fiume

fiume
fiume della vita

mercoledì 18 novembre 2020

Mercurio Urano E Il Restituito Ad Afrodite

 










Ho cantato il sole al l'alba, al suo centro, e al tramonto
e cantato ho la pioggia allegra ai marcia piedi calzati o scalzati
  o furiosamente in battuto al pieno della testa a formazione grandine.

E cantato ho il vento che mescola i colori  
  diventando un casino senza impronta di ceduto
 in melodie d'amore che tutti li contiene
per Dubbio ed in certezza sospesa qualche volta e a termine. 

 La vita ho cantato senza economia di fiato
quando impastato ha il fango alla terra
umida di muschio e di erba zingarella.

Pur tuttavia imprevedibile e rapido fu sempre quel sentire 
 su l'improvviso apparire del l'altro occhio Astuto di lucida coscienza
 che umile si affianca al Creatore e a Lui diritto conduce  senza indugio
in sonorità di univoco vibrato misterioso ed alquanto irresistibile.

E tutto,          tutto 
fu spasmodica tensione di contrari per un 
mistico imprinting di fulmineo folgorante battito
 rubando a Hermes quel l' Occhio spadaccino che 
trascendendo dal dolente appassionato ingenuo cuore
ne fece incendio di sacrale luminosi guizzi
per riconsegnarlo poi alla originaria fronte
 assentata sempre di freschezza cristallina
si che in congiunti visionati 
tutto Intero il mondo ebbe    a 
Svuotarsi sempre più del più del più e ancora del più uno
 nel l'orbita del rivoluzionario Urano spazza tutto e
 fuori da ogni Ego di materica presenza
fastidiosa e ingombrante per ogni viaggio in corso.
Agli occhi un volteggiare indistinto di piumaggio.
Alternate lucertole di spada sul cambio del posizionato tridimensionale altro .


Ebe

 




  Glenn Gould PlayStation Bach













martedì 10 novembre 2020

10 Nivembre Per Gabriele



 







Bello tu sei qual sole

Enigma splendido com'è la luna

Eppure se ripensa alla oramai

 lunga fila di stagioni e tempi

Chiara come di perla non coltivata

è quella lacrima posata 

su l'angioletto giallo di Chagall

del tuo primo pigiama azzurro e

subito sostituita dal tuo sorriso limpido

 di bimbo che nulla aveva da nascondere

se non il grande mare che si portava dentro.


Con quel l'immenso amore di allora, Buon Compleanno,

 


Notturno E Flat  Major Op 9  N. 2  F. Chopin







mercoledì 28 ottobre 2020

Intimita' Silenziosa

.



..Qui non è cosa Ch'io venga o senta, onde un'immagine dentro non torni, e un dolce rimembrare non sorga. Dolce per sé... ( G. Leopardi)




Rammento le mani

intrecciate a contendersi

il filo del l'ultimo raggio

punto dove la felicità

 converge e consegna

a fallaci divinità

il sospiro del cuore.

La luna già alta

eternità silente

e il mondo atomo

che nel ricordo si perpetua

nel soffio di una V

tesa a fondere

la volta del cielo

come marea mossa 

da giullare luna

consolazione arrogante

a mordere l'aria

per ricordarsi che un giorno

fu enigmatica creazione

sul battere lento di quel filo

 frantumi di regalata luce

a partigiani imboscati

per la vittoria 

di un libero sogno

dove tutto è ora

finestra aperta

su vene che fumano

mentre il tramonto

ha il colore del latte

intimità silenziosa

consegnata al l'abbraccio

di un atomo luce

 eternamente fissata

a strano luccicante 

in qualche notte estiva

anima secolare trasportata

da corpo a corpo.


Mirka



Ballata N. 1  F. Chopin





martedì 20 ottobre 2020

21 Ottobre 2015 / 2020 Per Leonardo

 







Tu, vita, che accelera i battiti del cuore se solo ne pronuncio il nome

Mia realtà se solo da lontano mi giunge il vibrato della tua voce

e multipli echi quando si allontana impedendo il sonno

ma è allora che come mèta ti cerco con la tenerezza del l'innocenza

 ritrovandola nello specchio purissimo del blu dei tuoi occhi

placando l'ansia dell'attesa e ritornando bambina insieme a te

 anima impastata al tempo che a tutto conduce e relaziona Là

dove si fonde la terra all'infinito spazio circolare, 

tu piccolo Guerriero della vita sfumata a Sogno resistente.

Auguri


Nonna Mirka


Ah!  Vous dirais-je mamam 

( Canto popolare francese su cui Mozart scrisse celebri Variazioni)




lunedì 12 ottobre 2020

Lode Alla Sacrale Bellezza

 



Bellezza suprema di ostinato incorrere che portò al senso Primo e Ultimo

 del nostro vivere di Viandanti in cerca solo di quel l'Alfa visione sentita a sogno,

fa che di Te siano sempre pieni gli occhi fregiati da quella impronta 

di divinità bruciante anche nel liquame impoverito dalla  superba polvere 

da cui partì il primigenio intento della Creazione a lode di eternità .

