Parevano palline di perle colorate. Eppure se le guardava bene potevano sembrare anche fiori. Fiori strani che ondeggiavano mossi da qualche vento ignoto che li faceva vibrare se non fosse stato per quel puntino al centro dal colore dell'acciaio. La retina fu trafitta come da un proiettile. Distolse lo sguardo e tutto diventò trasparente e mutante. Restò solo la puntina aguzza dal colore dell'acciaio. Provò a fiutarlo a narici dilatate. Vibrò della polvere dal colore del fiele. Solo i capelli, liberi dai nodi, sventolavano come un saluto dato da lontano o come una promessa mantenuta portata nel becco da un uccello migratore. E allora capì, perchè nonostante quella confusione resisteva chiaro il libero volo dei capelli. Un simbolo che non avrebbe mai perduto né perso di vista. Proprio come quella poesia che teneva nel cassetto e chiusa in una busta blu. Mirka (dai racconti Il Destino Nel Nome)
"Poesia a Lara" (Dottor Zivago)