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fiume della vita

lunedì 13 luglio 2020

Il Fastidio Irriverente




Camminavano godendo di tutto.  La natura nella sua rigogliosa fioritura invitava alla contemplazione accompagnato da pensieri di armonia, univoci, interrotta a volte, dal suono della voce dandole consistenza e un rinnovato vigore.  Solo l'improvviso del rumoreggiare di gruppi passanti si intrometteva fra loro e il tutto "infastidendo" l'atmosfera creata dalla sincronia del l'insieme e, lo sfrecciare di una motocicletta a sparato  di centrata alla contemplazione, sparpagliando a piccoli frammenti i pensieri di armonia scaturiti o suggeriti dal Sopra riflesso a tutto il circondario.   Ma il rumore aumentava bloccando ogni altro senso di condiviso.  Così scese il Silenzio tra loro.  Cionondimeno se nè poteva percepire il sostanziale Esserci  come attivo esistente.  Un Esserci come in visione di altre prospettive.  Come operatori di molteplici scene, con un tema a soggetto dove il recitato si fa verità corrispondente e udibile per una percepita idealità trasfigurata a trascendenza dove tutto è là dentro, nei suoni emessi dalla voce recitante diventata riverbero di vibrazioni o di echi rimbalzanti e  in autonomia nel multidimensionale  rifrangente, tanto e tale da riempire spazio e immaginario come puri raggi di suono senza identificazione di provenienza se non da ispirazione d'infinito.  Lentamente e in simultanea cercarono le mani di entrambi, e trovandole si congiunsero provocando una lievissima pressione a tutto il corpo facendolo vibrare come da misteriosa Presenza scesa a confermato di quel l'oltre che tutto presiede. Anche gli occhi si cercarono incrociandosi a sorriso dolcissimo e vincente nella consapevolezza di un nulla a temere. Neppure il Covid 19 uno dei tanti malanni inflitto al l'uomo dallo stesso homo.  Un tremendo artificiale da vincere.  Come l'inesorabile usura che il tempo infligge con i mal anni nel l'obbligato a ricordare  la vita e il suo declino.. .  Tutto sommato Entrambi avevano sempre Vissuto affiancati a questa Ombra cavalcante o a passi confusi anche se chiaramente separati, e impercettibilmente sentiti anche sul l'onda più alta del trionfo o... Nel l'Orda della felicità più sfrenata.   E questo bastò per annullare ogni altro inserimento di fastidioso forse persino reale, ma fuori da ogni respiro che produce salvezza di autocoscienza richiamando a Sé la gioia attiva anche mentre svanisce restandone la immersione della luce.  Il crepuscolo improvvisamente li avvolse in un pulviscolo di rosa e blu. Una brezza gentile sfiorò la faccia di entrambi liberandoli da ogni peso aggiunto. L'unico ingombro la maschera lasciata allegra ente scivolare appena sotto la bocca e pronta per l'uso  obbligatoriamente convenuto al rituale di servizio in compiaciuto asservito con insofferenza, pregustando ben altri momenti da homo libero da tutto.

Mirka


Finale 2 Sinfonia di Mahler


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