ogni via insieme allo sporco delle scarpe che il pulito stava nell'utopia dei sogni     nei mezzogiorno su una scalinata ad aspettare   senza timore del peso del l'ustione.   Sarà per quella fiamma persistente che le cammina dentro e danza su ferite di viandante scalzo che ha come sfondo il prato, la pioggia che batte sulle rotaie del cuore, se imperterrita ancora ferisce di daga il giorno mentre la sera si inventa il mondo?   Mah!      Non l'umiltà fu il suo forte, ma le ali che danno marcia di colori, e alla farfalla si    col  sole in fronte anche nel buio     mitica luce che distanziandosi porta sempre a una lacrima di fumo    al lampo d'una fiamma dal color rame /rubino   turbolenza che ancora increspa l'onda, mentre evapora tra conchiglie e alghe.   La sua anarchica identità.   Fierezza senza un lamento.   Fierezza che nell'ora  presente supplica il blu di una preghiera e di tutto sorride.


 Mirka




"La locomotiva"  (F.Guccini)



giovedì 9 aprile 2015

SOBBALZO







Sobbalzo sempre quando all'improvviso mi appare lo stelo d'un fiore,la sua testina,il suo cappello colorato.  E sobbalzando tremo, gioisco, mi commuovo.  E penso alla brevità della vita di questo fiore così simile alla nostra.  Un poco di rumore.  La festa negli occhi.  Il silenzio del prato umido della sua terra per il fiore,la bara in una stanza per noi,le lacrime sui volti, per un giorno, un giorno e una notte, un mese, forse un mese e un giorno, nella ricorrenze di una data o di un fiore che ce lo ricorda e       tutto finisce lì.   Nato.  Vissuto il Tempo Voluto dal fato o da Dio, glorioso se ce l'hai fatta anche se l'indifferenza riposerà con te,  Un sobbalzo.  Per se e per gli altri.

Mirka



"Gloria" (  Do Major  -RV 589-Antonio  Vivaldi)

mercoledì 8 aprile 2015

CONTRASTI


Foto prese da Internet forse l'auto ritratto  dello stesso Pablo Picasso


A volte torna. Più ad occhi aperti che nel sonno. Un'alone monumentale lo annuncia    poi la costruzione di un volto. Si alternano sempre. Prima l'alone poi il volto. Il volto è diviso. A pezzi. La bocca (orrenda), nera come una fornace e coi due canini d'oro,chiusa o spalancata in una specie di sorriso.  Il naso enorme,come un palo totemico o come una palla che incorpora forze esterne,le concentra per espellerla agli occhi. Fissi come un blocco di granito eppure  in movimento su degli impulsi di misteriosa energia uscita da un fondo ancora più misterioso e indecifrabile dove si fondono le vite. Tante.    La coscienza che le sovrasta mentre le contempla.  Si presenta spesso quel volto. A pezzi separati e ogni pezzo mi parla. O almeno così mi sembra. A volte col silenzio. Ora  per dirmi di apparenze sulle quali lavorare per poi trascenderle. Non smettendo d' incitarmi alla sfida su un viaggio ignoto da esplorare senza nulla conoscere. A volte invece si presenta confuso da un sogno intrecciato a un'ideale. L'intima intenzione a commuovere per ogni umano errore. La coscienza di una realtà sempre in mutamento. Lo sforzo di afferrarne "una" dentro a un sogno che ostinatamente gli gironzola dentro e un poco vola un poco cade a terra.
A volte torna quel contrasto più ad occhi aperti che nel sonno. E tutto appare così vero da sembrare realtà più che la fantasia di un'incubo. Un'incubo però che non mette paura perchè in quel volto a pezzi c'e l'umanità intera.  Dai primordi all'oggi,  dall'oggi a quello che sarà. Coi suoi doppi.  Coi suoi multipli.   Con le sue costanti e variabili.  Col cavallo di Troia.  Con gli inganni, intenzionali o meno.  Con la volontà disperata di creare altro che l'atto d'amore che unisce nel mentre (consapevolmente) separa.  E mai incubo fu più caro al cuore mentre il pensiero si fa dolorosamente lieve come il lamento di una carezza.

