...perchè la GIOIA dell'attimo diventi serietà di buona cura per qualche interesse eterno o almeno per un'ipotetico Giudice al di sopra di tutto
Ieri sul bordo d'una piscina,abbiamo letto,con gli Amici,alcuni versi del Cantico dei Cantici. Ringrazio per queste "grazie nascoste" dove Umido e Asciutto si confusero come giglio nel cuore.
Mirka
Io dormivo ma il cuore udiva la voce del mio amico che bussava
-Aprimi sorella mia Amica colomba mia perfetta mia
Già mi sono svestita mi rivesto? Mi sono lavata i piedi torno a sporcarli?
Per aprire al mio amico io mi alzavo
Al suo richiamo la mia anima usciva
E la mia mano mirra colava
Che cos'avrà il tuo Amato Più di ogni altro amante o tra le donne la più bella?
Bianco e rosso è l'Amato mio Uno stendardo su moltitudini
La sua testa è oro puro
La sua bocca è tutta dolcezze
Ah fossi tu mio fratello Da mia madre allattato fossi tu stato
Trovandoti per strada ti bacerei senza vergogna
Nella mia casa di madre Ti eleggerei mia guida
Sotto il melo ti ho svegliata Là dove tua madre si torceva Nelle doglie per te
Perchè l'Amore è duro Come la Morte
Il Desiderio è spietato Come il Sepolcro
Le Grandi Acque non spengono l'Amore I fiumi non lo travolgono
Chi compra coi suoi tesori Ne ha disonore
Oh Amato mio che fuggi Come la gazzella o il cerbiatto appari Sulle alture odorose.
"E corri e corri per raggiungere il sole, ma sta tramontando correndo in tondo per rispuntare di nuovo alle tue spalle.
Il sole è lo stesso nella solita via, ma tu sei invecchiato... Respiro più corto e d'un giorno più vicino alla morte"
"Roger Water-Richard Wright
Ma io dico
NON rassegnarsi MAI
nè alle sconfitte, né alla paura di sbagliare ancora. Non sei dio e non sei un robot programmato a dovere di ultima invenzione. Lascia che gli altri credano di sapere quello che preferiscono. Mai sapranno veramente che, solo il cuore avvicina alla tua gioia e la spartisce, lenisce le ferite in acqua da bere. Ma.....nell'attesa del silenzio eterno, fa che, ancora, coi tuoi sbagli, ce n'è sia uno, ancora, degno d'una lacrima scappata all'improvviso nel silenzio della notte. Mirka
...e che alla fine sia serenità per l'anima di chi ha viaggiato in un mondo difficile
IL BEL TACER NON FU MAI SCRITTO. DELITTO SAREBBE PER LA MUSICA O LA POESIA
Come ci prende il grido dei voli... Forse un qualsiasi grido pensato. Pure i bambini che giocano soli sanno gridare passandoci a lato.
Gridano il caso. Nei vaghi interregni di questo spazio del mondo ( in cui puro entra lo strido d'uccello,e s'insinua l'uomo nel sogno ) essi piantano acuto
il grido.- A noi che rimane? Tremanti di risa agli orli,acquiloni strappati sempre la vuota tempesta ci attira,
stracci nell'aria,- Ma tu,dio del canto, ordina i gridi! Che a un segno destati alto trasportino il capo e la lira.
Rainer Maria Rilke ( Dai Sonetti A Orfeo -Praga 1875- Montreux 1926)
Una parola soltanto ...Voi pubblicate le vostre opere in edizioni economiche. - In questo modo facilitate l'acquisto ai ricchi,ai poveri non giovate affatto. Per i poveri tutto è troppo costoso. E se ci sono due soldi e la questione è: pane o libro? Pane sceglieranno; vorreste forse biasimarli per questo? Dunque volete dare a tutti;- allora "date!"- Paracelso narra che ogni cento anni la cicoria si trasforma in un essere vivente e la leggenda si compirà facilmente con queste canzoni; Io stesso sono povero,ma questa speranza mi rende ricco.- La "cicoria" uscirà una o due volte l'anno. Coglietela,e che essa possa darvi gioia. René Maria Rilke
(Critica fatta dal poeta sul giornale Wegwarten riguardante la poesia a buon mercato.)
