Quando manca un padre è un buco nero da riempire
con ombre di luce inventata e scalfita alle pareti
per rassicurarsi dagli improvvisi tremori nella notte
merlo che graffia la gola dimenticandosi del canto
piume di pietra per cuscino e graffi di freddo per coperta
un bosco di pianto che guida al l'unico fiore restato al l'asciutto.
Quando manca un padre lo cerchi dovunque
nella nobiltà di fronte spianata a protezione
negli amori sganciati in precisi missili di tenerezza
nel Poeta svestito di scarpe ma in camminata svelta sulla roccia
nel Partigiano quando affronta il nemico senza alcun timore
e dritto guarda il Dietro come il Davanti nella lingua biforcuta
e occhi sono la sua spada bandiera alta anche in tramortito.
E lo senti nel silenzio maturo del grano
mentre fuori ruggisce il leone e il camaleonte a saetta striscia
in quella forza che insieme a te cammina
e nessuno sa oltre il Tuo sangue battente
che è lui solo a dare luce anche al buio della notte
luce sicura in guidato di desertici cammini
dove più calda si fa la congiunzione al l'astro e il senno si smarrisce.
Quando manca un padre
è groviglio di rovi che trattengono il mistero del lampo che scorre
in Promessa gustata solo alla fine di Partita in campo
dove alle spalle sogghigna il Tradimento
che non può sapere la sciagura del l'inganno obliquo
di quel l'assolo mentre si sentiva il due
e il freddo di lamiera lasciato fuori da ogni cancellata.
Quando manca un padre
è festa sconfinata di ricerca oltre orizzonti e latitudini
che mai si acquistano nella meraviglia di un dettaglio
che ricorda l'intero oltre passato altrove e Presente dà l'umido del ciglio.
Un esilio con le sue strade in formato ragnatela con punti cardinali
dove può anche spezzarsi il filo conducente in direzionale esatto
ma riflesso ostinato ritrovandosi dovunque a ridente specchio
riproposto avanti dietro e a te affiancato in arcaico Protettorato.
Mirka
"O Dikastis" Theodorakis- Melina Mercouri
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