fiume

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fiume della vita

giovedì 27 settembre 2012

LA PICCOLA CITTA'


...non ancora il gallo ma gli occhi disciolti in tic-tac


Solo i colori nel silenzio solitario di un'alba che si annuncia piena d'eternità nel finito sguazzare di umani giochi.

...e io anonima tra gli anonimi,mi nutrivo alle cifre scolpite nel l'enigmatico cielo

Qui la verità che organizza cuore e pensieri

la piccola chiesa dopo l'ultimo rintocco di campana


Rose bianche e foglie verdi


e la luna si fece strada. Misteriosa come lo è un cuore quando tranquillamente dorme.



...e quando lei spunta e par che giochi,,allora ti domandi perché impassibile resta agli affanni degli uomini

...sempre lei, la luna col suo occhio che sa e non dice


Il treno corre sulle rotaie e alla fine arrivi alla Piccola Città. Non a quella di Tornton Wilder, ma una piccola città provinciale del Nord Italia.
Ciò che è essenziale ti accoglie della piccola città. Un piatto caldo, gli amici che con naturalezza semplice te lo offrono, l'odore delle cose familiari, una piccola chiesa con gli ultimi rintocchi dell'Ave Maria, un bar sempre aperto, il silenzio come un applauso che ti prolunga le impressioni date dalla natura e, vere, il rispetto dei pensieri, negli altri, che sentono e le trattengono in se.

L'alba ti prende quando ancora sei assonnata. Così, come una luce improvvisa che si accende e ti acceca gli occhi e ti pare di non vedere nulla. Ti guardi attorno e ti chiedi dove sono?... Non riconosci neppure il letto che ti ospitò per tanti anni e che per anni hai condiviso in gioie ballerine, in beate apoteosi, in pianti muti, spalle roventi o rovesciate in sacco di placenta.   Poi un fregio dell'armadio ti afferma che sei dove devi essere.    Indugi un poco mentre l'occhio si sposta quasi con fatica a un punto luminoso e rosso.
Sono scattata dal letto e, senza accendere l'abatjour ho allungato la mano al piccolo aggeggio che porto sempre appresso e ho scattato delle fotografie.   Scalza ma sotto ai piedi  il prato e non il parquet con l'odore della cera.  Perché la  natura era lì, nel suo rattristare o piena di incanti presenti dal primo respiro all'ultimo.
Ho spalancato le persiane, Mi sono sporta e quasi cadeva per la gioia-avida  di abbracciare tutto quello spazio infinito che mi si parava agli occhi. Sono riuscita a catturare solo alcuni punti, del tutto, dove, comunque, ci ho messo e lasciato tutta la mia anima.      Ho sempre cercato i colori e, ancora una volta il cielo non mi ha deluso. Poi una prima luce in una casa, il chicchiricchì del gallo, un abbaiare lontano. 
Ogni gesto ha così ripreso il suo ritmo di sempre. La radio accesa  sulla frequenza fissa di radio 3, una sbirciata alla veranda e dalla veranda, la grossa pesca gialla  avuta in dono dai vicini,il caffè,un pò di ginnastica per riattivare i muscoli e lo scheletro irrigidito, una doccia -cascata, goduta per 20 minuti, buttato qualche appunto sul quaderno lasciato sul tavolo della cucina, il "rito" della ristrutturazione (si fa per dire che anche qui tutto è natura...), una rapida immersione fra le rose profumate nel vaso, dono anche questo d'una amicizia  felice per il ritorno e...tra la folla.

