Ho tremato nel l'assorbire l'evanescente di tutti quei colori. Ma non retrocesse il passo né l'onda alta attraversata a lampi di continuità. E nella stanchezza di zaino e vuoto di borraccia fu quasi un gioco felice come di bimba che pratica nel suo giorno la magia raccolta dai suoi occhi e grata giura a se stessa di moltiplicare tutti quei colori più Uno inventato sottratto allo specchio d'angolo Laggiù Mirka Fragile". Cris Botti -Sting -Yo Yo Ma
Ombre vaganti gli uomini d'inverno, a sera, senza occhi se non un buco di storia immaginata spruzzata ogni tanto dal l'improvviso di una luce subito cancellata da un calamaio rovesciato dentro senza far rumore. Inoffensivi se di spalle come anonimo cielo coperto qua e là da qualche nuvola grigia dal l'incerto intenzionato. Mirka Chaconne Do min BWV 1004 (Bach Busoni)
Le stelle presero dimora agli occhi. Eredità di strade in Fede di vittoria a misura di guerriera forza giovane accordata in simultanei là dove mai si affacciò l'imboscata del dubbioso. Altrove la rumorosa felicità nella cavità del cuore mentre al pendolo consegno gli occhi luminosi e stanchi e al Dio li affido nel ricamato di un sogno resistente al l'oro di in finito per proseguirne l'incrociarsi del tracciato in rugiada di memoriali d'Alba conducenti al sole. Mirka Danza Ungherese N. 5. Brahms
Sobbalzo del cuore su l'improvviso del grido. Preciso il colpo come da lontano il tuono ne annuncia l'imminente temporale frantumando il Silenzio della notte ferma. Spasmo di un dio allo stupore di una Sua creazione alla memoria il luccicare di cascata fragorosa nel silenzio attonito e il fermo del respiro. Mirka Rivoluzionaria Op 10 N. 12. (F. Chopin)
E c'è un tempo dove nel Silenzio fanno nido api e ronzano gli insetti succhiando polline di archivio mediatore di colori, o di schiumato caffellatte. Sotto lampade di lucciole a colloquio indisturbato in Pausa di infuriato con la fiamma bruciante che Intervista e senza filtro è la risposta. E solo di quest'ultima si attinge come di ombelicale madre il vigile occhio nel riciclo vorticoso delle vene palpitanti fatti spezieria di Incrociati dai mille occhi formato idealmente a Unì nel l' implacabile scavato mentre appannato si fa il vetro dimenticato sul cuscino a notte su soffiati di verità al cordame della nodosa cinghia avvinghiata ai lombi sul prezzo estorto da strozzini indifferenti al rosso lucido degli occhi. Ma subito l'asciutto umido di splendori a Meraviglia di giardino guizzano nella Volontà della Non Resa, su esercizio di fisiologico enigmatico Sentire anche senza il coronato in pustole di scarabeo mirra incenso e del l' alloro profumatissimi alla pura essenza della rosa sorta dalla trionfale auriga. A frontale il gocciolare del raggiunto su scalata piramidale dei viventi in guerra e il Desiderio di cantarla per le strade in banditesca Osteria del Grillo o su l'erbario di quei lievissimi fili moltiplicati e in corsa a sbocciata primavera sul gorgogliare limpido di un ruscello diventato fiume sul bordo del l'orecchio in festoso tumulto di bambina impegnata a rilevarne i suoni e tutti i tonfi in nafta di stradale luce agli occhi in ruotato di luna e astro in alterità di gioco. Ché il Domani avrà sempre il suo frullatore d'alberi e il chiomato aperto, fiorito in verde germinazione di muscolare quadro e marginale di sbiadito, operativo di regale "decifrato" da derivati utilizzati alla foce e di affluenti poi, senza il raccontato del folklore dispiegato a brutale lacerante tendinite. Ma nel sondato di intimità dialoganti da freschi fiumi in piena di cicloni cadenzati a carezzevole tamburo Testato a cuore nel tempo dei vincenti sogni. In testa l'ostinata fioritura acerba o troppo maturata, l'orecchio teso ai Segni dei vigneti silenziosi su mani aperte a Prima Nascita respirato sul cavallo di Brunilde e il mondo fuori sul continuato delle opzioni o sul favorito indifferente. Mirka Polonaise Op 53 A Flag Major (Chopin)
Ricordo il tuo scrivere come di pioggia ai vetri e la gola strozzata sul furioso battere del cuore come da Rivoluzione il colpo ben centrato. Divisi gli incantesimi al muto rombo del mio ferino canto tra pozzanghere di luce e il salato sul cammino di ferrite.
