Va, pensiero, sull'ali dorate cominciava sempre in sordina consapevole di non avere la perfetta intonazione del padre, sbucciava le patate che a vista d'occhio diventavano una montagna di quarti di lune e sorrideva dietro un pensiero tutto suo. Va,ti posa sui clivi,sui colli, ove olezzano tepide e molli l'aure dolci del suolo natal! e intanto l'olio friggeva nella grande padella mandando strani bagliori che ricordavano la camera del Re della Piramide di Cheope Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate..Oh mia patria si bella e perduta! Oh membranza si cara e fatal! di colpo si spalancava la porta, irrompevano dodici occhi stupiti, diventavano un unico grido corale Arpa d'or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto riaccendi, ci favella del tempo che fu!
Questo ancora ricordo di Lei , canto sparato prima dagli occhi, e vibrato uscito da un ugola spalancata, mentre patate e rosmarino tracciavano scie luminose anche fra il fumo, allegre e schiette nel loro buon odore invitante dentro la grande padella di ghisa. E in quel l'abbraccio vocale, ma anche fisico, che strettamente ci univa, si aveva l'impressione d'essere come trasformati, quasi si fosse avviato un processo alchemico di "corpi sottili", fuori dallo spazio e dal tempo seppur ricchi di appassionata materialità. Testimoni che vedono il dramma alla sua origine, percependo lo dentro Quel tempo, dentro l'oggi, dentro il Domani, ma in una profonda armonia convergente e parallela nell'immaginazione. Ricordo bene come ci si scioglieva da quel l'abbraccio, svuotati e insieme pieni. Determinati e presenti attraverso una "presa di coscienza" depurata da ogni apparato metafisico si, ma preservando una grande Idea che prendeva le vene, le gonfiava, rendendole scattanti nella' energia di sentirsi uomini veri, nella totalità di una umanità che aggrega, operando nel concreto sociale senza mai vedersi vivere come soggetti passivi o semplicemente deleganti. Ogni tanto ritorna questo ricordo di Lei, e il cuore sussulta di gioia come allora per quella visione, solo a volte, nel pianto, per un Oggi che nulla offre di sicura consolazione se non la forza di un Sogno da portare avanti e lasciarlo in eredità a chi crederà bello raccoglierlo.
O simile di Solima ai fati Traggi un suono di crudo lamento, o t'ispiri il Signore un concento Che ne infonda al patire virtù!
Mirka
"Va, pensiero," (Coro degli schiavi -Nabucco - G. Verdi)
Grandioso!...e le coscienze erano testimonianze di continua meraviglia d'occhi senza lamento ma col cuore in ascolto e pronto a scattare dopo essersi saziati al buon piatto di mamma Bianca. Un ricordo ad entrambe. R.S.
RispondiEliminaBacio e vai col liscio
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