Mirka

"Adagio" (Variations IX Nimrod - E. Elgar)




venerdì 3 aprile 2015

LA COPERTINA E AUGURI





Non erano di pregio le cose che lasciò.   Poche cose.   Una madia, un fazzoletto di merletto, una coroncina di granate, un limoncello col suo profumo allegro, un angioletto di porcellana,  i suoi occhiali fuori uso anche per lei, un vaso di aloe a spilloni per le mani, un bastone per la sua vecchiaia con la testina gialla che luccica ancora,  una copertina di lana merino fatta coi ferri.    Eppure fu lei, quest'ultima, a scaldare il corpo e l'anima in una fredda notte di primavera salvandola dal gelo.

Buona Pasqua.  Con l'augurio per tutti che non manchi mai una copertina calda quando necessità lo richiede come da abbracciato che Proteggendo conforta e rasserena.

Mirka



Notturno   (Op 9-n 2-F.Chopin)



mercoledì 1 aprile 2015

PADRE PERDONA LORO (HAYDN- LE SETTE ULTIME PAROLE DI CRISTO



Cercavo della musica che fosse in sintonia col mio umore e mi mettesse in collegamento  con le due parti della mia anima (luce e oscurità). Tra le mani mi sono trovata un CD. Dalla copertina ho subito riconosciuto il genere. Tempo fa 
avevo scelto quella musica per uno spettacolo di danza, recitazione, canto.




Si trattava di Haydn (Le sette ultime Parole di Cristo sulla Croce). Con gesto automatico ho messo il CD sul lettore.   Fuori un cielo azzurro. Ho immaginato le prime viole, le pervinche, i tulipani, i profumi delle Fresine. Un tempo il mio terrazzo era pieno di questi volti colorati.  Una nuvola nera si è impossessata dell'azzurro."Sta a vedere che piove"  mi son detta. Era invece una nuvola passeggera che però mi ha portato a un pensiero di sofferenze intrecciate generate dall'egoismo degli uomini, dalla loro avidità, dalla cattiveria del primo figlio e fratello (Caino), l'umana ingratitudine. E nella fitta che portava direttamente al cuore, mi risuonarono le ultime parole del Cristo in croce. "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". Lui, l'uomo giusto e mite condannato per la dura fermezza che usò contro gli ipocriti, gli (scribi),i sepolcri locati di calcina.  Mi sono chiesta  "Ma cos'è cambiato oggi d'allora per dare senso e significato a un Dono così totale e immenso?  Nulla. Se non la ripetizione di tutto in forme più o meno diverse. L'indistinguibilità di lotta fra due forze identiche, il Male sul Bene. Noi condannati a scegliere l'uno o l'altro per inclinazione naturale, per situazioni casuali o graziati dall'amore avuto dalla nascita, senza meriti aggiunti se non per la volontà che fortifica per procedere nell'unica direzione che porta ad altro amore.  L'amore. Un gratuito mezzo di potenza che non conosce debolezza o intoppi. L'unico che, con la sua capacità di trasferirsi dentro a un l'altro essere umano fuori e oltre se stesso riesce a ristabilire quell'unità andata perduta", giacché solo uscendo da se stessi ed entrando nell'altro si entra nel tutto.  Ma lo vogliamo?  Siamo sicuri di volerlo veramente?  Penso proprio di no. Con tutte queste stupide lotte personalistiche, le guerre che imperversano, i poteri costituiti come mandanti di chimere, gli Stati con l'aspetto di termitai, la demenza nel distruggere Bellezze e Benefici contagiando uomini, animali, piante e cose come il peggiore dei virus. Nichilisti piuttosto che creativi, attenti al proprio tornaconto e alla propria sicurezza sino al maniacale, e al tempo stesso perseguitati dagli incubi di potenze materiche, tali da togliere ogni gusto al piacere più  naturale, semplice, schietto, genuino, incidendo il primo sorriso affacciato, chiusi in se e sempre più avari.  Avari di tutto.      Mah!  Buon ascolto.  In questa musica vive sicuramente l'amoreArrivederci.


Mirka







"Introduzione"  (J. Haydn- Sette ultime Parole di Cristo)