fiume

fiume
fiume della vita

mercoledì 30 ottobre 2013

QUANDO LA POESIA. QUANDO LA VOCE DEL POETA






 Ho pensato a quanto fossero belle nella loro malinconia le foglie in autunno quando gialle stanno ancora sull'albero.      Mi sono chinata per coglierne una appena caduta.     Non aveva più carne addosso ma dentro le vivevano una memoria di soli.

Ho guardato l'erba del mio prato cresciuta di colpo e con le foglie lunghe e affilate come denti di leone.   Ho pensato a quel contadino che sta nella valle.  Lui saprebbe cosa farne, goderne con la fatica l'odore.

Mi sono fermata davanti a un albero di melograno.    Ne ho sentito il dolce e l'aspro in ogni papilla della lingua, il palato grondava linfa..      Il Mistero della Vita.

Una mosca ha tagliato l'aria insieme all'ultima farfalla.    Una luce tiepida la spruzzò per un momento.  Prese i colori d'uno scarabeo.    Non infastidì. Sparì anche lei nella bellezza e forse nei ricordi di una risata a quattro.

Ho ascoltato distrattamente alcuni politici alla radio.  Mi sono ancora più confusa senza capirci nulla che i sofismi quando sono inventati prostituiscono il pensiero più che chiarire.   Ho provato l'avversione  di sempre per tutti i ruffianismi quando cercano di umiliare le Intelligenze della gente, il loro gran daffare per convincerli che tutto cambierà coscienti che la farsa è presente e nel prossimo futuro.    L'egoismo il loro tornaconto nella veste che ricorda il Re Nudo..

Ho avuto uno scatto l'Aspide e ho spento.

Sono andata al mercato a comprare dei fiori  per Onorare i Morti.    In una piccola città i cimiteri sembrano il prolungamento del proprio  giardino.. Bello perché si ha l'impressione di aprire l'uscio di casa in ogni momento e trovarli davanti come se fossero tornati da una lunga camminata o dal peso della spesa.     L'umore mi è tornato buono.

Ho parlato con gentilezza alla gente che ho incontrato e la gentilezza mi è rimbalzata come una palla di lana colorata.

Sono tornata a casa e ho creduto giusto viziarmi con l'amata poesia di Neruda.  Mi sono detta "Se morissi ora avrei negli occhi la Bellezza".

Poi ho addentato un panino col culatello e ho capito che ero sana anche se ipnotizzata dalla magia di quella poesia,delle cose viste nel giorno.

Gli occhi  di cangiante azzurro  e pieni di meraviglia della mia nipotina anche se solo immaginati,  i fondali del mare.    la cresta dei cavalloni di quel l'uva subacquea quando  a schiuma si ferma sulla sabbia, l'acquerello d'una foglia caduta fatto da mia madre, io che continuo a vederla col suo grembiule blu con tanti piccoli fiori colorati.   La prima ferita di muschio su una pietra bagnata.     Un altro Natale dietro l'angolo.

Mirka


"Si tu me olvidas" (Pablo Neruda)









domenica 27 ottobre 2013

QUEL DISCO IN MANO OVVERO L'IMPORTANZA DEL PERDONO



"Resta seduto al tuo tavolo e ascolta--- devi solo aspettare, stare tranquillo, immobile e in solitudine. Il mondo ti si offrirà spontaneamente per essere smascherato, non ne può fare a meno, si presenterà ai tuoi piedi". (Franz Kafka)




Lascia che la natura faccia il suo corso. Lasciando che ogni cosa si comporti in conformità con la sua natura intrinseca, tutto ciò che deve essere fatto sarà fatto. (Lao-Tzu)



A volte torna quel lampo  e così ti domandi perché quel giorno fosti così  restia ad accogliere l'invito di conciliato ripudiandone l'abbraccio.        A volte torna prepotente a bussare alla porta del cuore come lombrico che strisciando diventa dente di leone.       A volte torna come lampo che annuncia il temporale sparandosi la glottide, rompendo la falsa quiete dei pensieri che convinsero l'orgoglio d'essere nel giusto più che l'istinto in trionfatore di misericordcompagna a scorrimento di legge nelle vene.

E' vero che il male c'era stato e scheggiato di vetri aveva lasciato la strada in salita, già verde di prati, coi fischi del vento Zeffiro lusinghiero a compagnia,  e poche nuvole in cielo se non per prove affrontate e vinta.     Eppure le scaglie di ferro furono seminate e fecero danni a un cammino cominciato con passione , preparazione da campionati in sicurezze di maratoneta deviandola ad altro.     Ero si molto giovane eppure la Fenice  (teatro) era già casa se.         Ricordo come fosse ora.   
      
Passò del tempo e si continuò a marciare ignorando le piaghe,  la rabbia da Impotenza, scivolando in liquida danza di gamberi nei suoni della piccola orchestra che "qualcuno" ne guidava il preciso ritmo, perché il ritmo di quel l'insieme orchestrale era fatto da un'unica anima e ventidue corpi.       A volte ritorna alla memoria, e il furore ti prende come allora, ma sei "qui" , e bene o male, un bel pezzo di strada l'hai fatta, e dignitosa per giunta, sentendo sempre la terra a palpitazioni con gazzelle attorno, rubando comete nel regio del fuoco .   Allora devi benedire più che  farti oscurare il viso mi dico.