 Tensione estrema Tu, che porta alla catarsi a breve dimenticata

 e riprodotta al l'incerto determinismo.

 Sostanza semplice che ogni altre le raggiunge e tutte le contiene.

 Monade guizzante in cui ci si perse e muto il pensiero si affondò

 con i denti tenuti  fermi da stupore distanziati e come impauriti

 percependo Essere Li il mistero della Conoscenza pura

 da cui far terminare il mondo  e tutto il suo gran daffare. 

Verità tante sei, ma Una sola ne tieni al centro di te stessa

facendone esplodere la luce e scintilla noi

 da cui fare nascere la sacralità del fuoco 

e la visione permanente agli occhi. 

Ragione in cui perdurò ogni ricerca inconscia

 e che ora con certezza So senza altro domandare o...

interrogare i sapienziali tarocchi Superiori.


Mirka

sabato 3 ottobre 2020

Ottobre





 L'estate pare proprio finita. 

Il primo fuoco si è acceso. 

Due bimbi lo regalano come sole nascosto

 per qualche cuore affaticato e forse anche un po stanco. 

Sanno dipingere grandi occhi di speranza, 

i bimbi.

 Sono stati creati per questo,

 i bimbi. 

Un regalo di bene, 

un regalo d'amore. 

E sempre una vittoria un bimbo 

che nasce, che cresce. 

Una Vittoria sul male. 

 Una vittoria su la perdita della fiducia. 

Fiori azzurri di ogni prato anche sul bianco della neve. 

Vele spiegate per la conquista di aperto mare. 

Calore alle pareti. 

Stufe mai spenta. 

Gocce di rugiada riflettenti libagioni di divinità. 

Sfere di armonia in vulcaniche esplosione. 

  Curiosità irridenti per continuare a migliorare noi stessi. 

Letterine che bussano alle inferriate delle finestre

 dolcemente intrufolandosi ovunque 

 mele stregate che ricordano l'orologio del cuore. 

Societaria solidale in semplice tesa di mano

  sorriso che si perpetua a valore di  tradizione e Storia 

 dispensato a sostanza di mondo mai messo a margine

  beatitudine di adulto raccolto agli occhi 

a modo di buon destino soverchianti ogni tremare di ostacolo e peso

 aggregato dalla cattiveria bellamente mascherata ad arte o in nuda teatrale realtà di vita

 insediato di ogni aggiuntivo fissato alla impassibile retina della memoria. 

Destinato o voluto dal calcolo abile presentato al giocatore di esercitata scacchiera.



Mirka

domenica 13 settembre 2020

L'Inatteso

 






E...l'inatteso si presentò come un sabbiato d'oro d'antico tempo
in un battito tranquillo e in saltellante martellino.
Reciprocamente accolto a Festa come di danza cambiato solo nel ritmo.
 Si ché flussi di vita entrarono in circolo danzando l'istante della mutante eternità in transito e immutabile nel suo essere Esistente vivo. 

E la si ammirò. 

La si ammirò come pittura del bel tempo Rinascimentale tenuto in memoria di splendore.

 Anche il corpo esultò come di Elisabetta il bimbo nel ventre al momento del l'incontro. 

E se la testa lievemente ebbe a chinarsi, lo fu solo per meditare l'improvviso del Dono ricevuto e ricambiato con l'allegria di un bimbo Complice del giocato 
sulla certezza della vittoria tenuta al ridente degli occhi che sa che con il giocato si chiude anche la partita. 

Uno splendore di quella polvere d'oro che un giorno qualcuno la portò in regalo dal l'Africa, con l'intenzionalità augurale di lunga vita permessa dal Cosmo benevolente,
 e che, ricordando spinse  senza indugio  a Comunicarla con la scrittura anch'essa ballerina. 

E pertanto sentendone l'odore attorno, 
pur non sapendo esattamente dove guardare.
 Davanti?  A fianco?   Dietro?  
O più semplicemente perché la si porta addosso. 
Proprio come polvere di Cipriano di riso borotalco
abbondantemente sparato da mia madre
 quando infarinato trovava ad accogliere  tutto il corpo bimbo, 
o come facevo io con i miei bambini allegramente tutti Interi esposti.


Mirka


 Scrittura ispirata dal Concerto N. 1 di Beethoven e precisamente dal vivace Rondò

martedì 8 settembre 2020

L'Atteso E I Codici A Sguardo

 




Oh! come la Vita e la Morte sono così Presenti
 fra una risata un pianto e una scena di Teatro
 in attesa che il sipario si chiuse senza far rumore.
Noi Incrociatori di Occhi su inesplorati Codici
 dove pesano i minuti in germogliato di radice
 o...
in graminacea fissata in un crepaccio.
Riparati da un'assoluta potenza di un solco disteso 
a generosa benedizione di volontà piena d'amore
 e...
 qualche ricordo a tappeto di durezza 
dove si camminò calpestando lucciole e fiori 
incontro alla casa dì Verità tutte affioranti a pesci
 nel misterioso Limpido fondale. 

