...tutti gli anni tornano, le viole, e par che dicano "Ecco la nostra stagione profumata e bella .Godila e non ti domandare, mai, perché il sogno dell'inverno chiuse loro gli occhi"
... tu che ti adombravi con un niente nel Tempo delle vele alte, ora che la barchetta stanca si accinge alla sua riva...fa o Dio che, almeno quelle perle cantino la memoria a fiaba, col lieto fine d'una viva fotografia raccolta fra gli occhi di una bianca mano.
"Ma perché dobbiamo essere uniti solo nel momento della morte?" si domandava Karina nella sosta forzata sulla soglia di casa e incollata a una fotografia appesa al muro di una parete aranciata. Il grosso borsone di cuoio era ai suoi piedi, la porta già socchiusa, pronta a spalancarsi e chiudersi alle sue spalle, il taxi col motore acceso davanti al suo cancello. C'era uno strano silenzio attorno. Anche il gallo non aveva cantato, quella mattina, e gli uccelli parevano tutti scappati per un comando imperioso che non vuole nessuna replica. Karina aveva sentito quel silenzio così innaturale, da difendersi, nel gesto istintivo di far scorrere la cerniera del giaccone, su fino al collo, facendolo sparire completamente lasciando fuori solo la testa. Avvertì con un brivido, lo stridore della cerniera in tutta la sua lunghezza sicché anche i suoi denti stridettero accompagnando lo scorrimento del gesto deciso. Il lampo degli occhi le aveva dato l'ok dell'ordine che le avrebbe permesso la tranquillità necessaria per godere della breve vacanza che si era concessa. Solo degli orologi non si fidava. Ne aveva una decina tra quello che portava al polso, i cellulari e gli altri seminati per la casa. Ma tutti erano in disaccordo fra di loro, così che, il suo timore era ampiamente giustificato.. La mano era già sulla porta, quando lo sguardo le sfuggi a quella fotografia. E... immediatamente fu là, sotto quei riflettori che ne avrebbero immortalato il "senso" d'essere stata sulla terra, nel canto che le usciva dalla pancia, le saliva alla bocca per diffondersi a tutte le cose, lasciando sempre, qua e là un qualche filo di seta, o di perla sganciata dal filo in raccolti di sorelle. Era stato "lui" a commissionare quella fotografia. Con la felicità che spruzzava da ogni poro della pelle, era andato a ritirarla, gliela aveva portata e con orgoglio l'aveva messa in bella mostra nella parte più luminosa del muro dove il sole batte anche quando la sera sta per venire. Poco prima un lunghissimo bacio ne aveva scanalato l'impronta sulle labbra lasciandole il segno per testimoniare il loro legame profondo. Karina fu travolta e coinvolta da quel l'intensità e ci corrispose spingendo in modo perfettamente naturale tutto il corpo contro quello di lui, sentendo ogni parte di lui. Solo il cuore era fuori dal suo controllo. Batteva all'unisono, si confondeva, procurando a lei un'allegria sfrenata quando cercava di distinguere quale fosse dei due a battere più forte. Un'allegria chiaccherina, come quella fontana alla quale aveva bevuto con tale ingordigia che quasi la soffocava con grande spavento di lui. Si stupì per la stranezza di quel bacio, lungo come un treno e cercò di sottrarsi, Era abituata alle alte velocità non alle tradotte e, qualcosa nella superficie dei peli sulla pelle la inquietò. Staccò la parte più bassa del corpo, il petto, fece pressione al collo, provò a scollarne le labbra. Niente. Queste restavano saldamente agganciate a quelle di lui. La presa dell'uomo era diventata acciaio. Lei ebbe paura e continuò ad arretrare a strattoni balbettando parole più vicino al rumore della sua pancia che a un significato da interpretare. Divenne cattiva:" Basta!" gli urlò con la voce tagliente e colorata di tutti i loro litigi. Litigi che, comunque, finivano sempre in baci, morsi, e risate. "Mi fai male", gracchiò come una porta arrugginita. Finalmente riuscì a distaccarsi completamente da lui. Le distolse gli occhi e guardò altrove, su un punto che non aveva mai