Fu davanti a un cinema.    Si aspettava l'autobus.    Tu da una parte del marciapiede, io dall'altra.      Ti vidi e compatta mi sono trovata impolverata di rosso porporino.    Pensai  "in questo modo lo ignoro  e sarà questo lo schiaffo che avrei voluto dare in quel tempo",  per averne volutamente bloccata la strada già sicuramente  luminosamente tracciata.       L'elettricità era nell'aria. Tu cercavi di infrangerle come un uccello tessitore quando da altezza di foglia rompe il digiuno e canta.      In bella vista un disco.     Feci a tempo a scorgerne il titolo nei suoi caratteri cubitali.   "I virtuosi di... e subito dopo un nome".   Un nome talmente "familiare" da sapere anche non vedendolo..        Il tuo era un gesto chiaramente conciliativo spalmato su labbra umide e in ascolto d'un alfabeto braille.     Stavo per cedere all'abbraccio del perdono ma.... mi si parò davanti l'autobus.     Il 78 lo ricordo bene.   Così salii con passo svelto, e i polmoni pesanti di fresco rancore pur nella sua giusta ragione ma già in dissolvenza.       Un mese dopo seppi forse anche  per lettura di giornali non ricordo bene, che la morte ti aveva accolto mettendo fine a una malattia dolorosa e affrontata con coraggiosa silenziosa dignità, lasciando invece a me il disturbo di un colore morto  accantonato dentro a un mucchio di foschia sfrigolante, a volte, come upupa per aver mancato all'appuntamento col perdono.     Avrei almeno creato erba medica per entrambi, se il mio orgoglio non avesse germinato gramigna invertendo la spontanea generosità del gesto ritirato dentro all'osso e nel midollo. 

 Mi dispiace che, se così non fosse non sarei qui a scriverlo senza alcun pudore.       Non sapevi che il male lo tesseva a te più che a una foresta disseminata a polveriera com'ero io allora... e che ora continua col tarlo del tarlo del rimpianto.  
  
Dovevo crescere per capire che, donandogli un sorriso sparato come fanno i fuochi d'artificio nel mare e visibili per chilometri e chilometri e con la gente che  li inseguono come varianti di magie o come orologi di sole sarebbe stato buono.     Buono per un cammino più libero e non con  l'impellente bisogno di riportarlo alla memoria spingendoli ad affidarlo al cartaceo dei miei diari, a un mezzo virtuale, affinché qualcuno, che sa, o che si trova a passare, stupito lo raccolga e mediti, se crede, o lo tenga per quando sarà venuto il tempo anche per lui, quello che io ho sperimentato con l' importanza del perdono.      Perdono che, pieno e senza indugio assolva da ogni possibile colpa, involontaria  (dubita non poco) non, e da me tenuto così a lungo nella grigia dimensione del rimosso.       Perché, se voglio essere onesta, questa rigidità a non concederlo, io lo sentivo come un cancello chiuso (anche se a livello inconscio) che  impedisce la fluida leggerezza, consapevole, da qualche parte, che "qualcosa" accomuna sempre l'uomo, nel bene come nel male.    Anche per la razza dannata di chi come me è poco incline ai compromessi. e, che, qualora non lo si riconoscesse in tempo, anche un cristallo purissimo potrebbe diventare palla che gira su pantano inaridito di inutili lacrime.     Perdonare non è mai presto, tardi se si indugia come sovente si fa, come ho fatto, pure ascoltando una vocina allo sbalzato del danno ricevuto, che mi dice di lasciare il perdono al Superiore bilanciere più che alla bontà del mio cuore.

A volte, come oggi, capita di pensare d'essere vivi.    Che si è restati  in piedi con l'odore selvatico dei lamponi appiccicato alle narici, della grandine che un rovo ha scorticato le ginocchia, un poco d'amaro regolato su un'ora di orologio.      Un viaggio con molte stazioni e poche soste.  Sette cadute e un'ottava per rialzarsi.     Un vagone pieno di sogni con un buco dentro, la memoria implacabile per maturare nel  cuore e nella mente.      Senza far rumore per non svegliare i morti. Oppure si.    Magari li faremmo piangere.    Per noi più che per loro.        E questo sarebbe l'atomo di bene e fortuna che, ancora loro ci regalano per riparare con un Credoun  Pater, un Ave, usciti dal fondo, perché a qualcuno bisogna pur dirlo, sentenziava con dolcezza il mio amico Gilberto esperto in terapia di dolente umanità anche e qualora negando il sorriso del Perdono.

Mirka
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"Intermezzo"  (Cavalleria Rusticana- P. Mascagni)









giovedì 24 ottobre 2013

SINO A QUANDO










Giornata densa di foschia.  Lenta.  Sonnolenta.  Pigra.  Rumori ovattati.   Metterò della musica Bata  e chissà che i tamburi non sveglino qualche divinità del tuono.    Si è alzata la nebbia.     Poco poco ma quel tanto da pensare di  tirar fuori dal garage la macchina, godere della giusta velocità e godere dell'atmosfera del panorama autunnale.         Sgranocchio un seme di zucca.   Da qualche parte ho letto che i semi fanno bene alla salute del corpo,al fegato principalmente e,allora ne ho preso un sacchetto dal negozio di frutta che ancora resiste agli assalti dei supermercati per costatarne la verità.        Lampi di pensieri mi attraversano gli occhi.    I migranti. Un sogno sepolto nel fondo del mare, la rabbia  nel vuoto riempito dal dolore per chi ce l'ha fatta,gli ominidi che ancora si fanno domande su come.     Ho pensato Come sarebbe bello che una partecipazione presa sul serio operasse in modo da tener conto seriamente di quella parte minoritaria che la società della "cricca" chiama spazzatura.      Certamente richiede un'organizzazione ugualmente seria e (politica)  che affronti l'enorme problema che continuamente si presenta. Si eviterebbero le stragi marine,il dolore di ferite mai più rimarginabili,le manifestazioni di violenza  tanto comode ai reazionari e ai razzisti ,per inveire,screditare,seminare odio e paura.     Pare che l'umanità si sia bloccata a un legname di rifiuti o in arterie sintetiche.     La vita!     Stare a galla facendo il morto oppure navigare con larghe bracciate godendo dello sforzo,godendo della pausa del "morto a galla".      Facciamo il morto a galla?  si diceva quando si era bambini e ai primi cenni di dominio su qualche onda,con la riva a un palmo della mano .  Ci si agitava solo un pò,giusto quel tanto per non far morire subito l'entusiasmo per avercela fatta e imparato, felici della prima nuotata portata a buon fine.  
  