Nella visione alta del poeta, questa veemenza risulta sicuramente un pò ingenua, ma già pienamente consapevole dell'inconmensurabile valore della poesia, sia in senso stilistico,etico,morale.
"Pastorale" ( 6 Symphony Fa Major Op 68 -L.van Beethoven)
...eppure fu proprio il rosa che si confuse alla lattuga pur rstando rosa
L'uomo innaffiava pensando alla lattuga. Inzuppata la donna pensò " Che strano ci sono nuvole rosa,in cielo". Nel mentre si sentiva lattuga e come nuvola informe. Mirka
Ti ho incontrato ai bordi d'una strada Eri bello nel tuo inconsapevole esserci esposto alla polvere e ignorata agli occhi troppo distratti per fermarsi sulla tua umile esistenza.
Solo un bimbo si fermò. Ti guardò. A lungo. E non ti colse.
Continuò invece il suo cammino e per un attimo infinito l'ombra di quel fiore gli oscuro' le ciglia bagnandola di rugiada. svelto il sole invidioso gli sfilò la luce rubata al duo dominio e l'istante divenne barba di Saggezza con semi di carrello a presso.
Io conservo ancora l'ombra sulle dita di quei petali rossi come oracolo che scuote senza ispirare lirica. Una lacrima fiorita sulla terra è gioia solo per i millepiedi e tanti occhi l'arcobaleno dopo il temporalesco buio a orizzonte scaturito la meraviglia d'un fugace gioco non truccato dalla vinta a prestito negli occhi affamati di favole vincenti contro il Drago di un bambino principe ancora di tutto il suo corredo un poco Aladdin e molto più Pirata nel furore di gocce lasciate per il vento perché ne faccia ciò che nel meglio sente dopo il ruggito di occultati vibrazioni ed echi rimbombante oltre il padiglione. Mirka "Pavane" ( M.Ravel)
Se non potessi conoscere altra via, mi obbligherei a immaginarla per inventarla piantonata davanti alla porta della realtà.
...e mi piacque pensare a quella forma indeterminata di foglia mantenendone inalterata la curiosità di prima gemma
Quando dormo, solitamente mi raggomitolo come una copertina placentare. Altre volte, invece, dormo a pancia in su e con le braccia alzate verso l'alto, i pugni schiusi come da bambino. Ed è stato in quest'ultima posizione che all'orecchio mi è arrivata l'ennesima litigata (di grosso) dei vicini. Mi sono detta:"Stavolta l'ammazza oppure ce la fa veramente a buttarlo fuori di casa". E' venuto il silenzio. Così non mi sono fatta più domande, inviandole al giorno in arrivo. Cercavo degli oggetti, sicura di trovarli al solito vecchio posto, perché da lì non li ho mai spostati. Non li ho trovati. Mi son detta:"Allora ho un ladro in casa!" Mi sono arrampicata un poco sui due specchi, poi mi sono arresa al cerchio ormai chiuso, accettando anche quello da sempre rifiutato a considerare, perché, accettandolo o considerandolo avrei dovuto stare all'erta, e sbarazzarsi fermamente, di persone alle quali avevo accordato piena fiducia e non volevo modificare lo stato di tranquillità che questo mi creava. Non sapevo nulla di lui se non che, era un astronomo e che amava guardare le stelle, col cuore e a studiarle col cannocchiale. Mi colpì l'esatta precisione tecnica e intuitiva sull'analisi di un pezzo musicale, difficile anche per l'orecchio del più fine musicista. Testarda ho cominciato a cercarlo su ogni pista o traccia che lui lasciava. Non volevo confondere il miraggio con la luce. Servì?!... Poco importa. Perché ciò che mi colpì attivò in me l'esercizio alla scoperta, oltre la realtà stessa dei fatti e il fiuto che il setter ha per i tartufi. Pensai:" Che fortuna essere miopi, ma avere l'occhio percettivo!" Forse anche questo è Destino. Il mio Destino. Non imparare ma immaginare d'essersi riuscita. Ignoto è sempre il viaggio che si fa e, avventuroso. Il rischio è pur sempre lo "zainetto" con dentro un poco di tutto. Le verità ?...Mischiate al falso del l'autore. Mirka "Time after time"
Cantavo il giorno perché non sapevo fare altro. La la notte si leccava le ferite lasciate nella gola. Sbilanciava il Tempo in quel duetto di contrari. Pur tuttavia Felice senza sapere perché.