scoperto sino a quel momento. Dentro sentiva crescere la furia di tutte quelle volte che lui faceva finta di non capire o di non prenderla sul serio. L'uomo scoppiò a ridere. Una risata fragorosa da farle desiderare di morderla sino in fondo da dove era nata. La prese velocemente per la vita avvicinandola ancora a se. Le scompigliò i capelli con la lievità d'una carezza immaginata, poi glieli strattonò con tanta forza da farla nuovamente urlare: "Ahi! Smettila! Mi fai male." Allora, lui, ridendo solo con gli occhi, la sollevò come una pagnotta di granoturco o come un cuore cavato da un corpo pulsante ma lasciato intero e integro. Fu il turno di Karina a ridere quando ravvoltolata dentro alle sue braccia, si dirigevano al letto di quella camera di pensione ch'era tutto il loro paradiso. Quella fu anche l'ultima volta. Karina fece per correre alla finestra per un nuovo saluto ma qualcosa la arrestò Nell'alto della coscia nella tasca dei jeans un piccolo ingombro la portò a frugare, in cerca dell'oggetto misterioso che si era trovata a gonfiare la tasca. Il cuore cominciò a grandinare così forte da spezzarle il respiro. Smaniò per la difficoltà a trovare la strada e per fare prima, strappò l'orlo della piccola tasca. Eccolo dentro al suo pugno. Lo prese e come un officiante fa con l'ostia benedetta, lo depositò al centro delle due mani che per l'occasione avevano preso la forma di conchiglia . Un sacchettino di velluto blu legato da un cordoncino d'argento splendeva come di luce propria. Con la lentezza che usava per le sue meditazioni, quando ne aveva voglia, lo sciolse e con tutta la faccia guardò. Dentro c'era un filo di perle chiuse da un grosso cerchio d'oro. Ma il destino aveva voluto altro perché lui non rispose mai più nè ai suoi gemiti, né alle sue canzoni più belle. Un colpo di clacson fece sobbalzare Karina dalla spugna del tempo. Si scosse. No. Non aveva dimenticato nulla. Neppure le violette lasciate come AUGURIO DI BUONA PASQUA a tutti gli amici del suo blog. Mirka "Farruca" ( Joaquin Turina)
...aliena da ogni compromesso ma non del loro piacere
Le mille e una della donna si domandava perché guardando il scendere lento della pioggia, si sentisse pulsare così forte il cuore, in gocce grosse e camaleontiche che scandivano il ritmo nelle vene. L'improvviso d'una esplosione di colori alla tenda la scosse dal l'incartamento quasi ipnotico. Si disse:" Non sarò soddisfatta se non sentirò anche l'ultima goccia battere perfetta come la prima. E grande fu persino il mondo.
...e la foglia disse "Io so soltanto che vana non fu la mia presenza"
Oh come vorrei morir cantando primavere scordando la decade degli anni si disse la ragazza dal cuore mandarino
Una foglia secca volteggiò tutto il giorno senza che la portasse il vento. Stupita ne inseguono i giri pensando a come strana sia anche la natura, ogni forma di bellezza.
L'occhio infine si spostò in direzione prato. Margherite come orecchiette vispe di bambino che da poco ha visto il mondo, cantavano la familiarità dei ritorni antichi.
Nell'aria il profumo di viole, felici di portar novella che si perde mentre si compie distillando ambrosia,
l'allodola intanto rugiadava il canto nella valle senza che alcuno le portasse il disonore per non averlo più sentito a mezzodì,
una scarpa buttata oltre il pudore per assaggiare la speranza di quel prato vestito a gloria per essersi congiunto ai fili della terra,
l'acceso lume del naso a premio e a pegno per rinverdire la memoria che le stagioni tornano ma cambi tu senza che mesto ti si debba fare il volto (ah! la bugia pietosa ai medici è concessa...)
Una cena francescana per ricordarmi il gusto della semplicità dei veri ricchi spartita col cuore di rubino.
Il pianoforte pronto a benedire chi lo praticò per far vivere ogni istante della vita anche quando Giovinezza si scolora e spaventa per non sapere chi del Paradiso le parlò con anima serena e bel candore quando ancora era quaggiù.
Mirka.
