fiume

fiume
fiume della vita

giovedì 25 settembre 2014

NENE'






La chiamava Nénè era tutto il suo mondo ma...dovette lasciarla.

Piangeva sempre perchè dormiva solo ma...quando i cuscini furono una sola testa la furia del vento impaziente ne spezzò la presa come fiore alla radice.

In dono  a Nènè restò un minuscolo quanto inutile diamante rosa lucido di brina.   Un poco di colla all'occhio.   Una fiaba da risvegliare nel Dì della Memoria.    Il rimorso per non essere stata capace di sovrapporsi alla volontà del misericordioso Dio.   Un cuore fermo su un treno vuoto che corre senza sapere di stazione.   Un cane che fa la guardia a un gatto guardandolo di sbieco mentre intorno l'inferno gira sul naso di bambina dal nome Nénè.  

Mirka


"Fenesta ca lucive Canzone napoletana attribuita a Vincenzo Bellini




mercoledì 24 settembre 2014

METAFORA TRISTE PERCHÈ REALE


Ma quanto è piccola la terra "degli uomini" guardandola da lassù












Al gran ballo pubblico nel palazzo dei corrotti c'erano proprio tutti.   In costume e senza maschera.  Solo gli Incappucciati restarono a far la guardia ai Gufi.   Mancava  solo l'avvocato trasferito in qualche angolo nero del globo a far le prove dell'arringa che avrebbe recitato al finale del gran match.



Mirka




"MASQUERADE"  (FILM)


 

NOTA Appunto di getto dopo aver letto i giornali 

lunedì 22 settembre 2014

COERENZE

Per il Pio il brivido fu la croce,per altri la gioiosa libertà interiore che afferma le precarie verità col danno della croce.




A delle care amiche  che ieri m'invitavano al "bacio del manto" del gran Pio,con fermezza  le ho bloccate "Voi andate e fate ciò che ritenete giusto ma dispensatemi dal fare quello che io NON sento.  Ho sempre creduto all'efficacia di una preghiera fatta nel silenzio del cuore  più che a un bacio pubblico. "   Chissà che in quel momento non pensassi a Riina o ad altri baci similari.  Non mi sono curata piú di tanto quando ho visto sulla faccia delle amiche il dispiacere e forse anche il dubbio per non aver compreso.  A ciascuno la sua coerenza.  Il reciproco rispetto.  La "differenza" a sentire buono quello che per altri non lo è.  La necessità di una libertà rispetto a cui nulla puó intromettersi.  Nè l'affetto,nè la sensibilità "fasulla" di una "buona educazione",una diplomazia che volentieri si dovrebbe lasciare alla politica più alta e fine.  Così tranquillamente ho aspettato sul sagrato che uscissero dalla chiesa dilettandomi a scattare foto al tramonto.

Mirka




TIME AFTER TIME" (Miles Davis)





venerdì 19 settembre 2014

SETTE ACINI D'UVA








 Amore hai sbagliato ma ti amo così



Mi fermò il passo in corsa la voce appassionata di un passante

amore hai sbagliato ma ti amo così.
Sussultorio nel fondo del mio mare sotto la spinta di quelle sette parole. Sette acini d'oro che sancirono il tempo e l'ora.
 Le conserverà per me l'uccello che col suo grido provò a cantare la precarietà del tempo
E splenderà come della primavera fan le gemme per quando l'inverno mi solcherà fra i denti il vuoto e quei sette acini saranno ancora vita.
 Vita scavata dal fruscio di un corredo dove guizzi furono l'arancio e l'acciaio di rotaie.


Mirka



Maria" (West side story-L. Bernstein)





!