Furibondo tribunale di potere alzato a campana mattutina fino al picchiato lugubre rintocco di gramigna al ridanciano vento . Svelano i fluidi emersi da ramaglie a terra in rivoluzione rimandata ai mille specchi frammentati a unì sul lucente bianco della pelle in cordata di onda salivare e lo sparato agli occhi.
Esalano echi misteriosi di richiami nelle onde che si infrangono a neve e a grano pungendo forte gli occhi come da abitato plenilunio. Regalano voci a vulnerabile carne infreddolita mentre si annuncia Eternità nella luce che svanisce. Dimenticati il tempo estrattore di estranee radici nel blu del fondale lavora nel silenzio il trionfale acqueo in coralli di delfini. Risorta l' Unicità della foce resistente alla sfinge del Tempo come voce al desco di riscattato esilio a essenza stessa degli avventi nel lampo di quel grembo sopravvissuto a tutto il pieno di cicale dopo la stagione carica di venti in burrascoso astuto mare. Un ordito d'Alba via via si forma a serenità di sfera distendendo ogni strettoia di corpo e volto. Vibra la lira in cielo di laguna e tramontato di rosa incendia il crepitio di fiamma accennata appena in liberata regione del l'eterno. E scaglie. Scaglie vampiri di perla moltiplicata al l'infinito classificando i colori dal centro di una piccola matrice e Madrigale di Zeffiro diventa in fulgida Presenza il calcareo fango si fa rosso sul filo di sottile ansia da manovalanza restata a unica lampada fissata perennemente al pianoforte chiuso con a presso i libri viaggiatori e splendore di sparato lampeggiante a copertura di domenica nel cuore. Audace si libera il sogno in linfa di Utopia fissata a Meraviglia della ancora confusa primavera in ultimati schiariti di memoria dando canto al nome e al nascituro in acqueo familiare e cristallino dov'è fermato il desiderio che unisce terra al cielo e geremiadi di vagiti diventa. Forza di un lodato benedicente al dio delle nuvole e della Grande Cloaca germogliato a luce di montagna in faro di profondità nella umiltà di parola fatta altezza di statura contenente tutti i raggi che stura con lentezza il vecchio del buon vino di Grande Madre vigne con mani alzata a perfezionata vita resistente fissando il penetrante occhio al l'orizzontale e il quotidiano senza tempo addietro a baionetta di Profetica sentenza in trasformato Epifanie di Giubilei sognata a vinta guerra. Mirka "Sirene" (Debussy)
Nota: scritta di getto. Corretta e finita per stanchezza di neutroni ma pronti a rigenerazione per energia risorta a Giubileo
Questa mattina mi sono svegliata su un lieve tamburato ai vetri. Ho aperto gli occhi senza comprendere la provenienza di quella, che al l'orecchio, pareva una musica antica di tamburelli e qualche flautista. " Il tamburato che doveva sentire mia madre quando mi teneva in pancia", ho pensato. Senza accorgersi, il cuore affrettò la sua batteria unendosi al ritmo della pioggerella diventata improvvisamente allegra come per effetto di magico suggestivo incantesimo. Presenza emozionale che subito mi ha portato al desiderio di un caffè. Preparando la caffettiera, nel l'aria ne ho sentito il profumo in formato fiaba mattutina, invogliando i pensieri, ancora addormentati, alla marcia del giorno riconosciuta naturale. "Ecco" mi sono detta, affondando i denti in una mela verde rossa e un poco gialla. "Questa è la mia favola. L'unica verità che posso raccontare, e sulla quale sorridere come una nonna davanti a una schiera di bambini, e raccontandone le storielle crederle vero. " E fuoco alle nuvole e fuoco agli uccelli, plagiando l'Elisio, e fuoco ai ruscelli della mia infanzia, e fuoco al merlo canterino di sveglia mattutina alla finestra del l'ultima casa abitata, e fuoco di pioggia ai boschi di tutti i tempi, granate di splendori permanente in retinolo, e fuoco a sera in ogni luce palpitante a valle, distributori di serenità nel svegliato dei dormienti, e connessi al ponte di un cielo protettore per riconciliato intenzionati di coscienza. E così, tutto congiunto al riconosciuto immortale unito a compagnia, l'invisibile diventò presenza di reale sostanza immutabile, dentro lo stabilito errare della fiaba conducente il viaggio del viandante sognatore. (Quotidiana o Diario). Mirka " Morning Mood (Peter Gynt -E. Grieg)
Nota: Il musicale postato supportò il ricordato del primo saggio importante di danza fatto in collegio, e finalmente Felice e grata anche alle sbarre.