Incantata si mise a guardare la mezza pancia della luna. Le viscere furono cielo in subbuglio dell'altra sua metà. Esultarono le vene. Vivo emerse il mare dalla sua dorata nebbia e si dilatò espandendo la sua volontà di principio immortale. Divenne striscia di fiume di cui sapeva tutto. La composizione dell'acqua, il percorso, gli affluenti, il fondo, la violenza d'impatto alla foce, la corrente,la portata, i pesci che ci nuotano dentro, la temperatura, lo scorrere colorato delle ondine nel mezzo e ai bordi, la luce sulla ghiaia. Era questo il sogno di Karina mentre era immersa nella doccia fredda e a zampillo . Come quel mare. Divenuto striscia di un fiume, rivissuto e immaginato "relativo presente", mentre le vene gli rubavano il respiro. Si sentiva incredibilmente "vera" nell'illusione d'una giovinezza ormai passata e che non sarebbe ritornata mai più. Poi come pesce rosso sfuggito alla rete rivide gli gnocchi alla Sorrentina della Findus, cotti in padella e con abbondante acqua che spruzzava sporcando allegramente i fornelli e il muro. Lentamente aprì la porta della doccia. Si graffiò un gomito senza farsi male, nel mentre il sole in controluce le offriva sfaccettature misteriose e strane. Per qualche attimo restò grondante e cupa. Poi rise sentendosi un poco matta con quel suo volto rigato che le rammentava fiori e odorose fragranze che tradivano il glorioso con gli occhi dritti e un poco anche confusi..
Mirka
"Vivere"
La foto mia o forse appartenente al sogno di Karina
"In arte ci si distingue in due modi. Nell'uno, mediante una scrupolosa attenzione a quanto è stato fatto da altri, l'artista imita le loro opere o ne trascende e ne combina le varie bellezze; nell'altro, egli cerca la superiorità alla fonte d'origine; la natura. Nel primo caso, egli si forma uno stile con lo studio dei quadri e produce un'arte imitativa o eclettica; nel secondo, mediante un'osservazione rigorosa della natura, egli scopre in essa l'esistenza di qualità mai prima rappresentata e si forma così uno stile originale. I risultati del primo modo, in quanto ripetono ciò con cui l'occhio ha già familiarità, non sono subito riconosciuti e stimati, mentre i passi dell'artista su un sentiero nuovo sono necessariamente lenti, perché pochi sono capaci di giudicare ciò che si allontana dal corso normale delle cose o hanno le doti necessarie per apprezzare studi originali" ( Constable )
.... fluttuò la luce. Piccola,ma quel tanto Necessario per illuminare ogni via verso l'Unica Via.
Pulsò il cuore più forte. L'Istinto parlò con lui del Suo perchè. Il cuore gli rispose di volere ignorare la logica Ragione, coi "suoi" dubbi, giust e,sempre obbligati aessere come a sparire. E.fu così che l'Istinto prese dimora dentro al Cuore. Qualche volta mescolandosi alla Ragione che,comunque, servi. E,che, grazie alla sua logica dubbiosità mi permise di trovare la forza Necessaria per Sentire ancora pulsare il giusto della vita, nell'unica dimora vera,il Cuore.. . La Ragione per continuare a navigare e imparare meglio il movimento della rana.
