Una fotografia sgualcita per troppo uso
un viaggio fra mille facce
isola deflorata da un tornado di memoria sparse
confusi gli occhi frastornato il mercato della mente
squillò argentino il cuore nel suo tessere di bambina
friggevano alte le frittelle di cipolla
si scottarono le dita
mi dissi "Ben ti sta cuoricino mio. A far lo scemao ci si rimette sempre".
"Suonò" alto un nitrito.
compromesse le frittelle
gentile mi curò l'unguento.
passò il dolore
suonò l'armonica del cuore
Pesò turgido il seno.
Mirka
"My Funny Valentine"
Carissima,Posso permettermi di considerare la "scottatura delle dita" come un lapsus di un qualcosa rimosso e scappato alla memoria? La memoria è tremendamente speculativa e,anche contro la volontà ci presenta il conto. E solo un poco consola l'unguento per chi continua a sognare sui riflessi che arrivano da quelle "mille facce". Ma tu hai voluto condividere questa esperienza con noi e te ne siamo grati per essere stata capace di saldare questa visione realistica facendola poesia. Un abbraccio affettuoso. R.S.
RispondiEliminap.s. Indovinata quanto originale l'avere postato la foto rovesciata,la bellissima musica come sostegno
Quando si ha la coscienza di avere dato tanto, se non saranno gli altri a riconoscerlo, lo arà il cuore come una campanella e su tutti i toni di una scala musicale percorsa da una buona memoria. Un bacio. Nicola
RispondiEliminaUna foto sciupata per le troppe carezze non può diventare che terra nuova anche per il cuore nella sua armonica che suona di speranza. Complimenti per questo bell'insieme di poesia,musica e foto birichina. F.
RispondiEliminaGrazie per questa poesia delicata e adatta per innaffiare la memoria che ripropongono le mille facce di un unico volto. Ciao cara,un bacione. Orietta
RispondiEliminaVero avvocato. Tutto è paliativo se non si affronta la realtà una volta per tutte. Resta in ogni caso l'esperienza condivisa e forse la piacevole lettura di una poesia buttata qui senza troppo pensarci. Ricambio sempre l'affetto, Mirka
RispondiEliminaE il cuore Nicola, sempre un pò matto continuerà a suonarla quella campanella come un campanaro del bel tempo antico. E se non bastasse prenderemo in prestito Listz e anche le sue belle mani. Ciao e grazie infinite, Mirka
RispondiEliminaForse non vedremo mai spuntare il rosso di un papavero in quel terreno nuovo e ricco di semenza, ma che importa se i nostri occhi sapranno vederlo in quell'oltre dove tutto si riforma? F.
RispondiEliminaForse s' innaffiano i mille per far rifiorire l'uno senza più dubbi d'identità, cara e dolce Ori che teneramente abbraccio
RispondiEliminaAttraverso i nostri mille volti si sperimenta sempre un dialogo,urticante,d'amore,e fuori da ogni schema o regola che non sia il ricavato essenziale con la sorpresa di un inatteso non messo in conto. E così che si arriva ad amare tutto di se trovando anche la tenerezza per un poco di goffo o semplicemente ridicolo. Interessante e profondo nella sua metafora esistenziale. Brava. Susy
RispondiEliminaCentrato eh dottoressa cara? Un grande immenso abbraccio, Mirka
RispondiEliminaForse questa foto sgualcita ti è servita per interpretare la vita su mille ipotesi. Come faceva Gide che dialogava su ogni libro per trovare ogni possibilità,soluzioni e risposte. Ma tu resta "come sei". Baci. Mary
RispondiEliminaSe ti dico Mary che io e Gide ci assomigliamo mi scomunichi a vita? Vabbè c'è il Giubileo anche senza pentimento. Baci, Mirka
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