L'incontro d'aria poi una boccata al gusto delle prime more poco distanti dalla casetta rossa di campagna la siepe col biancospino sentita come religione alitata con potenza ma guai ad avvicinarsi le ginocchia bruciate dai rovi come il rosolio fatto dalla zia il profilo stagliato nell'ombra lasciata dal sole la luce davanti e dietro adombrata solo da un fiore o da uno sciame di moscerini qualche riflesso rosa e blu e la risata di pancia perché ci sei entrata dentro e non se ne distingue più il colore la percezione acutissima che Dio stava lì, in ogni cosa creata sotto e sopra i miei occhi e non nei rosari distratti o nelle lugubri chiese inquietanti la lucertola che a singhiozzi accarezzava l'erba e la pietra le bave di lumache come guida sicura a un posto che non si trovava e il "Da Capo" diventava il premio di vittoria per l'ostinazione il preliminare di coscienza che diceva anche all'orecchio della pelle "la sicurezza burla sempre un poco" il riflusso come bomba nella testa l'arrestarsi dove calore e luce sono incorporati e tremi insieme a quella foglia che ti sei respirata addosso come anima che invoca i dolori tenuti nascosti o semplicemente canta la frenesia segreta per l'allegria sottratta ai grandi la felicità d'esistere sentita all'interno e fuori di me e niente importava se non viverla e trasmetterla con incontenibile entusiasmo come iniziazione alla vita nel suo corpo mortale nella sua anima infinita il fresco delle foglie come piume che soffiano sul viso il Tempo scandito come Sogno senza conoscerne i contorni e che colore ha l'immersione in infinite sfumature di verde e intense azzurrite la Musica come orizzonte nel quale specchiarsi piangere mentre la Gioia esplode bagnarsi i piedi e arrivare dove ancora tutto è inviolabile e esplosione improvvisa godere del bagnato la voglia di ripeterlo senza neppure un brivido di freddo le città immaginate saltando su dei sampietrini le macchine tranquille i finestrini aperti con le mani che fanno ciao L'incantesimo davanti al Piero Della Francesca o su un volto del Giorgione e di quel "monaco" e pensare con la coscienza che guizza per un altro colpo una fiaba sempre pronta da inventare per la cena ritardata un lampo di rossore per la camicetta sgualcita la battuta alterata di chi non sa trovar risposta alle valanghe di domande i musi lunghi sul piatto caldo che lentamente si raffredda un rimorso che non sa di colpa quattro parole dette con la pupilla dilatata e la tranquilla impassibilità di un Buddha per un silenzio prolungato Oggi mi va così. Echi e questo ricordo. Una pura essenza che troverà sempre il senso del percorso di una mèta Senza Nome per cui vincere o perdere, perdere o vincere saranno sempre un gioco alla pari, ma dove l'unica dimensione sarà sempre e comunque il fondo. Un fondo sempre da esplorare. Così sognava in un qualunque giorno di maggio, una ragazzina ribelle e testarda sfogliando una Margherita ai piedi della sua Stella preferita. Sirio. La prima stella che lei vede e pare chiamare alla conta chi ritarda, si nasconde, o per qualcosa sempre sconosciuto e imbronciato. Ché alla fine di tutto è sempre l'attendente sfogliando una margherita immaginaria quello che si fa, mentre il compimento di ogni cosa sognata, spesso, è solo fuori dal tempo, là dove la luce non sarà mai oscurata neppure dall'ombra di un fiore e dove ogni complessità o viluppo di intrighi destinati sarà semplicemente un libero volo unito. Così mi piace pensare e sperare che almeno questo Sogno non sia solo una mera proiezione di un desiderio impastato di assoluta Bellezza.
Mirka
"Era de Maggio" (Roberto Murolo)
In quell'età tutto è vita da scoprire anche se è difficile spiegare cosa si è trovato. Allora si risponde "oggi mi va così" e lo si fa senza farne un problema ne per se ne per gli altri anche se per questi ultimi un pò di dubbio resta. Un caro abbraccio. R.S.
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RispondiEliminaImmagini selvagge e naturali.Il fascino dell'esperienza,la ribellione tranquilla a non rispondere,la forza irresistibile della ricerca,anche se dolorosa,attraverso i ricordi,la speranza di trovare il senso e le cause. Bello. Un caro abbraccio. Paolo P.
RispondiEliminaCiò che importa Avvocato è che il problema non sia nostro che quelli altrui sono E restano esclusivamente loro. Così fu quasi sempre per quella testarda ribelle ragazzina dal cuore di burro. Grazie come sempre, Mirka
RispondiEliminaÈ così Paolo. E anche se le cause si trovarono sfuggì sempre il senso di quegli intrecci entro cui ci si trovò anche senza una cosciente volontà dalla quale liberarsi
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