Dal comignolo di una casa esce del fumo con l'odore del legno.   Capisco che un camino è stato acceso.   Fra poco tutta la stanza trasuderà come i fiati sul vetro quando si forma la condensa o quando l'acqua bolle nella pentola in attesa di mettere la pasta.        Passa una vecchia per strada.    Zoppica e pare sbandata.   Una giovane donna le si avvicina,le mormora qualcosa poi le da il braccio.     Ora camminano insieme.    Credo d'udirne persinouna risata.     Lampi di Cordata Umanitaria senza vera conoscenza del perchè degl'intrecci ma con la Responsabilità a non spezzarla standovi dentro.    Magari,per qualcuno,diventando schiavi per utopiche istanze d'avanguardia o semplicemente come una premessa per emanciparsi.     Mi dico ad alta voce.      Coi fischi se cambi idea se la cordata costruiva parole più che case garanti di speranza che aiuta a non indietreggiare quando il coraggio viene a meno.   
  
 Sino a quando  potremo ancora far finta che  NON esista  il bisogno che urla,vero e primordiale, senza seduzioni  per esagerare nell' avere una mano che si tende?..     .Sino a quando non si smetteràd'imbracciare   il fucile dal colpo facile e sicuro, mirato al centro con il cinismo che si può avere per un topo di fogna, con il medesimo schifo che si porta verso il diverso lasciato al libero mercato di concorrenza ai pesci d'acqua salata anzichè nutrirli d'un gesto responsabile di umanità?...      Sino a quando si continuerà a girare nel cerchio costruito da se stessi,mascherato da  finta civiltà ad evolversi mentre si moltiplicano le cellule cancerogene  per l'uranio impoverito elargito a profusione  escogitando ogni sistema per tenerlo nascosto agli occhi di chi è in buona fede e crede a chi gli ha messo tra le braccia delega,corpo e anima?..      .Sino a quando si continuerà a lavorare per la morte lasciando agli altri la Responsabilità di seppellire gli ancora vivi per i problemi  piombati sulle spalle che un sistema corrotto gli ha volutamente inchiodato perchè estraneo al suo esistere?...      Sino a quando ci si nutrirà di NON volontà per stare tutti della stessa parte del bene,  con l'impronta  d'energia che fa tremare la terra più ancora di tutti i sismi naturali,più del denaro a cui ,pare senza ombra di dubbio,si  tenga più della stessa vita,l'autonomia di pensiero più che al partito?...     Sino a quando si  continuerà a fare finta d'ignorare che il debito pubblico è stato una truffa colossale,voluta dal padroneggio bancario,dagli interessi da pagare,dell'euro,causa di molti nostri guai?...     Sino a quando  continuerà a mancare la volontà di capire che il lavoro è il primo dei bisogni dell'uomo e,che,avendolo,garantito,(e si potrebbe,eccome, cominciando a fare piazza pulita di tutti i corrotti e affaristi,ai reati dilaganti di banchieri,sul controllo delle mega navi private,alle privatizzazioni,ai privilegi del Vaticano ecc ecc)  dando poi la possibilità di godere della vista di un tramonto più che i chiassi da strada senza più alberi, senza pià il piacere di attraversarla dopo una giornata di lavoro?... 
   
Forse chissà...una seconda storia.       Quella di un'Umanità innamorata di Eros più che di Tanatos o un Punto Fermo come Utopia di Meraviglia fissata in una rigogliosa Foresta Vergine.        Caos dentro al pantano che liberamente si fa ordine navigando dentro ai sogni o dentro a un barcone di miracolo che ha prodotto l'intelligenza dell'uomo. Coi fatti e col silenzio delle  inutili parole, date in pasto ai pesci stupefatti per l'improvviso ingurgitare,subito felici di ributtare quel troppo agli ElettiDannati della terra  affinchè della parola ne continuino a fare buon uso e misurato...acqua che sgorga come sotto le dita di bibblico condottiero,di un moderno Sognatore scevro da ogni amabilità legate ai compromessi che rassicurano i piedi e la borsa.(silenziosamente rido e so anche perchè.).

L'ultimo seme di zucca è finito.       Lascerò che prenda  il  posto l'Agha, quel tamburo regalatomi tanto tempo fa da un'amico a cui la gioia di suonarlo non venne mai meno .       Domani mattina e all'alba sarà nuovamente pronta  la scena per un nuovo festival.        I lampi che si rincorrono a ritmo di riarmo in una giornata così.      Tra foschia e un raggio di sole.     Pallido come le foglie d'autunno cadute sul selciato di casa mia e radunate in mucchi bagnate dalla pioggia e già in odore di putredine.

Mirka


"Kyrie"  (Petite Messe Solennelle-  G. Rossini)




lunedì 21 ottobre 2013

QUIETE

Dentro i piaceri la sera



Si rigenerò la terra dai sussulti della pioggia.

Rallentò il cuore in una vuota quiete...



Mirka





"Sospiri"  ( Adagio-Op.70 Do Major E.Elgar)


domenica 20 ottobre 2013

STALKING E ALCUNE VARIANTI SENZA VOLER TOGLIERE IL MESTIERE A NESSUNO.



scatto per divertirsi con ombre luci penombre di segni apparsi sul muro


Giorni fa mi trovavo fra amici e,a mezzo dei vari argomenti trattati, ne catturò la mia attenzione uno in particolare,anche perchè chi sollevò la questione la stava vivendo sulla propria pelle.   Ne è uscito una varietà di supposizioni-congetture e qualche analisi che ho approfondito poi nel silenzio della mia casa e legandolo ai miei pensieri,giacchè con lo stalking tutti abbiamo avuto a che fare,fosse solo per averne sentito la cronaca quasi ogni giorno dai giornali,dalla tv o per avuto a che fare anche se in forma non grave ma che ci ha procurato irritazione e fastidio o comunque con un senso preciso di violazione alla nostra libertà,alla nostra privacy.
Ci siamo domandati quali potessero essere le dinamiche che spingono l'uomo a delle forme così scorrette, cattive,turbative per il suo equilibrio sino a diventare veri e propri  sintomi patologici da risultare pericolosi per gli altri.        Se proviamo a chiederlo a uno di questi disturbatori,sicuramente si rifugerebbero in scuse deboli o talmente ridicole da far sorridere noi per avergli posto la domanda.   "Sono innamorata/o.  Mi diverte.  Voglio entrargli nel cervello.  Debbo fargli sentire che ci sono. Che io sono la più forte,il più forte".   Tutto poco attendibile,nella realtà e dentro a questa invadenza tirannica dove si nasconde il sintomo, violento,distruttivo,sadico,una paranoia in penombra,insomma.     Perchè chi si accaparra lo spazio altrui,lo viola recando gravi danni all'autonomia dell'altro procurandogli ansia e a volte persino panico.

