Un po di tempo fa, il cappellano delle Carceri di Rebibbia, certo padre Venanzio, una persona splendida nel suo esercizio di culto, umano, profondamente consapevole della missione scelta come tale e del quale mi onora l'amicizia, m'invitò a tenere un concerto di canto durante il rito della Messa . Si era in prossimità delle feste natalizie. Dapprima fui riluttante (non è facile portare gioia in quei posti di espiazione ) poi diedi il Si determinata a vivere anche questa Esperienza impiegando quei talenti avuti in prestito ma soprattutto per sentire sulla pelle come poteva essere l'odore del male. Non nascondo i brividi del silenzio che mi accompagnarono durante e per tutto il tragitto sino alla cappella del Carcere. Ho ancora nelle orecchie, anche a distanza di tempo, il lugubre stridore dei vari cancelli mentre si aprivano, il sottofondo cupo e inquietante delle varie atmosfere, il freddo malgrado il caldissimo cappotto di cachemire. Ricordo che a un certo punto, di colpo, senza un motivo logistico che giustificasse quel l'arresto, inspiegabilmente sentii che tutto il mio corpo si stava trasformando in ghiaccio. Istintivamente e anche questo in modo inspiegabile volsi la testa alla mia sinistra. La guardia che mi accompagnava seguendo la direzione del mio sguardo mi sussurrò, senza fermarsi e guardando in avanti quella è la parte dei più gravi. Lì ci sta Riina. Solo il Canto ebbe il potere di sciogliere il ghiaccio con cui aveva preso forma il mio corpo insieme al caldo delle mie lacrime unite alle milionesime gocce di tante umanità sofferenti. Ma, solo adesso, a distanza da quella fortissima Esperienza so cosa significa per me l'odore del Male che sento sempre sulla pelle prima ancora di farne consapevole esperienza. Freddo di Caverna. Ghiaccio che si forma nelle vene e che fa male sino a martoriare il corpo, sino a farne scempio,sino a finirlo e anche lì lo sai. Ho imparato a riconoscerlo, quel gelo, alla prima alzata di un pelo. Solo l'anima sa e guida lontano, libera e mai soggiacente.
Mirka
"Pietà Signore" ( A. Stradella)
Nota: Si racconta che, Alessandro Stradella, conosciuto anche per libertino, morì in un agguato teso dai suoi molti nemici poco tempo dopo avere composto questa straordinaria supplica da Chiesa. Una coincidenza veramente particolare
Non stento a crede a ciò che descrivi.
RispondiEliminaSarebbe davvero utile se quei mostri, che non provano pietà per nessuno, emanassero un gelo intenso, tanto da poterli riconoscere.
Cristiana
Cristiana, quando di hanno sulla pelle piumoni d'oca olandesi, in inverno, e menta assicurata in ogni giorno dell'estate è difficile il distinguo. Impegna a RIVEDERE anche se stessi
RispondiEliminaHai ragione a dare odore solido al male. Riporta alla mente. La morte col suo freddo severo a differenza del male che dà solo sofferenza. E qualche parte del corpo lo ricorderà sempre proprio per quel buco di gelo. Molto intensa il Pietà Signore. Peccatori siamo tutti e tutti abbiamo bisogno di pietà. Con affetto,Sergio
RispondiEliminaCon questo post hai descritto in pieno il senso del male. Buio e freddo. Nella nota poi leggo della strana coincidenza del compositore di questa struggente supplica interiorizzata così bene dal grande Pavarotti Interessante anticipazione che porta a riflettere. Mary
RispondiEliminaSi. Sergio tutti abbiamo bisogno di Pietà Superiore
RispondiEliminaL'anima sa nè nulla la può ingannare. È lei la sola che svela mentre si chiude il vaso di Pandora. Con affetto la mia anima Mary ti lascia l'impronta di un bacio
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