Cos'ha trovato tra la gente e nell'aria respirata?...Mah! Certamente la felicità espressa da tutto il corpo, nel rivedersi, il misurato di sempre, ripetute parole che sapevano di "crisi", di sconforto, ma NON rassegnazione a nessun tipo di naufragio, occhi, perlopiù, che riflettevano la volontà di un'Italia unita dalla gamba alla punta dello stivale, consapevoli dell'imperativo a sostenere la democrazia a tutti i costi, a garanzia del "lavoro",dei "diritti" e della dignità umana che ha per fondamento il lavoro.
Girando qua e là,comme d'habitude, è vero che ho trovato una solitaria quanto smorta bandiera del PD, però mi son detta ch'era tutta colpa del vento mancante e della canicola tosta dei giorni  passati...che, per gli ottimisti,come me, è questo il solo modo di giustificare l 'inaccettabile, ahimè!
All'orecchio qualcuno mi sussurrò critiche feroci per tasse e  IMU sparlandomi al contempo dell 'incuria ai beni comuni, culturali e paesaggistici, in parte dovuto alla recente tragedia del terremoto, ma in parte alla pesante responsabilità di chi è preposto alla tutela di quei beni e latita o...intasca..     Lamentele fiere di problemi personali o familiari si, ma da cui partire prendendo coscienza dei problemi generali e delle cause che la determinano,la voglia per trovare soluzioni, alleanze, e ogni strumento per conquistarle anche collettivamente,ma con alternative credibili, serie, durature, al fine di non vanificarne le rivendicazioni.

Nella piccola città è difficile imbattersi in una persona sola,nanche se i suicidi non mancano, senza distinguo d'età, ceto, sociale, nei segni visibili che lo preannunciano al mondo. Forse solo l'anima sa che la "sua" avventura qui, è finita e il suo viaggio è pronto a salpare per altre "specie" che via via  scoprirà..La commedia non aveva più senso perché il divertimento era venuto a meno, la noia aveva preso il posto al l'incartamento, e continuare ad apparire l'attore che non era sarebbe stato rappresentativo di altre frustate, massacri, menzogne perpetuate, pettegolezzi ripetuti in copia, ad arte su carta carbone. Un motivo solo di vergogna  per l' incapacità a tramutarla in Vita Benedetta senza camuffa lo specchio che la rimanda, barando su angoli e prospettive.

Nel ritorno a casa, mi sono scontrata  nell'annuncio di uno spettacolo rinviato, in un bambino che sgambettava vispo sotto gli occhi tranquilli della madre, un "fricandò" che si spargeva nell'aria con gran fracasso di cani e gatti azzittiti. I portici con luci parlanti. Il piccolo "Orticello" con i prodotti della nostra terra. Pulmini carichi di bambini vocianti per la scuola aperta, una visita gradita.       Il cimitero all'angolo d'una strada col suo viale di cipressi che accompagnano al tributo ai morti. Noi sopravvissuti con un poco di rimorso perché si continua a veder sorgere il sole e si canta perché ci fa piacere vederlo o si impreca perché fa male agli occhi., una lacrima spazzata con la stizza d'una vespa per il dubbio di un perché uno sia morto prima di preavvisato al mondo.

E infine la notte. Con l'umiltà vera che, dalla maturità sa scavare il grazie e farlo Ali di compiutezza circolare mentre confesso alla luna la fatica del vivere con la scintilla sbriciolata della Gioia per essere arrivata sin qui. Paga delle piccole cose fatte, in ogni cura messa affinché germinassero anche autonomamente, necessarie ora a me per sentirmi serena, senza lagne e col cuore forte, chiara anche nella disfatta come nella vittoria d'ogni sforzo per restare fedele a una me unica e sempre fiduciosa per la partita che inizia dentro e fuori scena e,nelle mani di chi non conosce il male se non nella piccolezza nostra e le perdona.   Lui non disconosce la meraviglia che sempre animò ogni progetto, l'ampiezza del Volo e anche di questo saprà tenerne sicuramente conto e memoria non inficiandone i sogni e le fatiche smisurate.
Fremono di voci invisibili i prati nella notte. Una di queste vincerà solo per me. Mio unico orgoglio di cui  solo io ne posseggo la chiave.