Mirka 

Scritto con sottofondi di più musicali, ma finita sul Quintetto Op 30 N.6  di Boccherini. Ovvero Musica Notturna




lunedì 10 agosto 2020

Notte E L'Ordito Del Giorno

 




Rivendicò la notte i suoi misteri

L'alba ne fece oro di luce intrufolandosi

a passi di Saltarello tra le grate di una persiana

Sbalzati i piedi a pesciolini

il risvegliato da ogni sogno della notte

Nel l'ordito disegnato

 il giorno richiama

il fuoco del suo volto ignoto.


Mirka


Nota: ascoltando la Rapsodia Ungherese N. 2  di Liszt

lunedì 13 luglio 2020

Il Fastidio Irriverente




Camminavano godendo di tutto.  La natura nella sua rigogliosa fioritura invitava alla contemplazione accompagnato da pensieri di armonia, univoci, interrotta a volte, dal suono della voce dandole consistenza e un rinnovato vigore.  Solo l'improvviso del rumoreggiare di gruppi passanti si intrometteva fra loro e il tutto "infastidendo" l'atmosfera creata dalla sincronia del l'insieme e, lo sfrecciare di una motocicletta a sparato  di centrata alla contemplazione, sparpagliando a piccoli frammenti i pensieri di armonia scaturiti o suggeriti dal Sopra riflesso a tutto il circondario.   Ma il rumore aumentava bloccando ogni altro senso di condiviso.  Così scese il Silenzio tra loro.  Cionondimeno se nè poteva percepire il sostanziale Esserci  come attivo esistente.  Un Esserci come in visione di altre prospettive.  Come operatori di molteplici scene, con un tema a soggetto dove il recitato si fa verità corrispondente e udibile per una percepita idealità trasfigurata a trascendenza dove tutto è là dentro, nei suoni emessi dalla voce recitante diventata riverbero di vibrazioni o di echi rimbalzanti e  in autonomia nel multidimensionale  rifrangente, tanto e tale da riempire spazio e immaginario come puri raggi di suono senza identificazione di provenienza se non da ispirazione d'infinito.  Lentamente e in simultanea cercarono le mani di entrambi, e trovandole si congiunsero provocando una lievissima pressione a tutto il corpo facendolo vibrare come da misteriosa Presenza scesa a confermato di quel l'oltre che tutto presiede. Anche gli occhi si cercarono incrociandosi a sorriso dolcissimo e vincente nella consapevolezza di un nulla a temere. Neppure il Covid 19 uno dei tanti malanni inflitto al l'uomo dallo stesso homo.  Un tremendo artificiale da vincere.  Come l'inesorabile usura che il tempo infligge con i mal anni nel l'obbligato a ricordare  la vita e il suo declino.. .  Tutto sommato Entrambi avevano sempre Vissuto affiancati a questa Ombra cavalcante o a passi confusi anche se chiaramente separati, e impercettibilmente sentiti anche sul l'onda più alta del trionfo o... Nel l'Orda della felicità più sfrenata.   E questo bastò per annullare ogni altro inserimento di fastidioso forse persino reale, ma fuori da ogni respiro che produce salvezza di autocoscienza richiamando a Sé la gioia attiva anche mentre svanisce restandone la immersione della luce.  Il crepuscolo improvvisamente li avvolse in un pulviscolo di rosa e blu. Una brezza gentile sfiorò la faccia di entrambi liberandoli da ogni peso aggiunto. L'unico ingombro la maschera lasciata allegra ente scivolare appena sotto la bocca e pronta per l'uso  obbligatoriamente convenuto al rituale di servizio in compiaciuto asservito con insofferenza, pregustando ben altri momenti da homo libero da tutto.

Mirka


Finale 2 Sinfonia di Mahler


giovedì 25 giugno 2020

Fiducia Come Sicura Direzione






La Fiducia è un abbandono di salvezza attraversato da un percorso di Gioia. Attesa che si affida alle smanie senza temere lo strappo di un risveglio estraneo alla radice che originò la rigogliosa pianta cresciuta forte tra sole vento e vagoni di pioggia battente.   La Fiducia è quel misterioso Alchemico sentire che dà Voce alla pancia anche quando è in pausa da doglia prossima al parto.   La Fiducia è certezza di specchio riflettente il luminoso della Immagine anche quando spenta è  ogni luce e affacciata è la soglia della notte.   Un donare le chiavi di una stessa casa su la tensione progettuale solidaristica e cognitiva di consapevole ancoraggio, convergente di ordine morale pur rivendicando l'assoluta autonomia, e mirando alla distensione della trasformazioni, attraversato da ideali operativi di ascolto "interno" e in distanziati lampi di intuizioni.  La Fiducia è uno "cappellotto"  dato amorevolmente sul culo di un bambino per un prolungato inutile pianto generatore di incertezze e "lagnanze" togliendogli Bellezza agli occhi pur dandogli lo splendore del lucido.   La Fiducia è paziente e sa attendere, pur avendo l'esatta percezione di quando intervenire con decisione e fermezza salda senza scomporsi del l'impennata non compresa.   La fiducia è un Guerriero vigilante giorno e notte su le mille trappole bellamente orchestrato agli occhi del candore così spesso anche incosciente pure nel l'audacia di chi non diserta il campionato neppure ferito a morte, ma non usando il suo sapere per  un suo fine puramente egoistico o contro una crescita autentica e forte.   La Fiducia è una tenaglia che non lascia la presa  neppure quando per sfidare si vuole Trasformarsi in altrove, nel tentativo di dimostrare a se stessi l'autenticità del custode a cui  si ha affidato la libertà, sulla certezza di trovarla sempre, anche quando e qual ora sì volesse spiccare un volo oltre il confine, ma nella certezza di ritorni, sicuri di trovarvi come accoglienza il misterioso sorriso avvolto dal silenzio che solo l'autenticità del Bene consapevole, immediatamente si afferma a entrambi in unico abbraccio infinito solo un poco tremante in veduta di altre battaglie dal l'incerto risultato.  E infine la fiducia è Memoria stabile sulla instabilità del tempo, anche quando non gli sarà data la possibilità di gioire Insieme sul confermato di limpido sguardo a Unica direzione.


