fiume

fiume
fiume della vita

lunedì 30 dicembre 2019

Il Gioco Felice






Ho tremato nel l'assorbire  l'evanescente
 di tutti quei colori.
 Ma   non retrocesse il passo
 né l'onda alta attraversata a lampi di continuità.  
E nella stanchezza di zaino e vuoto di borraccia
 fu quasi un gioco felice 
 come di bimba che pratica nel suo giorno
 la magia raccolta dai suoi occhi
 e grata  giura  a se stessa 
di moltiplicare tutti quei colori
più Uno inventato
 sottratto allo specchio d'angolo Laggiù

Mirka


Fragile". Cris Botti -Sting -Yo Yo Ma



sabato 21 dicembre 2019

Gli Uomini d'inverno






Ombre vaganti gli uomini  d'inverno, a sera,
 senza occhi
 se non un buco di storia immaginata 
spruzzata ogni tanto dal l'improvviso di una luce 
 subito cancellata da un calamaio rovesciato dentro
  senza far rumore. 
Inoffensivi se di spalle 
come anonimo cielo coperto qua e là 
da qualche nuvola grigia dal l'incerto intenzionato.

Mirka


Chaconne Do min BWV 1004 (Bach Busoni) 


mercoledì 4 dicembre 2019

DEDICATA. (Guardando una fotografia)





Le stelle presero dimora agli occhi. 
 Eredità di strade in Fede di vittoria
 a misura di guerriera forza giovane
 accordata in simultanei          là  
dove mai si affacciò l'imboscata del dubbioso.  

Altrove      la rumorosa felicità nella cavità del cuore
 mentre al pendolo consegno gli occhi luminosi e stanchi 
e al Dio li affido nel ricamato di un sogno resistente al l'oro 
 di in finito per proseguirne l'incrociarsi del  tracciato 
in rugiada di memoriali d'Alba conducenti al sole.

 Mirka


Danza Ungherese N. 5. Brahms






martedì 26 novembre 2019

GRIDO NEL SILENZIO ASSORDANTE




Sobbalzo del cuore su l'improvviso del grido.

Preciso il colpo come da lontano il tuono 
 ne annuncia l'imminente temporale
frantumando il Silenzio della notte ferma.

Spasmo di un dio allo stupore di una Sua creazione
alla memoria il luccicare di cascata fragorosa
nel silenzio attonito e il fermo del respiro.


Mirka


Rivoluzionaria Op 10 N. 12. (F. Chopin)



venerdì 25 ottobre 2019

E C'E UN TEMPO






E c'è un tempo dove nel Silenzio fanno nido api e ronzano gli insetti
succhiando polline di archivio mediatore di colori, o di schiumato caffellatte.
Sotto lampade di lucciole a colloquio indisturbato in Pausa di infuriato 
con la fiamma bruciante che Intervista e senza filtro è la risposta.  
E solo di quest'ultima si attinge come di ombelicale madre il vigile occhio
nel riciclo vorticoso delle vene palpitanti fatti spezieria di Incrociati
 dai mille occhi formato idealmente a Unì nel l' implacabile scavato
mentre appannato si fa il vetro dimenticato sul cuscino a notte 
su soffiati di verità al cordame della nodosa cinghia avvinghiata ai lombi
sul prezzo estorto da strozzini indifferenti al rosso lucido degli occhi.

Ma subito l'asciutto umido di splendori a Meraviglia di giardino guizzano
 nella Volontà della Non Resa, su esercizio di fisiologico enigmatico Sentire
anche senza il coronato in pustole di scarabeo mirra incenso e del l' alloro profumatissimi alla pura essenza della rosa sorta dalla trionfale auriga.  
A frontale il gocciolare del raggiunto su scalata piramidale dei viventi in guerra
e il Desiderio di cantarla per le strade in banditesca Osteria del Grillo
 o su l'erbario di quei lievissimi fili moltiplicati e in corsa a  sbocciata primavera 
sul gorgogliare limpido di un ruscello diventato fiume sul bordo del l'orecchio
 in festoso tumulto di bambina impegnata a rilevarne i suoni e tutti i tonfi 
in nafta di stradale luce agli occhi in ruotato di luna e astro in alterità di gioco.  

Ché il Domani avrà sempre il suo frullatore d'alberi e il chiomato aperto, 
fiorito in verde germinazione di muscolare quadro e marginale di sbiadito, 
operativo di regale "decifrato" da derivati utilizzati alla foce e di affluenti poi, 
senza il raccontato del folklore dispiegato a brutale lacerante tendinite.  
Ma nel sondato di intimità dialoganti da freschi fiumi in piena di cicloni
  cadenzati a carezzevole tamburo Testato a cuore nel tempo dei vincenti sogni.  
 In testa l'ostinata fioritura acerba o troppo maturata, l'orecchio teso ai Segni dei vigneti silenziosi su mani aperte a Prima Nascita respirato sul cavallo di Brunilde e il mondo fuori sul continuato delle opzioni o sul favorito indifferente.