 Ma com'è il profilo dello stalking? .   Sicuramente una personalità disturbata e con fantasie di onnipotenza celata sotto l'impassibilità ma con un retroterra così multiplo di varianti da permetterne la costante tensione sino a degenerare in drammatici conflitti dove l'aggressività regna a canale che va a parare dentro l'inconscio.      Un cul-de-sac  da cui si evince un'umano disperato si,ma da tenere d'occhio,perchè ogni cosa che fa è diretta ad infiacchire la vittima prescelta sino a distruggerla, con un'energia concentrata e mirata che non trova soddisfazione se non nell'esercizio d'applicarla con metodo e con scienza.

 Una patologia forse latente da sempre.   Diffusa più di quello che si può immaginare e,insospettata perchè nell'apparenza si ha a che fare con una persona normalissima.   Normale sino a quando non si creano le circostanze da permettergli la fuoriuscita di una patologia nascosta.  Tante sono le teste che si muovono attorno a noi,all'insaputa di noi,che aspettano l'occasione di recare danni verso qualcuno,anche sconosciuto, ma che gli ricorda un qualcosa di  rimosso.   In loro,nascosto,vive acquattata e pronta a balzare la bestia, quella che farà soffrire o comunque seminarà della pena attraverso svariate forme.      Elemento primario emergente dal suo carattere è la diffidenza e una certa palese malignità.      Volendo fare un passo indietro potremo scoprire che,probabilmente fu molto legato alla madre che incoraggiava questa diffidenza portandola all'esasperazione, con un padre autoritario e insieme debole ma con una venerazione alle classi sociali più elevate verso cui portava  sottomissione..  Una certa timidezza verso l'altro sesso, forse originata dalle fisse della madre, provocando nella persona in questione un senso d'impotenza, d'ineguatezza, con narcisismo portato all'estremo, qualche gelosia  profonda per un consanguineo (fratello/sorella) di cui ne intuiva tutte quelle qualità che a lui mancavano o che non avrebbe mai posseduto      In ogni caso  l'atmosfera  respirata nell'infanzia, non dovette mai conoscereil fresco dell'autenticità,nè di vera onestà,piuttosto ne respirò l'aridità,la pedanteria ,un pressochè-di morto che giocò non poco nella sua formazione bloccandola invece di aiutarla  a crescere,con l' incoraggiamento ad arricchirsi di suo e a fortificarsi nelle sue debolezze.     Costante che rimarrà per tutta la vita, in quegl' impulsi a danneggiare gli altri,umiliandoli in pubblico o con parole sprezzanti e tali da inficiare il valore dell'altro.    Caratteriarmente autoritarista, pignolo, metodologico,spietato e vigliacco ma con una facciata accattivante, gentile,coraggiosa, leale.  Predisposto ad imparare alla svelta ciò che poteva servire ai suoi obiettivi restando tuttavia sempre alla superficie.

Da sempre sono esistiti questi soggetti (la Storia,la guerra,la crudeltà ce lo dicono senza incertezza che faccia sorgere dubbio d'altro.   Oggi può essere presente sotto i nostri occhi,dietro l'angolo di casa,rubando un N. di Cel e farlo diventare un custode di prigione a vita.

Alla mente mi torna un pensiero di Basaglia estrapolato dall'Utopia della Realtà "L'enigma della soggettività-indagine che vede avvicinare l'uomo nel suo comportamento  di fronte al mondo,l'uomo che è libero di plasmare razionalmente se stesso e il mondo che lo circonda.    La soggettività umana è l'enigma  centrale di ogni scienza,lo studio dell'Io col proprio corpo,del corpo come proprio corpo col corpo d'altri perchè il corpo nella sua ambigua polarità di soggetto oggetto gioca un ruolo centrale nel determinare  delle modificazioni strutturali cui si assiste nella patologia mentale.   Esperienza più profonda ed insieme la più ambigua delle percezioni diventando così l'esperienza corporea la più fragile delle esperienze.


Rifletto e mi dico: Si, tutto è sottoposto al vaglio dell'inconscio fatto corpo d'mpulsi e di azioni che passano attraverso la fisicità e,che,se non diventano  coscienza saranno strumento d'infelicità permanente,di involuzioni,di paura invece che coraggio. Quel coraggio che permette alla vita di trionfare malgrado le infinite prove,incertezze, difficoltà d'essere soprattutto perchè dentro non si è liberi ma obbligati a un cammino appesantito da un'archivio segreto  che imbriglia portando a deviare dalla strada maestra.    Quella che avrebbe "scelto", il soggetto in questione, mettendo chiarezza nell'oscurità, lasciando libero il massimo sviluppo, sicuro e tranquillo ,percependo che la legge del mutamento costante vi avrebbe operato senza alcun sforzo Se.

Mirka




"Pietà Signore"  ( Aria di Chiesa -A.Stradella)



venerdì 18 ottobre 2013

CONTRASTI



 o nuvola...abbi almeno tu  la bontà di compiacermi







 Alla dolente tristezza contrappongo "sempre"  la freddezza della ragione.

Così ho risposto a un signore, molto gentile, che dichiarava di trovarmi in gran forma.      E mai fui più bugiarda

Mirka






"Intermezzo "  (Op 118 N.3  A.Major.J.Brahms)












mercoledì 16 ottobre 2013

FLASH-OVVERO COME SOPRAVVIVERE ALLA NOIA

 "Porta dentro di te la tua guida e il tuo maestro".  (i vangeli gnostici)



Scrosciava la pioggia come le chiacchere che riempivano quel salotto lussuoso.