 NOTA Queste sono le parole rubate ieri a un passante che, se mi hanno in malinconico un poco, mi hanno anche donato una gioia infinita. Una gioia che conservo come vera ricchezza che continua a esserci al di là d'ogni altra povertà. E nel mio cuore sarò grata a questo  passante per averne fatto involontario regalo anche a me col riportarmi fuori dal tempo.
















mercoledì 17 settembre 2014

D'OGNI PERDONO UNO SOLO È RESTATO FUORI





...è come quel ricco calabrese che offriva pere all'ospite dicendo: "Prendi, prendi è un gran regalo! "Grazie", ne accetto solo una" E lui "Quello che lasci dovrò lasciarlo ai porci". (Orazio)




Antefatto  In tram o mentre lo si aspetta si sente di tutto. E volente o no sei obbligata ad ascoltare. Poi magari diventa un incipit per riflettere. Si parla dei mondiali di calcio, dei primi giorni di scuola dei figli, del costo (enorme) per dar loro un'istruzione, dei "patti" del Nazareno, della dignità femminile messa sotto i piedi, un rispetto verso i genitori buttato alle ortiche ecc. ecce.
Ieri ad es. sono stata presa da un concitate sempre più  crescenti.  No non è vero     sei un bugiardo    mi hai ingannata    e io che ti credevo a (e qui il nome della città o del paese sfuggito per la distrazione provocata da tutta quella furia camaleontica)  sei un mascalzone      un impostore    un fellone     hai giocato sporco.
     Ho abbassato gli occhi poi per darmi un tono, cominciando a sfogliare un giornale perfettamente inutile, mentre invece rimandava il tutto a se stessa forse per un uguale comportamento.
.
Sono stata molto amata e ho amato. Profondamente e con tutta me stessa. E dei tanti peccati e mancanze, tutto ho assolto senza più averne memoria. Ma mai sono riuscita a perdonare la slealtà che associo al tradimento proprio quando la fiducia è nel suo profondo corso evolutivo. Sentire questo voleva dire annullare, sminuire, fare a pezzetti  tutta me stessa insieme alle mie capacità di percezione, di intellighenzia dinamica e funzionante.  Lentamente mi sarei sentita nessuno e persa per sempre. Così da quel guizzo illuminante di intuizione, lentamente cominciava il mio cammino a ritroso pur con relativo doloroso distacco.   Con la maturità ho imparato la tolleranza. Quella che veramente ascolta, umanizza e fa capire. Ma di "questo" sacrilegio, credo, mi mancherà sempre un gradino al perdono inciso alla mia Identità, anche se le dinamiche furono strati completamente diversi, complessi, difficili da analizzare, ma in assoluto, lontana dal l' intenzione peccatrice di slealtà nel bianco del cuore che mi rappresenta. No. Non appartengo alla schiera dei beati e neppure a quello della Magdalena, mentre sono sicura che il tempo non potrà operare in me nessun cambiamento a riguardo.  Lo sento un valore inalienabile, un valore di precisa identità, (anche).  Differenze, si.  Dati da quei valori  che debbono sentirsi nella verità delle vene, nella coscienza che genera il cielo. Questo mi sono detta con sostanziale verità di Essenziale sentire, nel l' intimo,  in solidarizzato con quella ragazza  e distogliendo con indifferenza gli occhi. Non avevo bisogno di fissare ancora per una volta i volti di entrambi. Sapevo e potevo anche immaginare. La mia fermata del resto era arrivata.

Mirka

"Fantasia" (Carmen  -Georges. Bizet)

martedì 16 settembre 2014

NON È PIÙ L'ORA DELLA LUNA









Erano mie quelle canzoni quando vagabondava su ogni strada e cantavo alla luna. Quante volte le hai riconosciute come piccole perle che ti intensificano portandosi il sorriso. E io la credevo spugna imbevuta di pioggia fresca quella tenerezza, giacché quelle perle le vedevo  veramente spuntare dai tuoi occhi. Cosi che, continuavo a cantare.    Poi    sei  cambiato.   Ti eri fatto grande.

"Non è più il tempo della luna" mi sussurravano all'orecchio destro. Svelto rispondeva il suo gemello:

 E perché mai? La luna è così bella e io la amo.  Lascia ch'io canti".

"La tua generazione è quella dei sognatori gabbato"  dicevi e ti facevi toga a mezzo del filo gelido dell'aria impugnando col dito basso la sentenza senza appello.
"E vero, rispondeva mesta  "dentro però sentiamo il fruscio delle ali" 
  
Gridava allora con la cattiveria di chi ha paura 

"Ma non hai capito  che è finito il tempo della luna?

