fiume

fiume
fiume della vita

mercoledì 5 settembre 2012

LE ALLEGRE COMPLICITA'.


"Mentre che er fiume pare che canti 'na canzone correnno verso il mare...(Checco Durante)


...E si era facce della stessa qualità non etichettati da codici


"Pace alle capanne! Guerra ai palazzi!" (George Bucher)




Quante cose può raccontare un fiume, la bellezza di un particolare, l'immagine scivolata da un libro.
Ho messo il caffè sul fornello ma i  miei pensieri erano altrove.   Un passo e mi son trovata nella camera da letto. Sul letto, c'era l'impronta del mio corpo, gli occhiali. Quelli da miope con le lenti color del fumo. Li ho spostati. Solo di un poco. Con una gestualità automatica ma sicura.    L'aroma del caffè m'ha riportato alla cucina. Con tutta la cautela necessaria per il manico sempre in bilico se restare attaccato o cadere, ho preso la macchinetta col caffè e l'ho versato nella tazzina.         Mi sono scottata. L'attenzione e la disattenzione vanno insieme nella casa della mia testa.   Ho soffiato come fanno i gatti , giusto il tempo di un uff e son tornata ai miei pensieri.     Pensieri ricchi di tutto un poco.     Siedo sul letto. La biro e il quaderno a portata di mano, sono un imperativo che obbliga e comanda il piacere  saldandole con "me".

Anche quel giovane incontrato sul bus scriveva con la mia stessa febbre da virus indecifrabile.  Guardava fuori dal finestrino e incideva sul foglio. Sbirciava me e lasciava in sospeso la penna. No, "guardava me" e sbirciava la penna. Rivolgeva gli occhi al finestrino, riprendeva il pennello matita.         Ho abbassato la testa per nascondere un sorriso che minacciava di trasformarsi in granata di risata.
Era bello, quel giovane. Biondo con le gambe lunghe accavallate, le scarpe di tela blu e bianca.         E' stato lui per primo a dar vita alla voce, e i suoi occhi ridevano. Ridevano come i miei.
Uno squarcio di Tevere mi ha portata lontano. Vita di un tempo che fu, ora brodaglia per turisti in cerca de la "Casetta de Trastevere" senza che dentro ce stia la mamma...Ed è stato proprio da lì che ci siamo scambiati i medesimi "vizietti". Quello di scrivere. Scrivere senza alcuna pretesa, come si fa quando si fotografa la cosa che piace.
Ciao Massimo. E' stato divertente incontrarti!

Scorre il bus. Siamo a ripa di Testaccio.       Una fiumana di uccelli portano sul becco, emozioni intatte e un cuore che piccona.

Sogno e dal deserto mi trovo subito a casa.     A casa senza sforzo alcuno. Come di terra promessa che mantiene nel timbro, il sapore di uno stato penetrato e al di là d'ogni confine sensoriale.  
Quanto rosso, Dio mio! Rossi di passioni e rossi di ferite. Al mattino, al meriggio, in sul far d'ogni tramonto ingoiati dalle acque del Tevere. Ora limpide ora torbide. Negli incantati silenzi dei monasteri, sui Clivo, su qualche colle, la neve d'inverno. Oh! la neve a Roma che magia. 

Bastava poco a "noi due" sentirci complici di insaziabili ricchezze inventate per incitare a combattere per dei "diritti democratici". Tu con la "tua" finissima ironia di penna esercitata in "punta di fioretto", io con la "mia" irruenza che non voleva saperne di politica ma solo di rivoluzione, senza i palazzi che stanno uno dentro l'altro, l confessionali che nascondono sempre il "doppio", la nostalgia dall'odore del bel tempo "grigio", il conservatorismo che  finge di inchinare la testa come un rapace in cerca di nuove prede.
Si andava è vero in jeans, ma si aveva in orrore la Coca-Cola, mentre  il credito lo si dava al bicchiere grosso di vino dei Castelli, onorato in qualche osteria di Trastevere. Lui, il vino. L'indiscusso protagonista delle nostre utopie vive in quei valori di libertà individuale, ossatura morale che fu quella dei nostri Padri fondativi e, che, tra cantandone uno di più ci faceva scoppiare di risate liberatorie quanto amene liriche tanto vicina al Limerick. E che piacere accompagnarle col canto mentre la pancia gaudente pareva dicesse,  evvada pe' la sacralità che inneggia a Bacco...prest' o ttardi dovemo stirà tutti le cuoia e all'asciutta e senza grinza se resterà belli e distesi. Il dopo?...Brrr! ...Saranno fattacci altrui.                
Sapevamo poco di calcio e di partite se non su quelle nazionali. Per noi valeva di più leggere Marx, la sua svolta etica dell'economia, il "Che", e di nascosto (si fa per dire) si leggeva il Nietzsche, Celine facendo l'occhiolino anche al Werther.  Poi ché la nostra, era la visione di una realtà complessa, fatta di tutto, ma soprattutto sui molti bisogni del popolo, la giustizia radicale fra le classi sociali, le verità oltre il velo delle apparenze, la domanda terribile del cosa poteva mai succedere a un genere umano abbandonato a se stesso.