La noia albeggiava stridendo di brutto.

Chiusi gli occhi.  Mi salvai su  vibrazioni antiche.

Mi sono detta;  "Cerca in tutti i modi di rendere la tua vita coerente con le tue  convinzioni.  Ti sopravviverai a ogni sventura,più o meno grande, sempre che, anche l'immaginazione ti sia vicina,la forza di cercarla non si arrenda malgrado le difficoltà,malgrado l'inevitabile riempimento... Non è illusione e neppure magia da prestigiatori del pensiero, ma una questione di pratica sana si."     Per quel giorno,almeno, vidi tutti i colori racchiusi in ogni suono.    E...uscendo dalla sala sorrisi a tutti. Naturalmente e con semplicità 

Mirka




"Non la sospiri la nostra casetta"  (  Atto I  Tosca- G.Puccini)







domenica 13 ottobre 2013

NON TI FIDAR SE PARE PRIMAVERA









Fu sole e parve estate.  Stesi la copertina bianca  per riporla dopo che ne avesse preso tutta l'aria calda e buona.   Era così bello tutto intorno che istintivo mi venne d'allargare le braccia come fa una gatta quando si adagia con la pancia in sù per felicità o per prendere carezze prudenti.     Una foglia secca cadde ai miei piedi.   Li sfiorò e io guardai a lei come si guarda una cosa che solo poco prima era viva.   Mi venne di fare spicciola filosofia domandandomi se,quella foglia nella sua caduta avesse avuto coscienza  che con  l'autunno  anche il suo tempo sarebbe finito.      Mi risposi che no,non non avrebbe avuto coscienza ma una naturale accettazione di finire per lasciare il posto ad altro.       Storia simmetrica della nostra vita d'umani   Però a me fece male anche se mi prevenne da una polmonite.

Ero vestita con poco. Una vestaglia di seta e ai piedi delle babbuce orientali che avevo comprato in un bazaar quando ero andata in Egitto tanto tempo fa.     Vedevo attorno a me quella "stagion beata" da sentirla anche nel sangue.   Sarà perchè sono nata in giorno di fine aprile che precede un maggio (quante persone care nate in quel mese!) e continuo a sentirla mia.    In quella stagione  niente è fermo.    Tutto è un lavoro sotto e sopra la terra.     Tutto splende di luci,rosse,violette,verdi,azzurre e niente è ipocrisia solo frenesia che lievita lievita.       Una freccia di freddo mi  fece chiudere in fretta le  braccia stese per accogliere quel sole traditore.    Più in fretta che potevo raccolsi la copertina che avevo steso,sentendomi  ugualmente felice perchè qualcosa di bello avevo goduto anche se non avevo potuto catturarlo a lungo.    Come l'amore. Quell'amore di cui i poeti sanno parlare.     Quello che trascende l'amato/a e che ci fa sentire più vicini a Dio o comunque all'alto.     E se Dio è in tutte le cose,l'Amore è ovunque.   mi dicevo.   Nell'abbraccio che ti protegge,. Nell'improvviso d'un bacio dato sotto a un'albero o su un gradino di scala,per dire a qualcuno ti voglio bene.     Essere felici della "sua" felicità quando gli occhi s'ncontrano e vicendevolmente sorridono e ogni freddo o confusione sembra sparire.  Ed è lì che capisci quanto siano distanti tra loroil falso dal vero e te lo tieni ben stretto al cuore,là dove stanno le cose più intime. Quelle che non si dicono mai perchè sono il nostro vero Io fatto della più lievi impercettibili sfumature che danno sostanza al tempo.    Tocchi gentili,una abat-jour alla sera che si divide.     Dirsi col sentore di garofano nell'aria con lui/lei ho provato tutti i tipi di amore in una sola volta.   Poi...una capriola sul letto o sul divano a manifestare la più grande delle gioie senza pensare che non hai più la schiena elastica dei tuoi vent'anni spavaldi,meravigliandoti perchè quando ti alzi sei più agile di prima. Ogni altra cosa è nient'altro che illusione ottica,funzione principale che subito si fiacca e annoia,capriccio senz'Alba su cui incollarsi e poi allegramente attingere energia dai doveri del giorno senza che l'incubo d'una cambiale lasciata in sospeso da qualche prefetto diventi ansia da strada ferrata.  

Mirka


"Three birds of Paradise"  (da trois chansons- M.Ravel)




venerdì 11 ottobre 2013

SETTI LUIGI -POLITICA E CRITICA




Tra il divertimento che mi regalo ogni giorno perchè mi fa stare bene e quello di una riflessione seria che non scarto mai perchè dinamizza i miei neuroni, cerco di divulgare la seconda perchè può essere utile a tutti, e le incollo passando la parola, o se più aggrada, il fermo di lettura,la vista,l'ascolto. Grazie. 

