fiume

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fiume della vita

venerdì 25 ottobre 2019

E C'E UN TEMPO






E c'è un tempo dove nel Silenzio fanno nido api e ronzano gli insetti
succhiando polline di archivio mediatore di colori, o di schiumato caffellatte.
Sotto lampade di lucciole a colloquio indisturbato in Pausa di infuriato 
con la fiamma bruciante che Intervista e senza filtro è la risposta.  
E solo di quest'ultima si attinge come di ombelicale madre il vigile occhio
nel riciclo vorticoso delle vene palpitanti fatti spezieria di Incrociati
 dai mille occhi formato idealmente a Unì nel l' implacabile scavato
mentre appannato si fa il vetro dimenticato sul cuscino a notte 
su soffiati di verità al cordame della nodosa cinghia avvinghiata ai lombi
sul prezzo estorto da strozzini indifferenti al rosso lucido degli occhi.

Ma subito l'asciutto umido di splendori a Meraviglia di giardino guizzano
 nella Volontà della Non Resa, su esercizio di fisiologico enigmatico Sentire
anche senza il coronato in pustole di scarabeo mirra incenso e del l' alloro profumatissimi alla pura essenza della rosa sorta dalla trionfale auriga.  
A frontale il gocciolare del raggiunto su scalata piramidale dei viventi in guerra
e il Desiderio di cantarla per le strade in banditesca Osteria del Grillo
 o su l'erbario di quei lievissimi fili moltiplicati e in corsa a  sbocciata primavera 
sul gorgogliare limpido di un ruscello diventato fiume sul bordo del l'orecchio
 in festoso tumulto di bambina impegnata a rilevarne i suoni e tutti i tonfi 
in nafta di stradale luce agli occhi in ruotato di luna e astro in alterità di gioco.  

Ché il Domani avrà sempre il suo frullatore d'alberi e il chiomato aperto, 
fiorito in verde germinazione di muscolare quadro e marginale di sbiadito, 
operativo di regale "decifrato" da derivati utilizzati alla foce e di affluenti poi, 
senza il raccontato del folklore dispiegato a brutale lacerante tendinite.  
Ma nel sondato di intimità dialoganti da freschi fiumi in piena di cicloni
  cadenzati a carezzevole tamburo Testato a cuore nel tempo dei vincenti sogni.  
 In testa l'ostinata fioritura acerba o troppo maturata, l'orecchio teso ai Segni dei vigneti silenziosi su mani aperte a Prima Nascita respirato sul cavallo di Brunilde e il mondo fuori sul continuato delle opzioni o sul favorito indifferente.

Mirka


Polonaise Op 53 A Flag Major  (Chopin)








giovedì 17 ottobre 2019

COME DI PIOGGIA, O.




Ricordo il tuo scrivere come di pioggia ai vetri 
e la gola strozzata sul furioso battere del cuore 
come da Rivoluzione il colpo ben centrato.

Divisi gli incantesimi al muto rombo del mio  ferino canto
tra pozzanghere di luce e il salato sul cammino di ferrite.

 Furibondo tribunale di potere alzato a campana mattutina
 fino al picchiato lugubre rintocco di gramigna al ridanciano vento .

 Svelano i fluidi emersi da ramaglie a terra
in  rivoluzione rimandata ai mille specchi frammentati a unì 
sul lucente bianco della pelle in cordata di onda salivare e lo sparato agli occhi.


Mirka


Rivoluzionaria Op  10. N. 12 ( F. Chopin)



giovedì 10 ottobre 2019

RICHIAMI NEL BLU




Esalano echi  misteriosi di richiami 
 nelle onde che si infrangono a neve e a grano
 pungendo forte gli occhi  come da abitato plenilunio.
 Regalano voci a vulnerabile carne infreddolita
 mentre si annuncia Eternità nella luce che svanisce.
 Dimenticati il tempo estrattore di estranee radici nel blu del fondale
lavora nel silenzio il trionfale acqueo in coralli di delfini. 
Risorta l' Unicità della foce resistente alla sfinge del Tempo 
 come voce al desco di riscattato esilio a essenza stessa degli avventi
 nel lampo di quel grembo sopravvissuto a tutto il pieno di cicale 
dopo la stagione carica di venti in burrascoso astuto mare. 