Mirka
SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO
ANTONIO SPAGNUOLO: "Il senso della possibilità"
Kairòs Edizioni. Napoli. 2013. Pp. 104 - € 14,00
*
L’eterna diatriba fra la caducità del vivere, e il tentativo di sconfiggere la sua morsa
Opera compatta, organica, Il senso della possibilità, dove l’accento è
posto su uno dei motivi di grande inquietudine emotivo-intellettiva del
percorso umano. Anche se in questi versi è chiaro, come il più delle
volte avviene per la buona poesia, che il dire lirico è frutto di un
inconscio antecedente all’azione raziocinante. All’atto speculativo. Lo
direi più categoria dello spirito, questo atto creativo. Ha un senso la
possibilità? Esiste certamente la possibilità di fare e di agire per
ottenere. Ed ha un senso. Ma se messa in relazione al nostro vivere?
Alla continua diminuzione di noi e di ciò che siamo e di tutto quello
che per noi è vita? Ha senso lottare quando la sconfitta è in partenza.
Va bene, noi l’abbiamo vissuta questa possibilità, il suo senso
l’abbiamo fatto nostro, l’abbiamo commisurato nella sua validità. E ne è
valsa la pena. Abbiamo amato, abbiamo gioito, abbiamo sofferto, anche,
ma, anche, sognato mondi irreali che nella nostra immaginazione si sono
fatti alcove edeniche a rimpiazzare gli smacchi del nostro limite di
essere umani. Fino a farcelo dimenticare, questo limite, magari, una
volta presi dai piaceri, dalle vertigini edonistiche. Dalle complicità
erotico-sentimentali dove abbiamo investito tutta la nostra passione,
tutto il nostro esserci. Ma “Ogni piacere si muterà in rimpianto; tanto
più grande il bene voluto, tanto più doloroso il distacco, il ricordo di
tanto dato, di tanto avuto” (afferma il poeta). Come se la natura si
volesse riappropriare di quello che ha elargito; volesse ricompensare il
tutto: piacere e dolore, bene e amale, notte e giorno, Caino e Abele.
Forse sta nell’armonia dei contrasti, nel dicotomico succedersi delle
contrapposizioni il nerbo dell’umano procedere. Ma qui il discorso è più
ampio, si allarga al fatto di esistere, alla portata del nostro vivere
da terreni con la possibilità di risolvere il nostro dolore in una
sublimazione che vada oltre. Ed è così che sbattiamo contro il perpetuo
dilemma del confronto fra le nostre finitezze e la schiacciante,
smisurata dimensione di un giorno senza fine. Ed è quel giorno a
toglierci passo passo i nostri beni, quelli senza cui non possiamo
stare. O, diciamo, possiamo sopravvivere, facendo del nostro cuore e
della nostra memoria strumenti di recupero per dare energia convalidante
a questo senso. Se poi è la donna che amiamo, se poi è la parte più
importante della nostra storia, quella con cui abbiamo navigato,
complici, mari a volte tempestosi, a volte lisci come l’olio a
risplendere tramonti indelebili, ed orizzonti senza fine; se poi è
questa parte di noi a lasciarci soli con le nostre memorie, certamente
dare un senso alla possibilità di rinascere si fa cosa dura. Anche se il
Nostro mai cade nel nichilismo o nel pessimismo più acerbo. Ed è qui
forse la grandezza di questo poema. Cercare di rendere reale, pur con
tutto il patema esistenziale della mancanza, quello che cova in seno: un
gesto, una mossa, uno sguardo, un sorriso, seppur rubato. E c’è la
possibilità di poter agire su ciò che si sfuma. Su ciò che è reale,
magari, dentro noi, ma che immateriale, non dà appiglio a questa nostra
propensione ad una complicità fisica. Abbiamo dentro noi, sì, dei grandi
impulsi vitali, reattivi, delle grandi emozioni scatenate dalle
sottrazioni del tempo; abbiamo realtà interiori tanto forti da farsi
concrete: realtà dell’irreale. Se per irreale intendiamo tutto ciò che
non possiamo vedere e toccare. Ma reale è anche quello che sentiamo. Una
realtà distruttiva, a volte, o costruttiva, con effetti patologici di
grande reazione compulsiva.
