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fiume della vita

venerdì 25 marzo 2016

LA NOTA CHE RISTABILI'





Sono una disgraziata perdonami Signore Disgraziata io disgraziata lui perdona entrambi Signore  continuava a ripetersi la donna in modo sconclusionato, mentre le lacrime formavano una fossetta proprio a fianco di quella avuta in dotazione dalla natura che aveva raccolto tante risate sgorgate da quel ruscello partito ai piedi del monte più alto situato nei suoi ricordi    E intanto  si dava da fare con lo zainetto che si portava sempre sulle spalle, per trovare la chiave e prendeva un quaderno, buttava il quaderno e si trovava fra le mani un ombrello inutile per il tanto sole che c'era.   Ma per un misterioso equilibrio di relazione e in questa solitaria compagnia, provò una gran pace.   Tutto trovava la sua ragione d'essere e ogni goccia di quei due mari si congiungevano pur restando diviso.    Ed ebbe pietà. Pietà di lei  Pietà di lui.  Pietà di tutto.  E si amò come nessuno ne fu capace. Forse.     E amò lui per com'era, nel buono come nel crudele   E amò quel tutto, cosciente che, umiliazioni e ferite fanno e faranno sempre parte del cielo e di una terra congiunti da un unico abbraccio.  Un abbraccio che tenta d'uccidere mentre guarda con dolce meraviglia  gli occhi della vittima prescelta.  
Sentì all'improvviso sollevarsi la schiena. Quella schiena che poco prima pesava come una sbarra di ferro  La seguì con tenerezza nel suo riprendersi  la flessuosità silenziosa del felino pronto a nuove scoperte.   Una piovra vista da lontano non la intimorì.   Oggi era integra. Integra come di primo pelo o nella "gaia scienza" che stava per incominciare.  

 Mirka  (dai racconti Il Destino Nel Nome)


" Finale" (Sinfonia III -Do min di Gustav Mahler)




2 commenti:

  1. "Ed ebbi pietà" Con la compassione si diventa più consapevoli della propria umanità spesso così fragile oltre la corazza imposta dalle spietate leggi sociali o più ancora per non subire oltraggi e ferite impartite da chi non sa o è insensibile alla delicatezza del proprio mondo interiore. E si accede al mistero che racchiude l'anima di entrambi. Sarà così che si attinge a incredibili risorse di energia? Magnifica musica quella che hai messo. Complimenti. F.

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  2. L'anima F. è come un uccello. Canta di tutto. Ma è con le ferite che ritrova la forza del suo ritorno originario dando senso anche a un suo silenzio su quel piano inclinato così poco confacente alla necessità d'essere canto e volo. E chi più della compassione può operare prodigi e il miracolo della resurrezione?

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