Mirka












Sbagliare è umano perseverare è diabolico diceva  così un vecchio e autorevole detto popolare, io aggiungo che in realtà a volte, il giudizio, seppur duro, mi pare esageratamente generoso. Dopo elezioni in cui l’ennesima non vittoria della sinistra portava ad una serie notevole di figuracce davvero inimmaginabili solo un paio d’anni fa, figuracce culminate nella palese anarchia interna al partito e allo schieramento, nella brutta vicenda ancora non completamente chiarita della elezione del Presidente della Repubblica, in una palese e vistosa difficoltà di rapporto con la propria base ( vedi tesseramento e vistoso calo dei volontari alle feste democratiche), arriva la tanto attesa inversione di tendenza, il Governo Letta non è niente di eccezionale ma è l’unico possibile ed è almeno dignitoso, l’immagine internazionale e i mercati ci ridanno un po’ di fiducia, la vita del P.D. diventa più normale pur nell’ambito della competizione congressuale, il partito appare rinfrancato, e la scelta governativa, pur impropria e indigesta, appare come l’unica via di salvezza a cui questa nazione si possa aggrappare. I sondaggi cominciano a premiare il P.D. come più convinto protagonista, l’Europa ci promuove, i poteri forti tutti incoraggiano il governo e la sua stabilità. Persino Berlusconi e Forza Italia sbagliano i calcoli, perdono la testa, si dividono, vanno ad una conta storica la cui conclusione fa pensare ai cittadini non Berlusconiani fanatici  finalmente ci siamo, la situazione si normalizzerà, finirà una epoca e se ne aprirà un’altra, finalmente si vedranno facce nuove, nuovi argomenti, finalmente prenderà le redini del comando una nuova generazione di dirigenti, magari  dirigenti modesti e inesperti, ma seri e più umili di chi li ha preceduti, finalmente si creeranno le condizioni per affrontare i problemi dell’Italia e degli Italiani e di chiudere una pagina di centralismo Berlusconiano in cui le leggi ad personam e gli interessi aziendali erano il vero e quasi unico fine di ogni dibattito politico. In questo quadro di grandi prospettive di sviluppo democratico, garantito autorevolmente dai mercati, dall’Europa e dal presidente Napolitano, appare ai più in modo evidente come gli sviluppi successivi siano preordinati e ben definiti,  caratterizzati da stabilità di governo e dalla realizzazione di grandi riforme in attesa di tornare finalmente alle urne in un mondo più normale dove a prevalere sarà il consenso alle idee e ai programmi,  insomma, se tutto andrà come deve andare non c’è più spazio per i disturbatori, che siano Falchi del P.D.L. ,Grillini, no T.A.V. o semplicemente Renziani così come appare evidente che anche stavolta il P.D. appare il partito predestinato a salvare l’Italia, l’unico che può garantire stabilità e affidabilità, l’unico che potrà e dovrà vincere le prossime elezioni, l’unico che potrà raccogliere il consenso dei moderati che si ritengono di centrosinistra garantendo la continuità del governo e il raggiungimento degli obiettivi, il clima cambia rapidamente, nei bar rintona l’ottimismo, la base storica della sinistra e degli indecisi risolleva la testa, la stampa ogni giorno evidenzia l’ineluttabile percorso e sancisce i nuovi futuri successi.
Tutto bene?  No, il P.D. c’è ancora ed è sempre lo stesso, i suoi dirigenti sono gli stessi, la capacità autolesionista è intatta, quindi, forti della nuova maggioranza politica si accelera su quelli che sono definiti “i principali problemi del paese”, si comincia con il rafforzare la campagna sui diritti civili cambiando sui  moduli pubblici la dicitura di padre e madre in genitore, si scaldano i motori sul tema del  dell’omofobia (tema  sicuramente rilevante ma anche in grado di dividere persone con cultura e sensibilità profondamente diverse), si introduce il tema dell’indulto e dell’amnistia ( così come proposto dal Presidente Napolitano) e subito dopo, con procedura d’urgenza si comincia a smantellare la Bossi – Fini sull’onda di una emotività e di una indignazione sacrosante per sostituirla con una legislazione ancora non chiara ma certamente ispirata all’accoglienza, allo Jus soli, all’integrazione, al rispetto delle culture altrui anche quando poco rispettose della nostra e il tutto condito da un dibattito molto ambiguo sull’I.M.U. e un aumento dell’I.V.A. ormai nemmeno più  in discussione. Insomma, ci risiamo, le lezioni non servono, non sono proprio capite, questo gruppo dirigente non ha nel proprio D.N.A. la capacità di capire.  Questo gruppo dirigente davvero pensa che le priorità scelte dal partito o peggio ancora da qualche senatore o deputato siano vissute come tali dall’intero paese?  Davvero il gruppo dirigente pensa che con questi argomenti si ottenga il consenso della gente e che  non  sia vero esattamente il contrario? Quando si dice che per salvare il paese si dovranno prendere provvedimenti impopolari, davvero ci si riferisce a questi temi o è  più saggio prendere atto che in Italia la maggioranza degli Italiani è profondamente contraria ad indulti ed amnistie, ad una immigrazione massiccia e  con poche regole, quasi una invasione,  a diritti civili che con la scusa del rispetto di tutti finiscono spesso  con l’umiliare i valori più profondi e più radicati sia nei cittadini che hanno votato a destra sia in quelli che hanno votato a sinistra.  La sinistra rifletta attentamente, per un mese è stata costretta dalle circostanze e dall’Europa a porre al centro del dibattito e dell’azione governativa  i problemi del paese, del debito pubblico, della disoccupazione, della spesa pubblica e della burocrazia,  l’On. Enrico Letta è sembrato voler affrontare concretamente questi problemi con tenacia e competenza e la sinistra ha subito recuperato, guadagnato consensi, generato speranze, poi, appena recuperata la normalità  è tornato tutto come prima, il partito si divide, i temi proposti non sono quelli attesi dalla maggioranza della gente, nei bar torna la sfiducia, tanti elettori del P.D. ritornano dubbiosi, gli avversari si fregano le mani e si preparano ad una campagna elettorale che non può che ripetere ciò che è già avvenuto, perché la sinistra si rassegni, non è che i cittadini non hanno capito, hanno capito benissimo, solo che non sono d’accordo con loro, per dirla con le loro parole su certi temi sono un po’ meno di sinistra dei loro dirigenti.
Si dirà che un partito non può snaturare se stesso, i propri valori, si dirà che è meglio perdere che vincere dando ragione all’avversario, io dico che cercare un giusto equilibrio tra ciò che si ritiene giusto e ciò che è largamente maggioritario nel sentire comune della gente normale è un esercizio importante di democrazia e di buon senso e dico anche che il non farlo è solo segno di una arroganza intellettuale un po’ snobistica quasi incompatibile con l’essere un partito di massa, si rifletta, forse si è ancora in tempo, più per demeriti altrui che per m eriti propri, cerchiamo di non essere diabolici nell’autolesionismo esasperato, ha ragione Renzi, si può ancora vincere e vincere è importante solo se questo corrisponde davvero all’interesse del paese.

