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fiume della vita

domenica 1 maggio 2016

LEONARD BERNSTEIN







Come una scatola magica lasciata in soffitta irrompono i bei ricordi come un festoso e colorato gioco di birilli. Sono loro a dare allegria al giorno quando diventa avaro di colori. E come fossi tornata bambina mi piace riprenderli, giocare, emozionarmi, ridere o mordermi il labbro inferiore come  facevo e faccio ancora per qualche  gioco lasciato in sospeso  che conduce a un poi, retrospettivo, lasciato forse per inadeguatezza,timidezza o per uno stupore di meraviglia che fa lenti i movimenti, ingabbia la mente, la rinchiude ai confini dell'immaginario possibile quando invece...     Anche oggi mi domando se fu anche lì un giocare (perfido) del Destino, una questione di tempi non coincidenti, un eccesso di scrupoli, la mia  pigrizia, un birillo messo nel gruppo col lancio distratto della palla o la non conoscenza delle regole del gioco, quelle regole, non conosciute ma che si deve sperimentare in proprio,se non mi permise di cogliere quel "preciso" momento, per curarlo, studiarlo, renderlo lezione e scuola sul flusso naturale del mio percorso.         La mia vestina blu di seta fiorita a margherite e viole con qualche papavero dal lungo gambo verde, lo spartito ben stretto al petto, il corridoio interminabile dell'Auditorium impolverato dal sole di giugno, affiancata  a una persona col maglioncino di seta rosso, i capelli a modo di ragnatela brillante di rugiada, una gamba alla quale facevo fatica ad adattarsi per la lunga falciata, il gioco di ombre e luci che si alternavano sul suo volto e che io cercavo d'interpretare rabbuiandomi come un temporale o illuminandosi come una torcia da mille watt,  il mio ininterrotto farfugliare.  (cinguetto sempre quando sono imbarazzata ma felice).   Così ricordo il mio primo incontro col Maestro Leonard Bernstein per la prova al pianoforte di "Das Lied von der Erde di Gustav Mahler.    Dopo, nella sala di prova, fu solamente qualche timido suono emesso da una gola chiusa ma che Lui "intuì"  preciso, rotondo e intenso, molte pause di ascolto da parte mia, l'idea di cosa fosse la perfezione e  il  suo tono imperioso pur nella gentilezza misurata che mi ingiungeva di mirare sempre alle grandi altezze,  le risate.  Le risate improvvise di entrambi, complici di magnifici sottintesi ma preziose per nutrire il mio pensiero ancora acerbo  dandogli il via per una forma, sostanza nelle infinite sfumature. Quando per testare il mio terreno musicale e la conoscenza di Mahler mi chiese con indifferenza, cosa pensassi del compositore, gli risposi nel modo più disordinato e lontano anni luce dal linguaggio tecnico della musicista   quello che so che mi fa piangere     sento antiche risonanze     dentro la sua musica percepisce  lo spirito universale    la terra coi suoi prodigi e le sue terribili rivolte    l'idea del cielo     la redenzione    la pace .    Lui si limitò a sorridere.  Un sorriso enigmatico che, se  allora non riuscii ad interpretarlo,  non scomparve mai dalla mia mente e che a mia insaputa lavorò, procurandomi sconcerto e l'aggiunta di altra confusione.    Lasciata la stanza della prova, ricordo il tremore che mi aveva preso le gambe. Mi dondolavano come fossi ubriaca ma, come tutti gli ubriachi felice senza conoscere la ragione e con una gran voglia di ripetere la sbronza. Cosa che feci nella realtà di ogni incontro, bevendo, assorbendo e senza mai saziarsi.    Preparata, ricca di pathos e sicura, mi apprestavo a mettere in pratica tutto ciò che avevo imparato, imitato e fatto mio, se non si fosse messo in mezzo lo zampino di qualche forte diavolo. Una brutta e recidiva tonsillite mi obbligò all'asportazione delle tonsille con relativa sospensione della Performance.  Al dispiacere mio e a quello del Maestro per tale increscioso incidente, fece seguito, per un poco di tempo, un carteggio fra me e Bernstein, con la promessa di rifarci presto e con una sicurezza nuova.  Purtroppo  anche Lui si ammalò e io non ebbi la forza o il coraggio di mettere in opera la mia risaputa testardaggine. E qui non fui un'abile giocatrice. Ma ero così giovane! Troppo giovane in tutto per osare il gioco,  anche a distanza, coi veramente grandi. Eppure se fossi stata, anche quella volta, la monella di strada  di certe mie azioni audaci, quelle che rivoltano il mondo e lo ricreano, sarebbe stato Intelligente insistere anche col rischio d'essere mandata al l'inferno.   A volte penso e rifletto su quella forza oscura e così potente che fu capace di frapporsi fra l'essenza che vive e pulsa dentro il midollo del l'istinto e la mente bloccandolo nella sua "chiamata" che  spinge a insistere. E rabbrividisce pensando alle tante deviazioni imposte al Destino da noi, in quel l'orizzonte intravisto con indicibile meraviglia, "senza confini", ma recintato dai pensieri con l'ambiguità degli scrupoli, (nello specifico caso il non volere accettare le mie imperfezioni  per presentare il massimo del meglio di me)  ci lusinga, filtra, le stupide e forse anche le vigliacche paure immaginate.   Ma è andata così.  Inutile  rimpiangere ciò che si poteva e  si doveva. Inutile come respirare aria piena di fumo credendola marina e all'alba. Forse nella prossima vita... chissà. 
Una cosa preziosa  comunque imparai dal Maestro. Una lezione della quale feci tesoro per ogni mio futuro approccio musicale. Come si entra nello spirito di un compositore e in assonanza con la sua essenza restando nuovi e fuori da ogni invecchiamento, con la profondità dei sentimenti, ricreando lo stesso sentimento che ispirò il compositore nello splendore che lo rese immortale. E almeno in questo, credo, d'essere stata l'allieva che allora mancò a un appuntamento che per certi versi era predestinato a seguire le stesse orme di luce.