Mirka


Cinema Paradiso



Nota: Chi scrive ha provato l'immenso bene del ricevuto e dato, conoscendone valore e proiezione a oltranza, in perenne gratitudine per ogni altra fermezza di cammino a cui fare capo nel confuso conducente solo al miraggio e lì sbattuto senza ombra di scrupolo o di rimpianto. Ché il disegnato era semplicemente una di quelle mille trappole sopra citata.

mercoledì 24 giugno 2020

In Equilibrio del Triplo Salto Senza Rete







E mentre si adoperava al procedere svelto delle operazioni quotidiana, la sua gola non smetteva di emettere un lugubre suono  lungo, somigliante alle doglie di un parto oltre prolungato, solo a stento trattenuto da un estremo pudore di quel l'esercizio naturale così congeniale alla donna, ma senza averne nulla di umano. Una mucca dalle mammelle troppo gonfia, di un asino recalcitrante per avere annusato un pericolo preannunciato da altissimi ragli  filiformi fuori usciti da narici e occhi, da una gatta inglese capitata su un tetto ardente per battuto dì calura ferendosi le zampette o dalla lagna di un bambino messo per scherzo in uno sgabuzzino e lì dimenticato.  E su quei graffi fatti alla pancia, prendevano la formazione di nodi  che i pescatori  fanno alle reti bloccandone la laringe.  Così uscivano le lacrime, copiose, libere, irruenti, senza poterle trattenere, ma neppure senza la volontà di metterle a freno. E in tutta la testa sentiva quel muggito di parto tardivo, come il lamento di un animale ferito proprio nel momento della sua creazione.  A volte il pianto si spezzava bruscamente per tornare lungo, lamentoso e profondo come  una viscerale fuoriuscita di materia placentare diventata cordone attraccato alla placenta. Il petto le faceva male  fino a sentire lo  spaccato in tanti pezzi, ma lo fronteggiava con la baionetta lunga di quello strano lamento continuato pure a volte spezzato. Raccogliendosi come a proteggersi dal l'estremo dolore con l'amorevole stretta come solo il bene sa manifestare, convincendo più di ogni parola, per allargarsi subito al quotidiano sgranato come corona di rosario recitato al venerdì sul l'obbligato di un dovere.   Scuoteva un lenzuolo sul lamento corroso di quel muggito, batteva  un cuscino come fosse un tamburo da guerra alla maniera di quel filmato sugli indiani visto tanto tempo addietro, tirava la coperta come il nodo scorsoio per impiccagione duro a districarsi.  La radio suonava un ritmo moderno così dissonante dal suo stato ma senza avere nessuna presa su di lei. In altri tempi avrebbe abbassato la manopola con un gesto secco, ma ora le era perfettamente indifferente, tutta concentrata ad ascoltare le variazioni di quel muggito o miagolio  fatto sottile come un lamento indistinguibile, a volte  che usciva dalla gola troppo chiusa per reggere il  libero dirompente urla.  Il petto adesso bruciava, ma lo fronteggiava con l'unguento di quello strano lamento deciso a contrapporsi pari alla stessa forza tirannicamente trattenuta, se non superiore per risonanza rimbombante in tutti i muri del l'abitato.   In contemporanea tanti lampi le incendiavano gli occhi facendoli fastidiosamente secchi. L'indifferenza dei suoi figli, subito attraversati da quelli amorevoli di Colui che alla vista fisica non c'era più. La voluta ignavia degli amici proclamati tali, e anch'essi attraversati dal Reale visibile di un tempo finito. Un lontano sentito più distante di chi stava nella tomba e di cui ne sentiva persino il profumo corporeo se solo chiudeva gli occhi.  E pareva che, su quei muggiti il cuore potesse spaccarsi esattamente in due. Metà lasciato con indifferenza alla terra senza curarsi dove, l'altro in formato volo in direzione cielo in attesa di festeggiato. D'improvviso il muggito si arrestò per un rumore catturato dal l'orecchio della donna attirando tutta la sua attenzione. Una piccola stampa antica di Fragonard si era staccata dal muro. Ricorda con precisione il momento del donato,  facendo si che insorgesse nuovamente il muggito lagna in trasformato sottile come filo di seta attorcigliato al fondo della gola. Si stringe al petto l'effige rappresentativa di un Cupido dormiente, con sacralità la sfiora con un bacio e la depone. Ci penserà dopo a rimetterla al posto di sempre.   Il cuore le faceva male mentre la testa scoppiava per un troppo accumulato riversando il carico di quegli scoppi sulla schiena dolorosamente costretta a piegarsi. Con un moto di stizza si morse il labbro inferiore. Altro male aggiunto che la donna con dolcezza ne leccò il rosso nella piccola ferita formata a canaletta. Il pensiero le andò al padre mai conosciuto e per eventi lasciati al mistero buono per lavorarci come filo conduttore di viaggi e percorso, ma perdonato pur in struggenti ripetuti di domande. Lo invocò chiedendogli il risarcimento di quella mancata Protezione. Sgorgarono a fiume le lacrime unendosi allo sgocciolare del naso che con uno strattone pulì col rovescio della mano.  Lo straziato delle viscere gli faceva battere i denti come se avesse la febbre che forse aveva. Ché quando si ha quel genere di freddo non si ha bisogno del confermato di mercurio.   E fra un battito e l'altro ai denti, girava l'occhio ai pochi oggetti rimasti dei tanti di un tempo e che la donna ricordava esattamente essere li e li. Impronte luminose, inclusa quella pesante catena rubata a seconda volta da un ladro più furbo del primo, sempre a portata di visita, il grosso smeraldo con dentro le sfaccettature di tanti oceani di un pendente fermato sempre al l'inizio dei seni sul l'abito scollato da grande scenario.   La raffinata damina  con merletti Capodimonte al centro del comò.  Quel pesce tonno di Murano unico ospite della scrivania Luigi Quindicesimo di sua madre.  La stupenda riproduzione della coppia zoomorfica  di Max Ernst proprio a lato del letto.  Testimonianze d'amore in danzato di felicità, d'impegno, di promessa.   Il naso ora era diventato un fiume dalle sponde indefinibili.  No. No. No.  Non poteva permettere a se stessa la vista del Disonorevole mutato dagli Eventi  lasciando  per contro, orgogliosamente integrale la sua Identità lucente di impronte purissime.    D'improvviso il sogno della notte. L'incontro di un amore al quale nuda si abbandonava pur  con un poco  di vergogna. I seni scoperti e carnalmente offerenti come da gioco bambino alle mani sapienti del cesellatore. Il gesto però era quello di un altro.  Pudicamente Lei alzava un fazzoletto di tela grezza per nascondere il mutato dagli anni.  Poi insofferente  per ogni equivocità che avrebbe potuto ricrearsi, di scatto  butta a terra il fazzoletto e altro a  inutile velatura, alzandosi  in piedi e dritta in tutta la fiera altezza di ogni tempo e sicuramente restata anche in ogni ora di disfatta, abbracciando l'uomo e fondendosi con lui come solo l'anima cerca e fa fuori dal confine del corporeo. E questo fu anche l'ultimo regalo che la donna fece a se stessa, nel mentre le lacrime continuavano a scendere a pioggia bagnandola e purificandola da ogni errore con assoluzione piena.  Il muggito lamentoso era finito. Restarono invece l'asciutto lucido degli occhi e l'incertezza del l'alternativa. Dritta come un coltello affilato si avviò a lavarsi la faccia sotto il getto del l'acqua freddissima per dare tonicità al volto come rimpicciolito dalla piena delle lacrime prendendo la forma di cima innevata con rigagnoli d'acqua adamantina e, guardandosi allo specchio sorrise. M. B.



