Non vento,allora ma,col benefico del tempo (a favore),l'incipit per i più deboli o dubbiosi a unirsi con "volontà" che opera,almeno meditando da svegli prima che scocchino i fatici rintocchi che segnano la fine dell'anno in corso dando il posto al nuovo.
Un giorno non proprio nell'epoca di Ramsete II ma un pò più vicino a noi,qualcuno ebbe a dire a un grande che aveva a cuore il bene del popolo,come arringa al suo processo "Dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare per vent'anni" anche se la Storia ci dimostrò poi il contrario. Imprigionatemi pure,se volete,ma mai riuscirete a togliermi la libertà del mio pensare,del dire,dello scrivere. (A.Gramsci)
Massimo d’Azeglio disse “abbiamo fatto
l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”, questa celebre frase un po’ adattata
in “ Renzi ha stravinto ora deve fare i Renziani “ esprime in modo abbastanza
esauriente la prima cosa che vorrei suggerire a Matteo Renzi. Pre metto che mi sono schierato con
Renzi sin dalle primarie per l’elezione a sindaco di Firenze, città dove
lavoravo e dove non era certo comodo schierarsi dalla sua parte avendo tutto
l’apparato di partito e tutte le sue diramazioni istituzionali schierati contro il “boy-scout impertinente e presuntuoso” impegnati a cercare di sconfiggerlo senza esclusione di colpi. Questo giovane così
diverso, così fuori dagli schemi tradizionali del partito più grande della
sinistra Italiana , poco incline alla sudditanza ai dirigenti storici del
partito, così lontano dal linguaggio e dai contenuti e dalla storia della
sinistra ufficiale vecchia e fossilizzata, così esplicito nell’impegno al
rinnovamento totale (la rottamazione), così bravo nel comunicare, nello stare
tra la gente e con la gente, questo giovane a mè è piaciuto subito, mi è sembrato rappresentare al contempo tutto
quello che la sinistra non era più da tempo e tutto ciò che una sinistra
moderna avrebbe dovuto, a mio parere, riscoprire evolvendo con la società civile e
nella società, una sinistra di giovani e giovane di idee, una sinistra
orgogliosa del suo passato ma che guarda al futuro senza ideologismi e senza
complessi, che parla un linguaggio attuale e moderno, che prova ad affrontare i
problemi per quello che sono evitando
dotte noiosissime lunghe analisi inconcludenti, una sinistra che riscopre un
po’ di umiltà, un po’ di voglia di futuro, una sinistra che conosce il valore
del denaro, sa quanta fatica deve fare chi lavora per guadagnare e per pagare le tasse e sa che questi soldi devono
essere spesi bene, una sinistra che antepone l’interesse collettivo a quello
dei propri dirigenti, una sinistra che può vincere perché interpreta il sentire
più profondo della gente comune.
Renzi è diventato sindaco di Firenze “nonostante il suo partito” ed è apparso subito un corpo estraneo rispetto
alle vecchie abitudini, ai vecchi riti, dirigenti e apparato del P.D.
Fiorentino e Romano non credevano a ciò che era accaduto, come al solito per
loro era la gente a non aver capito e continuavano a ritenere Renzi un
incidente di percorso isolato e isolabile, più che miopi ormai ciechi non hanno
capito il forte segnale rappresentato dalle primarie pur vinte da Bersani, in parte questa è la metafora del P.D. di
Bersani e D’Alema, non cambiare mai in un mondo che cambia di continuo,
rimanere esclusi dalla società che si vuole rappresentare, non capire il mondo
reale e la sua esasperazione, non capire che un’epoca è finita, proprio il contrario di Renzi, e i risultati
si sono visti, il ragazzo ne ha fatto di strada, ne ha rottamato di dirigenti
che sembravano potenti e inamovibili, ora è il segretario di un grande partito,
ora rappresenta una grande speranza, al momento forse l’unica vera grande speranza
della sinistra e di questa nazione.