Mirka




Der Abschied  (Das Lied von der Herde- Gustav Mahler)


 ...Egli scese da cavallo e gli porse la bevanda dell'addio. Gli chiese dove andava e perchè doveva partire. Rispose, e la sua voce era velata: Amico mio, la fortuna in questo mondo mi fu avversa! Dove vado? Io vado. M'incammino verso i monti. Cerco pace al mio cuore che è solo. Torno alla terra natale, mia dimora! Mai più in paesi stranieri andrò errando. Tace il mio cuore e attende la sua ora; la buona terra fiorisce ovunque in primavera e torna verde! Ovunque e in eterno splendono le lontananze azzurre. In eterno, in eterno...

10 commenti:

  1. Un post tutto da immaginare,tutto da pensare come una partita a scacchi. La fortuna aiuta sempre in tutto anche e soprattutto negli aiuti grossi,importanti. Gestirli nel tempo lungo si può quando si è evoluti interiormente,per cui si permette all'intuizione di superare le trappole della mente. Mi trovi d'accordo quando dici essere in difetto per la "non conoscenza" ,(immagino sia riferita a te stessa) quella che non dà sicurezza all'importanza del proprio istinto,deviando così dal flusso naturale delle cose,incidendo persino sullo stesso destino. Resta pur sempre la notevole esperienza,se se ne fa tesoro,il piacere d'immaginare ogni altra possibilità qualora si fosse osato (insistito) e la gioia per una simile frequentazione che non è da tutti, ne di tutti i giorni. Un caro abbraccio e su con la vita. Sergio

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  2. La scena che racconti si fa palpare. Penso ai battiti del tuo cuore al momento di quell'incontro,l'angoscia per l'intervento chirurgico,la terribile frustrazione per l'annullamento del concerto,il carteggio sempre più imbarazzato per la distanza e la malattia del maestro. Non è facile coltivare a lungo la magia della meraviglia sconfinando dalla mente! Ma...complimenti. F.

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  3. Carissima amica mi hai commosso. Ma che bel post impegnativo! Rispondendo alle tue riflessioni credo che,la tua anima dovesse ancora crescere nella luce guerriera per usare una delle tue espressioni per scoprire che potevi lottare contro il destino avverso e domarlo sino a vincerlo. Ma eri così giovane!!1 Ma se permetti e accetti,non tanto (ragazza) per non sentire la maturità prudente e razionale che porta allo scrupolo abbandonando quel bellissimo gioco avviato dal Caso o da un Avvenimento veramente straordinario. Con tanto affetto ti abbraccio. Liliana

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  4. È così Sergio. Esperienza. Immaginare ogni altra combinazione come fa un bimbo. Gioire di quell'avuto e Ringraziare Dio sempre e comunque. Ricambio affettuosamente l'abbraccio, Mirka

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  5. Tutto vero F. con una sola differenza. La meraviglia di quella magia non ha mai perso la luminosità dei suoi colori

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  6. Uh! Può crescere l'anima Lilli? No. Nasce ricca di tutto e predisposta. È invece la mente che deve lavorare per crescere ed evolversi a guerriera della luce. Un bacione, Mirka

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  7. In questo post c'è del "sacro" che si unisce al Destino,a ciò che siamo o che di noi non conosciamo. La mia impressione è che tu sei stata ugualmente fortunata malgrado gli avvenimenti avversi. Maary

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  8. Si. Mary. Un Destino strano che mi porto appresso, la fierezza di riconoscerne tanta benevolenza ricevuta, fatta sangue limpido e pensieri ardenti

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  9. Peccato questo blocco di flussi. Ma chissà che tutto questo non sia avvenuto per diventare un piacere che alimentando l'anima la renda piena anche solo per averlo immaginato. Elsa

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  10. Grazie Elsa. Si. Un'immagine di inarrestabili flussi

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