Fu arcobaleno di memoria la trama del tessuto che della pelle fece trasparenza di Venaria tra pustole ombrati dà cavalli vivi in nascenti sparsi ruscelletti. Pezzetti d'Alba appena sfiorati dalla puzza di benzina in terra impertinente e insofferente ai deboli germogli ma ovunque virginale di piumaggio in festa dove accucciata può restar la neve dell'Angelico buon senso sui grumi di abitudinaria lampada a petrolio. Piange il fucile a lesto fianco su una coscienza che il litigio invano cerca e taglio di delitto fa schernito ringhio. Mirka 25 settembre 2019 Rondò alla turca (Mozart)
Che cosa significa Resistere, per gli Spiriti guerrieri se non per Volontà di un Sogno avuto in testa da sempre, o per un Ideale fissato come un immenso vuoto contenitore di luce ovunque riaffiorata, quasi alla ostinazione di inciderne le pareti a chiodi di lucente sferrato? Difficile a spiegarsi, anche se con precisione se ne ha conosciuto la tenacia e perseguito l' inseguimento.
Condusse il volo, indomito, come sorgente zampillante del cuore. Con la Coscienza del proprio valore, unitamente alle friabilità formata da ferrite originaria, in seguendone l'evoluzione affermata, più che a un fine preciso da raggiungere. Cercando il valore nella parola, emessa e ricevuta, cosi come per le pause di silenzio, a unica sostanza formato pensiero su cui lavorare. Scartando l' inutile del più, del l' uno o del l' altro, ma prendendo a Prezioso la virgola, o il punto che guida alla serietà della riflessione. Fuggendo sempre dagli elogi servili o finalizzati a scopo non confacente alla nobiltà dello sforzo impegnato per comprendere prima ancora che di amare. Ma fu la Volontà di amare, al servizio di quel l' Ideale intravisto a spingere ogni spontaneo slancio, pur Consapevole di intrecciati limitati, purtuttavia necessari per continuarne il vitalistico impasto, e per Resistere al sogno, senza spegnere quel fuoco ovunque guizzante e Contemplato a Porto dove approdano le navigazioni dopo lungo viaggio. Sogno scavato dentro ogni voragine, sfiorando gli abissi della lirica banalizzazione, liberato e Vinto su una naturale dolcezza, dopo l' irruenza temperamentale che a volte ha preso e prende. Amorevole sempre per comprendere l'umanità, affinché la vita buona fosse sempre al centro anche nel l' occhio del ciclone. Rinnovandosi sempre a germinale Curatore di sé stesso. Forse, a volte, persino compiacente, anche se solo in apparenza, alle trappole della parola verniciata con abilità, su inevitabili, inutilizzato sprecato di energie, anche se lo scambiato umano e attento d'orecchio non è mai da scartare, prendendolo come specchio su cui riflesso traspare la conoscenza delle reciproche umanità scoperta, pur sul trattenuto del pudore, e senza escludere la colla della malinconia stridente addosso, come coscienza del l' inaffidabile Ideale portato dal lusinghiero presentato, ma lontano dal profondo " sentire " oscuramente percepito dal cuore. Ché i compromessi mascherati, ne allontanavano l' interesse, anche in civile modalità dialogante, rivolgendosi altrove, consapevole della precaria donazione di Tempo, donato in virtù di volontà nella tenuta desistenza. Ché coerenza restò sempre lo sforzo al l'esercizio di Coscienza su un fondato profondamente morale, concentrato ad Essenziale risorsa originale. Sapendo Resistere per la visione del l' unica realtà appartenente, e conosciuta su quel l'autenticità che sa fondersi solo per la fibrillazione della venatura battendo a furore di cadenza e senza abbaglianti al freddo di un lampione che del l' artificiale luce batté la condanna certa.
