AL PASTÌSS ( IL PASTICCIO)
Gh'eva 'n pastìss tùtt rìss (arricciato) còij pìss (pizzi),
l'ho miss su i stiss (tizzoni) perchè 'l gniss fiss (fisso),
ch'al dvintiss tùtt masiss (massiccio) e tgniss (consistente)
e l'è gnù spaniss (troppo cotto) e liss (liscio) c'mè 'n biss (biscia).
Questa antica composizione della pianura padana (Poviglio) è uno dei più bei scioglilingua che conosco. Si tratta di un vero "pastiss",un pasticcio,nel quale vengono messe insieme parole terminanti con desinenza "iss" mediante una apparente logica che,esaminando bene il testo,non si riesce però ad individuare. Alla fine ci si chiede: ma cos'era questo "pastiss".
FÈ NINNÀN,NINNÀN NINÈTA
Fè ninnàn,ninnàn ninèta,
la mama l'è andàda a mèsa (messa),
al papà l'è andà al marchè,
a compràr dal fil filè,
da vistir la so morena,
còca còca la mè galena,
la galena andàda a lètt,
l'ha magnè tòt i caplètt,
tòt i caplètt,tòt i capòun,
còca còca và in gabbiòun (nella gabbia).
(Da una raccolta di ninna-nanna Reggiana)
Sulla ninna -nanna si può dire che rappresenta la prima e la più semplice composizione poetica popolare che veniva proposta al bambino ancora in fasce. Vien da dire che in qualche modo essa rappresenta l'elemento di imprinting,ovvero una particolare forma di apprendimento precoce che influiva sul piccolo e ne segnava il successivo svolgimento ludico-ricreativo. In poche parole già in fasce il neonato apprendeva,mediante la ninna-nanna ,il valore delle rime baciate,i ritmi cadenzati della recitazione,le diverse intensità dei toni di voce. La definizione di ninna-nanna è comunque quella di cantilena dalla cadenza monotona con la quale si cullano i bambini. Ma altro scopo delle mamme non era solo quello di far addormentare i piccoli,ma anche quello di intrattenerli,di conversare con loro,di tranquillizzarli mediante una voce famigliare. Si era certi di non essere compresi,ma ci si sentiva sicuri,però,di essere prima o poi ricompensati con un sorriso immenso,coronato da qualche incomprensibile delicato gorgheggio.
Così AMICI con queste tiritere un pò per celia e un pò per non morire da conigla ve lascio il mio saluto bello, condito da sale oijo e peperoncino forte da scongiuro. Ho un piccolo intervento agli occhi. Cosa da nulla anche se a me treman le budella e un poco anche la parola che affido ad altri,sicuramente più abili di me. Arrivederci quanto prima allora e...stateve bene che a me penserà (spero) il buon Dio.
Mirka
"Ninna nanna del cavallino" (R.Rascel)
Note: Queste tiritere provengono dalla raccolta di favole e favolette (emiliane) per grandi e piccini al tempo della fame
In bocca al lupo di tutto cuore e...a presto!
RispondiEliminaAndrea
Coraggio ! (ancora). Affettuosamente (e solidarmente).Mimmo
RispondiEliminaTorna presto. Un'abbraccio fortissimo. A.A.
RispondiEliminaForza. Noi ti saremo vicini con l'affetto che ti portiamo. un abbraccione. Grazia
RispondiEliminaM'hai riportato molto indietro nel tempo in queste filastrocche della nostra terra emiliana e una lacrimuccia è scappata. Coraggio. Dopo volerai. Un affettuoso abbraccio da me e da Carlotta
RispondiEliminaGrazie di cuore amici per presenza e auguri. Baci,Mirka
RispondiEliminaE tornerai 'più bella e più splendente che pria' .
RispondiEliminaUn abbraccio per la simpatia che comunichi e a presto.
Cristiana