Viaggi fra loquaci solitudini che indussero a cercare il senso d'ogni parola
...e ci esaltammo e ci deprimemmo riprendendo l'equilibrio col distacco che ci portava al "daccapo"
.
..e in dissolvenza nuvole e oro
La Consapevolezza d'ogni fatica e dono scolpita negli occhi
Drin. Arrivo! Drinnnn... Eccomi son qui. Abbracci di cappotti con qualche toc toc che fuoriesce. Volti sorridenti come soli ghiacciati. Violette che profumano di niente ma il cui colore fa pensare ai salti e ai fossi. Cioccolatini avvolti in bella carta colorata che presto finirà nel secchio della spazzatura. Ed ecco che il cerchio è fatto mentre si muove in direzione cucina.
Siamo amici di vecchia data ed è naturale infilarsi là dove l'accoglienza è calda, alla mano, semplice, sicura. Te fumante, biscotti presi da chi ancora li fa con le proprie mani, caffè che non tradisce mai, tantomeno se l'ora è segnata sul 4 (sedici). E si comincia a scambiarci, dritti, dagli occhi. Allora come stai? Bene, considerata la crisi. Pausa. E' tanto che non ti si vede in giro. Pigrizia. Pigrizia da gatti. Pausa con risata fragola. Dai ancora lezioni di canto? Ci provo. Ora sto insegnando la respirazione, e a un altro sto impostando la voce. Pausa un po più lunga e doppio sorso di tisana. Già. Perché qualcuno me l'aveva chiesta e io di quella non manco mai. E tu canti? Hai in programma spettacoli? Qualcosa? Mah! "La stanchezza m'opprime" direbbe Azucena e i "nostri monti" son diventati Montagne Rocciose. Risata, indi pausa. Dai cantaci! Mm...Ninna nanna? Tutti guardano fuori dalla finestra. Sono pensierosi. Almeno l'impressione che ne ho è questa.
Poi Carlo tira fuori il discorso sulla evoluzione della specie. Dice che, magari fra un milione di anni, si svilupperà un diverso genere umano. Ciò che vediamo adesso è solo uno stadio che l'umanità sta attraversando; possesso, paura e crudeltà. Gli uomini lo supereranno. All'unisono Noi non ci saremo. Pausa lunga con corona . Però senza aspettare quei milioni di anni, se si "sentisse" dentro un punto da cui partire per "credere" ed agire, forse si potrebbe pensare anche a fare un mutuo a lungo termine per sette noccioli urlanti più due in adozione. Dai canta qualcosa!
Sono riuscita ad approfondire ciò che mi restò in testa e nei colori su tutto il corpo?...Non so. Però ho trovato la forza di aprire il coperchio del pianoforte e canticchiare qualcosa La storia è una cosa che si "agisce" e non si subisce mi suonano, chiare, le parole di Boulez Si, una casa da cui prendere congedo e sperare di farvi ritorno con qualcosa di nuovo, nel mentre si fa una pausa d'attesa.
Debbo comunque aggiungere che la compagnia fu quella buona, da augurare a tutti. Ognuno prese dall'altro il meglio e il "suo" meglio lo diede.