Il destinato della mèta fu il caffè e la frutta di stagione.
Irrefrenabile la spinta conducente per risvegliare gli addormentati sensi.
Ché il desiderio sarebbe stato quello di sentire
l'allodola cantare come da originaria vallata e vita al giorno in formazione.
Indiscusso fu il piacere
ma assente l' estasiato contemplare.
Restò l' inquietudine
del l' Imperfetto giorno.
Buono il caffè,
ma mancante della correzione zuccherina
allungata da sapiente mano accompagnata dal sorriso mondo
senza il galoppante truccato del troiani.
Dolce fu anche l'uva stagionale
ma mancante del pregiato vigneto originale.
Al giorno il via per l la complessa Unitariana Immaginazione
su Desideri antichi e scattato di nobiltà guerriera.
La tenerezza è un gomitolo di seta in gola che si libera nel pianto senza far rumore echi di fiume canterino sciolto a nidiata di piumaggio. La tenerezza è un piccolo pugno di bambino una carezza sospesa per creare stanze di memoria petali in formato acqua ammucchiati in gola. La tenerezza è il battito mercurico del Primo appuntamento d'amore che ne siglò l"identità personale senza ragnatela se non il trasparente degli occhi in tempo reale o differito a formato campo di raccolta. La tenerezza è il buco riempito dal germogliato bagnato dalla pioggia sul giocherellone del nascosto ma guizzante di scoppiettanti sparati mentre si acquieta la curiosità del distinto tra il fresco del verde e il vortice luce. La tenerezza è il primigenio del l' odore che guidò lo sguardo alla mammella offrendosi come vita riformata a sicurezza di sorrisi in ancestrale palpitare di complici congiunzioni. Esperienza visionaria che libera ridondanze arcaica di inaspettati flussi di energia guizzanti oro di vigneti pregiati su fiumi aperti al nascosto della vista e in ciò che si sognò fin da bambini. Messaggera del profondo misterioso che condusse Là dove si è allungato il corpo sugli incantesimi d'amore e liuteria e antica cordigliera di lamento si improvvisa mescolando pianto e riso. Ancella di un custodito seminato in interrato solco conducente coperto ancora di ibrida rugiada lasciata alla sete della terra prima che germogli il fiore o il frutto dal multiplo colore. La guida di salvezza nei congiunti spinto dal gran Carro di orfici Invisibili nella terra rigenerata e graziata dal sorriso ispiratore di bulbi raggianti dal l'olio guaritore del l'oblio mentre imperversa il l'avvolgimento placentare. Servizio ancillare perché fiorisca altro ancora ignoto in luminosi cantucci portanti alla panchina degli incontri vittoriosi in mente a destinato compimento. Tenerezza infine è nudità al suo multiplo e primo nascimento pienamente e naturalmente scomposto a disarmato offrendo il petto a confidente futuro germogliato a sparato di abbacinati bagliori conducenti. Mirka
Song To The Moon. (Rusalka- Dvorak)
Nota: Questi versi sono stati ispirati da un Signore di età in definibile, e sospeso come per attesa davanti a una cancellata
No. Non era Amore quello che spingeva, anche se visceralmente attirante. Chissà. Forse per Sottomettere un Sogno "ribelle" ché per la sua formazione strutturale, mentale o di ambiente ne aveva impedito la crescita della conoscenza. Eppure era luce quella che si intrometteva tra la flessuosità delle ombre. Una luce tremendamente attirante contro la quale combattere come male disturbatore nel procedere, come da lotta per sopravvivenza e vita. Un'ossessione devastante e contraddittoriamente distruttiva convivente nel l' ambiguità del suo doppio e sospinta da tensione estrema verso un'istanza spasmodica di conquista superiore, anche se a livello inconscio, farneticante sempre nuove strategie oltre lo stesso possesso fisico e materiale per catturarne quella luce preclusa. Ché la fisicità era solo un mezzo, potente e irresistibile si, ma solo un mezzo per raggiungere quella luce sempre sfuggente e sempre più ambita. Per istinto lei lo aveva compreso, ma le reciproche ombre fecero si che non si sottraesse al l' influsso diabolico abbagliante con affiancato un poco di blasfemo Paradiso tenuto in memoria e al l'incrocio di qualche treno. (Dai racconti Il Destino Nel Nome, 2 libro)
Non so spiegare la profondità di questa sensazione, eppure non posso fare a meno di pensare che, se esistono gli Angeli hanno l'espressione della assoluta Fedeltà di ruolo a protezionismo.