"Der jungling am bach" (F.Schubert)
NOTE Traduzione del testo del lieder (Schiller) "Alla fonte era il fanciullo,/intrecciava una ghirlanda,/se la vide sfuggir via,/elle onde era in balia./Così il tempo mio insonne come fonte scorre via! / Giovinezza trascolora /qual ghirlanda che sfiorisce! /Non chiedete perch'io gema /nei bei fior degli anni miei! /Tutto è gioia ed è speranza /quando primavera avanza. /Ma il brusio di mille voci /di natura che rinasce /smuove qui in fondo al petto/ a me solo gravi ambasce. // Che mi giova quella gioia che mi reca primavera? /Una sola io vo cercando /ch'è qui appresso e assai lontana. /Con ardor le braccia tendo /all'immagine beata, /ma afferrarla ahimè non posso,/ed il cuor mio non s'acquieta! / Scendi giù,mia bella amata,/lascia il fiero tuo maniero! /Fiori della primavera /sul tuo grembo spargerò. /Su dal bosco eccheggian canti,/e la fonte scorre chiara! /Spazio c'è nella capanna /per felicità d'amante"
La luce non si riconosce che attraverso l'oscurità. ( Proverbio Yiddish)
L'ora era questa.Un dodici a mezzo di giornata. Suonava sempre il "campanone" della chiesa per annunciare l'ora del pasto agli operai della Slanzi, una fabbrica sparita "anche lei" da qualche anno. Almeno per poco era lo staccarsi dalla fatica del lavoro. Ore 12. Pareva che tutto si fermasse dentro a quell'ora. Il rumore assordante quanto familiare dei macchinari che assicurava il pane, il mestolo restato nell'aria della sposa o della madre, il cane sull'attenti davanti a un cancello, il gatto alla finestra, il tempo scandito dai rintocchi mesti e perfetti che segnavano la brevità "gioiosa" della tregua. L'accoglienza era sempre fatta con la voce di ragazza allegra che capricci non conosce perché sa che la vita è fatta di realtà che non inganna l'oste, che i conti tornano se tu con loro non hai bluffato, nella lealtà dei patti di Archimede o di Pitagora, il sogno solo sul cuscino. "Chi è?" mi giungeva come tamburo che la festa annuncia, da un piano più vicino al cielo che agli scatoloni di cantina, squillante più del drink del campanello che premeva la sotto scrivente, con smaniosa insofferenza. Ma io sapevo che, quando le attese non sono state vane, portano felicità al giorno anche quando il giorno si avvia al compimento. Ma che tuffo di zampilli mi portavo al cuore e, se non fosse stata per la mia pigrizia che si alterna con la corsa, avrei lasciato chiuso l'ascensore e fatto a salti quella scala come al tempo della settimana giocata nel cortiletto di sotto. Oggi il mio passo s'è improvvisato lento come quei rintocchi di campana che facevano risuonare l'aria in multipli echi a cerchio o ad onda. Ho indugiato per un attimo davanti a quel portone che al numero civico fa 52, per proseguire veloce come se avessi il fuoco sulla coda che non ho. Giusto il tempo per sentire il finale d'orologio che sapeva di antico come antico è sempre un pianto che con forza si trattiene. Un poco per darsi un tono di adulta accettazione, un poco per fare finta che l"assenza" sia solo un gioco a nascondino. Mirka
...e che delizia la pioggia quando si hanno le gallese...
La donna guardò fuori dalla finestra. Pioveva come doveva essere stato per Noè senza l' ubriacatura per il vino novello Si morse il labbro inferiore senza farsi alcun male.. Puntò la sua attenzione su una goccia di pioggia grossa da parere un gomitolo di quelli che si usano per i bimbi piccini picciò quando si fa un golfino.. Ohibò! Ma che scalogna essere recidiva d'impazienza! si disse la donna guardando le scarpette di Buccheri già pronte per gli allegri tic-tac, il cappottino di cashmere un po liso ma ancora scintillante di fiamme koinè gialle paglierino, il cappello di panno comprato in quel negozio d'angolo a PZ di Trevi in un giorno di allegra follia, portato sulle trentatré e che s'avvicinava al "che" o al 1919, la gonna tutta fiordalisi e fiori che alla camminata faceva Frou Frou come nugolo di seta. Desolata guardò su e poi scese con lo sguardo a terra per ritornare a quel cielo che una scoppiettante alle spalle le aveva tirato senza poterla scampare. La consolò un bisticcio di uccelli. Ma si la primavera era lì. Bastava aspettare con un poco di pazienza. Rimise il giaccone di pelliccia, le gallese sempre amiche e sorelle per la marcia dei piedi, il colbacco, l'ombrello multiuso, aprì la porta e... voilà dentro la pioggia senza che questa le recasse disturbo. L'equipaggiamento giusto era riuscito a farle tornare il buonumore perso a guardare il cielo pieno di pioggia. mentre pensava chissà che tempo farà a Parigi. Mirka
"Quand on s'promene au bord de l'eau" (La belle èquipe-Film)
Come profumo sciolto nel vento o come erba appena tagliata mi ritorni in mente,donna...
C'è tenerezza consapevole del gesto,quando t'inchini,donna,per allacciare le scarpe a un bambino.
E TU sai perchè. T'inchini all'uomo che sarà,tu solo il mezzo per formarlo e nulla più.