Il percorso avviato da Renzi sarà difficilissimo, ma il mandato è
forte e chiaro, inequivocabile per come si è sviluppato, Renzi era e forse è
minoritario nell’apparato e nel gruppo dirigente e parlamentare del P.D., Renzi
ha ottenuto una modesta maggioranza nelle primarie degli iscritti al P.D.,
Renzi ha trionfato nelle primarie aperte ai potenziali elettori del P.D., è
tutto qui il messaggio, la gente vuole cambiare, vuole un totale e completo rinnovamento
e ricambio generazionale. La gente è disposta a rischiare, sa che quando si
cambia si rischia sempre di perdere qualcosa anche di importante, di molto caro,
ma la gente è stanca, non ne può più, il
giudizio più magnanimo sui dirigenti che
hanno portato il P.D. in questa situazione, Bersani, Bindi e D’Alema inclusi,
oggi è “basta,
hanno fatto il loro tempo, non ci lasciano un gran bel mondo, non ci lasciano
una grande eredità né sul piano economico né sul piano dei valori e, forse, nemmeno
sul versante della moralità e credibilità del partito, ma almeno se ne vadano senza troppi complotti,
senza troppe resistenze, uscirne con dignità è oggi l’unica cosa utile per
loro, per il partito in cui militano e per la difficile transizione dell’intero
paese”
Sono passati pochi giorni da Quando Matteo
ha stravinto, segnali nuovi e di speranza sul piano dei contenuti, del costume,
dei comportamenti, ne vedo davvero tanti, una segreteria giovane non caratterizzata dalla spartizione dei posti
dopo una lunga contrattazione interna, facce
nuove e giovani nelle trasmissioni televisive, magari inesperte e impacciate ma
belle facce, Renzi che si reca a Roma da solo con il treno come un normale
cittadino e che si muove in centro in motorino come nella sua Firenze, riunioni
di segreteria alle sette del mattino e giornate piene di lavoro e di impegni, una
direzione giovane e rinnovata, un linguaggio nuovo quasi banale ma chiaro, un’aria
nuova, di riscossa, uno scrollarsi di dosso quella sudditanza del partito a
tanti soggetti esterni al partito stesso, e poi… in pochi giorni via il
finanziamento pubblico ai partiti, la riforma elettorale che sembra di colpo
accelerare mettendo sul tavolo una proposta semplice, trasparente e realistica,
persino Letta sembra rincuorato contro ogni pronostico e in parlamento ha mostrato
una grinta che non gli era riconosciuta.
Tutto facile? Certamente no, le difficoltà
vere devono ancora arrivare, ma l’uomo a mio parere c’è, è ben impostato e ben
strutturato, è giovane, tenace e fantasioso, ne sanno qualcosa i compagni
Fiorentini, lo credevano un fuoco di paglia e ha vinto le primarie con il 77% a Firenze, dove i cittadini normali lo
conoscono davvero bene, e questo è davvero un gran bel biglietto
da visita!!!
Renzi non può e non deve fare tutto da solo,
non può essere dappertutto, ecco perché adesso Renzi deve fare i Renziani, i Renziani veri, quelli
nuovi, non quelli che si autodefiniscono tali, in questi giorni ho letto e
ascoltato tanto e di tutto, a livello nazionale e a livello locale, come è
ovvio tanti dirigenti vecchi e finti nuovi
cercano di salire sul carro del vincitore, di accreditarsi come
Renziani, tanti cercano di sfruttare la
sua vittoria, ma tantissimi di questi, a mio parere, non hanno nulla in comune con Renzi e con ciò
che oggi rappresenta, almeno lo spero, sicuramente non hanno nulla in comune
con le speranze di quei milioni di Italiani che alle primarie del P.D. hanno
decretato il trionfo di Renzi, della speranza di rinnovamento da lui
rappresentata, ecco perché oggi il problema più complesso, più urgente, più atteso,
per molti versi decisivo, consiste nel fare i Renziani, nel costruire un gruppo
dirigente davvero nuovo, giovane, motivato, vicino alle persone e in grado di
capirle e rappresentarle, un gruppo dirigente in grado di far sperare e sognare
che un mondo migliore sia davvero possibile, un mondo che non sarà la copia
del paradiso terrestre o di una immaginaria perfetta società socialista,
ma proprio per questo più realistico e possibile.
Renzi tra le altre cose ha detto, “grazie
a tutti quelli che mi hanno votato, siamo solo all’inizio, adesso ci
divertiremo tanto e lo faremo assieme”, io lo spero tanto, lo spero
per mè, per i miei figli, per la gente esasperata che ha bisogno di aggrapparsi
ad una speranza vera, Renzi sa bene che
vincere alcune partite è molto più facile che vincere il campionato e da buon tifoso
della Fiorentina sa bene come sia difficile arrivare allo scudetto, ma che
gioia sarebbe vincere il campionato del buon governo soprattutto se vivi in una
nazione e tifi per una squadra che non ti ci ha abituato, io spero che molti
giovani, assieme a tutti quei cittadini giovani di testa e ricchi di esperienza
da mettere disposizione in modo generoso e disinteressato colgano l’occasione e
giochino da campioni nella squadra di Renzi, in una squadra che punti ad essere
non solo la squadra vincente del P.D. ma che aspiri a diventare la nostra nazionale e a vincere
tante, tante partite nell’interesse comune.
Setti Luigi
"Con te partirò"
Mah, io non ho votato per Renzi ma per Civati. Il perché è presto detto: non è stato un buon amministratore di Provincia, a detta dei suoi amministrati. E poi mi è francamente antipatico.
RispondiEliminaAnch'io ho votato Civati. Mi piace il suo equilibrio e la misura (ferma) di come ha esposto le sue idee, quello che era il suo programma. Una persona pratica capace di cogliere i mutamenti della Storia e i bisogni reali della gente. Renzi?...Al prossimo "giro" "concreto" Mirka
RispondiEliminaOggi Renzi è un ponte necessario anche se io ho votato Civati. Setti è un politico e ha fatto analisi da politico... Grazia
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