Trovavano sempre il modo per farmi felice. E ci riuscivano. Sempre. Sulla discontinuità degli umori, sulle difficoltà o pena che comporta ogni giorno. Sul l' improvviso oscurarsi degli occhi senza un motivo apparente o che lo giustificasse razionalmente, su ogni esagerata esplosione di emotività, su ogni presunta impossibile soluzione. E questa fu la mia visione di Angelo Custode incarnato in formato umanoide. Quello che snoda al suo nascere ogni senso di colpa, conducendolo allo spianarsi della fronte e liberandola, facendo rifiorire miracolose energie, quasi che il mio ventre fosse un inesauribile fiume di vita portata solo a creare congiunzioni positiva e vitali attraverso la luce della felicità risplendente negli occhi e riflettente nel dinamismo corporale, al punto che anche oggi, sento istintivamente la necessità di Invocarne la Presenza attraverso un Riconosciuto segno, come si fa per i santi, gli angeli o lo stesso Dio. Ché il penetrare sotto ogni strato di pelle, fino ad arrivare al l' essenza senza violarla, solo agli angeli è dato. Ché la felicità donata con la sapiente purezza del cuore, vivacizza la mente trovandovi lo stimolo per creare, "mentre forma il finito dal l' indefinito" (Goethe). E mai ombra ci fu che potesse intromettersi al sacrale della Presenza, inquinando il terreno assurto a beneficio di fertilità, guidato dalla Musica o ispirato a donazioni multiple. La mia a gratitudine splendente a tutto il corporeo, elettrico o formato da un prisma di luce scannellate di sonorità. Magia della gioia che fa vibrare il corpo a modo di campanello. E mai lievità fu più rassicurante di spessori avvolgenti come velluto, in quel tempo di fiabe e di sogni concorrenziali al luminoso astro imperante anche in inverno! Piumaggi che accarezzando dolcemente, asciugano il pianto nel suo sgorgare incontrollabile e libero senza lasciare traccia se non quella incomparabile freschezza dal sapore della menta! E come rivede quella timorosa profondissima attenzione per Non ferire la sensibilità acutissima che circolava in ogni mia manifestazione splendenti in occhi limpidi e trasparenti in azzurro o marrone che fossero! E come allora la commozione mi prende in tutto il corpo. Perché in questa commozione se ne percepisce la Promessa di custodito che non abbandona. Nella sua totalità e potente Protezione che sento ovunque affiancata e che cammina insieme a me. Sempre.
Mirka
Sarabanda Suite inglese G. minor N. 3 ( J. S. Bach)
Nota: Non faccio nomi solo per rispetto di quel sacrale dovuto alla grandezza di quei protettori ora passati in dimorato di luce permanente, anche se in dinamico giocare tra nuvole e il raggiunto tra il fogliame scosso dai venti di tempesta.
Viaggiare è anche andare a prendere un caffè, su una spinta irrefrenabile e misteriosa immaginando altro. Su echi di vibrazioni circolanti da qualche vento portato alla memoria per non lasciare nulla alla fissità dello stagnato.
