fiume

fiume
fiume della vita

domenica 26 febbraio 2017

E ALL'IMPROVVISO IL MIAGOLIO DEI GATTI


Com'è silenziosa la casa senza i bengalini
 e 
senza il nobile Omero quando faceva le fusa dopo gli sbadigli!

Eppure 

anche il silenzio ha la sua potenza. 

Una potenza che a sé  ha richiamato
 i 
demoni e un Arcangelo che li spazza via. 

 Risuonò la stanza di ricordi
 e
 nel l'improvviso di miagolii 
la visione del primo mandorlo in fiore. 

 Il domani è qui.       


   Mirka"Zorba


"Duetto buffo di due gatti"  (Gioacchino Rossini)



giovedì 23 febbraio 2017

SONO UNA CHE PIANGE




 Si. Sono una che piange.   

Confesso la mia fragilità
ho la lacrima in tasca
un fiore 
un vagito 
la mia nipotina quando mi volta la testa
 e subito mi allunga la piccola mano
un bimbo sconosciuto che mi sorride
un vecchio che senza parlare mi chiede
e  io l' accompagno per un pezzo di strada
me stessa
 quando ripercorrendo ogni strada in
salita 
rifletto su gli incanti d'allora
i disincanti accennanti al l'intuito del l'occhio
 come solchi ramificati nel deserto del l' oggi.   

Sono una che piange 
  su ogni inizio 
su ogni pietra incontrata 
 su ogni finale glorioso rovesciato alla beffa
sconvolta e inerme 
di fronte alla gigantesca forza
che l'uomo si trova addosso quando
 comincia una partita
lo sbriciolamento d'energia quando
 la perde. 

 Sono una che piange 
apparentemente per un niente 
come per ogni marcia nuziale 
per il va Pensiero di un a solo o 
per la immensa schiuma umana
 quando colora la piazza 
 l'inno Dei lavoratori mi scuote come
 ogni favola raccontata ai miei figli 
 insomma si

 sono una che piange.
 Ma in ogni goccia del mio pianto vive
 l'autenticità 
della logica strettissima del 
numero che si rapporta all'altro e
architettura diventa 
come può essere la vita 
la vita di ognuno 
la vita di tutti 
 compatta e idealmente perfetta ma 
che all'urto ben centrato 
crolla
 senza sorprendersi
 più di tanto se non per quel
 muscolo che accenna il pianto 
senza vergogna 
del torrente che lo seguirà 
 muto 
 o nel fragore di un singhiozzo.


  Sono una che piange 
con l'urgenza di liberarsi 
 o perdersi in quel pianto
come un panorama visto 
da un treno in corsa
 e una vertigine quasi allegra l'assale.

 Sono una che piange
 davvero 
 anche se a volte stenta a conoscere i motivi
o volutamente prova a rimuovere
 per affrontarli brutalmente
 o sulla punta del fioretto
 poi
consapevole che in ogni goccia
 di quel pianto libero o oltrepassato
 contiene tutta me. 

Sono una che piange
anche quando è costretta a dire
No 
mentre il cuore grida 
altro non ho
 che un 
no
fatto di pianto.


Mirka

"Colorblind"  (film -Cruel Intentions)

venerdì 17 febbraio 2017

DISSOLVENZE





Assolvo con un atto di
            volontà
ogni esperienza vissuta
 in festa e anche no
al fine che la mente 
abbia la sua giusta
             quiete
 ma  libero resti quel filo indistinto
 di malinconia
    canina.

 Una suggestione di dissonanze 
                          in             dissolvimento 
     con la volontà 
che  almeno 
                    una 
 continui vibrante
 il suo tessere di telaio
 su l' ordito del finissimo audace
 sollevando soli e uno stellato punteggio
                   unificato.

Testimonianza di un passaggio
 relazionato al
                       tutto.

O almeno questo furono i 
 desideri
 da cui prese il via ogni viaggio aperto
                                in mnemonico canto
 dove vibrò la notte e il  giorno
 pieno del suo umido umorismo  formato
                                                          bandiera. 

Mirka. (Emib)





"Emmanuel" (Autumn  - Lucia Micarelli -Chris Botti)




mercoledì 15 febbraio 2017

BAN BANG




Karina non gli toglieva gli occhi da dosso. Poi diretta come il bisturi di un chirurgo avvezzo a non sbagliare gli domandò: " A chi pensavi con quelle risposte perfette?"  "A un Ideale gli rispose Enrico.  " Un ideale a misura d'uomo e col beneplacito cosmico" . Il silenzio riempì l'aria di un assolo vibrante da tante minuscole frequenze mentre la stanza buia prendeva fuoco dal sole.   Quello che non abbaglia ma illuminando guida.  Karina spalancò gli occhi come lune crescenti e biascicò: "Ma come? Non ricordi che si faceva la guerra anche di giorno?"  Il volto dell'uomo fu attraversato da un sorriso enigmatico.  L'aria si vuotò dal silenzio riempiendosi di uno strano profumo solido come cera d'api. Una fragranza che penetrava la psiche in tanti piccoli solchi informi come spinti da una forza fisica che reagisce all'altra dandogli il sembiante di una creatura vivente in perpetuo mutamento ma indivisibile dalla sua essenza originaria. E l'odore che si sentiva nell'aria sapeva di vulva lasciata sulle dita. O di vagina quando abortisce senza il ricordo fluido e scivoloso del piacere che l'aveva generato. Poi ... il bang bang dell'odore acre di uno sparo lasciato ai tanti palloncini scoppiati e finiti nella crepa della terra dove germogliano e si rafforzano le radici di un grande albero con foglie e frutti.  