Mirka


Polonaise Op 53 A Flag Major  (Chopin)








giovedì 17 ottobre 2019

COME DI PIOGGIA, O.




Ricordo il tuo scrivere come di pioggia ai vetri 
e la gola strozzata sul furioso battere del cuore 
come da Rivoluzione il colpo ben centrato.

Divisi gli incantesimi al muto rombo del mio  ferino canto
tra pozzanghere di luce e il salato sul cammino di ferrite.

 Furibondo tribunale di potere alzato a campana mattutina
 fino al picchiato lugubre rintocco di gramigna al ridanciano vento .

 Svelano i fluidi emersi da ramaglie a terra
in  rivoluzione rimandata ai mille specchi frammentati a unì 
sul lucente bianco della pelle in cordata di onda salivare e lo sparato agli occhi.


Mirka


Rivoluzionaria Op  10. N. 12 ( F. Chopin)



giovedì 10 ottobre 2019

RICHIAMI NEL BLU




Esalano echi  misteriosi di richiami 
 nelle onde che si infrangono a neve e a grano
 pungendo forte gli occhi  come da abitato plenilunio.
 Regalano voci a vulnerabile carne infreddolita
 mentre si annuncia Eternità nella luce che svanisce.
 Dimenticati il tempo estrattore di estranee radici nel blu del fondale
lavora nel silenzio il trionfale acqueo in coralli di delfini. 
Risorta l' Unicità della foce resistente alla sfinge del Tempo 
 come voce al desco di riscattato esilio a essenza stessa degli avventi
 nel lampo di quel grembo sopravvissuto a tutto il pieno di cicale 
dopo la stagione carica di venti in burrascoso astuto mare. 

 Un ordito d'Alba via via si forma a serenità di sfera
 distendendo ogni strettoia di corpo e volto. 
Vibra la lira in cielo di laguna e tramontato di rosa
  incendia il crepitio di fiamma accennata appena 
in liberata regione del l'eterno.    E scaglie. 
Scaglie vampiri  di perla moltiplicata al l'infinito 
classificando i colori dal centro di una piccola matrice
e Madrigale di Zeffiro diventa in fulgida Presenza
  il calcareo fango si fa rosso sul filo di sottile ansia
 da manovalanza restata a unica lampada fissata perennemente
 al pianoforte chiuso con a presso i libri viaggiatori
e splendore di sparato lampeggiante a copertura di domenica nel cuore.

 Audace si libera il sogno in linfa di Utopia fissata a Meraviglia
 della ancora confusa primavera in ultimati schiariti di memoria
dando canto al nome e al nascituro in acqueo familiare e cristallino
 dov'è fermato il desiderio che unisce terra al cielo e geremiadi di vagiti diventa.
Forza di un lodato benedicente al dio delle nuvole e della Grande  Cloaca  germogliato a luce di montagna in faro di profondità
nella umiltà di parola fatta altezza di statura contenente tutti i raggi
che stura con lentezza il vecchio del buon vino di Grande Madre vigne
 con mani alzata a perfezionata vita resistente fissando il penetrante occhio al l'orizzontale e il quotidiano senza tempo addietro a baionetta 
di Profetica sentenza in trasformato Epifanie di Giubilei sognata a vinta guerra.

Mirka


"Sirene" (Debussy)




Nota: scritta di getto. Corretta e finita per stanchezza di neutroni ma pronti a rigenerazione per energia risorta a Giubileo