Sono al centro di una piazza. La gente attorno vive il buon momento in tranquilla diversificata conversazione. Dei bimbi giocano senza fare rumore. Quasi una preparazione al gioco che faranno a seguito, da grandi. Tenerezza che riporta a un tempo che si porta dentro. Un venditore di sciarpe coloratissime, collane, orecchini e bracciali, lusinga sul prezzo per conquistare gli acquirenti. Volutamente sposta lo sguardo altrove pur non perdendo di vista l' ambulante furbo. Qualche nuvola, fuori dal gregge, pascola con grazia indisturbata. Sorrido senza farlo vedere. Una persona curva dagli anni e dalle fatiche spinge una carrozzabile con un invalido. Lo fa con naturalezza, ma il suo curvato parla come il pallore diffuso in tutto il viso ricordante le maschere greche. Un trofeo duramente conquistato. Una bella visione collettiva, insieme alla brezza marina della sera nè accresce il piacere condiviso serenamente. Al l' improvviso il pensiero mi conduce ai tanti Paesi in guerra. Nel mentre sorseggia distrattamente il caffè. Il mio caffè non ha ancora il gusto della polvere da sparo. Sorrido a una ideale. Sorrido alzando gli occhi a quel pascolo di nuvole. Sorrido alla persona che mi sta davanti. Lei non capisce, rilancia uno sguardo interrogativo al quale non rispondo, ma ricambia il sorriso. Non ho voglia di spiegare perché ho sorriso. L' odore di una pizza mi racconta che è arrivato il momento di far ritorno a casa. Mi alzo, trattenendo un beato stiramento da gatto sul suo preciso immaginario. Saluto cordialmente mentre ci si lusinga con un compiaciuto alla prossima. Concluso in bellezza anche questo giorno.
Mirka
Quintettino (ritirata notturna a Madrid - L. Boccherini revisione L. Berio )
So di appartenere alla terra che m' accolse
come un figlio desiderato e da sempre atteso.
Come il buon pane che faceva mamma
lasciato a lievitare nella madia del felice tempo di una volta
e la festa attorno a spargere il profumo
e beatitudini ovunque conservato su boccate di frescura.
Non tutto idilliaco è il trattenuto in gola a sinfonia infinita
perché la rosa fiorisca sempre a primavera cantando i suoi colori
ché proiettili di viltà conservo nel verde della lacrima
come bara fusa insieme al l'edera a formato dignità.
E i naufragi come chiodi sopra il letto insieme al crocefisso
dove l'allodola arrestò il suo canto per passare al giro della mente.
Ma da quel pane insorsero le più belle storie diventate fiabe
con mimose viole e tuberose a guidato di cammino in corsa
verso il punto più alto dove il sole non conobbe il suo tramonto.
E da li che si moltiplicò l'amore con voli d'aquila imperiale
e solitudini. Solitudini a margine incalzata a recalcitrante asino
paralizzato da qualche solco profondo della terra.
Sarà per questo che si rivendica l' appartenenza
a un territorio viscerale dove ribolle il mosto e ondeggia il grano
anche se non purissimo al l' origine e adulterato
da mano doppia di Arlecchino
mentre le distanze spruzzano sanguigna luce alle pareti e
dileguata si fa la scena, chiuso il palco scenico pronto l' Indefinito?
C'è qualcosa di arcaico in una scrittura trovata fra le pagine di un diario, scritta a mano, forse persino di getto, con il retrò già scritto, forse un messaggio da decifrare con l' intrusione o l'intuizione nel tempo dei mosaici allineati? Ciò non di meno sicuramente scattato sotto la spinta irrefrenabile di un moto interno, e incidente alla velocità della mano, riconosciuta dal sangue come primigenia necessità, o cordone ombelicale che stenta a spaccarsi perché l' attesa continui a germinare il desiderio della vita, immaginata a fruttifero campo, dove sole e pioggia si alternano su preavvisato occhio di spaziale sapientemente concentrato al centro della scena? Ché l' inconscio già nel prima, aveva creato con a guardiano il Dio protettore della vita che si riforma, e dal nulla diventa creatore sul formato di preghiera a manto.
