Era bella la sua treccia castana e forte,nel suo scintillare di rame appena lucidato. Semplice e fonda come un pensiero di Lenin che lei sentiva Vita Un dubbio sciolse la treccia e divenne manto a proteggerle le spalle . Si disse: Fu l'inquietudine a sciogliere la treccia mi fermerò un poco canterò l'AVE Maria guarderò scorrere il fiume e lascerò che i giorni ci si infilano dentro per capire da che parte ha tirato il vento di bandiera immaginando una Rivoluzione lenta e decisa ma che Scardina come un vulcano un colore che continui a parlare di rosso un peso lieve che esploda come parola precisa e ferma che centri il bersaglio e ne saldi la vittoria senza darsi troppo vanto e da lì l'avvio imprevedibile di una forza essenziale e inarrestabile scaturita da una alchemica utopica bara di sogni quale io sono e resto. E come per un gioco di specchi più che una giovane donna si rivide Bambina allegra e senza alcun pensiero se non dentro al gioco del fare e disfare quella treccia castana così senza dubbi ma come un'anima già Predestinata a marciare con scarponi, scarpe rotte, e solo a volte i tacchi a punta di spillo. E nel mentre... rivedeva quella grande quercia ch'era la zia Fernanda. Concreta e di pochi sogni se non la notte.
Mirka
"La guardia rossa"
Tu resta la bimba che sei,sogna fin quando ti piace e lascia perdere la zia.Lei era veramente una grande quercia ma diversa da te. Ciao bellissima. F.
RispondiEliminaGrazie. Del resto non potrei cambiare se non zoppicando un pò o camminando Come le tartarughine d'acqua
RispondiElimina