Setti Luigi   (Gazzetta di Reggio-11 /10/2013)





"Cirano"   ( F.Guccini)




mercoledì 9 ottobre 2013

UN'ALTRO BACIO



Ha piovuto forte stanotte.  Stamattina c'era odore di marcio nell'aria.    Profezia di un mutamento alla terra,.alla stagione,all'amore,a tutto,a tutto.  
Un piccolo sole ha fatto capolino rimescolando il sangue,riscaldando tutta la casa.  Pareva.     Ho aperto subito la finestra.     Volevo che quel piccolo sole di pudore diventasse audace come l'avventura del vivere quando si comincia.     Tra il rosso del fogliame il sole ha baluginato per un pò come fanno i candelabri nelle chiese o gli occhi di lumaca,o i volti che amavi  e che ora mancano.      I pensieri fatti di minuzie o di cose immense e che ora impazzano dietro quel fogliame rosso in un bisbiglio come di labbra.    E ricordi un'ultima volta.
"Come sei bella. Troppo da non sembrare vera" dicevi tra l'erba alta,l'ortica...le selvatiche balsamine. "Lasciati guardare.  Non muoverti.  No, prima abbracciami. No. Resta ferma ma stammi vicino.    Tu sai che i miei tormenti, la mia angoscia spariscono dalla mia anima quando mi sei vicino e tutto diventa sogno.  Ho sete di sogni lo sai e ti amo.  Lasciami guardare  gli occhi, quegli strani magnifici cieli dov'è così bello perdersi".       Odore degli ultimi lillà.     I nostri pensieri sotto la bianca magia della luna.      "Do ve sei? Perchè così muta?... Dove voli col pensiero,bimba?   Via quella faccia crucciata!    Pensami,cerca di sentirmi.   Voglimi bene.   Che fai?... Piangi?... "No"!    Non piangere.  Sii felice ,poichè vi sono due categorie di persone al mondo; quelle che hanno conosciuto l'amore e quelle che no.  Noi siamo tra quelle prime e le eccezioni hanno cose eccezionali da pagare.    E ora baciami come sai fare tu.      Pronta col sorriso?...Fuori quel gorgoglio di pancia bambina!... Sai che il tuo mondo infantile mi fa delirare."             "A cosa giochiamo questa volta?"   lo subissò lei alzandosi a metà, appoggiandosi  tutta a un  gomito con la leggerezza d'una farfalla e  barattando le labbra con le stelle.  "Dammi un bacio.    Fammi stare ancora con te.  Poi  me ne andrò,mentre le lacrime trotterreranno da un punto all'altro come grandine e si asciugheranno veloci solo  per ritornare più lucenti per il riflesso delle stelle.    Un bacio voglio,adesso!"     "Ma te l'ho dato"   "Non è vero!"  "Bugiardo!"    Eccone un'altro allora".     "Non l'ho sentito!"       E il silenzio era sceso fatto di grilli.      "Un bacio!"   "Un'altro bacio"   "Ancora!..." ...

E così che,in questo racconto,interrotto qui, si capisce quanto lo straordinario abbia il suo prezzo nella vita. Forse è per questo che si attacca lite facilmente anche col sole.   Le stelle...occhi senza espressione.

Mirka


Morte di Desdemona" (Otello -G.Verdi) 


 



martedì 8 ottobre 2013

L'ALBA.IL CAFFE'- OMAGGIO A G.VERDI

divertimento da cell







L'alba innondava di colori la terra.   Il caffè fumava nella tazzina di porcellana blu.   Una mano restò incerta sul daffarsi.     Solo gli occhi parevano scavare dove solo a Dio è permesso.   "Ti ho mai detto che mi piace il caffè dolcificato col miele,denso,granuloso,ambrato,quando non lo prendo amaro?"   disse la donna alzando la tazzina con dentro il caffè come di prima volta e guardando l'uomo che conosceva da una vita mentre il naso cominciava a sgocciolare,una lacrima fuori luogo si aggiunse al caffè.    "Ma che strano sapore,oggi"  si disse la donna perdendosi nei pensieri forse neppure suoi.

Mirka


"Coro delle zingarelle(Traviata-G.Verdi)




"Coro de gitanos" (Trovatore-G.Verdi)

domenica 6 ottobre 2013

PENSIERO IN SINTESI




Divertimenti da cellulare





Il POTERE è cricca.   Sempre.   Il resto  una  CORDATA  faticosa che spesso si spezza.

CAMALEONTE      il primo che molla la sua pelle in ogni angolo di via, scura e mai illuminata dal sole nè da una lacrima per cipolla, 

UTOPIA    sospesa nell'infinito di un sogno, granelli di terra rossa  in vena. Furore vanificato dall'indifferenza di sudari in cammino. ..

Questo ho pensato mentre centellinavo un caldissimo caffè, nero e senza zucchero, in piedi, mentre guardavo  la pioggia scendere, in una mattina di domenica nei primi giorni di ottobre, con la domanda lasciata a mezz'aria, del perché quando piove anche tu ne accompagni il pianto..     E mai pensiero fu più convinto anche nel sentire.


Mirka



"Un di all'azzurro spazio"  (Andrea Chénier-U. Giordano)




giovedì 3 ottobre 2013

ENRICO GIARDINO - COSI' ANCHE TU SEI PARTITO AMICO CHE MAI CONOBBE LA RESA AL SOGNO, ALLA LOTTA


     


Sei Vita mentre voli via, Amico.  Uccello carico solo delle tue Ali  Bianche. Ma...non dovevi farmi questo servizio da parete!