Tranquilla ti rispondeva con gran lentezza e mai verità fu più conclamata nel suo dir piano. Quasi un'altura di vento
" No. Non sarà mai finito il tempo della luna e io continuerò a parlare con lei. La luna mi donerà gratuitamente la sua ragnatela d'argento e oro, io vedrò riflessa la mia canzone in tutta l'acqua del Grande Fiume".
Ti voltavo le spalle     poi    e, saltando or su un piede or su l'altro su un ipotetico gioco della settimana ti facevo ridendo il verso
"E tu sarai Padrone padrone padrone. Padrone d'una fabbrica triste e muta.

Così è stato perché  "padrone" sei diventato. Un main kampf  dal quale son scappata mentre ridevo ancora.  Guardo ancora la luna sai?  Lei senza meta io senza porto. In compenso però sento dormire i fiori nel loro respiro di stagioni.    Tu non so.   Non mi riguarda più anche se ti auguro il ritorno di quelle perle naturali ascoltando tutti i canti che partono dal cuore, con qualche brunello in meno per regalare un occhio spalancato alla bianca luna.

Mirka


"A poet in the cinema" (Andrei  Tarkovsky)





Nota:  Un lampo. Così. Scritto in piedi  e su due piedi senza far caso troppo alla sintassi e su uno stropicciato quaderno che avevo in borsa su una metropolitana super affollata e con una puzza di mutande sporche da sentire l'impulso di vomitare. Per sottrarsi a tutto questo ho chiuso gli occhi per un attimo e mi sono ricordata  questa scenetta "vera" di tanto tempo fa riportandola su questo blog col desiderio di raccontarla a tutti i sognatori come me. Sempre che ci siano ancora e abbiano la forza di resistere alle lusinghe di un realismo positivista ahimè sempre alla porta

sabato 13 settembre 2014

ERA SETTEMBRE E SI MACINAVA VENTO



Era settembre e la gioia era di casa.  Si macinava il vento per far si che la portasse ovunque.  E si ringraziava Dio per la stagione d'uva.  Ma...l'autunno sulla soglia fumava tranquillo il cubano comprato all'Himalaya.  Ed è con l'ironia del naufrago che veleggia fra le sabbie mobili e le scarta come può che me la prendo solo con me stessa e quel pizzico beffardo sottratto alla gerla dell'alterna sorte, che ancor ringrazio ma lascio fuori Dio.  E con astuzia che è propria del gattino,trucco le carte perchè il gioco ritorni "vero" come in quel tempo anche se so che nulla torna e tutto indifferente ride. Che l'arroganza a dare tutto per scontato,toglie l'arcobaleno dopo il temporale,non permette alla luna di cambiare.

Mirka

" Estate" (dalle quattro stagioni di A.Vivaldi)





giovedì 11 settembre 2014

ALLORA SAPRÒ



Quando l'ultima mia parola verrà assorbita dalla musica io saprò che la vita mi appartenne anche crocefissa da ogni abbandono.  E saranno tutti quei colori di stagioni a darmene profonda coscienza. Sostanza reale di ciò che sono stata e sono.  E saluterò come facevo sempre sulla porta di ogni casa con gran sorriso d'occhi e nel  rito augurale di  Ad Maiora.  L'augurio  che si fa quando s'intraprende un viaggio nuovo.


Mirka


" Aria" (  Variazioni Goldberg BWV 988 J.S.Bach)


"Prelude in C.Major











11 SETTEMBRE-COSI' IO RINNOVO IL MIO PIANTO ASCIUTTO

Il fatto stesso che siamo è la prova di tutto (?)



America, non invoco il tuo nome invano

America,non invoco il tuo nome invano.
Quando assoggetto al cuore  la  mia spada,
quando sopporta stillicidio l'anima,
quando dalle finestre
un nuovo giorno tuo penetra in me,
sono e sto nella luce che mi crea,
vivo nell'ombra che fissa il mio destino,
dormo e mi desto nella tua essenza d'aurora;
dolce come l'uva e terribile,
portatore di zucchero e di castighi,
imbevuto di sperma della tua specie,
nutrito del tuo sangue ereditario.

Pablo Neruda


INSONNIA 

Nel cuore della notte mi assilla una domanda:
che ne sarà del Cile,
della mia povera patria incomprensibile?