C'è esperienzapiena,quando col capo chino tì offri a ponte che congiunge. Sai che qualcuno,presto, zuffolando se ne andrà, TU,fissa e immobile,a guardarlo, la mano ancora alzata, nascosta solo dall'inutile perfetto velo della calma, che al tocco prolifica acquazzoni. Sai che testimoni non avrai per asciugarti il pianto. Forse il buon Dio...magari... forse,si...ma è così lontano che neppure la tua più sofferta immaginazione può arrivare sin lassù.
C'è grandezza nel mistero che raccoglie tutto dentro al cuore. La testardaggine alla brace il resto via. TU sai che questo è Destino d'ogni donna. Scaldarsi a quella brace che solo TU vedesti a incendio. Ritorneranno a scoppiettare gli echi cristallini, o si...la gioia che a profusione dispensasti scintillerà, eccome... ma per te sola, gli altri dissolti in altri oceani.
Oh come conosci bene l'ombra di un dolore in prossimità di casa, quello che TU tramuterai a fine pasto, in solco di vittoria per la salvezza di qualcuno che,forse, mai saprà dartene merito d'umidità, se non quando sarai punto, confuso con le altre stelle.
Quanto fuoco di pianto hai sigillato con un bacio o un'addio.Già!... Quello che solo TU conosci in quell'utero placentare che assolve sempre e mai più ci pensa se non nel fondo della notte..
Fai male,forte,a volte,quando fai dono del pizzico assestato con l'intenzione più feroce,a colui che prima t'aveva piagata ma non piegata. E sai essere zanzara che nel sangue ha lasciato il covo. Questo ti han detto e forse un poco è anche vero,ma ahimè cosa non può avvenire quando alla bocca è venuto a meno il sole?...
Nel lampo ti guizza sempre, l'intuizione del pensiero a te cercato di occultare,lo superi e sei già oltre, con l'abilità che lascia nella carne il pungiglione o la rugiada per la notte.
E nel tuo tempio oscuro dove nasce la vita, sei mistero intreccaiato a qualche mito.. Un poco di Afrodite che si abbraccia a Psiche,un poco di Medea con l'Alcesti che le ferma il braccio.
Donna naturalmente grande come ti riconosco in tutte queste scanellature d'ombra che genera la luce.
Mirka ((dedicata a tutte le donne-8 marzo 2013)
"Che farò senza Euridice" (Opera Orfeo ed Euridice-Gluck)
Che dire di una persona che, alle capacità multiple, al valore morale prima di tutto, all'intelligenza mai messa in deposito, è umile al punto che, alla mia immediata e profondamente sentita esclamazione di elogio per un suo articolo, allorché si presentò alla mia porta col giornale LA GAZZETTA 6/3/2013,con semplicità mi rispose " non sono venuto per ricevere complimenti ma per dirti come la penso io?!
Il minimo è dare spazio anche nel web a questa persona, dalle multiple qualità, dal senso morale mai tradito, intelligente, concreto e umile, (qualità assai rara anche all'epoca del poverello d'Assisi), e pubblicarne l'articolo che ha suscitato in me non solo l'orgoglio per essergli sorella (il suo cognome, Setti, è altro dal mio, ma la madre è la stessa), allargandone la diffusione e stimolando anche in altri possibili riflessioni. Nella condivisione che, un Partito sul quale contare per fiducia di guida, possa essere solo chi sa elaborare per l'oggisoluzioni autonome, proprie, dei problemi reali del paese, capace di capire che, le condizioni obiettive per l'avvento di un nuovo che rovesci un vecchio incapace di farsi carico di una vera leadership, c'è o può esserci, spronando a determinarsi, onde evitare il rafforzarsi delle opposizioni costituzionali, differenziandosi da ogni altra tendenza involutiva e che lavori su una base sociale in un programma di governo politico e "non" tecnico, sostenendo una ricerca di linea tattica si, ma che non rifugge da interventi coraggiosi, e che, in primo luogo sappia rivolgersi ai lavoratori di tutti i settori, agli operai, inquadrata nel contesto di alleanze e di movimento nazionale, valorizzato perché non si risolva in separatismo, ma salvi un carattere unitario e politicamente accentrato su la modernità intelligente. Mirka
Le elezioni politiche
hanno dato il loro responso, o meglio, forse, lo daranno in forme e tempi che
oggi non conosciamo. Non mi interessa né sparare sulla Croce rossa della
sinistra per la quale ho votato in tutta la mia vita precedente a questa
tornata elettorale né avventurarmi in fantastiche dietrologie sulla possibile
candidatura di Renzi (che ho votato con speranza ed entusiasmo alle primarie) o
ipotizzare futuri scenari per i quali non ho alcun elemento e nessuna
competenza. Da cittadino elettore, deluso, preoccupato, quasi spaventato dalla
mancanza di prospettive certe come molti elettori di una certa età, vorrei dare
solo un contributo di riflessione su alcuni elementi apparentemente marginali
ma, a mio parere, estremamente indicativi e degni di nota.
