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fiume della vita

sabato 8 febbraio 2014

QUANDO INCONTRAI CARLO MARIA GIULINI AMAI ANCHE BRAHMS







Quando cominciò il mio amore per Brahms?   Non certo in conservatorio e neppure nel primo percorso della mia vita musicale.   Avevo si cantato dei lieder ma come bellezza impura perchè non ne avevo ancora compreso la profondità.  

 Poi l'incontro. 

Nervosa da sindrome d'orologio, di Stoccolma o di soffitta come mi capita  sempre in prossimità o in previsione di un grande evento,  mi aveva preso una parlantina fitta fitta da non capirla neppure io.   Di poche parole il Maestro, ma di tale calma da farla convergere sui muri della grande stanza illuminandolo come il primo fiore giallo a primavera, facendolo risuonare limpido nelle vene con un andirivieni che marca la futura piena di un epico viaggio.  
Dalla sua persona emanava l'esperienza di chi non ha temuto l'abisso della profondità, ma l'ha esplorata. attento e prudente, fino a trascenderla oltre ogni incanto e mistero.    Capace di trattenere ogni cosa per nutrirla affinché potesse diventare un bene per chiunque le si avvicinasse.    Questa fu la mia percezione ancora confusa ma vibrante sul l'unghia della pelle.  
  
Vivo è il ricordo di quel primo incontro,  e di com'ero vestita.    Avevo fatto molte prove davanti allo specchio anche se mi distraevano i pensieri d'ansia, di timore, di speranza, e di eccitazione per l'avvenimento in corso.   Il vestitino che indossavo era semplicissimo, di seta blu con fiorellini gialli viola verdi, si era in giugno) scampanato, con le maniche corte a palloncino, la scollatura pronunciata senza essere sfacciata.  Il Maestro col lupetto nero, credo fosse di seta o di filato finissimo, la giacca bianca.  Quello che mi colpì fu l'espressione serena del suo volto affilato e dalla fronte alta e dritta.   Solo gli occhi  tradivano la profondità dolorosa del cercatore in lotta con una esuberante vitalità che si placava  quando "sentiva" d'essere capito e seguito in ciò che Lui sapeva. 
Non credo d'aver compreso veramente quello che il Maestro voleva esprimere, quella prima volta, ma oscuramente sentivo di trovarmi su una strada incredibile e mai percorsa neppure con l'immaginazione.

Con benevola gentilezza si informò delle mie conoscenze musicali riguardanti la liederistica. Gli risposi timida e come trasognata balbettando delle parole altrui."Libera sia dalle leggi dell'arte sia dalla comune realtà, la voce del lied risuona su dalla misteriosa profondità dello spirito, e dalla poesia staccata, enigmatica per l'intelletto, chiara al sentimento, e determinata tanto che là dove un tal suono è penetrato una volta, resta per sempre nell'animo, e dove anche pare che sonnecchiare, il moto più lieve lo richiama ed esso appare di nuovo lo stesso come di prima volta.     Non ricordavo neppure chi l'avesse detto, anche se sovente ne ripeteva come un mantra o un rosario recitato con fede convinta.     Lui intuì quello che ancora io ignoravo e dolcemente mi sorrise mentre prendeva posto davanti al pianoforte.      Gli  ho allungata degli spartiti.  Uno cadde.  Lo raccolsi svelta come un furetto e col volto in fiamme lo misi sul leggio insieme a tutti gli altri.   Il Maestro  li sfoglia nel più assordante silenzio.   Il progetto di lavoro era  "La bella Magelona".  Io però  gli misi davanti l' Ode Saffica . "Almeno quel lied è corto"  pensai.   D'improvviso fu la volta del Maestro a distrarsi in pensieri che a me parvero cupi.    La sua espressione si era fatta stranamente concentrata.   Poi  come preso da una folata di vento che si insinua alla finestra e per un momento la scuote, diede il via a  un arpeggio, a qualche scala maggiore e minore.   Infine senza nulla aggiungere prese a caso uno spartito dal fondo. Quattro Canti Sacri e mi fece segno di cominciare a dar voce..   Cercai di seguirlo nelle sue inesorabili interruzioni.  Anche allora ero troppo critica per non capire che la mia intonazione non era perfetta, mancava il tempo impreciso, i fiati corti da non sostenere nel modo giusto i suoni.      Involontariamente mi uscivano dei sospiri fra una frase e l'altra.  Forse li afferrò anche lui perché  il suo volto cominciò ad aprirsi completamente al sorriso, mentre piano piano a me svaniva la iniziale timidezza.

Davanti a me si stava spalancando un qualcosa di "misterioso, di  grande".   Quando la prova finì, non mi accorsi delle tre ore trascorse.   Ero svuotata d'ogni forza, ma piena di chiarezza e di ordine così perfetto da risultare persino naturale e così fortemente fusa nella musica da sentirmi un tutto uno col Maestro,  e con lo spirito di Brahms. 

Fu in quel preciso momento che cominciai a calcare le onde d'un mare ad altezze così inimmaginabili per arrivare in profondità dove vive la punta più alta dello spirito. Dell'anima.   Immedesimata com'ero non avevo più coscienza se fossi la cantante, l'interprete, o fosse invece  il Maestro ad  accompagnarsi incontro allo stesso Brahms, dettando il fraseggio, la passione, l'intonazione perfettamente ritrovata, io svuotata da ogni individualismo.

A quella prima prova fecero seguito molti altri incontri dove più che apprendere  ho assorbito. 