Mirka

"Les années de Pèlegrinage" ( Sonetto104-123- Petrarca-F.Listz)






Foto scattate da me

22 commenti:

  1. C'è sempre qualcosa che colpisce e tocca in profondità in quello che posti.Ora in un particolare,nel mezzo, una riflessione,alla fine un brivido.E si pensa,si riflette,ci si incanta.Un'immenso abbraccio.F.

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    1. Grazie F.come la natura si riforma e crea nel mentre si trasforma così anche per me.Un caro abbraccio,Mirka

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  2. Nella piccola città si sviluppa di più la dimensione umana, anche se restano intatti i vizi e qualche virtù dei metropolitani.Stupende foto,pieno di te il post,grandi le musiche.Con tanto affetto ti abbraccio.Av R.S.

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    1. AVVOCATONE tu la sai sempre lunga anche quando sintetizzi all'osso.Bacio,Mirka

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    1. MARZIO ho cercato su you tube Richter per Listz ma...non l'ho trovato.Credo comunque che l'idea ci sia stata.Mirka

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  4. Tenero e nostalgico ma ricco (pieno) di tranquilla felicità che con fierezza si racconta.Leggo sempre con attenzione e spesso mi commuovo.Anche.Un grande abbraccio.Enrico S.

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    1. Forse ENRICO,viviamo tutti tra molteplici verità,per cui tutto è e il suo contrario anche.Qui però il mio grazie è univocamente sincero.Ricambio di cuore anche l'abbraccio.Mirka

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  5. I fili e i sentimenti degli altri raccontati da una grande protagonista della vita,oltrechè della scena, con sensibilità.arguzia,ironia,quanto basta per non cadere nell'amarezza,con lucidità a cui nulla sfugge o indora,con l'alto sentimento del cuore che ci emoziona e i cui echi resteranno a lungo nella profondità nostra,nei nostri pensieri,Grazie grazie e...ben tornata.Giorgio S.

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    1. Dire grande è certamente esagerato anche se lusinghiero,GIORGIO, mentre resta autenticamente vero quell'affermazione che lei mi asserisce e,conforme alla verità del "mai mi sottrassi".Vale a dire mai mi sottrassi a nessun tipo di prova, cercando sempre di restare a galla anche andando a fondo di tutto.Nel vivere la gioia, nel vivere il dolore,poi la distanza per non essere seppelliti nè dall'una ma neppure dall'altro e,tener buoni gli occhi sempre per un punto fisso.Il cielo quando si avvicinerà l'ora come di prima volta.Grazie infinite e,a presto non solo virtualmente.Almeno spero.Mirka

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  6. Nella piccola città ci sono ancora dei validi punti di riferimento,con identità ancora distinguibili con cui rapportarsi,anche se resta difficile stabilire a quale "classe",ora, appartengano.Personalmente dubito che si possa restare coerenti sino alla fine, a una scelta di percors sospinta da condizioni idonee a metterle in pratica e fondata su un profondo sentimento civile che accomunava veramente tutta la società o,quasi tutta.Tutto è cambiato,l'uomo nei suoi valori etici alquanto mascherata a partire dalla famiglia.Ti abbraccio.Paolo P.

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    1. Nella piccola città,PAOLO,quando anche la nebbia si abbassa su quelli che credevamo "punti di riferimento",chiara ti vien fatto il chiederti "Ma io chi sono per gli altri e gli altri cosa sono per me?" Spada di feroce dubbio che sempre trafigge il cuore riportandolo inesorabilmente alla resa dei conti. Abbraccione,Mirka

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  7. La piccola città siede ancora al tavolo di cucina e,davanti a un buon piatto caldo si convince che il "mondo migliore" verrà,grazie alle "rivendicazioni" che loro sapranno portare in piazza "veicolati" dalle più nobili intenzioni.
    Ben tornata Mirka.Tu resta come sei.Enrico