Dai racconti Il Destino Nel Nome

mercoledì 17 giugno 2020

Ballata Incerta Del Ritmo









Sarà,
quella luce ultima
 uscita dalle crepe del mio corpo
 l'affermazione di vita 
che ancora si dibatte
 fra nuvole squarciate a nero e incendi di imboscata
 là dove si continua il viaggio 
 ma senza l'affezione del piacere 
pure su l'ostinato inciucio di memoria?
 Percorrono le mani
 quelle amiche crepe 
per trattenerne almeno
 il profumo muschiato di radice e
l'audacia speranzosa della semina
in ributtato di memoria dove al l'epicentro
 il guizzo del l'Aurora già indorata a giallo. 

Dolce è ogni spegnersi di luce nel vivo della piaga
e pace al chiuso dello sguardo che al silenzio si abbandona.


Mirka


 Cantilena Villa Lobos






domenica 14 giugno 2020

Il Silenzio Dignitoso









Il silenzio dignitoso 
è una goccia limpida di mare
 adagiata sulla fronte bruciante
nel freddo della notte.
Compagnia che ricorda.
Un lamento a cordigliera sfuggito
 a quelle limpide gocce 
custodito nella cassaforte della gola.
Un Credo di salvezza senza lo svelato
 dello specchio appannato degli occhi.