La sinistra è riuscita
a non vincere, perché? Gli altri schieramenti cosa
hanno messo in campo, quale offerta politica? Secondo la sinistra gli altri
schieramenti (a parte Monti) hanno offerto populismo, promesse irresponsabili,
antipolitica, slogan vuoti di contenuti, insulti e plateali contraddizioni sempre
smentite puntualmente il giorno dopo. Vero, però la gente li vota lo stesso e
oltre ogni previsione, morale ovvia per un tradizionale elettore di sinistra:
la gente non capisce e non ha capito nemmeno stavolta. Ancor di più rimpiango
Renzi e concordo lui, la gente ha capito benissimo, è il Pd che spesso non
capisce la gente, la sua gente, la gente che vuole rappresentare e questo
perche il gruppo dirigente del Pd è vecchio nelle idee, nei comportamenti,
nelle logiche di governo e nei rapporti con la società prima ancora che per età
anagrafica, il tutto aggravato da una evidente patina di burocraticismo da
funzionariato di partito professionale che porta troppi dirigenti a pontificare
e dare lezioni su cose che non sanno, non vogliono sapere perché “politicamente
scorrette” e comunque lontane anni luce dal sentire comune delle persone.
Alcuni piccoli esempi
(si fa per dire).
Una delle accuse forti,
uno degli slogan della destra è rappresentato da sinistra uguale partito delle
tasse. La posizione della sinistra sostanzialmente consiste nello spiegare che
sì, qualcosa si dovrà e si potrà fare, ma che i servizi costano e garantiscono
i poveri e che i problemi veri sono l'equità e la lotta all'evasione.
Giustissimo! Ma da sempre la sinistra sostiene questa posizione e il sentire
comune, anche dove la sinistra governa da tanti anni, qual è? Come la pensano
gli elettori normali? Sicuramente pensano che le tasse assommate alle tariffe
sono ormai esagerate, sproporzionate, insopportabili, insostenibili e soprattutto
che (salvo alcune lodevoli eccezioni) spesso i servizi pubblici sono più
generatori di sprechi e privilegi a costi elevatissimi che di garanzia di
servizi per i più poveri in un sistema dove la pur giustissima lotta
all'evasione e il rispetto delle regole spesso si risolvono con misure
percepite solo come assurde e vessatorie (obbligo del conto corrente, pagamenti
tracciabili anche per cifre modeste, autovelox e multe esagerate e
sproporzionate per far cassa, codice Isee, complesse procedure di accesso ai
benefici ed Equitalia come braccio armato anche contro chi non può davvero
pagare). Pensiamo che dopo tanti anni sia ancora credibile e sopportabile
riproporre le stesse ricette con il solito impegno a fare meglio con le solite
facce di chi deve garantire che si farà davvero meglio?
Altro contenuto
storicamente rivendicato dalla sinistra è
quello di essere i rappresentanti dei lavoratori. Per molto tempo è stato
sicuramente così, ma oggi? Già è un problema definire i lavoratori come una
unica categoria (una volta era molto più facile), è davvero difficile
pretendere di rappresentare l'artigiano e il suo dipendente, il negoziante e i
suoi commessi, sostenere che i lavoratori pubblici e quelli privati sono
davvero uguali, che nelle piccole e grandi industri vadano bene le stesse
regole, che al Sud e al Nord le cose siano uguali, che se una fabbrica è in
crisi o no nulla cambia per i dipendenti… ma in una ubriacatura che si è
dimostrata solo ideologica si continua a basare le proposte e le politiche
della sinistra su presupposti culturali e filosofici che, a mio pare, oggi sono
totalmente inadeguati e spesso fuori dalla realtà, spesso basati su mediazioni
anacronistiche di vertice proposti e sostenuti da funzionari che spesso non
sanno davvero nulla del mondo che vogliono rappresentare e che tendono a
ignorare completamente i bisogni delle aziende, eludendo ogni idea di
meritocrazia, di flessibilità e, spesso, le stesse aspettative di molti
lavoratori.
