fiume

fiume
fiume della vita

sabato 29 aprile 2017

29 APRILE. BUON COMPLEANNO


La tua era la Consapevolezza dei grandi Iniziati all'amore attraverso tutte le sue estreme tensioni che si Vincono con la forza ridente della foglia verdissima sbattuta dal vento ma col sole tra le braccia di ogni ramo teso.   Eppure un fremito di unghia  si fermò più del dovuto dandolo in pasto al Destino, e impedendone la corsa verso la patria incisa tra radici e tronco.   Ci sono  ancora dei cristalli  grossi ai bordi delle foglie verdi!.  Ma arde la fiaccola davanti al nido.  Forse è li che dimora l'eternità?   Invulnerabile luce d'anima che trapassò il finito e oltre l'infinito dove fiore e frutto furono figli dello stesso albero sotto un sole incandescente.   

BUON COMPLEANNO.  Mirka


"Ombra Mai fu" (   Serse-  G. F. Handel)




sabato 22 aprile 2017

MELODIA INFINITA





La nostra fu tensione 
Estrema
 solo per finta
Per rendere il gioco a eternità di
Presente 
dove tutto divampa e niente brucia. 

Fummo mai coscienti di ciò? 
Non so
ma so che l'incoscienza sapiente
fu la Terra della nostra innocenza. 

 Non si chiede al l'anima la Fiducia 
 quando ancella  la si abbandona 
 Là 
dove si costruiscono i Templi 
 e Muta su l'altare si converge
 Il pentimento Granaiolo e di preghiera
 su l'arco teso
 d'una melodia infinita. 


Mirka

"Sweet Memories"   (Ray Charles- film)
Nota scritta di getto inseguendo un ricordo

lunedì 17 aprile 2017

A Volte



A volte mi viene
voglia di danzare
al movimento della vita
alla fisicità che trasmette il corpo quando libero
al vento che scuote o accarezza la foglia.

Frammenti di stelle cadenti
la danza.

Sanno di nebbia che fuma
stupore di bimbo che cerca
il dove
e risolve da sé 
domande e risposte
sulla colla della Nostalgia
negli occhi grandi che danzano la
Vita
Monadi gemelle
collage fuso in ogni stella che danza
Luce
che semplice cifra diventa.



Mirka


"Tango To Evora" (Loreena McKennitt)



martedì 11 aprile 2017

DECISERO I FATTI PIU' CHE LE PAROLE (que sera, sera)