lunedì 7 ottobre 2019

RISVEGLIO IN FORSE E FIABA A COLAZIONE





Questa mattina mi sono svegliata su un lieve tamburato ai vetri. Ho aperto gli occhi senza comprendere la provenienza di quella, che al l'orecchio, pareva una musica antica di tamburelli e qualche flautista. " Il tamburato che doveva sentire mia madre quando mi teneva in pancia", ho pensato. Senza accorgersi, il cuore affrettò la sua batteria unendosi al ritmo della pioggerella diventata improvvisamente allegra come per  effetto di magico suggestivo incantesimo.  Presenza emozionale che subito mi ha portato al desiderio di un caffè.   Preparando la caffettiera, nel l'aria ne ho sentito il profumo in formato fiaba mattutina, invogliando i pensieri, ancora addormentati, alla marcia del giorno riconosciuta naturale.   "Ecco" mi sono detta, affondando i denti in una mela verde rossa e un poco gialla. "Questa è la mia favola. L'unica verità che posso raccontare, e sulla quale sorridere come una nonna davanti a una schiera di bambini, e raccontandone le storielle crederle vero.   " E fuoco alle nuvole e fuoco agli uccelli, plagiando l'Elisio,  e fuoco ai ruscelli della mia infanzia,  e fuoco al merlo canterino di sveglia mattutina alla finestra del l'ultima casa abitata, e fuoco di pioggia ai boschi di tutti i tempi, granate di splendori permanente in retinolo, e fuoco a sera in ogni luce palpitante a valle, distributori di serenità nel svegliato dei dormienti, e connessi al ponte di un cielo protettore per riconciliato intenzionati di coscienza.
  E così, tutto congiunto al riconosciuto immortale unito a compagnia, l'invisibile diventò presenza di reale sostanza immutabile, dentro lo stabilito errare della fiaba conducente  il viaggio del viandante sognatore.  (Quotidiana o Diario).

 Mirka


" Morning Mood (Peter Gynt -E. Grieg)





Nota:  Il musicale postato supportò il ricordato del primo saggio importante di danza fatto in collegio, e finalmente Felice e grata anche alle sbarre.

mercoledì 25 settembre 2019

Arcobaleni e pustole






Fu arcobaleno di memoria la trama del tessuto
 che della pelle fece trasparenza di Venaria
tra pustole ombrati dà cavalli vivi 
 in nascenti  sparsi ruscelletti.
 Pezzetti d'Alba appena sfiorati dalla puzza di benzina
 in terra impertinente e insofferente ai deboli germogli 
ma ovunque virginale di piumaggio in festa
 dove accucciata può restar la neve dell'Angelico buon senso
 sui grumi di abitudinaria lampada a petrolio. 
Piange il fucile a lesto fianco 
su una coscienza che il litigio invano cerca 
e taglio di delitto fa schernito ringhio.

Mirka 25 settembre 2019



  Rondò alla turca (Mozart)








sabato 31 agosto 2019

VIBRAZIONI










Irrefrenabile fu la spinta incontro alla Dimora del l' oblio 
dove ogni ondata segue naturalmente l'altra.

Stanco del suo cammino 
forza invisibile nè condusse il passo 

Polline e miele
in scaglie sparse di infinito.

Occhi di rugiada in ogni goccia lasciata su una roccia. 
Trasalimenti di stoppino in fiamma.  

Sogno di gheriglio luce e prezioso vino
dopo la vita lontana da ogni frastuono. 

 Foresta azzurra dove tutto si congiunge
in baionettate a sonagli blues.

Con l' ultimo fuoco scalpitante fragore
dolcezza a seguito da primigenio candore.

 Confida la lumaca cautelare
 riparandosi dal l'incendio trascinato.

Fremiti di girini in pancia
ricordando la lentezza del vasaio sapienziale.

Preghiera di un vociare giovanile
che muta domanda tregua al cielo.

Fibra che si  arrampica al l' albero
come gemmazione preziosa in dissolvenza 

mentre ribelle si addossa al predatore sole
 e irritata si dà il verdetto voltando le spalline .

Ebe 



Sonata in Do Mag K 545 W. A. Mozart








domenica 18 agosto 2019

LA RESISTENZA A COMPIMENTO DI SFIDATO ESISTENTE





Che cosa significa Resistere, per gli Spiriti guerrieri se non per Volontà di un Sogno avuto in testa da sempre, o per un Ideale fissato come un immenso vuoto contenitore di luce ovunque riaffiorata, quasi alla ostinazione di inciderne le pareti a chiodi di lucente sferrato?  Difficile a spiegarsi, anche se con precisione se ne ha conosciuto la tenacia e perseguito l' inseguimento.