  Mirka







Ode To Joy L. V. Beethoven





giovedì 28 maggio 2020

La Cupola di una Chiesa










Non ho mai compreso, perché,
 più che l'interno di una Chiesa, sia la cupola della stessa, anche vista da lontano, a dare improvvisa tranquillità a ogni inquietudine,  latente o momentanea, facendo sorgere sicurezze ancestrali in echi di infanzia cresciuta su vibrazioni portanti itinerari di ostinata ricerca sempre confermata.  Forse, per bisogno di Credere mettendo in circolo energie positiva come da apparizioni venuta dal l'alto, o più ancora per necessità di intelletto (intellighenzia allargata oltre la strettissima logica)  Unificatori di viaggi, attraverso un risoluto atto di coscienza che ne escludano nichilismo, negazionismo e disperazione, e su un attraversato di un faticosissimo conquistato.  Un conquistato tale da sentirlo più vicino al miracolo di una verità al centro di un equilibrio assomigliante a un triplo salto senza nessun riparo di rete, ma purtuttavia sicuro di sé tanto da percepirlo a Ordine universale e Superiore disegno.  Tuffo al cuore prima, senso di pace avvolgente nel sostato, infinita oasi di Bellezza armonica poi. Senza più i contrapposti del giocato in  quella scacchiera di piccoli uomini, ma dove l'intelletto sa escludere il conosciuto messo in conto spese, senza esserne affiancato dal l'ansia di altre conoscenze per ulteriori dubbi generatori di sterile sabbiosa inquietudine. 
Questa è stata l'impressione recentemente vissuta su un soffermato meditativo, guardando l'improvviso spuntare di una Cupola, affermandosi a un profondamente sentito come bene per ogni altro male in essere o in divenire qualora.  Proprio come avviene quando si Contempla nel più profondo Silenzio un cielo stellato o pieno di sfumature nel telaio blu sopra di noi in qualche sera d'estate.


 Mirka



Chaconne Do min BWV 1004 ( Busoni - j. S.  Bach)









sabato 16 maggio 2020

OMBRE DI COLORI ALLE PARETI








Ombra di colore 
fu quel guizzo sgusciata dalla luce.

 Danza ora nella casa solitaria 
moltiplicandone le ombre alle pareti. 

 Fra poco sarà incendio
 riflesso dentro agli occhi 
in penetrata vita riformata a gioco di scacchiera. 

 Io colorata come un vegetale 
assorbente linfa di poltiglia 
generatrice di forze misteriose. 

 Attendo l'antiquario ché Storia ne racconti 
e di preziosi ne faccia un bel giardino
sul guanto lanciato a profumo per note di testa a stabile memoria.  

E. Mirka


Notturno  Op 27 N. 2   D Flat Major (F. Chopin)



martedì 21 aprile 2020

COLAZIONE d'aprile Del l'anno 2020








Con passo svelto ma in stretto di gengiva
 mi sono portata al terrazzino della casa
 attraversando la cucina senza degnarla di uno sguardo
 se non per il lavello con le stoviglie lasciata dalla sera. 
 Venivo da un sogno bello lasciato dal Cuore della notte.
 Imbarcata sul Bounty  dominava il mare
 freschissima l'estate
 lontana da ogni mondana tentazione  
 da lontano baia e qualche isoletta sparsa qua e là.
 I pesci giocavano allegri e indisturbati
 senza la trappola del l'amo o della rete.
 Ma d'improvviso l'abbaiare di due cani mi scisse dalla idilliaca visione
 e irreparabile spezzata l'atmosfera e il sogno ad occhi fondi.  
 Rientrata alla Realtà della cucina
 su lo sbuffante odore del caffè
 gustato a unica Speranza certa
 e sul lasciato del lavello in attesa della parola amore 
in stoppata di passi e senza sentir ragione
 previa chiamata Commissariamento Sanitario
 in ricorsi intrecciati di Caffè 
gustato solo per l'amaro lasciato ai denti
 fragole bastarde del l'amaro alla dentina 
in gestualità autonoma che accarezza l'aria
 al profumo di glicine e lillà su naso e occhi fondi
 per farne ventre impollinato quasi a festa
 sul ronzio di Api familiari e 
di insetti fastidiosi e vermifughi a terra.  
Restò è vero la Tavolozza dei colori in testa
 a godimento certo di pittoresco agli occhi
 con pennello dalla punta finissima in un angolo scordata
 per farne ragnatela di rugiada 
con dentro il grande caldo del l'astro imperatore.

 Così ebbe a sognare chi altro Vivere non gli fu permesso. 

Mirka


Recuerdo De La Alhambra" Francisco Tarrega



giovedì 2 aprile 2020

BALCONE BLU E GIALLO Di FARFALLA







Una balconata di blu ha spezzato la cupezza del l'aria. 
Gialle farfalle hanno impallinato gli occhi 
a sbalzato cuore nel muto del gioioso grido soffocato.  
Semenzaio oltre noi stessi e la nostra terra
senso esaltante della fragilità di un brandello di lamiera
 golosa fiammata al freddo delle stanze
tegole danzanti ai tetti 
sul nervo principale lasciato ai denti 
e un sole di cipolla illuminato ad intermittenza. 
 Erbetta nuova che si infila nel verdissimo del muschio
 come da cicogna il seme inconsapevole del lasciato. 
Lampeggio di memoria in rifondata vista sbalzata a prisma.   
Si disse allora la gran Signora che mi stava accampata a fianco
"Non è vero che la vita è solo in bianco e nero, ma sogni ovunque e 
sempre naufragati allo strappato dèi molteplici colori". 
E alla vista dei vent'anni anni  il rivoluzionario Dylan
 in camminata spedita di  piraterie
 allegramente e con strafottente audacia.

