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fiume della vita

mercoledì 11 giugno 2014

INGANNI OTTICI MA QUANTO PAREVA VERO!













A volte tornano quei lampi e non sai perché li insegui con l'ostinazione che proprio lì ci sia il filo che conduce a una strada principale che non sai che lo sia mentre la tua parte istintuale sa che lo è. Perché l'istinto quando avverte qualcosa che lo riguarda se lo segnala coi pungiglioni di quel riccio intravisto qualche giorno fa in pineta o per le invasioni barbariche lasciate come  fragole urticanti su tutto il corpo da una maledetta zanzara tigre. Penso alle mondine e divento scura.  Le mondine ben conoscevano l'arte cinica e crudele d'ogni tipo d'insetto, così come l 'inutile canto per tenere a bada la resa al dolore di quei morsi tremendi. Però penso anche a une bella colorata feroce orticaria da fragole grosse e rosse ottima per  i ricercatori scientifici.. Il lampo della Wala mi salta a scoppio ritardato e mi propongo la prima farmacia..

 Subito ho  inquadrato un bastone. Un bastone di legno di un chiaro nocciola, lungo come una pertica  di ciliegio col muso da pappagallo messo sotto il naso.  Sfondo del tutto, un supermercato rumoroso di vivace variegata umanità a cui fece seguito una voce. Imperiosa e battagliera ma dall'accento indecifrabile. Questa fu la prima impressione che ne ho  ricavato. Infine lui. Un personaggio d'altri tempi. Da teatro d'élite. Da film che si rivede volentieri in privato e in silenzio. Sicuramente sarebbe piaciuto a Charlie Chaplin e perché non anche al nobile conte  che prese il nome di Totò. Si fece largo col bastone volteggiandolo lievemente in alto.  Ho scarcerato gli occhi e dissi fra me interessante umanità con un Super Peter Pan che tiene sveglia l'immaginazione. Sorrisi e tranquilla ho aspettato il mio turno. Non so che fine fece il citato personaggio, ma mi restò appiccicato il sorriso sulle labbra per tutto il giorno senza sapere perché. La seconda volta che vidi quel signore fu in una strada poco distante da dove abito ora. Stesso vestito da scena, cappello a bombetta, bastone tenuto più per vezzo che per necessità.  Sfaccettato  salutava tutti e tutti lo ricambiavano con autentica simpatia. Entrai nel bar poco distante per il solito caffè. Mi venne alla mente qualche biografia d'artista e anche qui sorrisi.   La terza volta lo incontrai davanti al portone di casa mia. Sorpresa feci un balzo come un anticiclone da rotocalco. Ovviamente questo mio scossone non dovette passargli inosservato se questa volta in  perfetto accento napoletano mi apostrofò dicendo pressappoco così  Penzavo che me vulesse vasà con chist'uocchie puntate a mme. Se avessi seguito la mia naturale predisposizione sarei sbottata in una fragorosa risata, ma prese il sopravvento l'imbarazzo si che, più frastornata che mai, feci col capo un lieve cenno di inchino proseguendo il mio cammino.  Mi accorsi  immediatamente che il sorriso era sparito per lasciare il posto all'organizzazione dei pensieri in tumulto. In seguito fu quasi una piacevole consuetudine incontrarci e salutarsi con un sorriso che io sgranavo con gli occhi. Lui sempre un poco démode, elegante, gentile quel pochino per non passare affettato, restando natura che non conosce acquisti se non per le labbra solcate di ironia cresciuta dalla scuola che insegna la vita e dal relativo disincanto. Io con farfalle cristalline che sghibbiavano gli occhi moltiplicandosi all'infinito. La malinconia concentrata su un tempo ormai lontanissimo, il lampo di un uomo morto che mi amò e che anch'io amai senza saperlo. Una lacerazione profonda data dall'abbaglio della luce che mi trasse in inganno riportandomi a un tempo dove tutto pareva così vero. Pensai. La vita è veramente strana. Prima o poi tutto ritorna indietro e noi a raccoglierne il significato vero non compreso in tempo. Pescatori di perle ormai inutili anche a noi stessi. Forse. Nel cuore bagliori cocenti di malinconia un sorriso piccolo piccolo striato d'argento.



Mirka



Elegy"  ( Op 24 C. min-Gabriel Faurè)


 





2 commenti:

  1. Inganni ottici?...Chissà che invece non siano le realtà che ci regalano l'immaginazione,l'infinito del mare. Un abbraccio forte forte. Susi

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  2. ...o l'infinito della nostra percezione. Un bacio,Mirka

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