Ma è a Lui che debbo la testarda ricerca della dilatazione calma, i suoni colmi e fervoroso, un'ideale musicale, spirituale ed etico superiore a cui ispirarsi, la scoperta di polmoni elastici e robusti, l'amore per Brahms che mi accompagnò per tutta la vita, anche se con qualche pausa, obbligata, per ritrovare un poco di quella "sana follia" riportante a un prato verde su cui danzare in punta di piedi quando la rugiada riflette tutti i colori dell'alba nella stagione dei fiori.  Ma sopratutto perché  mi tenga attaccata alla consapevolezza delle mie imperfezioni, come a un dono su cui stendere un drappo di tela grezza, e lavorarlo come un mosaico finissimo a cui manca sempre un pezzo da aggiungere.

Mirka



"Wie bist du meine konigin"  (OP 32 N.9-  J.Brahms)








12 commenti:

  1. Signora lei è una sopresa e una risorsa insperata. leggere di una delle figure musicali più grandi e riservate degli ultimi cento anni non è cosa comune. E' stato un punto di riferimento nell’interpretazione musicale dell’ultimo mezzo secolo, ma si è detto poco di lui, della sua persona, dei suoi ideali, della sua visione della vita, della sua filosofia e della sua profonda fede religiosa. Giulini non è stato solo un grande artista, è stato soprattutto un grande uomo, uno che ha altamente onorato la sua condizione di persona umana e di cristiano. Lei ne scrive e apre squarci di luce su un uomo che è stato un testimone dei grandi valori umani e religiosi con la sua vita, con il suo agire. Un grande musicista, ma soprattutto un maestro di vita. Le sono grato di questo articolo, temo che come spesso accade le cose migliori sul web abbiano poca risonanza. Per averlo conosciuto di persona la invidio. Buona giornata.

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    1. Grazie ENZO per aver colto in questa persona riservatissima ,l'aspetto umano strettamente congiunto alla musica fatta religione anche di Vita. Non è da tutti raccogliere questo aspetto di un musicistaUomo che riusciva a far suonare anche il silenzio. Mirka

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  2. Te l'ho già detto, Mirka, che ti invidio per i Grandi con i quali hai collaborato. E Giulini, schivo dallo star system pur avendolo attraversato tutto, a mio gusto è uno dei direttori che ha saputo leggere con più acutezza e profondità le pagine che ha interpretato. Da quello che racconti è come se questa sua intelligenza lo permeasse, lo rapisse in tutto ciò che faceva.

    Quanto a Brahms, eh... credo non ci si possa accostare che dopo aver fatto tesoro di tante chiavi di lettura, perché una o poche non bastano per capire la ricchezza delle sue pagine.

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    1. E' sempre bello avere a che fare con le autentiche e sottili intelligenze MARZIO. Da Giulini ho a lungo assorbito senza mai capire veramente. Ma quando l'ho anche capito,allora seppi ch'ero anche pronta per amare Brahms.
      Grazie per questo tuo commento.Mirka

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  3. A Brahms ci si accosta tardi, in genere; essendo, il genio d'Amburgo, ricco d'una stratificazione culturale rara nella storia della musica colta. E quindi capita di lasciarlo lì, per riprendere confidenza con autori meno ostici, in qualche modo. Tu hai avuto la fortuna di avvicinare la sua musica grazie a un vero Signore della direzione d'orchestra, uomo e artista d'eccezione, per quello che comunque ho potuto intuire mancando l'incontro con la persona.Grazie pertanto per quanto hai raccontato, avvicinandoci a una personalità ricchissima (il Maestro Carlo Maria Giulini) e stimolandomi (perché no?) a riprendere l'ascolto di Brahms, non appena potrò.

    Andrea

    Andrea

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    1. Caro ANDREA,è vero che la vita mi beneficò di Incontri così alti e preziosi come quello col M.Giulini che segnò una tappa così fondamentale nella mia vita d'interprete anche liederistica. Spero d'essere stata a mia volta larga di emozioni per altri ricambiando così la gratitudine verso chi mi ha condotto sulla strada del bello.
      So con certezza assoluta che quando riprenderai l'ascolto di Brahms sarà un'ulteriore fonte di ricchezza per le tue ispirazioni poetiche nonchè incipit. Ciao,abbraccio,Mirka

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  4. Nessun musicista fu più erudito nella sua arte o più costantemente disposto a scoprire il nuovo nei tesori del passato, come Brahms. Nel maestro Giulini viveva la sua profonda religiosità, tutto il suo spirito. Che ricordo grandioso Mirka! Un fortissimo abbraccio. Monica

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  5. La spiritualità di Giulini era così profonda da renderci familiare anche il compositore più difficile alla comprensione. Con Giulini era tutto da scoprire senza mai stancarsi, riconoscendolo come un punto d'incontro che poteva appartenerci. Prezioso davvero questo tuo gioiello. Grazie infinite. Bacione. Carlotta..

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    1. ...e con lo stesso spirito "così familiare" mando baci a Brahms, a Giulini,e a te dolce CARLOTTA. Ciao, . Mirka

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  6. Come ti vedo! Come capisco il tuo "biascicare trasognato"! Ma che fortuna avere incontrato persone come il Maestro Giulini, avere attinto alla sua altissima scuola. Qualche volta ti ho ascoltata cantare dei Lieder. Riuscivi sempre a toccarmi qualche corda molto misteriosa. In tante occasioni mi sono chiesta e ho provato a indagarmi. Mi rispondevo con una lacrima in più senza riuscire ad andare oltre. Come sai bene io amo la lirica. Tutto il resto sono scoperte che ancora mi attendono. Un grande immenso abbraccio. L.S.

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    1. Grazie L. C'è sempre qualcosa di misterioso e di imponderabile quando si pesca nel nostro mare e in quello di altri. Fortissimamente ricambio l'abbraccio, Mirka

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