                                                     



Questa volta m'hai colto di sorpresa e non ero preparata.   Non è da me, consapevole di "sentirmi" gli avvenimenti come un cavallo che fiuta l'arrivo del nemico.   Eppure è stato così.    Con un  puf  talmente lieve che non fosse di disturbo neppure per la tua  Compagna di vita che ti stava accanto.  Era la morte che desiderava, ma per chi resta, il  VUOTO prima che si creasse il mondo.     Si pensa sempre che il BENE debba essere un diritto a continuare e quando viene a mancare NON VUOI crederci..Lo neghi come realtà, lo rifiuti e invece sai che devi accettare anche questo tipo d'improvviso mancamento che sbanda non poco.    Perché tu, con la tua coerenza, col tuo altissimo valore morale, ben inciso nella tua coscienza di intellettuale, laico, razionale, umano, che ha sempre messo al centro l'uomo coi suoi bisogni reali, la sua dignità, scalzata quando questi  "bisogni" non sono riconosciuti come altrettanti valori di risorse a cui attingere per il bene della collettività, in quel l'ingranaggio complesso che lo sostiene e che, senza il quale, l'idea, il pensiero, l'azione, l'uomo, l'evoluzione di se stessi e della società sono irreparabilmente frenate, bloccate, se non perse per sempre.

Quanti anni spartiti, spinti dalla stessa passione civile che non ci faceva adeguare a nessun tentativo di omologazione, di comodo, di ibernazione intellettiva, di immobilismo storico asociale, che stagna e inquina invece che percorrerne l'avanzata del cambiamento.    Quello che nasce dall'impeto che dissacra per far uscire le verità bellamente occultate, renderle un vivaio per poter esprimere i fatti del nostro tempo, senza per questo sentirsi profeti,ma semplici operai che eseguono un'ordinazione sociale, nella lucida e integerrima coscienza che non tergiversa per qualche ampia e sciolta idea a definire il dramma originale che della passione ne fece arma e rigore di morale .        Tu come scienziato (ingegnere dirigente in RAI), io come esecutrice di musica affiancata alla lotta, ma col pallino di migliorare il mondo sbugiardandolo da ogni menzogna, dagli umboni menti abili quanto involutivo e reazionari, contro la finzione di un buonismo solo apparente, travestito da trasformismo psicologico, dalle ciniche furberie di Palazzo.        Ricordi Amico, le lotte (ahimè inutili e beffate) dentro e fuori dalle sedi RAI e finite sotto il Cavallo di Troia?...  Com'era bello  credere che, le febbri che ci tenevano alzate la notte, quasi allegramente, fossero sufficienti per organizzare un movimento forte e invincibile, dopo aver attentamente selezionato i probabili crumiri  (Scilipoti ) e farne un bel fuoco di ribaltone pieno di quell'energia che ci esplodeva dentro, d'idee e sentimenti suscitatori di umani problemi, attraverso la mediazione critica delle acquisizioni più vitali di un nuovo mondo, rivoluzionario solo per la ricostruzione di valori caduti a terra e calpestati?...     Alla fine però, fummo "noi" a dover lasciare il campo, ben decisi però che la lotta avrebbe dovuto proseguire. Sempre e altrove.  Sulle piazze,tra la gente,sui blog.     L'ultimo (il tuo) l'hai scritto due giorni fa su Pickline e su quello di Blog Taormina.  CAPITALISMO FABBRICA DI povertà  erano le tue tematiche.    Anche lì volli darti un segno riconoscibile che c'ero.     C'ero sempre.    Al tuo fianco anche se distanti per chilometri.      Ma...fu anche l'ultimo.    L'ultimo comunque, per ricordarsi il cammino Impegnato e fatto insieme, e due poesie. La tua  "L'altra metà del cielo (A tutte le donne del mondo) quella di Catullo "Presso la tomba del fratello".

Ti abbraccio con l'affetto di sempre. Quello che finisce con noi per trasformarsi ad altra Energia costituente.   
   

 Vittoria la tua splendida e dolce compagna di una vita, può intuire quanta profondità ci sia dentro tutto ciò che ho scritto per te.     Umile ma doveroso tributo che faccio al tuo valore, all'amicizia con l'A maiuscola, alle  Ceneri di OGGI perché si espandano ovunque come luce immortale.     Come lo fu per altri grandi che ti precedettero, e che continueranno ad esserci malgrado le tante brutture che genera il male.  Profonda stima,considerazione, e affetto tenevi per mia madre. Ora l'hai raggiunta per continuarne l'ascolto e i calorosi dibattiti in festa come da sempre.

 Sit tibi terra levis.  
    
Ciao.     Il nostro è stato un bel viaggio, con  lo sguardo che guardava il mondo in tutti i suoi repentini mutamenti, sempre pronti a tradire le faticose verità conquistate, la Speranza che, onestà e intelligenza avessero sempre la meglio.     So che continuerà ad esserci affinché le tue orme restino un'impronta preziosa per ogni cammino di chi crede nel valore di quella Carta Dei Diritti per la quale ai lottato con tutta l'anima, e l'Illuminismo intellettivo che ti contraddistinguevano da subito come biglietto da visita, che ha "solo quello" come presentazione.    Per chi non ricorda o ha perso la strada, per ritrovarla e lasciare a sua volta quello che conta.

Mirka



L'altra metà del cielo...A tutte le donne del mondo

A quelle che lottano con coraggio e con lucida perseveranza
A quelle che donano la vita e il coraggio di vivere e di lottare
A quelle che offrono saggezza,gioia,amore,dignità e speranza
A quelle che soffrono,immaginando un mondo da conquistare

A quelle che non hanno paura della solitudine e della prepotenza
A quelle che sopportano il peso della casa e del lavoro maschilista
A quelle che sognano e creano con fantasia e competenza
che combattono le ingiustizie, i soprusi, la barbaria imperialista...

A tutte costoro dobbiamo ammirazione, gratitudine, amore...
Con loro e grazie a loro conquisteremo un mondo migliore.

ENRICO GIARDINO

 

"Venuto fra tante distese di genti e di acque,
ti reco,o fratello, l'offerta di un rito dolente
per rendere l'omaggio supremo dovuto alla morte
e dire vane parole al suo cenere muto,
poiché la fortuna mi tolse la tua umana presenza,
sventurato fratello a me ingiustamente rapito.
Ma questo,che è antico costume dei padri,
con l'ultimo triste saluto rivolto alla tomba,
accoglilo asperso di molto pianto fraterno,
e ancora,o fratello,salute in eterno ed addio." 

(Catullo)




"Ave Verum" ( K.618 W.A.Mozart)


"Il Silenzio" (Nini Rosso)