Il primo lampione si è acceso la domenica è finita. Vestita della mia piccola storia quotidiana vestita di me canto provo a cantare di trionfi di glorie e di sconfitte, di compromessi a denti stretti, di resistenza fin che ho potuto e di qualche sfida dal finale ignoto. Vivere non risparmia nulla. Lenzuola stropicciate un libro fermo su una pagina ingiallita ai bordi di un libro fuori limite massimo un cristallo opacizzato da una viola del Pensiero l'emozione di chi si specchia per la prima volta con le susine agli occhi avvolte dal l'anno dato nel velo del mistero. Ma a Te brindo testarda illusoria giovinezza!!! Nel silenzio attorno a quel l'unica finestra ancora spalancata su quella luna che brilla di eterno ancora da scoprire.
Mirka
"Casta Diva" (Norma -Bellini)
Credo che sia assolutamente indispensabile sentirsi addosso la propria storia come se fosse un vestito. E' una identità che,se disarma il lettore da ogni intenzione di malizia,per contro rinvigorisce la memoria di chi scrive regalandole una rinnovata energia non che l'innocenza originale che non sfugge al lettore. Anzi l'ho affascina. Unica davvero la nostra Maria Callas. Inimitabile e senza confronti,almeno in quel tempo. Elsa
RispondiEliminaLa metafora della vita che trasforma lasciando a certuni (fortunati o anche no che la sensibilità è anche soffrire..)l'essenza viva della poesia matura. Un caro saluto.F.
RispondiEliminaSi Elsa. Fosse pure una storia con brandelli di luci e qualche taglio indecifrabile. Ciao e un Evviva all'identità sempre a rischio evaporazione. Mirka
RispondiEliminaGrazie infinite F. anche se alla fine più che poesia è solo la pietà quella che resta. Pietà per noi, pietà per tutti. Un compassionevole tenerissimo abbraccio. Mirka
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