Quale il senso della possibilità, dunque? Della possibilità di dare vita
a un mondo in cui l’essere si deve confrontare col tempo e col dolore;
col tempo nemico, che ora dopo ora ci toglie quelle cose che reputavamo
eterne, non facenti parte dell’idea del nulla, e che tali continuano ad
essere, magari, nell’illusione di una presenza. E qui le due realtà: la
materiale e la spirituale. E qui la ricerca della possibilità di rendere
perpetua una storia unica, insostituibile. Anche con la poesia. È
questo, forse, il mezzo più potente per dare un senso alla vita.
L’eterna diatriba fra la caducità del vivere, e il tentativo di
sconfiggere la sua morsa. E la memoria si fa attiva, robusta, ricca di
ricariche, a prolungare, a amalgamare momenti con un non/tempo che si
faccia perpetuamente presente. In questo dicotomico diluirsi di un’anima
in versi, in questo abbandono tormentato o in questo slancio ad
agguantare il verbo disposto a tanta generosità esplorativa, in tutte le
acrobazie allusive che il Nostro tenta per dare un senso alla
possibilità di vincere, sta l’equilibrio del poema di Spagnuolo. Ma nel
tentativo di restare abbarbicato a ciò che non è più, e che realmente
convive con il poeta, e di cui lo stesso si alimenta, s’insinua la
coscienza di un Orizzonte fatto di luci mutevoli ed ingannevoli. Luci e
contrasti di estrema fattura umana, di grande portata sensoriale; di un
diacronico fieri da Giorno dopo giorno. Cose di ieri vive solo in seno,
nel ricordo, ma che ricadono inesorabilmente in primo piano:
In te prendono forma le silenziose
delicatezze del glicine,
chi rimarrà a ripetere? (pp. 37).
È qui che scatta improvvisa la malinconia. Sì, quelle ombre quotidiane
fanno parte della storia. Qui, gesti tanto presenti in animo richiamano
altre stagioni a illuminare quelle ombre. Sì, convive il Nostro con la
sua realtà interiore, e vive per dare un senso a questi ritorni e a
questi richiami; per dare luce alla vita; e alla possibilità stessa di
continuare a viverla con Elena, scalando, magari, i gradini di quella
spiritualità complice di un sorriso che in terra può essere solo rubato:
Inseguo le tue ombre quotidiane
"Urlicht"" (2 Sinfonia -La Resurrezione-G.Mahler)
Pulsa e tocca la fede anche dall'ingenuità e risuona risuona in concentrici cerchi rimbalzanti
...e fu forza concentrata nella naturale dolcezza di quel gesto semplice
A volte arriva e davanti a te si ferma. Piccolo e guizzante come uno spermatozoo con la sua codina. E per suo conto sguazza. Dalla memoria che trattiene Bellezza e naufragi. E...sono mani. Oggi. Mani che si allungano per afferrare l'onda inerte delle tue. In silenzio. In quell'antico gesto che sa e con sapienza smista. Solitamente non sono piagnona, eppure perché mi trovo il polso bagnato di lacrime come il passaggio della piena d'un fiume, e tranquillo come la ripresa del suo respiro naturale e senza sbalzi a sorpresa? ... La vita. Coi suoi corsi e ricorsi. La tranquilla Gioia a mezzo del bagnato.
Il meglio più vero di me l'ho sempre dato nei due poli estremi. Nella gioia più (S)frenata, nella rabbia meno (S)misurata. Nel mezzo lo stato di Grazia o di noia. Così rispose la donna a un gentile signore che voleva provocarla. E con altrettanta gentilezza salutò lasciando pieno il bicchiere di prosecco.