Non ne conosco il senso, né la connessione, se non per uno squarcio di percezioni, e un lampo che ne illuminò esattamente il luogo che luogo Non è, giacché sempre Li si è dimorato a sfidato di guanto puntatore di fioretto.
È difficile mettere a margine la " confusa "Realtà quando questa è al centro del quadro. Su gruppi o bande che aspirano alla visibilità e al " successo " e concepiscono il terrorismo come mezzo di propaganda oltre che dì affermazione omicida, a riprova del loro carattere statalista e bellicista. Ché è terrorismo Costante quello del sionismo Contro i palestinesi, che a loro volta lo hanno adottato come " obiettivo politico " e la sua stretta "logica". Non avvenne questo tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso, quando le bande naziste e la congiura stalinista, avevano obiettivi politici e una loro logica dando luogo a immani sciagure? Oggi in condizioni storiche mutate, il terrorismo ovunque cristallizzato, si propone come terrificante calamità per le popolazioni colpite. Cospiratori al l' ombra del Cremlino, Putin dovunque Comprando Per Asservire e tirare le file del giocato. I potenti democratici con foraggiamento praticato da sempre al l' estero e Dentro casa. Un rampante giovanotto di Stato, presuntuoso, cinico, furbo e Ingenuo insieme. I 5Stelle supportanti le ciarlataneria acrobatica intorno a tematiche gravi (immigrazione e questioni similari) non è una novità. La spudorata difficoltà che hanno a comprendere e qualificare una guerra e chi l'ha cominciata stride con la loro profonda internita' e il loro accanito sostegno pienamente integrato nel sistema democratico globale che dal più grande evento bellico della storia è nato e che della forza e del l'uso smodati degli eserciti fa la sua base. È una contraddizione irreparabile che produrrà solo frutti avvelenati.
Penso invece alle contraddizioni vissuta da noi che, partendo dal l'umanesimo socialista e cercando di affermare una comunanza basata su valori etici, conseguentemente siamo estranei e contrapposti inesorabilmente e strategicamente alle trimurti guerra/Stato/terrorismo, eppure dobbiamo considerare le esigenze della nostra gente che dalle guerre è coinvolta e stravolta. Ci sono casi in cui non ci si può e Non ci si deve sottrarre. Le popolazioni hanno bisogno di fare fronte unite contro l' efferata minaccia patriarcale, totalitaria e sterminatrice così potranno pacificarsi tra loro e cercare una via per il Bene Comune.
Nel mentre acuta diventa la nostalgia di un piccolo paese di montagna, dove la Natura, i suoi incantevoli incantesimi alchemici, erano ginnastica quotidiana per polmoni e Liberi pensieri conducenti al l' armonia idealmente globalmente Condivisa.
Una farfalla ha illuminato di allegria la piccola stanza. Sulle ali la felicità vibrante dei suoi liberi voli. Posata su una zanzariera e aperta a sopracciglia perfette indicava la vita nel giocato.
Negli occhi l' archetipo liberato di visione unitaria. Oro di Scienza Esatta ebbrezza di un compiuto verso un punto determinato d'esistenza felicità impazzita posata in pausa su l' estasi aspirata Là dove dimora l'immutabilità. Liquame di sole in una stanza un tutto bastante per godere l'ancoraggio a memoria regalato. Mirka Fantasia- Do diesis min Op 66 ( F. Chopin)
...e piangeva. Piangeva forte. Davanti a lui. Singhiozzando senza alcun ritegno di trattenuta ombra di pudore. Proprio come fanno i bambini quando li si rimprovera la felicità per essersi sporcati nello sguazzare dentro la neve. Si sentiva fragile, indifesa, nuda, smarrita ed umiliata. Eppure in quella umiliazione, intera, splendeva tutta la sua forza. Una forza espansiva, quasi allegra, divenuta dimora, stabilendosi nella memoria come un conquistato viaggio incontro alla vita vittoriosa ciò nonostante. Nel l' incontro col " bambino" perso e ritrovato, e accantonato, qualche volta, nel l' angolo più basso del suo cuore. Attraverso e dentro ogni sofferenza, inferiore sempre a ogni bene portante alla primitiva Gioia, dove tutto è fusione e fuori da ogni frammentario in addivenire. Mirka ( frammento estrapolato dai Racconti Il Destino Nel Nome) Le Venti, le CRI ( Ennio Morricone)
A volte i Sogni sono una Guida sicura per comprendere l' ombra ovunque nascosta. Stancarlo e gestirne la potenziale subdola irruenza è compito nostro interpretandolo come simbolico messaggio.