 Un ordito d'Alba via via si forma a serenità di sfera
 distendendo ogni strettoia di corpo e volto. 
Vibra la lira in cielo di laguna e tramontato di rosa
  incendia il crepitio di fiamma accennata appena 
in liberata regione del l'eterno.    E scaglie. 
Scaglie vampiri  di perla moltiplicata al l'infinito 
classificando i colori dal centro di una piccola matrice
e Madrigale di Zeffiro diventa in fulgida Presenza
  il calcareo fango si fa rosso sul filo di sottile ansia
 da manovalanza restata a unica lampada fissata perennemente
 al pianoforte chiuso con a presso i libri viaggiatori
e splendore di sparato lampeggiante a copertura di domenica nel cuore.

 Audace si libera il sogno in linfa di Utopia fissata a Meraviglia
 della ancora confusa primavera in ultimati schiariti di memoria
dando canto al nome e al nascituro in acqueo familiare e cristallino
 dov'è fermato il desiderio che unisce terra al cielo e geremiadi di vagiti diventa.
Forza di un lodato benedicente al dio delle nuvole e della Grande  Cloaca  germogliato a luce di montagna in faro di profondità
nella umiltà di parola fatta altezza di statura contenente tutti i raggi
che stura con lentezza il vecchio del buon vino di Grande Madre vigne
 con mani alzata a perfezionata vita resistente fissando il penetrante occhio al l'orizzontale e il quotidiano senza tempo addietro a baionetta 
di Profetica sentenza in trasformato Epifanie di Giubilei sognata a vinta guerra.

Mirka


"Sirene" (Debussy)




Nota: scritta di getto. Corretta e finita per stanchezza di neutroni ma pronti a rigenerazione per energia risorta a Giubileo

lunedì 7 ottobre 2019

RISVEGLIO IN FORSE E FIABA A COLAZIONE





Questa mattina mi sono svegliata su un lieve tamburato ai vetri. Ho aperto gli occhi senza comprendere la provenienza di quella, che al l'orecchio, pareva una musica antica di tamburelli e qualche flautista. " Il tamburato che doveva sentire mia madre quando mi teneva in pancia", ho pensato. Senza accorgersi, il cuore affrettò la sua batteria unendosi al ritmo della pioggerella diventata improvvisamente allegra come per  effetto di magico suggestivo incantesimo.  Presenza emozionale che subito mi ha portato al desiderio di un caffè.   Preparando la caffettiera, nel l'aria ne ho sentito il profumo in formato fiaba mattutina, invogliando i pensieri, ancora addormentati, alla marcia del giorno riconosciuta naturale.   "Ecco" mi sono detta, affondando i denti in una mela verde rossa e un poco gialla. "Questa è la mia favola. L'unica verità che posso raccontare, e sulla quale sorridere come una nonna davanti a una schiera di bambini, e raccontandone le storielle crederle vero.   " E fuoco alle nuvole e fuoco agli uccelli, plagiando l'Elisio,  e fuoco ai ruscelli della mia infanzia,  e fuoco al merlo canterino di sveglia mattutina alla finestra del l'ultima casa abitata, e fuoco di pioggia ai boschi di tutti i tempi, granate di splendori permanente in retinolo, e fuoco a sera in ogni luce palpitante a valle, distributori di serenità nel svegliato dei dormienti, e connessi al ponte di un cielo protettore per riconciliato intenzionati di coscienza.
  E così, tutto congiunto al riconosciuto immortale unito a compagnia, l'invisibile diventò presenza di reale sostanza immutabile, dentro lo stabilito errare della fiaba conducente  il viaggio del viandante sognatore.  (Quotidiana o Diario).

 Mirka


" Morning Mood (Peter Gynt -E. Grieg)





Nota:  Il musicale postato supportò il ricordato del primo saggio importante di danza fatto in collegio, e finalmente Felice e grata anche alle sbarre.