Mirka
"Andante sostenuto" (Simphony N.1 Op 68 -J-Brahms)
Karina pensava d'avere la febbre, tanto era rossa. La trappola l'aveva tesa il sole tuffato in piscina e lei dentro in quel fresco fuoco fatuo. Le pareva d'essere avvolta da due calde braccia o da un enorme aperitivo alla menta piperita. Fu l'ottimismo infantile del cuore o il pessimismo adulto dell'intelligenza a dire alla donna che avrebbe dovuto accontentarsi di immaginare il mare dentro a una scodella che gioca coi riflessi, presi da vecchi libri comprati dagli antiquari e rimessi sul mercato in bella mostra su una bancarella sperando nel l'orso di Berlino?!... Che la vita è tutta qui. Esaltazione prima, serena meditazione poi, nell'intrecciotra realtà, sogno, ricordi, il tempo che passa, i cambiamenti e noi con loro. I volti che sfumano, mentre gli odori restano attaccati a un dettaglio. Di voluttà, di schifo, di temperatura calda o fredda, un abito indossato per l'abbisogna circostanziale, l'improvviso d'una estraneità nel bel mezzo della festa, il diritto all'innocenza ingenua, l'occhiooltre il muro, i canti in febbre di pennello, le utopie rese possibili dall'audacia d'un sogno giovanile formato su un'unica fronte e su un valore rosso gagliardo sferrato nelle fabbriche e nelle piazze, ma finito in una "strana" legge universale appuntata a una gemma d'albero, le boccacce ai timonieri del grande Ufficio legale, il contrabbandare svelto per trarne un povero vantaggio, la legge morale sempre pronta a vincere, ma alla fiera delle maestranze, i teneri animi valutati dai duri, le ricette della felicità o del dolore (s)misuratamente scambiate, la nostra vitalità sopravvissuta ai massacri pronta a navigare in uno stretto misterioso passaggio, ma liberi finalmente di toglierlo le maschereindossate e consacrate a un vassoio indifferente a ogni sguardo di passante. Purché se è vero che non si può disporre liberamente della vita, è pur vero che,"nulla finirà nel nulla". Qualcuno, un giorno e non importa quando né come, raccoglierà quel che noi abbiamo lasciato in sospeso e, forse, scomoderà pure Dio dai suoi "divertimenti"spesso travestiti da Mesmer o da verità colorate dai dubbi. Così si diceva la donna, tra se e se, stendendo le gambe sulla poltroncina allungabile per rilassarsi dopo una giornata calda, pesante, con il verde d'un tropicale in mano e, questa volta nella vera trasparente realtà, persino canticchiando. Mirka
..Tutto fa parte del viaggio. Ultima perla un sogno tenuto stretto in bottino e poi lasciato volare
Già! Le parole! E che sono mai in questa era di società tecnocratica se non un mezzo confuso per districarsi dal confuso d'un viaggio che tutto impasta per fermarsi su quell'unico "punto" di obiettivo finale e centro, fissato ostinatamente sulla nota La? Aura di ricordo sin quando le emozioni potranno dare vita al pianto o alla gioia. Così si diceva Karina immersa nell'ultimo sole che lentamente calava calava. E a lei facevano effetto vederne tutti gli abbracci fusi in uno solo, immenso come un puntino fluorescente. Come tanti lampi. L'ultimo impresso nella retina anche se logorata per aver tanto visto, nel l'altalena di sorrisi e pianto, e per essere riuscita a strappare un'opportunità al calcolo delle probabilità, congestionata dalla sfida di una realtà dura quanto indomito era il suo cuore pazzo.
Desidera il disagio. Sii a tuo agio nel disagio. Può essere duro, ma è un piccolo prezzo da pagare. per dire "Evviva! Anche questa battaglia è stata affrontata con la testa sparata in avanti".