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    1. Solo la sicurezza personale, pare, essere sostanza ad effetto placebo,ENRICO che ringrazio per l'augurio che mi fa a continuare a restare come sono. L'unica ricchezza degna di portarsi appresso.La fedeltà a se stessi,senza possibilità di barattarl, nelle emozioni regalate,in quelle scambiate e avuto a sorpresa in dono,il bene germinato forse "anche" in modo inconsapevole o non riconosciuto purtuttavia bene.L'egoismo non ha mai fatto breccia in me e neppure il mai giusto possesso che ricatta anche se nobilitato da "nobili intenzioni" ben lucidamente cosciente del pesante prezzo. Un abbraccio e sempre un'Evviva.Mirka

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  8. Nella piccola città si vede meglio la natura e meno gli uomini,dolcissima ghepardina

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    1. Oh CARLOTTA cara,arriva sempre il momento di vedere gli uomini per quello che veramente sono e d'averne pietà,nel mentre la natura,(generosa) blandisce ogni ferita.Bacio,Mirka

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  9. Cara ... carissima @BiancaMirka ... da un paio di settimane mi trovo, per il mio consueto viaggio solitario 'on the road', fra tante piccole città ... come Urbino, Montefabbri, S.Ippolito, Novilara ... Fiorenzuola di Focara, e non mi coglie impreparato il tuo emozionarti 'ora come allora' .... che anzi condivido, essendo la ragione stessa di questo mio inconsueto viaggiare .
    E per come vedo le cose io, credo che abitino nel nostro cuore una miriade di "piccole città", ognuna diversa dall' altra, ciascuna bellissima e arcana .... ed in fondo non "così piccola" da non poter contenere tutte le altre .... quando si dispiega in quella piccola città che è, e resta, il nostro cuore ! :-)))

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  10. Oh gli intrigati viottoli di Urbino! Oh le foglie che già s'avvicinano al bruno! Oh le ginestre e i sassi della terra che,mentre ti pungono il piede t'accarezzano l'anima! E la linfa succhiata su in mille forme dal sole! E lo sguardo che indugia e si espande oltre i colli, oltre i limitati confini e,mentre ride par che pianga in queste piccole città che tutte le contiene il cuore come di prima alba in subbuglio d'immagini come al ritorno delle rondini o a gruppo apparire e già sparite all'occhio che ti chiedi fu illusione o un sogno che al risveglio più non ricordi? Mah!...La Vita è tutta lì, dentro di te,dentro le cose che riesci a trattenere.BiancaMirka

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  11. Hai descritto i piccoli e "grandi" fatti di cui è intessuta la piccola città,scavando nel profondo,in modo suggestivo,concreto ed enigmatico più di una semplice cronaca.E questo ci emoziona non poco.F.

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  12. A unire gli uomini serve,oltre l'amore,anche la verità,e la verità è sempre chiara,comprensibile,indubbia.Solo la schiavitù che ci sta dietro distorce la vita e la rovina.Ho qualche dubbio che anche "la piccola città" possa contenere questi immensi valori d'amore e di verità..Almeno nel tempo odierno.Affettuosamente Av R.S.

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  13. Nella "piccola città" quando si abbassa la nebbia si perde la fisionomia,sfugge la dimensione umana di ognuno,non ci si riconosce neppure per come si era nel ricordo degli occhi.Ed è allora che dal cuore salta la domanda:" Ma io chi sono?.... E gli altri chi sono per me?.... In che modo potranno riconoscermi se anche un lampione deforma quello che sono veramente?"..... Un bel post che induce a pensare.Un bacio.Maria

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  14. F. AVVOCATONE MARIA, nella "piccola città" non mancano i problemi.Anche qui si è soggetti e oggetti a leggi fisiche,psicologiche,economiche,forse meno invasiva sono le omologazioni indotte o subite passivamente senza che ci siano sforzi individuali-collettivi per respingerle almeno convinti di provarci.
    Grazie di cuore,Mirka

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