Si rincorrono come nuvole nel cielo i ricordi. Di qualcuno ne resta il colore concentrato dentro un cerchio. Di altri  la vibrazione di una nota collegata a una costante. Di altri un tracciato fissato all'orizzonte come testimonianza di un processo evolutivo dove resistere fu naturale predisposto. Per qualcuno è come la stracciata di un aereo, il naso all'insù, la domanda istintiva della mèta senza mai sapere. Il suono della tua voce nel l'orecchio quando davi la sveglia ai tuoi bimbi, la vestaglia a uno, un buffetto sul naso all'altro. Una canzoncina quando l'orario di lavoro non  ci obbligava alla giostra dell'auto scontro. O ricordi di una nuvola scura ferma in un cielo limpido e azzurro ma che annuncia un temporale prossimo a venire o in attesa di scoppiare.   
Così  come fu quel giorno di qualche tempo fa.  Si Abitava in un bel quartiere, vivo d'umanità differente. Per la strada s'incontravano i poeti (Caproni) e non solo. Le mamme o i papà dei miei allievi, la signora della merceria su l'uscio del negozio, sulla piazzetta a un tiro di schioppo da casa mia, il fornitissimo negozio di alimentari dove Marco, il proprietario, innamorato di Claudio Villa e di Zucchero dava, senza accorgersi, una fetta di prosciutto in più nel mentre la moglie, innamorata di Mozart gli tirava l'orlo del grembiule (credo fosse per quella fetta di prosciutto scivolata involontariamente...).  Il piccolo bar dell'angolo con l'Adolfo,  l'uomo con le stampelle del casermone di via Donna Olimpia, in attesa per dispensare saggezza e feroci critiche al governo. Il piccolo bar stava di fronte al palazzo dove stavo io. Un palazzo molto rispettabile composto da parlamentari (Giancarlo Pajetta), avvocati, giudici  e, da una giornalista. Sicuramente professionalmente in gamba e giustamente stimata, ma maleducata, arrogante, supponente e a cui fu "necessario" impartire una bella lezione comportamentale.  Ché, quando i  numerosi e ripetuti tentativi civili falliscono, bisogna passare "tranquillamente" ai fatti.  Cosa che "tranquillamente" mi sono predisposta a organizzare. Qualcuno sicuramente ricorderà quello che sto per raccontare.
Si era a luglio, o giù di li. La gatta inquieta girava per casa, i bengalini e gli usignoli gareggiavano nelle loro gabbiette, i bimbi facevano i compiti alternando l'improvviso di urla, passi per tutta la casa della mia metà, soddisfatto e felice per ogni fatica giornaliera e  già seduto al desco serale. Una famiglia felice e del tutto normale, insomma. Ottimi anche i rapporti relazionali coi condomini. La vita si dipanava nel migliore dei modi, se...non si fosse presentata quella nuvola nera all'orizzonte, ovvero quella maleducata di giornalista da mettere in riga. La su citata giornalista domiciliata sopra di me, infieriva giornalmente sul mio terrazzo umiliandola e offendendola per tutte le porcherie che senza risparmio le buttava.
Era di sabato. Un sabato sera. Al minestrone ricco di tutte le primizie, aveva fatto seguito una frittata con zucchine di dieci uova. I gusci li avevo conservati insieme al pattume di una settimana sul terrazzino adiacente alla cucina ma ben nascosto agli occhi di tutti Grazia inclusa, ( la collaboratrice che avevo, zittita strizzando l'occhio).. Dopo la macedonia, rigorosamente col gelato, si era andati, io mio marito e i bimbi a godere della sera fatta dolce e profumata poi... a nanna col sentore di strano nell'aria. Arriva l'alba, tutti dormono il sonno senza prezzo dei giusti. Solo io veglio e sono sveglia. Senza peso lascio quello dolcissimo del letto, m'infilo la vestaglia sul pigiama preparata all'uso su la poltroncina di fronte al letto, apro e chiudo la porta della camera da letto. Col passo  felpato come la gatta di casa mi porto al terrazzino sul retro della cucina. Prendo i due bustoni di pattume accumulati da una settimana e come un ladro d'hotel faccio girare la chiave della porta blindata. Ed eccomi in ascensore silenzioso certamente  più del mio cuore tamburello. Arrivo al piano predestinato e, con goduto sentito in ogni fibra corporea, raffinata e finissima, apro i sacchi e semino il tutto davanti alla porta della su detta giornalista. Scendo, e come niente fosse,  mi in filo nel letto abbandonandosi dolcemente al sonno.  Risveglio trionfante anche se per tutto il giorno mi restò incollato sul viso una indecifrabile sorriso e un'ancora più enigmatica canzone. Que sera, sera.  Se ci fu il risultato? Oh si. Omaggi giornalieri della signora tutte le volte che ci s' incontrava e soprattutto il Mio Bellissimo Terrazzo fiorito dei soli suoi fiori.

Conclusioni, ovvero ciò che ho imparato da tutto questo è, che si deve sempre trovare la forza per difendersi da ogni prepotenza e sopruso, senza cedere alla rassegnazione che conduce al l' impotenza con trionfalismo del nemico. Con intelligenza e con le giuste intelligenti strategie. Ovviamente è necessario esserne convintamente determinanti, del giusto sentito profondamente dentro di sé, per operare senza titubanza
Le canaglie sono dappertutto. Anche fra gli insospettabili.
La civiltà va data a chi abitualmente la USA. Altro inquina ed è frainteso come debolezza  friabilità se non la vigliaccheria del l'ultima istanza
L'imbonitore abile e favolista è spesso legato al doppio menzognero usato per accattivarsi la buona fede altrui rendendola asservita.
E ho capito, inoltre, che non è la vita intorno a se che si deve organizzare in modo simmetrico, secondo i propri desideri, ma è se stessi che  si deve fronteggiare, rompere,  modificare, piegare, accomodante solo per adattarsi a qualsiasi modello, anche col risultato (momentaneo) di un atto misero come quello fatto da me, ma necessario per essere capiti su l'onda dello stesso linguaggio.
 Il pericolo ci gira sempre attorno. Mai abbassare la guardia, oltre che misurare le nostre capacità e capacitarsi di renderla efficiente e determinata al rispetto dovuto.  In fondo resta pure un certo gusto, sottile e duttile come un intrecciato di ottimo acciaio Rolex, per un ristabilito e una ritrovata dignità ridonando al volto lo splendore della bellezza senza tempo. 
Che, pur adattandosi, bisogna darsi delle regole in cui si crede e si vogliono perché sono giuste. Ma le regole devono essere morali e pratiche. Appunto; pratiche, senza cui non può esservi felicità, rispetto e...risultati vantaggiosi come sopra doverosamente ricevuto.

Mirka

"Que sera, sera"