Condusse il volo, indomito,  come sorgente zampillante del cuore. Con la Coscienza del proprio valore, unitamente alle friabilità formata da ferrite originaria,  in seguendone l'evoluzione affermata, più che a un fine  preciso da raggiungere.  Cercando il valore nella parola, emessa e ricevuta, cosi come per le pause di silenzio, a unica sostanza formato pensiero su cui lavorare.  Scartando l' inutile del più, del l' uno o del l' altro, ma prendendo a Prezioso la virgola, o il punto che guida alla serietà della riflessione.  Fuggendo sempre dagli elogi servili o finalizzati a scopo non confacente alla nobiltà dello sforzo impegnato per comprendere prima ancora che di amare.  Ma fu la Volontà di amare, al servizio di quel l' Ideale intravisto a spingere ogni spontaneo slancio, pur Consapevole di intrecciati limitati, purtuttavia necessari per continuarne il vitalistico impasto, e per Resistere al sogno, senza spegnere quel fuoco ovunque guizzante e Contemplato a Porto dove approdano le navigazioni dopo lungo viaggio.  Sogno scavato dentro ogni voragine, sfiorando gli abissi della lirica banalizzazione, liberato e Vinto su una naturale dolcezza, dopo l' irruenza temperamentale che a volte ha preso e prende. Amorevole sempre per comprendere l'umanità, affinché la vita buona fosse sempre al centro anche nel l' occhio del ciclone.  Rinnovandosi sempre a germinale Curatore di sé stesso. Forse, a volte, persino compiacente, anche se solo in apparenza, alle trappole della parola verniciata con abilità, su inevitabili, inutilizzato sprecato di energie, anche se lo scambiato umano e attento d'orecchio non è mai da scartare, prendendolo come specchio su cui riflesso traspare la conoscenza delle reciproche umanità scoperta, pur sul trattenuto del pudore, e senza escludere la colla della malinconia stridente addosso, come coscienza del l' inaffidabile Ideale portato dal lusinghiero presentato, ma lontano dal  profondo " sentire " oscuramente percepito dal cuore.   Ché i compromessi mascherati, ne allontanavano l' interesse, anche in civile modalità dialogante, rivolgendosi altrove, consapevole della precaria donazione di Tempo, donato in virtù  di volontà  nella tenuta desistenza. Ché coerenza restò sempre lo sforzo al l'esercizio di  Coscienza su un fondato profondamente morale, concentrato ad Essenziale risorsa originale. Sapendo Resistere per la visione del l' unica realtà appartenente, e conosciuta su quel l'autenticità che sa fondersi solo per la fibrillazione della venatura battendo a furore di cadenza e senza abbaglianti al freddo di un lampione che del l' artificiale  luce batté la condanna certa.


Mirka






 Valzer N. 2 Shostakovich



giovedì 8 agosto 2019

COLAZIONE



Il destinato della mèta fu il caffè e la frutta di stagione. 
Irrefrenabile la spinta conducente per risvegliare gli addormentati sensi.

Ché il desiderio sarebbe stato quello di sentire
 l'allodola cantare come da originaria vallata e vita al giorno in formazione.

 Indiscusso fu il piacere
 ma assente l' estasiato contemplare. 

Restò l' inquietudine
del l' Imperfetto giorno.

Buono il caffè,
ma mancante della correzione zuccherina
allungata da sapiente mano accompagnata dal sorriso mondo
 senza il  galoppante truccato del troiani.

 Dolce fu anche l'uva stagionale
ma mancante  del pregiato vigneto originale.

Al giorno il via per l la complessa Unitariana Immaginazione
 su Desideri antichi e scattato di nobiltà guerriera.

Mirka



Canto Degli Uccelli



sabato 3 agosto 2019

LA TENEREZZA






La tenerezza è un gomitolo di seta in gola 
che si libera nel pianto senza far rumore
echi di fiume canterino sciolto a nidiata di piumaggio.

La tenerezza è un piccolo pugno di bambino
una carezza sospesa per creare stanze di memoria
petali in formato acqua ammucchiati in gola.

 La tenerezza è il battito mercurico del Primo appuntamento d'amore
che ne siglò l"identità personale senza ragnatela se non il 
trasparente degli occhi in tempo reale o differito a formato campo di raccolta.

 La tenerezza è il buco riempito dal germogliato bagnato dalla pioggia
sul giocherellone del nascosto ma guizzante di scoppiettanti sparati
mentre si acquieta la curiosità del distinto tra il fresco del verde e il vortice luce.

 La tenerezza è il primigenio del l' odore che guidò lo sguardo alla mammella 
offrendosi come vita riformata a sicurezza di sorrisi
in ancestrale palpitare di  complici congiunzioni.

Esperienza visionaria  che libera ridondanze arcaica 
 di inaspettati flussi di energia guizzanti oro di vigneti pregiati 
 su fiumi aperti al nascosto  della vista e in ciò che si sognò fin da bambini.  

Messaggera del profondo misterioso che condusse Là
 dove si è allungato il corpo sugli incantesimi d'amore e liuteria
  e antica cordigliera di lamento si improvvisa mescolando pianto e riso.  

Ancella di un custodito seminato in interrato solco conducente
coperto ancora di ibrida rugiada lasciata alla sete della terra 
prima che germogli il fiore o il frutto dal multiplo colore.

La guida di salvezza nei congiunti spinto dal gran Carro di orfici Invisibili
 nella terra rigenerata e graziata dal sorriso ispiratore di bulbi raggianti
dal l'olio guaritore del l'oblio mentre imperversa il l'avvolgimento placentare.