Da quando ho amato questa patria sottile,
queste pietre,queste zolle,
la persistente rosa
del litorale che vive con la schiuma,
sono tutt'uno ormai con la mia terra,
ho conosciuto i suoi figli ad uno
ad uno e mi ruotano dentro
le sue stagioni di pianto o di fiori.

Sento che ora,appena
trascorso l'anno morto dai dubbi,
quando l'errore che ci ha dissanguati
è finito e iniziamo a sommare ancora
il meglio,il giusto della vita,
ricompare la minaccia
e sul muro s'inalbera il rancore.

Pablo Neruda  

 "La vera storia degli Usa" (Michael Moore)

 

"Yo no canto por cantar"  (Victor Jara

mercoledì 10 settembre 2014

PROGETTO MIGRANTI E RELATIVO COINVOLGIMENTO ARTISTI

    







 HO ANCH'IO IL TUO STESSO DIRITTO DI VIVERE.  HO ANCH'IO IL TUO STESSO DIRITTO A VIVERE LA SPERANZA DI TESSERE UN SOGNO.


ANIMA BIANCA

Anima bianca in un corpo arso dal sole,
attraversasti un mare di sabbia e di fame
verso la Speranza;
vagheggiata oasi  lontana eppur vicina nel desiderio,
ma un altro mare,protervo e ingeneroso ti attendeva;
Spezzò il legno e tu,abbracciato a quella croce
fosti vinto dall'onda impetuosa e trascinato giù nel buio profondo
dove si spense la tua voce e con essa la speranza.
 Io,l'umanità ,questo è il mio nome rea del tuo dilenzio,
dovrò rispondere,dinanzi al Giusto,del tuo Sogno infranto.

m. (Incipit per questa iniziativa)
















 L'Arte come mezzo d'integrazione

L'integrazione ha bisogno di conoscenza reciproca. Quale migliore mezzo allora se non utilizzare  le espressioni artistiche ogni espressione artistica per far conoscere la cultura di un popolo e fsrla apprezzare? Gli immigrati sono ormai il fulcro della nostra economia





Continua

domenica 7 settembre 2014

LA SONDA





Murata da troppe parole
 mi alimentai con la sonda
della musica e un filo verde di speranza
unica felicità possibile e concessa 
senza altro chiedere che l'abbraccio dell'ascolto.


Mirka

"Impromtu" (N.3-F.Schubert)

 

EPPURE CI CREDEVAMO





 Casualmente mi sono trovata questo manifestino fra le pagine di un romanzo. Leggo con le ciglia che tremono.A testa china rifletto.  Fummo degli illusi,anche credendo allo spirito guerriero che ci animava sperando riuscisse a convincere scoraggiati e ignavi che il potere, come le caste si può sconfiggere solo con la forza dell'unione sviluppandola con la coerenza del comportamento o invece non fu maturo il tempo storico perchè le nostre idee trovassero sostegno, consenso,volontà che non arretra di fronte ai nemici visibili e no?...Non so. Eppure ci credevamo. Ci credevamo come un partito che sfuggendo al destino comune a molti altri emigrati riaffermasse la sua presenza organizzativa nel Paese,reclutando diverse realtà diventando una forza collettiva,di massa, che sapesse capovolgere i vecchi rapporti di forza ritornando alle fabbriche,lavorando sodo e con gioia nei quartieri e, avente come idea fondamentale la lotta antifascista,con relativa ripresa politica e fuori da qualsiasi orientamento "settario e schematico"  ma spinto da un tentativo serio di forze unitarie rappresentative dei ceti medi e di gruppi intellettuali,partendo dalla critica mossa all'interno del Paese. E per un pò le nostre iniziative furono concrete su due fronti ben chiari. Contro l'opportunismo e contro l'estremismo. Mirando al "companatico" senza ingordigia ma guardandoci dentro e alle spalle. Ancora adesso mi domando se sognare l'uguaglianza riconoscendo i valori personali e i meriti fosse veramente sbagliato.

Mirka


"Les larmes de Jaqueline" ( Wermer Thomas-Mifune-Offenbach)


lunedì 1 settembre 2014

PICCOLA STORIA







 Ho smarrito la strada leggendo i giornali

un filo della luce bagnato dalla pioggia

 me la indicò guidandola sino a casa.


Mirka



" Happy Feet"  (Film-)