Una grigliata d'infinito pareva camminare tra occhi e fianco
nel solco rosso scavato dal cielo in sul telaio del tramonto.
Ordito separante
filtrato di coscienza che non conosce alibi
ritorni a un originale Paradiso
senza mediazione di Miti
o simulacri deificati a illusorie proiezioni
iniettando menta sul plastificato degli ombrelli chiusi.
Poi tutto sparì.
Solo agli occhi rimase il guizzo del passaggio
a memoria di sentenza per ciò che siamo.
Guizzo.
Fuoco.
Armata.
Frecce.
Evanescenza.
Dissolvenza.
Lampo di memoria
Preghiera a ultima supplica.
Preghiera a Circolare intreccio.
Intrecciati separati dal sospeso.
Liberi fluttuanti dì passaggi
attraversanti dalla immutabile Eternità
riflessa in ogni cosa e a specchio di un'idea.
Prometeo alfiere scattato da quel solco di fuoco
incisore di ogni battito mortale e a termine serenità
in limpido risuonare di antica voce
trovati in spaziale di ogni alba giovane.
Accordo di ascensione sul trovato del coraggio che si slancia
scontrandosi con la luce senza inganni di lampioni.
Principio di verità tante volte ferita dal l'oltraggio farisaico
a cui fa capo misericordia nel l'implacabile giustizia.
Innocenza ritrovata come da primo ordine in placato Caos
perpetuato solo per fragilità di Terra in feritoie d'armi
dove l'eroe ebbe a sogno soffi di braciere
del bilingue dio in tutte le create fessure compiacenti.
Mirka
Sinfonia Dei Salmi. I. Stravinskij
Nota: Abbozzata a occhi chiusi con matita alle 2 di questa notte, e ripassata qua e là in ripresa di mattino
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