Mirka





" Blowin'  in the Wind" (Bob Dylan)







giovedì 26 marzo 2020

I SILENZI E IL CARILLON








Quanto silenzio attorno! 

 Zitti gli  Uccelli come da preceduto sparo.

 Silenzio dei Cani rumorosi per sicura festa nel prima.

  Sparito il colorato chiassoso circolo dei Bambini
 dispensatori di allegria trasportata fino al cielo .  

Spenta la improvvisa luce saettante alla parete dei Palazzi 
che un tempo rotolavano timbrature di presenze
 individuata a mezzo di finestra spalancata a rassicurante vita
Testimonianza imperativa di emergenti Vedute amicali
 su l'attestato di un canto un verso un grido un ombra. 

L'aria si è raggelata su lo strozzato di comunitaria ragnatela
 confusa sbigottita inasprita incattivita
 su l'improvviso Bavaglio di un tampone a cambiato di giornalismo.

 Innaturale sospensione che precede un Antropologico Mutamento
 e gelati fanno i polsi abbarbicate alle mani incollati alla gomma di guantini.

  Poi...           d'improvviso 
 a modo di Clessidra canterina annunciatore di ruscello

il Carillon 

cominciò di botto e senza il prima caricato a suonare la sua gioiosa tiri telata.

   E la vita ritornò Piena dei suoi splendori agli stupiti occhi.

  "Sono viva" 

mi annunciò il battito lento di quel muscolo a Sinistra del mio corpo.

 In ritornata congiunzione al primordiale Senso del veduto
che alla eterna fiducia si è affiancata al Tempo del passato
 e Forza diventata  È  scacciando  tremori e debolezze
 in battiti sonori di imperi universali
 come rugiada l'alba prima che il mezzogiorno prenda fuoco
 in gittata argentina nel Silenzio che lavora
in Liberato a festa di freschezza e Visibile espansione
senza l'orrore appresso di u primo caffè al mattino
in ferita di notturna disperata per dispersione in grigio alle pareti
sul purissimo di oreficeria marchiata in sempiterna dal l'infallibile Fuochista
che mai sbagliato ha il tocco del centrato. 


Mirka


"La tempesta di mare".  Vivaldi




Nota : La musichina  comunque del Carillon è Stille Nacht

venerdì 20 marzo 2020

FREMITI










Un fremito di vita Immaginata
 ha spazzato l'aria infettata dagli uomini 
in filata trionfale di cucitura. 

Tremore di terra in gemiti di festa. 

Nato è l'atteso.

Forse di bimbo
forse da risvegliato letargico soporifero sonno.

Vita che danza la guerra su nasi incrociatori di verità 
natali sempreverdi in fuochi aromatici richiamanti
 sconfiggendo il Nemico
 in ricamato d'argento e di oro
 potenza elementare di Superiore soffiatore 
vincitore di ogni male steso a ragnatela.


Mirka






Waltz Spring (F.  Chopin) 








Nota: Si tiene a precisare che, il musicale attribuito a F. Chopin è in realtà di altro Musicista, così risulta dal ricercato, essere certo Paul De Senneville (1983 ) denominato "Mariage d'Amour" in perfetto stile Chopin e al quale va il medesimo Riconoscimento, e Scelto, consapevolmente dalla sotto scrivente, per la bellezza del video pertinente a quanto scritto o immaginato, con il supporto ovviamente del musicale

mercoledì 11 marzo 2020

PICCOLO BIANCO FIORE




A tutto indifferente hai voluto crescere ugualmente
piccolo bianco fiore
tra il groviglio di intricati rami e di infettati crepacci della terra.

Non hai in dono il portato di profumi eppure sei perfetto
nella forza vitale che duplica la vista e immenso fa lo scorrere del tempo in dinamiche diverse e sempre uguali al l'affermato di sostanza.

Guardando la tua compiutezza ho congiunto in preghiera le mie labbra
trovando l'aiuto in Resistenza mentre si prepara ad altro in mutato di ignoto ma ricordando agli occhi la Bellezza della vita Insieme attraversata.

E affidandosi alla tua vista si sono chiusi gli occhi per ritrovarsi
nella vecchia casa presso la ferrovia dove a ogni ora passava il treno
il fremito dei pioppi sempre in testa,
l'odore del tiglio da lontano a sicuro viale conducente
il pasto sul l'ora precisa nel mezzo di giornata
la Campana a segnarne la festa del l'incontro
 la tenerezza del mondo antico nel guizzo di pensiero non mutato
la grazia semplice dei gesti quotidiani del passare il pane o l'acqua
il polpastrello intriso nel barattolo di sugo d'uva le guance fatte fuoco
la casseruola coi profumi buoni sulla grossa stufa gli occhi a girasole
e...il trasformato agli occhi che tutto hanno veduto colmi di cristalli
nel potente salvifico liberamente sciolto in gola chiusa e stretta dalla corda
la relazione Là a punti imprecisati con al centro sempre l'innocenza
e un poco di felicità dilatata sulla tela della malinconia sottile
 alla soglia della guardinga incerta notte che precede l'eternità del sonno
in vestito di  umida Preghiera semplice.