Con la tua vista che non ammette abbagli ma neppure sviste accomodanti, avevi previsto che sarebbe stato solo un sogno, il "nostro" sogno, e per non contaminarlo te ne andasti via da quel Giornale amato, non come fanno i vili, ma come le persone che con nobiltà danno onore anche alla morte che cammina affiancata al cuore.

Così anche a distanza di tempo, mi sei amico dentro la memoria e tanta Nostalgia. Mi piace ricordarti come il Max Planck nel ravvivare la sua lucida asserzione" "Una nuova verità scientifica non trionfa che convince i suoi oppositori facendo loro vedere la luce, ma piuttosto che questi ultimi generalmente muoiono e avanza una nuova generazione che ha familiarità con questa nuova idea". A  te che non credevi in modo integralista, a nessun tipo di religione, di scienza, di verità assoluta, o "rivelate", ma solo alle necessità dell'uomo che si realizza, quando Deve e gli è concesso. Si realizza quando gliene se ne offre i mezzi e, la sua intelligenza continua ad evolversi senza nessuna forma di staticità.

Il caffè troppo bollente versato nella tazzina, sicuramente si è raffreddato e farà schifo. L'alternativa c'è comunque. Sempre. O se ne fa un altro, o si esce e se ne prende uno al bar. Cosa che farò ora lasciando il computer e una fotografia sul tavolo.

Mirka


"Casetta de Trastevere"











Le prime due foto sono mie. L'ultima è stata presa da Internet

18 commenti:

  1. Che bello, Mirka! Vedo le tue emozioni di pancia, rivedo i miei percorsi di testa. E non c'è bisogno di essere d'accordo o meno, uno dei regali degli anni trascorsi è proprio questo. Ora è l'essenza che conta: l'impegno, l'etica dell'azione sociale. Quella che ha portato disastri, ma la cui assenza ha fatto comunque danni.

    E intanto, nelle nostre piccole storie, si intravvede una verità universale.

    Bello bello bello. Ti abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere MARZIO che questo post ti sia piaciuto e che ti sia riconosciuto anche un pò.
      Ciao,Mirka

      Elimina
  2. Il tempo ... non è mai nostro !
    Noi l' afferriamo con l' irruenza della giovinezza, l' azzanniamo con le nostre passioni, lo nobilitiamo con le nostre 'care' utopie .... l' amiamo perfino come sia e come capita, ma non è nostro .... e nessuna rivoluzione fu così travolgente da arrestarne il passo ....
    Così, quando al sole pieno del mattino subentra la declinante luce del tramonto, non di rado ne andiamo a ripescare i frammenti nella Memoria, l' unico contenitore a cui perfino il tempo s' adatta .... e sospiriamo riassaporando, insieme al nostro dolcissimo passato, l' inconfondibile gusto dell' ennesimo caffè ! :-)
    In fondo, se il mondo non cambia, possiamo cambiare, ciascuno/ciascuna, noi stessi, non dico in toto ... ma quel tanto che basti per essere, non ostante tutto, un poco migliori !
    @Cavaliereerrante ...

    RispondiElimina
  3. Il tempo! L'unico anarchivo che può dire "ebbene si,me ne infischio di tutti senza incorrere in nessuna sanzione". L'unico che sa aspettarci al varco,se vuole,per una resa oppure per una sfida impari sempre,caro CAVALIEREERRANTE.
    c'è un proverbio cinese che dice così: "Il momento migliore per piantare un albero è vent'anni fa.Il secondo momento migliore è oggi". Facciamo in modo di crederci davvero e non per finta.E questa si che sarebbe uno "sfidarci" per prova sicura. Mirka


    P.S.Oh cavaliere Cavaliereerrante che portavi la messe ma non il fante,me puoi dì come se fa a trovarte almeno dentro 'na e-mail,dal momento che te vojio comunicar pel libro tuo su Platone? Grazie comunque anticipate e siempre con todo el corazon

    RispondiElimina
  4. Il mio account ( si dice così ? ) su WP ( Google ), accanto al nickname @cavaliereerrante, indica il mio indirizzo di e-mail :
    deangelis.bruno.bruno@gmail.com
    :-)
    @Fante ?!? Ma cara la mia @Mirkabianca,
    ognun di noi nel suo viaggiar errante
    cuore e cavallo ... e pure stelle tante
    reca con sè ... mentre ch' Ei vaga e arranca .

    Altro non ha, se non sogni e memoria,
    il tempo a volte gli è amico assai,
    e per dimenticàr tristezze e guai
    non cerca mai di mutar la storia !

    Gli basta aver vissuto in ogni impatto
    "cor core 'n pace e l' anima serena
    der savio che s' ammaschera da matto"
    e scioglier sorridendo la sua pena ! :-)

    RispondiElimina
  5. Non cercare mai di trattenere il progresso.
    Nessun progresso.