Servizio ancillare perché fiorisca altro ancora ignoto 
in luminosi cantucci portanti alla panchina
 degli incontri vittoriosi in mente a destinato compimento.

Tenerezza infine è nudità al suo multiplo e primo nascimento
 pienamente e naturalmente scomposto a disarmato offrendo il petto
a confidente futuro germogliato a sparato di abbacinati bagliori conducenti.



Mirka



Song To The Moon. (Rusalka- Dvorak)










Nota:  Questi versi sono stati ispirati da un Signore  di età in definibile, e sospeso come per attesa davanti a una cancellata

domenica 28 luglio 2019

L'OMBRE- L' ISTINTO E LE DiFFICOLTA ALLA SOTTRAZIONE



No. Non era Amore quello che spingeva, anche se visceralmente attirante.  Chissà.  Forse per Sottomettere un Sogno "ribelle" ché per la sua formazione strutturale, mentale o di ambiente  ne aveva impedito la crescita della conoscenza. Eppure era luce quella che si intrometteva tra  la flessuosità delle ombre. Una luce tremendamente attirante contro la quale combattere come male disturbatore nel procedere, come da lotta per sopravvivenza e vita.  Un'ossessione devastante e contraddittoriamente distruttiva convivente nel l' ambiguità del suo doppio e sospinta da tensione estrema verso un'istanza spasmodica di conquista superiore, anche se a livello inconscio, farneticante sempre nuove strategie oltre lo stesso possesso fisico e materiale per catturarne quella luce preclusa.   Ché la fisicità era solo un mezzo, potente e irresistibile si, ma solo un mezzo per raggiungere quella luce sempre sfuggente e sempre più ambita.   Per istinto lei lo aveva compreso, ma le reciproche ombre fecero si che non si sottraesse al l' influsso diabolico abbagliante con affiancato un poco di blasfemo Paradiso tenuto in memoria e al l'incrocio di qualche treno.  (Dai racconti Il Destino Nel Nome, 2 libro)

Mirka


Sonata K 310 N. 8 A min. Mozart







lunedì 22 luglio 2019

ESISTONO GLI ANGELI







Non so spiegare la profondità di questa sensazione,  eppure non posso fare a meno di pensare che, se esistono gli Angeli hanno l'espressione della assoluta Fedeltà di ruolo a protezionismo.

Trovavano sempre il modo per farmi felice.  E ci riuscivano.  Sempre.  Sulla discontinuità degli umori, sulle difficoltà o pena che comporta ogni giorno. Sul l' improvviso oscurarsi degli occhi senza un motivo apparente o che lo giustificasse razionalmente, su ogni esagerata esplosione di emotività, su ogni presunta impossibile soluzione. E questa fu la mia visione di Angelo Custode incarnato in formato umanoide. Quello che snoda al suo nascere ogni senso di colpa, conducendolo allo spianarsi della fronte e liberandola, facendo rifiorire miracolose energie, quasi che il mio ventre fosse un inesauribile fiume di vita portata solo a creare congiunzioni positiva e vitali attraverso la luce della felicità risplendente negli occhi e riflettente nel dinamismo corporale, al punto che anche oggi, sento istintivamente la necessità di Invocarne la Presenza attraverso un Riconosciuto segno, come si fa per i santi, gli angeli o lo stesso Dio.   Ché il penetrare sotto ogni strato di pelle,  fino ad arrivare al l' essenza senza violarla, solo agli angeli è dato.  Ché la felicità donata con la sapiente purezza del cuore, vivacizza la mente trovandovi lo stimolo per creare, "mentre forma il finito dal l' indefinito" (Goethe).   E mai ombra ci fu che potesse intromettersi al sacrale della Presenza, inquinando il terreno assurto a beneficio di fertilità, guidato dalla Musica o ispirato a donazioni multiple.   La mia a gratitudine splendente a tutto il corporeo, elettrico o formato da un prisma di luce scannellate di sonorità.    Magia della gioia che fa vibrare il corpo a modo di campanello.  E mai lievità fu più rassicurante di spessori avvolgenti come velluto,  in quel tempo di fiabe e di sogni concorrenziali al luminoso astro imperante anche in inverno!   Piumaggi che accarezzando dolcemente, asciugano il pianto nel suo sgorgare incontrollabile e libero senza lasciare traccia se non quella incomparabile freschezza dal sapore della menta!   E come rivede quella timorosa profondissima attenzione per Non ferire la sensibilità acutissima che circolava in ogni mia manifestazione splendenti in occhi limpidi e trasparenti in azzurro o marrone che fossero!  E come allora la commozione mi prende in tutto il corpo.  Perché in questa commozione se ne percepisce la Promessa di custodito che non abbandona. Nella sua totalità e potente Protezione che sento ovunque affiancata e che cammina insieme a me.  Sempre.

