Fè ninnàn, putein d'la màma, fè ninnàn fè la nàna. gnirà a cà al papà, e i bombon vi porterà. S'te fiòl d'la màma, gran putèin per far la nànnà, s'te fiol dal sò papà, gran birbòn al diventerà.
Qui nell'Emilia si festeggia da sempre S. Lucia. Il mio ricordo si ferma al martello/tamburo che batteva colpi con ritmo ben preciso nel mezzo del mio magro torace innocente ed esuberante, mentre si rivolgeva al mondo della magia dove ogni cosa si sarebbe evoluta al lieto fine, gli occhi spalancati come smisurate conchiglie di oceano, il crepitio ipnotico del fuoco nella grande stufa a compagnia per la notte più lunga dell'anno All'alba un formato camicia bianca scendeva dal letto per dirigersi guardinga e sicura nella grande camera dei nonni dove avrei trovato le sorprese. Quelle attese così lunghe e che, avevano tramutato il cuore in tamburo o martello. Mandarini, qualche torroncini, un lettino azzurro di legno per l'unica bambola, anzi il bambolotto Franco da me chiamato Scianco, e un libro di fiabe. Queste non sono mai mancate. Insieme al buon pane profumato impastato da mani sapienti, il latte appena munto che ci portava la Cesira, le uova grosse come un sole tibetano conservate dentro la calcina, il burro lavorato a lungo, instancabilmente, che poi si sarebbe spalmato sul pane con lo zucchero, la gallina per il brodo che la sdora aveva spezzettato in minuscole schegge perché durasse più a lungo.
Ho sentito vivo quel tempo, ieri, mentre ero felice per avere comprato quattro libri di favole da regalare ai due bimbi del mio vicino. Uno però l'ho voluto tenere per me. Gianni Rodari "20 Storie più una". L'ho letto tutto in questa notte di S. Lucia che precede un giorno X. E, come in quel tempo di "tamburo" che squassato aveva il piccolo petto di bambina, ma insieme irrobustendolo per le prove reali che avrebbe dovuto affrontare camminando, non mi sono curata del bruciore agli occhi perché il benessere che ne ho ricavato è stato 20 volte maggiore di quello che mi avrebbe lasciato un libro impegnato come quello di un Z. Bauman, Borges G. Gramigna.
E fu Preghiera. Il Grazie più sentito.
Mi son detta "chissà che non sia proprio la favola a evocare tutte le evoluzioni dell'uomo, con se stesso e il suo destino". Non siamo forse impastati di Miti che lavorano anche a nostra insaputa, silenziosi quel tanto per non svegliare il drago dalle Sette teste, noi identificati nella spada, o da una Penelope che strappa il filo della trama nell'eterna cura d'una testarda volontà di credere a ogni lieto fine come possibile realizzato Ideale? Un'incognita della Provvidenza? insomma. Le favole insegnano sempre qualcosa. Anche da grandi Commuovono senza poterne spiegare la ragione, ma soprattutto stabiliscono rapporti con la nostra parte più profonda non inquinata dal l'uso o dalle abitudini prive di autentico sentire in ciò che si sta facendo. Una Rivoluzione sempre salutare anche se si perde il sonno.
Mirka
"Ouverture" (Musiche di scena dal Sogno di una notte di mezza Estate F.Mendelsshon)
La ninna-nanna di cui sopra (in corsivo) è della nostra tradizione reggiana. Richiama nel testo le speranze e le supposizioni materne riguardo a quello che sarà il carattere del bambino; se assomiglierà alla mamma sarà buono e tranquillo, se assomiglierà al papà, sarà un birbone. LA FOTO E' STATA PRESA DA UN LIBRO
Grazie per questo tuffo, carpiato all'indietro, che mi hai fatto fare. Per me non era il 13 dicembre, era il Natale che mi emozionava e quella tachicardia la dava il realizzarsi di un sogno semplice.
RispondiEliminaCristiana
Proprio così CRISTIANA. Un sogno semplice quanto era grande la potenza dell'immaginazione. Ciao,Mirka
EliminaLa fiaba fa bene anche agli adulti, perchè oltre a farli star bene,divertendosi.si ritorna anche a una personalissima storia,probabilmente mai conosciuta del tutto. Baci a tutti i bimbi. Mary R.
RispondiEliminaeh si MARY aspettiamo l'ultima pagina e intanto sfogliamo quelle che ci ridanno il sorriso. Bacio a te,Mirka
EliminaUn ricordo che ci vede coinvolti dalla stessa emozione mentre si riflette che il tempo è veramente passato.Un caro abbraccio.A
RispondiEliminae che è il tempo A. se non ritornare a quelle fiabe mai uscite da noi,dei lampi colorati a cui aggrapparci per un pò e poi sparire nella nebbia del "nulla"?...Abbraccio sempre caldamente ricambiato,Mirka
EliminaSono certissima che avrai trovato nel libro di quelle favole,leggerezza e consolazione,anche senza il batti cuore di quella bimba descritta con tanta dolcezza.Un bacio.Elsa F.
RispondiEliminaleggerezza sicuramente si ELSA e consolazione perchè m'ha ridato il sonno poi quando ancora sorridevo. Bacio,Mirka
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