    Non cercare mai di arrestare la natura.

    Quando cammini attraverso il giardino
    e vedi la bellezza e la gloria dei primaverili fiori,
    non perdere tempo a desiderare che essi rimangano lì per sempre così che tu possa per sempre goderne.

    C'è un tempo e una stagione per ogni cosa.
    Lasciala andare;

    lascia che le cose cambino intorno a te senza abbarbicarti ad esse,
    perchè quando il tempo del croco è finito,
    è tempo che qualcosa di altrettanto splendido
    si faccia avanti e fiorisca come non puoi sapere.

    Saggio è chi semina e ha cura del fiore,della pianta o del frutto che nascerà anche senza la "piazza" che gli gridi "bravo".Matto è, che crede di fregare il tempo possedendolo nel gioco degli scacchi solo per aver vinto una partita.
    Ma c'è un calore/colore che,solo al buon seminatore è dato possedere,perchè separandosi dal seme lo vede germogliare.

    Grazie MessèreCAVALIEREERRANTE per la mail spero accessibile e quantomai chiarita. (Da qualche giorno faccio molta fatica ad entrare persino nel "mio" blog).Scriverò,comunque e leggerò di passi eternizzati come lo fece Virgilio con il Dante.
    Mirka

    RispondiElimina
  6. Guarda che ti sarà facilissimo sia accedere alla mia e-mail di @cavaliereerrante, sia leggere la mia traduzione 'alla lettera' de L' APOLOGIA, in quanto :
    1) Poichè uno dei miei amici ( da 10 anni su una carrozzella dopo un doppio ictus ) vede malissimo, ho battuto la mia traduzione con il carattere 18 in neretto e 'a tutta pagina A4 e quindi la lettura è scorrevolissima .
    2) Grazie a @Platone ( che oltre ad essere uno dei cinque più grandi Filosofi della storia del pensiero umano è il "più grande prosatore della letteratura greco-antica ), il testo è di una semplicità sorprendente .
    3) @Socrate, l' indimenticabile suo ( e nostro Maestro ) parla con semplicità, da sè stesso definita 'popolare' e senza i tecnicismi cari ai sofisti .
    4) La storia, vera e documentata, è semplicemente appassionante !

    RispondiElimina
  7. Ue! CAVALIEREERRANTE!
    Me son riletta il post e (tutti) i suoi commenti e interdetta me son detta: "Però!...Anvedi cosa porta er tittolo "ALLEGRE"Complicità! Qui me pare tutta na benedizzione urbi e ttòrbisi donata con lentezza ab aeterno da far piagnere anzichè ride.
    Lu popolo ha bisoggno invece de ride e non in "sicu t'era tin principio nunche e peggio".
    Abbracciamoce dunque che er poppolo oltre che al pane, e maggari anche con un pò de companattico vuole la spontaneità del braccio senza tante storie.
    BiancaMirka

    RispondiElimina
  8. il fiume agevola lo scorrere, il fluire
    osservare e scrivere, la fretta, che i pensieri scappano

    un abbraccio Mirka

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I pensieri scorrono,passano e formano,caro MASSIMO che saluto e abbraccio sempre con un sorriso.BiancaMirka

      Elimina
  9. Pijagne ... ?!?
    Cara amica, c' è un tempo per piangere e c' è un tempo per ridere, e non pe' er popolo ... ma pe' tutti quanti li cristijani der monno !
    E' da la lacrima che ha da sortì er riso ... e viceversa, imperocchè così manna la vita ... emmica la potemijo comannà noio a bbacchetta ! :-)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai perfettamente ragione CAVALIERE,è"da la lacrima che ha da sortì er riso...emmica la potemo commanà a guizzo de monarca o a manone d'operai,nessepà?...Mirka

      Elimina
  10. Suggestiva, questa prosa intrisa di una malinconia particolarmente asciutta, che rifiuta insomma il "com'è triste Venezia"...no, qui i ricordi sorridono, nella loro vitalità. Un'energia trascinante mette in moto una narrazione dove, come al solito e al meglio, storie personali e generazionali si danno la mano, a formare quello che già tempo addietro ho chiamato il tuo flusso narrativo, di ragguardevole forza. Un abbraccio

    Andrea

    RispondiElimina
  11. Grazie ANDREA.pare che anche TU mi conosca un pò.
    Un caro abbraccio,Mirka

    RispondiElimina
  12. Bella questa rivisitazione dei ricordi più cari che, come al tuo solito, riesci a fare cantare anche se dolenti.

    RispondiElimina
  13. Bello, anzi direi di più consolante. Com'era il caffè del bar?

    RispondiElimina
  14. Hai descritto perfettamente un "nostro" tempo da lasciare a memoria d'orgoglio.Brava! Elsa Fonda

    RispondiElimina
  15. ELSA! Si! Il "nostro" magnifico tempo rosso di tutto.Mirka

    RispondiElimina