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fiume della vita

domenica 13 ottobre 2013

NON TI FIDAR SE PARE PRIMAVERA









Fu sole e parve estate.  Stesi la copertina bianca  per riporla dopo che ne avesse preso tutta l'aria calda e buona.   Era così bello tutto intorno che istintivo mi venne d'allargare le braccia come fa una gatta quando si adagia con la pancia in sù per felicità o per prendere carezze prudenti.     Una foglia secca cadde ai miei piedi.   Li sfiorò e io guardai a lei come si guarda una cosa che solo poco prima era viva.   Mi venne di fare spicciola filosofia domandandomi se,quella foglia nella sua caduta avesse avuto coscienza  che con  l'autunno  anche il suo tempo sarebbe finito.      Mi risposi che no,non non avrebbe avuto coscienza ma una naturale accettazione di finire per lasciare il posto ad altro.       Storia simmetrica della nostra vita d'umani   Però a me fece male anche se mi prevenne da una polmonite.

Ero vestita con poco. Una vestaglia di seta e ai piedi delle babbuce orientali che avevo comprato in un bazaar quando ero andata in Egitto tanto tempo fa.     Vedevo attorno a me quella "stagion beata" da sentirla anche nel sangue.   Sarà perchè sono nata in giorno di fine aprile che precede un maggio (quante persone care nate in quel mese!) e continuo a sentirla mia.    In quella stagione  niente è fermo.    Tutto è un lavoro sotto e sopra la terra.     Tutto splende di luci,rosse,violette,verdi,azzurre e niente è ipocrisia solo frenesia che lievita lievita.       Una freccia di freddo mi  fece chiudere in fretta le  braccia stese per accogliere quel sole traditore.    Più in fretta che potevo raccolsi la copertina che avevo steso,sentendomi  ugualmente felice perchè qualcosa di bello avevo goduto anche se non avevo potuto catturarlo a lungo.    Come l'amore. Quell'amore di cui i poeti sanno parlare.     Quello che trascende l'amato/a e che ci fa sentire più vicini a Dio o comunque all'alto.     E se Dio è in tutte le cose,l'Amore è ovunque.   mi dicevo.   Nell'abbraccio che ti protegge,. Nell'improvviso d'un bacio dato sotto a un'albero o su un gradino di scala,per dire a qualcuno ti voglio bene.     Essere felici della "sua" felicità quando gli occhi s'ncontrano e vicendevolmente sorridono e ogni freddo o confusione sembra sparire.  Ed è lì che capisci quanto siano distanti tra loroil falso dal vero e te lo tieni ben stretto al cuore,là dove stanno le cose più intime. Quelle che non si dicono mai perchè sono il nostro vero Io fatto della più lievi impercettibili sfumature che danno sostanza al tempo.    Tocchi gentili,una abat-jour alla sera che si divide.     Dirsi col sentore di garofano nell'aria con lui/lei ho provato tutti i tipi di amore in una sola volta.   Poi...una capriola sul letto o sul divano a manifestare la più grande delle gioie senza pensare che non hai più la schiena elastica dei tuoi vent'anni spavaldi,meravigliandoti perchè quando ti alzi sei più agile di prima. Ogni altra cosa è nient'altro che illusione ottica,funzione principale che subito si fiacca e annoia,capriccio senz'Alba su cui incollarsi e poi allegramente attingere energia dai doveri del giorno senza che l'incubo d'una cambiale lasciata in sospeso da qualche prefetto diventi ansia da strada ferrata.  

Mirka


"Three birds of Paradise"  (da trois chansons- M.Ravel)




2 commenti:

  1. C'è sempre qualcosa che affascina nei contrasti. Custodi gelosi che solo ad occhi iniziati è dato frugarli,scoprirne preziose verità che danno vigore alla vita. Enrico S.

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  2. La freccia di freddo t'ha risparmiato una polmonite e in cambio ti ha regalato dei bellissimi pensieri. ( ho provato tutti i tipi d'amore in una sola volta) poi la capriola allegra. Splendido! Baci baci.Mary R.

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