Mirka





Sarabanda Suite inglese G. minor  N. 3 ( J. S. Bach)



Nota: Non faccio nomi solo per rispetto di quel sacrale dovuto alla grandezza di quei protettori ora  passati in dimorato di luce permanente, anche se in dinamico giocare tra nuvole e il raggiunto tra il fogliame scosso dai venti di tempesta.



giovedì 18 luglio 2019

CAFFÈ E VIAGGIO





Viaggiare è anche andare a prendere un caffè, su una spinta irrefrenabile e misteriosa immaginando altro.  Su echi di vibrazioni circolanti da qualche vento portato alla memoria per non lasciare nulla alla fissità dello stagnato.
Sono al centro di una piazza.  La gente attorno vive il buon momento in tranquilla diversificata conversazione. Dei bimbi giocano senza fare rumore. Quasi una preparazione al gioco che faranno a seguito, da grandi.  Tenerezza che riporta a un tempo che si porta dentro.  Un venditore di sciarpe coloratissime, collane, orecchini e bracciali, lusinga sul prezzo per conquistare gli acquirenti.  Volutamente sposta lo sguardo altrove pur non perdendo di vista l' ambulante furbo. Qualche nuvola, fuori dal gregge, pascola con grazia indisturbata.  Sorrido senza farlo vedere.   Una persona curva dagli anni e dalle fatiche spinge una carrozzabile con un invalido. Lo fa con naturalezza, ma il suo curvato parla come il pallore diffuso in tutto il viso ricordante le maschere greche.  Un trofeo duramente conquistato.  Una bella visione collettiva, insieme alla brezza marina della sera nè accresce il piacere condiviso serenamente.  Al l' improvviso il pensiero mi conduce ai tanti Paesi in guerra. Nel mentre sorseggia distrattamente il caffè.  Il mio caffè non ha ancora il gusto della polvere da sparo. Sorrido a una ideale. Sorrido alzando gli occhi a quel pascolo di nuvole.   Sorrido alla persona che mi sta davanti. Lei non capisce, rilancia uno sguardo interrogativo al quale non rispondo, ma ricambia il sorriso. Non ho voglia di spiegare perché ho sorriso.  L' odore di una pizza mi racconta che è arrivato il momento di far ritorno a casa. Mi alzo, trattenendo un beato stiramento da gatto sul suo preciso immaginario.   Saluto cordialmente mentre ci si lusinga con un compiaciuto alla prossima. Concluso in bellezza anche questo giorno.

Mirka






Quintettino   (ritirata  notturna a Madrid -  L. Boccherini revisione L. Berio )


APPARTENENZA






 So di appartenere alla terra che m' accolse
 come un figlio desiderato e da sempre atteso.
Come il buon pane che faceva mamma
lasciato a lievitare nella madia del felice tempo di una volta
e la festa attorno a spargere il profumo
e beatitudini ovunque conservato su boccate di frescura.

Non tutto idilliaco è il trattenuto in gola a sinfonia infinita
perché la rosa fiorisca sempre a primavera cantando i suoi colori
ché proiettili di viltà conservo nel verde della lacrima
come bara fusa  insieme al l'edera a formato dignità.
E i naufragi come chiodi sopra il letto insieme al crocefisso
dove l'allodola arrestò il suo canto per passare al giro della mente.

Ma da quel pane insorsero le più belle storie diventate fiabe
con mimose viole e tuberose a guidato di cammino in corsa
 verso il punto più alto dove il sole non conobbe il suo tramonto.
E da li che si moltiplicò l'amore con voli d'aquila imperiale
e solitudini.  Solitudini a margine incalzata a recalcitrante asino
paralizzato da qualche solco profondo della terra.

Sarà per questo che si rivendica l' appartenenza
 a un territorio viscerale dove ribolle il mosto e ondeggia il grano
 anche se non purissimo al l' origine e adulterato
 da mano doppia di Arlecchino
mentre le distanze spruzzano sanguigna luce alle pareti e
dileguata si fa la scena, chiuso il palco scenico pronto l' Indefinito?

