Vociare. Sederi o culi che volontari o meno si scollano. Occhi che starnazzano. Il comprensibile portato a una parola da un flusso d'aria. Fila come processionaria di formiche vista (con orrore) su un muro di casa mia o sui gradini della stessa, un tempo. Ansia-panico in competizione col volo degli uccelli. (metafora) ovverosia l'opposto di tutta quella confusione diventato unico desiderio. Questo è la scena d'un negozio di alimentari. Eppure a salvarmi venne in soccorso il lampo d'una poesia "L'euforia che precede" e...fu luce che separandosi dalla bolgia de l' umana gente mi riportò alla vita dentro e attraverso il rumore di quei versi scanditi nella mia testa come schegge uscite dallo stesso lampo.
L'euforia che precede
Non ci posso credere
nei pochi istanti che restano
si fermano a guardare
di lucidità basterebbe un
ossia osservano gli
per riavviare il muscolo
gli incidenti degli altri
violento colpo di tosse
ancora non hanno capito
qualcosa per farla finita
agili falangi
tra le braccia sperdute
illuminazioni acciaccate
per tutte le volte che
centinaia di volte
finiamola lì
non ce l'ho su con te
guarda un pò cosa salta fuori
immesso nel percorso
ce l'hai davanti a te
cosa salta fuori
immerso nel fango
non fare così non
male che vada
la vita della gente
tutte le parole
mi verrà in mente
non potevamo almeno
pensarci prima
fa sempre piacere dopo tante
partiremo contenti
non si fa in tempo a
a dire tutte le
Nanni Balestrini
E fu così che tutto si incluse diventando consapevole esperienza di vissuto capace di allargarmi il viso in un sorriso che regalai spontaneamente alla cassiera. Grazie allora a N.Balestrini che con la sua poesia di "sguardo disincantato" e spietato mi permise di "cambiare" uno stato in altro senza mutarne la sostanza. E grazie sempre a lui se compresi che anche il "non" accettabile si deve prendere nella sua totalità come atto d'esistenza nel suo farsi sociale e politico. La poesia,come del resto tutte le espressioni d'arte,quel mezzo potente che dispiega ed espande forza al fine di farci sentire svincolati e liberi da ogni "casualità" solo in apparenza ingombrante. Perchè è nell'esistente che tutto sappiamo ma tutto ancora da scoprire nel flusso di quelle dinamiche presenze che siamo e che affermano la vita. Un necessario percorso o se meglio si voglia un processo obbligato per abbracciare il tutto. Piacevole o meno. E infine la pace. Pace senza più parole. Nel pieno di un vuoto. Nel desco che serenamente aspetta. Dentro uno sguardo buono d'intelligenza. Nell'ultimo canto d'uccello prima del nido. Il trovato "senso" finale dopo il rumore.
Mirka
"Imagine" (John Lennon)
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