Alcuni esempi. Lavoro
precario: l'ultima proposta della sinistra consiste
nel rendere tale rapporto più costoso per le aziende in modo da rendere più
appetibile l'assunzione a tempo indeterminato. La destra propone semplicemente
di detassare le nuove assunzioni, i potenziali lavoratori perché dovrebbero
ritenere più efficace e credibile la prima proposta fatta da chi li dovrebbe
rappresentare storicamente? È così difficile capire che si ottiene solo la
riduzione di posti di lavoro seppure precari? Ma la stessa logica si ripete un
po' su tutti gli argomenti riguardanti il mondo del lavoro, dagli straordinari
odiati dalla sinistra e dal sindacato e ambiti (detassati) da molti lavoratori
che non arrivano a fine mese, a regole sull'apprendistato che lo faranno
sparire perché non praticabile da nessuno. Ma davvero se un sedicenne che non
ha voglia di frequentare gli studi e ha voglia di imparare un lavoro come
idraulico, meccanico, imbianchino, è meglio che stia in una strada perché
altrimenti c'è il rischio di sfruttamento minorile. ? Siamo certi che un lavoro
manuale complesso non lo si impari da ragazzi con bravi maestri che ti
insegnano lavorando? È questo che pensa la gente umile, i lavoratori? Se
lavoratori pensionati in buona salute e con voglia di fare e arrotondare la
pensione vogliono svolgere piccoli lavoretti quali raccolta dell'uva, della
cipolla, dei pomodori, riparazione di scarpe di biciclette ecc.. ma davvero
vanno riempiti di regole e di balzelli o vanno incoraggiati e incentivati? E’
davvero meglio incoraggiarli a stare tutto il giorno in un bar o in un centro
sociale? E loro (quasi tutti potenziali elettori di centrosinistra) cosa ne
pensano? Per non parlare delle regole, delle garanzie e dei costi imposti
all'assunzioni di badanti che sino a ieri avevano dato risposte importanti a
tanti anziani che sempre meno se le potranno permettere grazie a norme
(definite garantiste e di civiltà dalla sinistra sindacale e in realtà
complesse, costose e poco garantiste per l'anziano e la sua famiglia) ottenute
da rappresentanti sindacali a cui i pensionati hanno garantito il loro
contributo e la loro adesione per tutta la vita. Possibile che un gruppo
dirigente che vuole rappresentare il mondo del lavoro non si chieda perché
buona parte dei lavoratori abbia abbandonato la sinistra e ieri abbia scelto la
Lega o Berlusconi e oggi Beppe Grillo, possibile che non capiscano che molti
lavoratori non sanno più come dirglielo che con quelle idee non li
rappresentano e che se continuano a non capire saranno sempre di più quelli che
li abbandoneranno? Davvero si deve prima distruggere tutto ciò che i nostri
vecchi ci hanno così orgogliosamente consegnato?
Altro tema, i costi
della politica e la loro incidenza sulle tasse dei cittadini. Si badi bene parlo di costi della politica e non di costi
della democrazia perché sono due cose diverse. Propongo solo una piccola
riflessione, la Giglio prima e la Cooperativa muratori di Reggiolo oggi, Unipol
o Monte Paschi di Siena sono davvero cose di cui la sinistra può dire in modo
credibile, noi non c'entriamo? È credibile rivendicare i meriti per lo sviluppo
del territorio e dell'occupazione quando tutto va bene e cavarsela dicendo noi
non c'entriamo quando tutto va a rotoli? Come può l'elettore credere che un
partito non c'entri assolutamente niente quando la scelta dei dirigenti di
quelle aziende o di quegli enti è fatta prevalentemente da dirigenti o
rappresentanti di quel partito? Ma poi, il centrosinistra ha mai fatto con
chiarezza proposte di tagli veri e sanguinosi sui costi della politica? Mi
limito a ricordare i tanti interventi di dirigenti contro il taglio delle
Province o come il partito sia tenero, quasi assuefatto alle spese “almeno un
po' leggere” delle Regioni amministrate o dei fondi non certo rifiutati nelle
Regioni amministrate da altri.