 Mirka  (estrapolato dai Racconti Il Destino nel nome)


"Bang bang"


giovedì 9 febbraio 2017

IN-FINITO DA CAPO



Eri nel l'aria           poi
 nel passo lieve che
 calpestò la terra. 
  Non so se sognai o 
se invece fosse la realtà
 del muschio che si mescola alla viola. 
  Eppure davvero tremò la terra sul l'orlo dei miei occhi
  poi...
un'auto sfrecciò e fu carbonio.

Mi dissi. " La verità è in noi. Sempre.  Difficile ignorarla o far finta. Pur nella sua ambivalenza a cui non è possibile sfuggire, né negare.  Verificare si. Di volta in volta. Provocazione in tonalità minore prima che risolva (forse) nel suo compimento che porta a un bel Do Maggiore. Una radice sperimentale che si forma e resta comunque nel l'anima capace di metterci in comunicazione con noi stessi e con l'armonia cosmica, forse mai perfetta del tutto se non per ritornare alla sua forma originale.  


 Mirka


"My funny Valentine"

lunedì 6 febbraio 2017

DAMMI UN SEGNO





...e parlava all'aria a gran voce dammi un segno dammi un segno e implorava Lui più ancora che il Dio, dammi un segno dammi un segno, e chiamandolo sentiva la sua voce diventare via via ritornello e lagna proprio come succede ai bimbi coi goccioloni agli occhi ma senza più il ricordo di cosa ha dato origine a quel pianto. E fra se continuava a ripetere    "eppure dicono che l'amore non finisce mai"  dammi un segno dammi un segno. E nel frattempo si distraeva guardandosi attorno. Le cose sparse sul tavolo,  il pacco di lettere ancora chiuso,  due raccomandate di giacenza,  l'anta di un armadio scostata,  gli occhiali sbrecciati,  le biro senza inchiostro,  il sacchetto dell'aspirapolvere da cambiare.  E fra una divagazione e l'altra si domandava cosa avesse invaso il cuore al punto di arrestare il corso reale dei pensieri sino a perdersi in un dilemma inesistente beneficiando solo di un'illusione.  Si sentiva ingenua e forse anche un poco matta. E nella sua "volontà di credere", il dubbio che tutto fosse finito nel viaggio sulla terra era scalfittura, graffio,  beffa, quasi certezza in cocciutaggine di Fede che non spiega, Restava invece il suo ostinato sentire che la verità lei  l'aveva tenuta "realmente"  fra le mani, e nelle viscere ulcerate ma guarita senza bisturi, nell'ora presente invece tutto era da verificare.  E si sentiva inquieta come le tante nuvole che vedeva scorrere nel libero cielo dalla volta azzurra ma senza un vomero per farne lavoro di pioggia.  Un indistinto mormorio nella cavità a sinistra del corpo la scosse come l'effetto di un doppler. Con un estremo ed ennesimo atto di volontà dimenticò tutto. Prese il cappotto dall'armadio, se lo infilò, si diresse all'uscio  e con passo deciso uscì incontro alla vita in affrontato di campo come abituale senza sentirsi una eroina. (estrapolato dai Racconti Il Destino nel Nome)

Mirka



"Salut d'Amour" ( Op 12 -Edward Elgar)



giovedì 2 febbraio 2017

GRETA

Allora nonna sei guarita? Allora nonna come stai? Allora nonna vieni da noi a cena? Allora facci sapere.    E in questa vocina già evidenziata da molti colori, uno già in risalto, ne riconosceva la futura Donna.  E commossa  la ricordavo nei primi approcci alla conoscenza della vita naturale e attraverso tutte le cose di lei.  E con la memoria degli occhi,  ma anche quella del cuore, riviveva tanti altri piccoli paradisi sparsi in fiori, ninfee, api ebree e farfalle in amore, nei semi portati ovunque dal vento e senza tempo,  gettito di indistinguibile cascate,  radici fermentanti umori e linfa nel l'alchimia di misteriosa ambrosia e in quella inzuppati di Curato  nata dal l'amore e crescente rigoglioso. Greta e le altre.

Mirka"


"Andante" (K 545 -n. 16 -Do Mag  -Mozart)




mercoledì 1 febbraio 2017

IL LAMPO E LA TEMPESTA









Tu non saprai mai 
quello che riuscì a vedere
 il mio occhio nel  l'attimo
 che precede la tempesta. 
Lampo di luce che regala
 il dettaglio  
e la tempesta che ne consegue.

E così che ci si connette a tutto.

Piccola è la dimensione nostra ma
 senza limiti  è la percezione che sfora oltre
 l'invisibile.  
Miriadi punte luminose di piramidi 
 stelle frammentate. 

 Mirka


" The Tempest" ( Allegretto N.17 Do min -L.van Beethoven)