Mirka

  Bachiana Brasilera. 5   H. Villa Lobos






l 'IMPROVVISO DEL LAMPO







C'è qualcosa di arcaico in una scrittura trovata fra le pagine di un diario, scritta a mano, forse persino di getto, con il retrò già scritto, forse un messaggio da decifrare con l' intrusione o l'intuizione nel tempo dei mosaici allineati?   Ciò non di meno sicuramente scattato sotto la spinta irrefrenabile di un moto interno, e incidente alla velocità della mano, riconosciuta dal sangue come primigenia necessità, o cordone ombelicale che stenta a spaccarsi perché l' attesa continui a germinare il desiderio della vita, immaginata a fruttifero campo, dove sole e pioggia si alternano su preavvisato occhio di spaziale sapientemente concentrato al centro della scena?   Ché l' inconscio già nel prima, aveva creato con a guardiano il Dio protettore della vita che si riforma, e dal nulla diventa creatore sul formato di preghiera a manto.
Non ne conosco il senso, né la connessione, se non per uno squarcio di percezioni, e un lampo che ne illuminò esattamente il luogo che luogo Non è, giacché sempre Li si è dimorato a sfidato di guanto  puntatore di fioretto.

Mirka



The Lord's Prayer you're mine










martedì 16 luglio 2019

TRA IL REALE. CONNESSIONI. ANALISI E NOSTALGIA CONFINATA IN MEMORIA










È difficile mettere a margine la " confusa "Realtà quando questa è al centro del quadro.  Su gruppi o bande che aspirano alla visibilità e al " successo " e concepiscono il terrorismo come mezzo di propaganda oltre che dì affermazione omicida, a riprova del loro carattere statalista e bellicista. Ché è terrorismo Costante quello del sionismo Contro i palestinesi, che a loro volta lo hanno adottato come " obiettivo politico " e la sua stretta "logica".  Non avvenne questo tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso, quando le bande naziste e la congiura stalinista, avevano obiettivi politici e una loro logica dando luogo a immani sciagure?  Oggi in condizioni storiche mutate, il terrorismo  ovunque cristallizzato, si propone come terrificante calamità per le popolazioni colpite.  Cospiratori al l' ombra del Cremlino, Putin dovunque Comprando Per Asservire e tirare le file del giocato. I potenti democratici con foraggiamento praticato da sempre al l' estero e Dentro casa. Un rampante giovanotto di Stato, presuntuoso, cinico, furbo e Ingenuo insieme.  I 5Stelle supportanti le ciarlataneria acrobatica intorno a tematiche gravi (immigrazione e questioni similari) non è una novità. La spudorata difficoltà che hanno a comprendere e qualificare una guerra e chi l'ha cominciata stride con la loro profonda internita' e il loro accanito sostegno pienamente integrato nel sistema democratico globale che dal più grande evento bellico della storia è nato e che della forza e del l'uso smodati degli eserciti fa la sua base.  È una contraddizione irreparabile che produrrà solo frutti avvelenati.
Penso invece alle contraddizioni vissuta da noi che, partendo dal l'umanesimo socialista e cercando di affermare una comunanza basata su valori etici, conseguentemente siamo estranei e contrapposti inesorabilmente e strategicamente alle trimurti guerra/Stato/terrorismo, eppure dobbiamo considerare le esigenze della nostra gente che dalle guerre è coinvolta e stravolta.  Ci sono casi in cui non ci si può e Non ci si deve sottrarre. Le popolazioni hanno bisogno di fare fronte unite contro l' efferata minaccia patriarcale, totalitaria e sterminatrice così potranno pacificarsi tra loro e cercare una via per il Bene Comune.
Nel mentre acuta diventa la nostalgia di un piccolo paese di montagna, dove la Natura, i suoi incantevoli incantesimi alchemici, erano ginnastica quotidiana per polmoni e Liberi pensieri conducenti al l' armonia idealmente globalmente Condivisa.


Mirka

"Lasciatemi morire ( C. Monteverdi)





mercoledì 26 giugno 2019

LA FARFALLA







Una farfalla ha illuminato
di allegria 
la piccola stanza.

Sulle ali la felicità 
vibrante
dei suoi liberi voli.

 Posata su una zanzariera 
 e aperta a sopracciglia perfette
  indicava la vita nel giocato. 

Negli occhi 
 l' archetipo liberato
di visione unitaria.

Oro di Scienza Esatta 
ebbrezza di un compiuto
verso un punto determinato d'esistenza

felicità impazzita 
posata in pausa su l' estasi aspirata Là
 dove dimora l'immutabilità.

Liquame di sole in una stanza 
un tutto bastante
per godere l'ancoraggio a memoria regalato.