Ho sognato l'assenza perché tutto era pieno di te.
in queste mie foto anch'io vi ho lasciato un pezzetto della mia anima
Il Sindaco nel 25 Aprile e la gente
Con piacere accetto l'invito della coordinatrice Rossella Eunini a postare nel mio blog, queste splendide iniziative comunitarie il cui fine è sempre e solo quello di unire dando valore alle varie e moltepliche creatività aventi a cuore un territorio e la sua anima universale. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare e un'altro GRAZIE, sentito e di cuore, per le generose e infaticabili opere di costanza, perpetrate da questa cittadina affinchè ogni valore e bene possano diffondersi e crescere.
Mirka
"Un giorno insieme" (Nomadi)
Con
la
festa diMiss
Anguria2013,
la
gara del cocomero più grande e più dolce,
vorremmo
promuovere un percorso poetico ispirato e dedicato alpaesaggio e al
territorio, nonché
alla comunità di
appartenenza di chiunque voglia
partecipare.
Il contributo in
versi farà da sfondo alla scenografia di piazza, prima e durante la festa di
Miss Anguria 2013.
Le poesie saranno riprodotte in vari modi e
tecniche:
su pannelli, muri e pilastri dei portici, lenzuolate e
pallets riciclati, in modo da creare “isole di riposo e di
lettura”.
Non è un concorso, ma un percorso di accompagnamento alla festa di
questo frutto tipico dell’estate e che, nella nostra zona, è
un’eccellenza.
Il
percorso poetico invita alla partecipazione attiva e giudicante della gente: si
potrà votare liberamente la poesia preferita utilizzando le urne situate nei
negozi di Novellara.
Le
poesie più votate verranno lette durante l’ultima serata di
Miss
Anguria-domenica
21 luglio- in occasione delle elezioni delle cocomere più dolci e più
grandi.
E
se ci saranno sponsor, insieme alle altre poesie, saranno proposte per un
libro/raccolta da pubblicare entro l’anno o per la prossima edizione di
Miss
Anguria.
Tutte le informazioni per
partecipare sono sul regolamento allegato.
RingraziandoVi infinitamente,Vi
preghiamo cortesemente di diffondere ai vostri iscritti o indirizzari per non
perdere nessun “fermento creativo” della vostra
zona.
1)la partecipazione è aperta
a tutti gli autori novellaresi e del territorio nazionale che abbiano compiuto i
5 anni d’età.
2)ogni autore può inviare una
composizione inedita in lingua italiana e/o in dialetto o in lingua madre, in
versi liberi o metrica non eccedente i dodici versi. Per composizione inedita si
intende un’opera che non abbia ricevuto regolare pubblicazione editoriale in
volumi, riviste, giornali. Se ciò fosse verrà comunque esposta ma non farà parte
di un’eventuale pubblicazione.
indicando
nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Nel caso non si voglia apparire si richiede uno
pseudonimo e la zona di residenza e la richiesta specifica dell’anonimato che
verrà prontamente rispettato.
6)Le composizioni pervenute
entro la data prestabilita verranno trascritte ed esposte negli spazi del centro
storico di Novellara dall’11 al 21 luglio 2013 creando il percorso di coralità
poetica che accompagnerà la festa di Miss Anguria ovvero la gara del cocomero
più grande.
7)Tutte le composizioni
facenti parte del percorso di coralità poetica verranno raccolte in un volume
che verrà pubblicato a cura della Proloco di
Novellara.
8)Le composizioni verranno
numerate in ordine d’arrivo. Tale numero servirà per identificare la
composizione per coloro che vorranno votare la preferita durante le giornate di
Miss Anguria- 19/20/21 luglio- presso i punti di raccolta voti entro le ore
20,00 di domenica 21 luglio 2013. Nella serata finale di Miss Anguria (21
luglio) le poesie più votate verranno lette da lettori
novellaresi.
9)La partecipazione al
concorso comporta implicitamente l’autorizzazione all’uso dei dati personali
degli autori ai sensi del d. lgs. 196/03 per quanto riguarda le pratiche di
gestione dell’iniziativa stessa.
10)La partecipazione comporta
inoltre l’accettazione che l’opera inviata possa essereliberamente e gratuitamente pubblicata in una
raccolta collettiva.