I temi etici e la
“società civile” sono stati e sono altri due bastioni del centrosinistra,
vediamoli disgiunti. I temi etici: si è cercata una mediazione su cose non
mediabili, i principi etici, i valori non sono mediabili. Si può discutere
quanto si vuole, ma alla fine o si può divorziare o no, o l'aborto è
legalizzato o è vietato (davvero penosa la discussione sui giorni, l’obiezione
di coscienza, la teorica dissuasione ), i matrimoni omosessuali, le adozioni o
sono possibili o no. La mediazione in politica è un'arte e una cosa molto
importante però quando la mediazione non è possibile l'unica cosa che può
tenere tutti assieme nel campo dei diritti civili è solo l'affermazione del
concetto di libertà individuale purché si tratti di libertà e comportamenti non
invasivi e offensivi della libertà altrui, proprio come faceva il vecchio Pci
che presentava autorevolissimi indipendenti cattolici nelle sue liste non a
difendere l'aborto o il divorzio, ma a difendere tutti assieme la laicità dello
Stato e il rispetto delle scelte del singolo cittadino. La mediazione tra la
Concia, la Bindi e la Binetti non accontenta e non può accontentare nessuno,
tutte e tre dovrebbero essere unite nell'affermare la laicità dello Stato e la
libertà dei cittadini a pensarla come meglio credono mantenendo per loro le legittime
convinzioni. In altre parole, a mio parere, i temi etici non sono temi di
partito, non vanno risolti a maggioranza, i partiti qualificano il loro agire
se approvano leggi che definiscono i contenuti di libertà dei cittadini secondo
la loro cultura, fede o semplice convinzione nel rispetto di tutti. Insomma,
senza inventare nulla, libera Chiesa in libero Stato. Ci si chieda quanti
elettori hanno votato centrosinistra affascinati dai bizantinismi o dai
modernismi sul tema.
La società civile. I
temi dell'associazionismo e del volontariato sono
assolutamente di rispetto e importanti, proprio per questo in un programma di
governo sono rilevanti, ma forte è stata la sensazione che si sia cercato di
colmare un vuoto di idee, di programmi e di credibilità usando candidature
della "cosiddetta" società civile. No, così non funziona: un partito,
uno schieramento si giochi la faccia, dica cosa propone e gli elettori
decideranno se è condivisibile o no, ognuno faccia il suo mestiere con
chiarezza e rispetto dell’autonomia altrui senza voler far apparire la mancanza
di idee e di programmi aperture democratiche delegando ad esterni l'assunzione
di responsabilità. Anche su questo tema ci si chieda quanti elettori hanno
votato centrosinistra, lista Monti o lista Ingroia perche si sono rivolti alla
“società civile” e al mondo delle associazioni e del volontariato.
Non voglio introdurre
le problematiche drammatiche vissute oggi dai giovani ma mi limito a ricordare
con un po' di malinconia e nostalgia quando, purtroppo tanti anni fa, con mio
padre si assisteva con ansia allo spoglio delle schede elettorali e quanto mio
padre attendesse con speranza il voto della Camera e di come gioiva orgoglioso
quando alla Camera si guadagnava qualche voto in più del Senato, chiaro indice di
adesione dei giovani alle idee della sinistra! Che malinconia oggi, dal
confronto emerge con chiarezza la totale assenza di adesione da parte dei
giovani. Tutta colpa loro? Anche loro non capiscono? Non sarà il caso di
qualche realistica e spietata riflessione autocritica? La sinistra oggi è
lontana dalla società anche per questo, non si possono ascoltare solo i giovani
che parlano come i vecchi, non ci si può accontentare di tutelare genitori o
nonni in grado di aiutare figli e nipoti, non si può decidere quali sono i loro
problemi senza conoscerli, senza dialogare, senza coinvolgerli, senza umiltà e
capacità di ascolto. Quanti vecchi tromboni fanno dotte lezioni a un popolo che
non li ascolta più. Io credo che Bersani sia una gran brava persona, simpatica,
probabilmente onesta, credo che nel centrosinistra di persone così ve ne siano
tante altre, probabilmente più che negli altri schieramenti, ma credo con
altrettanta convinzione che questo non basti, non può bastare a mascherare la
mancanza di idee, di coraggio, di rinnovamento e di rottura con i troppi
tatticismi, compromessi, silenzi. O lo si capisce e ci si muove di conseguenza
o lo tsunami elettorale diventerà irreversibile e, come disse qualcuno, gli
sbraiti i lamenti, i dolori lancinanti che ci aspettano non segnaleranno la
fine del mondo ma semplicemente sono fisiologici in un travaglio e un parto
difficili che portino alla nascita di un mondo nuovo, speriamo migliore, non ne
siamo certi, ma così proprio non va.
...I vantaggi della democrazia matura,ovvero i serial premier...
C'ERANO PROPRIO TUTTI. I Pinocchi come altezze imperiali disposti a cedere quasi tutto meno il naso a guida di un sicuro progresso.
Le"belle" sospesa la crociera per dedicarsi al Quarto del Mondo,le nacchere a rullio di tamburo al collo Maiorca che perla si nasce anche senza i pizzi di Bruxelles.