Mirka

Fantasia- Do diesis min Op 66 ( F. Chopin)









mercoledì 30 gennaio 2019

SENZA ALCUN RITEGNO





...e piangeva. Piangeva forte.  Davanti a lui.   Singhiozzando senza alcun ritegno di trattenuta ombra di pudore.  Proprio come fanno i bambini quando li si rimprovera la felicità per essersi sporcati nello sguazzare dentro la neve.  
Si sentiva fragile, indifesa, nuda, smarrita ed umiliata.   Eppure in quella umiliazione, intera, splendeva tutta la sua forza.   Una forza espansiva, quasi allegra, divenuta dimora, stabilendosi nella memoria come un conquistato viaggio incontro alla vita vittoriosa ciò nonostante.   Nel l' incontro col " bambino"  perso e ritrovato, e accantonato, qualche volta, nel l' angolo più basso del suo cuore. Attraverso e dentro ogni sofferenza, inferiore sempre a ogni bene portante alla primitiva Gioia, dove tutto è fusione e fuori da ogni frammentario in addivenire.

Mirka  ( frammento estrapolato dai Racconti Il Destino Nel Nome)


Le Venti, le CRI ( Ennio Morricone)



giovedì 24 gennaio 2019

DEI SOGNI ANTICIPATORE GIÀ PREESISTENTE NEL PRECONSCIO




A volte i Sogni sono una Guida sicura per comprendere l' ombra ovunque nascosta. Stancarlo e gestirne la potenziale subdola irruenza è compito nostro interpretandolo come simbolico messaggio.



Tenevo una piccola automobile rossa con radiofonica sempre in febbre di attesa e col tergicristallo sempre un poco spostato. In quella auto mobile si realizzavano le audacie dei Sogni invidiato dal grifone reale, sperimentato dagli eroi della vita vincente, e fondamentale mezzo di simbologia concreta di un Lavoro onesto, splendido e appagante.
Quando non stava in garage era parcheggiata davanti casa e con la marcia giusta già innescata. Si dà credito che al l' occhio dei passanti non potesse sfuggire l' occhio, anche se di struscio, immaginandosi attori protagonisti, e invidiosi per quel piccolo mezzo che si intuiva potesse trasportare vita luminosa, passionale e vincente.  E fu proprio Lei, la macchina, a trasmettere attraverso un sogno ciò che di li a non molto sarebbe capitato, bloccandone per sempre l' avventura più entusiasmante e sicura fra i tanti viaggi cominciati e intrapresi sino al momento della descrizione.
Esperienza vissuta da intervallati e misterioso brividi del l' anima, trasferito a qualche improvviso malanno corporale, anticipata dal Preconscio pur nel l' ancora lontano addivenire.
La sensazione di soffocare dentro il sudore, che mi prese allora, sbattendo gli occhi al nero della notte, è la medesima di questo presente di grigia giornata invernale, con la sola differenza del cuore non martellante com'è da risveglio di allora e l'assenza di sudorazione.  Identica invece è la sensazione di vuoto immediatamente a séguito. Il freddo lungo tutta la spina dorsale. Il dolore al torace. La confusione che frammentandosi schiacciava sotto la pressione di quel vuoto tremendo.

Descrizione del sogno

Baldanzosa  avevo lasciato la casa dopo aver fatto le scale saltando dei gradini, per dirigersi al l' automobile parcheggiata davanti alla casa. L' aria era fredda e gli abiti leggermente inadatti. Ma non se ne curava perché sapeva d' avere lasciato il cappotto di lana cruda sul sedile della macchina. Sono davanti alla macchina  La porta sul lato destro della guida era completamente spalancata sino ad appoggiare l' angolare a terra. Un buco nero al posto della radio.  L' immediata certezza che un ladro si fosse impadronito della mia radio, unico mezzo di comunicazione e di sicuro " piacere " oltre che  di ottima compagnia interessante. Spaventata a morte mi blocco. Rivoli di ghiaccio cominciano a scendere su tutto il mio corpo.  La percezione acutissima di un enunciato punitivo.
A distanza di qualche mese una Relazione seria, importante e preziosa per progetti entusiasmanti e chiari, ebbe la sua tragica conclusione, causata dal l' intrusione di un terzo " incomodo" superficialmente e incautamente lasciato circolare, sicura del mio potere nel gestire la vicinanza.
Purtroppo i prezzi della sottovalutazione o della sopravvalutazione nel caso specifico sono altissime. Ch'è la completezza è sempre collegata rigorosamente a  leggi universali.  Infrangendosi se n'è interrompe il flusso di continuità, spegnendo, forse per sempre, anche lo spirito vitale che anima e unisce il tutto.
Anche se tardivamente per me, in senso strettamente concreto, ho ricavato da questa ennesima lezione, la predisposizione a curare gli altri, quando è possibile,  con l' attento empatico ascolto, cercando di alleviare ogni male cagionato da questa tipologia di Esperienza, con la consapevolezza che ogni fragilità può diventare il suo esatto contrario, trasformandosi in forza rigenerante e rigenerativa se solo energicamente si affronta l' ombra che ci cammina a fianco.

Mirka





Consolazione N. 3 (  Liszt)