A Te che cavalcasti l'onda insieme a me sullo splendore dell'orlo ti scrivo sostituendomi al chiacchericcio garulo della parola tanto Amica ad entrambe Tu severa di labbro come di sopracciglia alzata non esitavi la fatica del gradino per portare a riva la cavallina che gli odori sempre la impennava un poco di broncio il nitrito di risata poi il mare conciliato senza il freddo del rancore ignare di ogni tradimento che si trova all'angolo di strada ma pronte a tessere impazienti le melodie senza il castigo di vederne la "mezza via" o il riccio della notte bruna. Mi sentirai? Non so. Comunque ti prometto e tu ben sai che non sono una buffona,che m'imporrò a ogni onda nera oltre ogni funesta ira e sarai lì e ovunque in quel colore senza peso che insieme cercammo sino al felice sfinimento senza che il Tempo ce lo potesse impolverare col polline che lascia il vento lampo di luce che trapassò la pietra e la rese viva di goccia pura da fonte che era e che sarà. Goccia compagna ferita d'oro.
Noi stiamo abbastanza bene. Solo il passo è più greve e di barcarola più non canta. Chissà che la colpa non stia tutta in quello scherzo del barile capitato a capo collo dentro quel cumolo di anni che tu non sai con ceneri di obliquo scintillio che ancora rimescola la vita.
I soliti mille baci e ciao Ciao
Mirka
"Barcarolle" ( J. Offenbach )
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