Il Gatto delle sette Leghe coi baffi inzaccherati di sintassi mostrato a monumento nella piazza principale della città del lago finite le cartucce ai remi i feticci lui condannato ad imparare l'Amleto e tutto Shakespeare. I patrioti cospiratori esploratori in avanguardia per espiare spiando senza volere le alleanze gettate nell'inferno ma inventando il gioco delle due mosse. Anche in Sistina i 115 cominciavano a sudare d'Africa che lavorare stanca quasi come a coltivare la gramigna e l'orto per purificare il gatto che si infiamma quando vede lassù... E si giocava a perdersi per rinascer tutti nuovi con gli abiti vecchi fatti dal gran sarto che piangeva spilloni finiti.
Persino gli undici destinati a farsi bruciare perchè sospettati di mangiare i bambini senza più posti a tavola lasciati in un angolo a sacrificio per il bene della collettività per multa la rinuncia agli egoismi personali. E tutti facevano a gara a rubarsi il "contrasto" sguazzando al caffè e intingendo il biscotto. Nessuno amava gli inciuci,almeno così si diceva,ma si sa che il mercato lo fa e a nozze chi prima chi dopo ci va a meno che zittella/o in cantina ci resti..
C'ERANO PROPRIO TUTTI
Dal saggio a cui non interessava la causa ma neppure la "storia" se non raccontata a notizia con l'indennità di rischio vicino e a sinistra l'oppositor del sistema che incarna l'antitesi col sopra e col sotto così che nessuno lo prenda sul serio. Persino gli alti magistrati pater noster qui es in caelis et in terra muniti con lo scettro del reame costruito sul ferro della logica indiscussa fischiata con lo zufolo di Grimm. I grilli mestatori di ragliate dagli effetti d'asplosione come lampade a gogò sogno o ci faccio. Il barbiere in frigorifero pronto per l'uso che l'esercizio fu tecnica e divertimento insieme anche se infelicità sempre gli diede il non essere primo in barricata made in Italy. Lo squalo poi nuotava in supewrficie per educare i figlioletti dai dentini ancora a mollo gli occhioni a palla d'uovo con la chiara incollatutto come fumo da sifone segnalazione virus. E che dire dei formichieri urticanti per l'artrosi che perfin Vercingetorige ha infettato che abbronzato urla che qui il sole non c'è più mentre il il caos la pioggia il temporale lo trova persino dentro casa e allora meglio trovar rifugio da qualche amico ubriacone rifilandogli i soldoni puliti e lavati sol da lui. Insomma
tutti a sognare di Rivoluzione con la folla in delirio per gli applausi,la torpedo blu con la bella bionda al fianco e se mora fosse anche non importa che questa o quella per me pari sono la Cenerentola a curare il focolare come Angelo Custode a domicilio il Padreterno che la benedice. E FU APOCALISSE IN ATTESA DI RESURREZIONE! Si la vita è veramente bella perchè permette di tirare il sasso senza mai scoprire chi l'ha fatto.Unti i venditori di pianeti,la Carità Cristiana dall'occhiolino rapace e canterino,in barba i bisogni reali della povera gente perchè in una "libera" economia di mercato è il mercato stesso che regola tutte le cose. A li mortacci tui! Bella è si la vita ma quando la si guarda con gli occhi di questo zoo di bestie proprio strane!
Mirka "Dies irae" (Requiem Do min K.626 -W.A.Mozart)
Ho salutato l'alba irrequieta quanto un gatto scodinzolante . La noia prima ancora di unirla per radio o sul giornale che avrei comprato di lì a poco. Il "voluto" piacere di sfidare lo specchio ignorandolo che mi sarei vista su tutti i vetri della casa. Bau! Poi ho spalancato la prima finestra. Tutti i colori mi sono precipitati addosso. Una gamba d'albero appena potato. La faccia mutato colori dell'uomo quando lavora. Il rauco lento d'una gatta ingravidata. Il brusio della prima ape confuso a una mosca. Il becco giallo del merlo o forse d'una gazza incrociata ad altro uccello. Il primo cenno di sole. Un bimbo discolo scappato all'urlo d'una mano. Nell'aria il suono familiare d'una campana. Una poesia trovata sul web che mi ha fatto piangere. Ed è allora che ho cercato quello specchio che poco prima avrei voluto frantumare.
...e nel mistero volto ad altro, tutto si sparpagliò nel vento
Su una via... un giorno saremo uniti alla Luce che, nel tempo del fulgore si ha lasciato sulla scena visibile . Oggi è il tempo per piangere il "senso" del compiuto. Domani sarà trasformato in energia che continuerà a dare "senso" al cammino intrapreso, sfaccettato, a volte, dai cristalli lasciati per la stessa via. La vita continua e noi con loro. Con affetto un doveroso grazie per ogni pathos che ci hai lasciato e così aderente all'ideale del tuo realismo.