Mirka


Andante. Sonata in Do Mag K.545  N. 16  Mozart


lunedì 24 febbraio 2020

SHELLEY e BEETHOVEN








Do credito al potere della Lotta vincente contro l'operato occulto, più o meno, del maligno.  Intrigante,  furbo e in fattivo variegato, 
E non come miraggio vestito da illusionista visione, ma come Vita che sempre si rinnova nella profondità della terra buona che fermenta la forza  di sementi in armatura di elmetto e scudi curato attentamente. 
 Come da visionato battere ritmico di un fiore che buca la neve ed è già Qui, ardente moto di vita dopo la gelida notte, mentre naturalmente glorioso si impone dopo il gravoso silenzio del lavoro, e Sentinella ne annuncia la primavera con lacrime di rugiada alle ciglia in immortale speranza riformatrice di universale. 
Centralità di un irradiato germinativo di Sogni ritrovati in se stessi, e da cui trarre forza ovunque e per chiunque si oppone al formato evolutivo. 
E Occhi. Occhi che pure avendo visto la Notte, non indugiarono a sgranare il bombardamento di luce trionfale oltre ogni notturno incedere. Mirka









                           Lottiamo fino a che la Speranza
                           non crei, dal proprio naufragio, la cosa
                           contemplata.
              

                                            Shelley






Ode To Joy Beethoven



mercoledì 19 febbraio 2020

O...l'unificatore Invisibile tutto







Spalancato come un'affiatata bocca assetata, mi apparve in sogno questo bianco fiore.  Nel l' Accesso alla visione, la necessità di raccogliere l' Essenziale d'acqua e di sole, per dargli una segreta gioia moltiplicata da qualche pistillo caduto in qualche crepaccio della terra.  E agli occhi tutto un giardino ricco di ogni diversificato colorato,  il giorno in corso illuminato a teca di fari, come alchimia prodigiosa scaturita da linfa e humus quando inarrestabile e naturale  si unisce al suo originale di albero o di steli o di un sentito formandone un pensiero in cerca di gemello pure sostanzialmente diverso. E poco importa se in ramo, scortecciato, foglia, petalo, o semplicemente un indistinto Tutto riformato alla vista di occhi diventati memoria di primo stupore.

Mirka


Concerto per clarinetto  A Mag  K 622 Mozart



mercoledì 5 febbraio 2020

L'ABBANDONO NEL FUSO DELLA VERTIGINE STRETTAMENTE ABBRACCIATO




E si perdevano l'uno nel l'altro in un abbraccio infinito. In totale abbandono, rinascendo fusi da un flusso di un unica ondata. Terribile nella sua altezza vorticosamente travolgente, e brevemente stroncato come un respiro risucchiato da un moto di paura. Ma da quella intensità, reciprocamente diventata univoco stravolgimento, più non si sentiva lo scandire del pendolo, ma il battere del cuore a tamburello del dio che comanda le profondità marine.  E la donna ricordando la fisicità in formato aria o in esplosi carnivori bacilli producenti energie, in cuor suo ringraziava l'artefice di quel vertice piramidale, perché in quella densità, piena, rotonda, infettata e innocente, viveva l'immortale esistenza universale senza memoria di ferite, se non per lontano fischio di fastidio subito scacciato, nel mentre l'abbraccio si faceva più forte come a distanziare ogni estraneo intervento che assomigliasse al l'ombra di un inequivocabile dolore.  E il tempo era a loro sconosciuto se non come forza centripeta ed esplosiva. Un Essere informe e perfetto come di prima creazione.  E il mondo era grande perché loro erano grandi agli occhi di entrambi. Grandi per quel bene vissuto a Destinata conoscenza da tramandare a visibile luce saettante e misteriosa per quel suo continuo vibrare a chiunque li incontrasse, portante al Congiunto di creato unito alla medesima energia che li aveva impastati.  Dalla persiana accostata, filtrò una stillata obliqua di luce che si fissò a un punto della parete. Fu la donna ad accorgersi dello strano formato a baionetta. Un brivido prese il posto della voce sostituendola alla parola restata sul bordo alto del pelo. Strinse invece più forte il già abbracciato ricavandone un surplus di forze, forse sottratta al l'arciere di qualche divinità scaturita dal mito. L' uomo ebbe un lieve sussulto. Cercò di dargli voce ma tacque.  A riflesso strinse invece più forte la donna, senza immaginare che la stretta scaturita da quel sussulto, fosse il presentimento per un nemico da fronteggiare smascherando la benevola intromissione, sul l'alzata di uno scudo eretto a protezione di entrambi.  Senza sapere che l'anima avverte prima ancora di passarlo al corpo mortale.

Mirka ( frammento dai Racconti Il Destino Nel Nome)






Your Love -  Dulce Pontes ( Ennio Morricone)