Tenevo una piccola automobile rossa con radiofonica sempre in febbre di attesa e col tergicristallo sempre un poco spostato. In quella auto mobile si realizzavano le audacie dei Sogni invidiato dal grifone reale, sperimentato dagli eroi della vita vincente, e fondamentale mezzo di simbologia concreta di un Lavoro onesto, splendido e appagante. Quando non stava in garage era parcheggiata davanti casa e con la marcia giusta già innescata. Si dà credito che al l' occhio dei passanti non potesse sfuggire l' occhio, anche se di struscio, immaginandosi attori protagonisti, e invidiosi per quel piccolo mezzo che si intuiva potesse trasportare vita luminosa, passionale e vincente. E fu proprio Lei, la macchina, a trasmettere attraverso un sogno ciò che di li a non molto sarebbe capitato, bloccandone per sempre l' avventura più entusiasmante e sicura fra i tanti viaggi cominciati e intrapresi sino al momento della descrizione. Esperienza vissuta da intervallati e misterioso brividi del l' anima, trasferito a qualche improvviso malanno corporale, anticipata dal Preconscio pur nel l' ancora lontano addivenire. La sensazione di soffocare dentro il sudore, che mi prese allora, sbattendo gli occhi al nero della notte, è la medesima di questo presente di grigia giornata invernale, con la sola differenza del cuore non martellante com'è da risveglio di allora e l'assenza di sudorazione. Identica invece è la sensazione di vuoto immediatamente a séguito. Il freddo lungo tutta la spina dorsale. Il dolore al torace. La confusione che frammentandosi schiacciava sotto la pressione di quel vuoto tremendo. Descrizione del sogno Baldanzosa avevo lasciato la casa dopo aver fatto le scale saltando dei gradini, per dirigersi al l' automobile parcheggiata davanti alla casa. L' aria era fredda e gli abiti leggermente inadatti. Ma non se ne curava perché sapeva d' avere lasciato il cappotto di lana cruda sul sedile della macchina. Sono davanti alla macchina La porta sul lato destro della guida era completamente spalancata sino ad appoggiare l' angolare a terra. Un buco nero al posto della radio. L' immediata certezza che un ladro si fosse impadronito della mia radio, unico mezzo di comunicazione e di sicuro " piacere " oltre che di ottima compagnia interessante. Spaventata a morte mi blocco. Rivoli di ghiaccio cominciano a scendere su tutto il mio corpo. La percezione acutissima di un enunciato punitivo. A distanza di qualche mese una Relazione seria, importante e preziosa per progetti entusiasmanti e chiari, ebbe la sua tragica conclusione, causata dal l' intrusione di un terzo " incomodo" superficialmente e incautamente lasciato circolare, sicura del mio potere nel gestire la vicinanza. Purtroppo i prezzi della sottovalutazione o della sopravvalutazione nel caso specifico sono altissime. Ch'è la completezza è sempre collegata rigorosamente a leggi universali. Infrangendosi se n'è interrompe il flusso di continuità, spegnendo, forse per sempre, anche lo spirito vitale che anima e unisce il tutto. Anche se tardivamente per me, in senso strettamente concreto, ho ricavato da questa ennesima lezione, la predisposizione a curare gli altri, quando è possibile, con l' attento empatico ascolto, cercando di alleviare ogni male cagionato da questa tipologia di Esperienza, con la consapevolezza che ogni fragilità può diventare il suo esatto contrario, trasformandosi in forza rigenerante e rigenerativa se solo energicamente si affronta l' ombra che ci cammina a fianco. Mirka