Si ascoltava. Si faceva una pausa, si ribatteva, bonariamente o leggermente su di tono, ma sempre con onestà, qualche volta persino provocandone l'osservazione in questa esperienza di realtà semplici, genuine, familiari, dove la felicità era quella di mettersi in gioco facendosi riconoscere per ciò che si È con l'impressione d'essersi connessi in una nuova dimensione, sconosciuta persino a noi stessi, perché mai esplorata o presupposto ci fosse un modo per raggiungerla. L'essenzialità del dire e nulla più, ma abbracciati dal caldo delle reciproche umanità svestite d'ogni maschera, vere per un comune denominatore. Forse è così che si guarisce dalla più tormentosa delle malattie di oggi. La solitudine. E ci sembrava d'aver creato un quadro di Van Eyck o Memling, nei nostri "luoghi comuni" nella "affettuosità che sollecita" una spiegazione quando non era chiaro il concetto. Nella nostra modestia a dare senza la vanità d'un primo della classe, ma avente chiaro un personale ideale di mondo. Così pensavo con ancora la porta spalancata, un gruppetto di alberi nudi ma con la vita che si preparava "dentro". E tutto fu meraviglia .La mia laconicità di quel giorno, non per timidezza ma per lo stupore nel l'Esserci e insieme. In una giornata come questa, nella domenica di un 27 di gennaio ormai prossimo a finire ma con l'orrore davanti agli occhi e nell'anima, nelle nubi in cielo e le leggi dell'evaporazione che le governano, il tramonto rosa a cerchietto d'oro con al centro un puntino di rubino, la meraviglia del dono di Se scolpita negli occhi di una donna e, forse, mai veramente riconosciuto.Debbo comunque aggiungere che la compagnia fu quella buona, da augurare a tutti. Ognuno prese dall'altro il meglio e il "suo" meglio lo diede.
In lontananza il fischio di una locomotiva. Chiudo lentamente la porta. Si riaprirà.
"Mi ritorni in mente " (Enrico Rava)
Un quadro di Van Eyck o di Mamling,credo, più di Mamling considerata la profondità anche se spruzzata da una lieve ironia.G.M.
RispondiEliminaCaro G.ma non ti si può nascondere "proprio" nulla?...Ciao,Mirka
EliminaLeggendoti si ha l'impressione d'essere davanti a un finissimo arazzo intessuto da mani amorevoli,attente,disposte anche alla pausa di una bella risata.Grazia
RispondiEliminaGuai se venisse a meno,GRAZIA della franca improvvisa risata magari scaturita da una pausa! Ma le vedi le facce dei nostri politici che passano da un circo all'altro? O incollati perennemente a una smorfia,che,dovrebbe rappresentarli con un sorriso "rassicurante",oppure talmente seri da far pensare a Mefistofele.Mirka
EliminaBello! Mi piace la tua oggettività che sa analizzare gli stati psicologici in profondità senza darlo a vedere.Un grande grande abbraccio.Maria R.
RispondiEliminaChissà che invece non lo dia a vedere anche senza rendermene io consapevole di farlo,cara MARIA che abbraccio forte senza darlo a vedere.Mirka
EliminaÈ un articolo veramente bellissimo, Mirka, dove i sentimenti sono palpabili, le fotografie ben trasportano la parola nella vista e le musiche alle orecchie. C'è armonia e sei tu l'armonizzatrice dei pensieri e della compagnia di amici.
RispondiEliminaMolto generosa DOMENICA,anche se,confesso,quello che hai scritto lusinga non poco il mio amor proprio, mi ricompensa aggiungendo gioia alla gioia.Quella che metto nella combinazione del tutto. Grazie infinite,Mirka
EliminaNelle tue foto ci sono spesso gli alberi.Interessante,perchè negli alberi c'è proprio tutto.Forse il fondamento stesso della vita,dell'uomo "mentre" si trasforma e del quale ne resterà solo l'essenza del nome scolpito nella memoria.Ciao.Un'abbraccio.Salvatore
RispondiEliminaE'vero SALVATORE,amo la natura,la fotografo in ogni sua trasformazione e spesso posto alberi.Chissà.Forse mi sembra di poter catturare la bellezza sempre in mutamento e che mai...nell'albero scoprire delle plurime dimensioni,visibili e no,ferme per un tempo determinato ma che, alla fine,trasformate pure loro,cadranno o...si evolveranno ad altro.questo comunque non è dato sapere se non guardando sù mentre la nuvola.Ricambio l'abbraccio grata.Mirka
EliminaA che serve discutere? Meglio dividere serenamente e in semplicità ciò che si dice perchè corrisponde a quello che si è e si sente,per riflettere,infine,dopo,per desiderare la ripetizione di quegli incontri,certamente nuovi di qualcosa.Un caro solidalissimo abbraccio.Sergio
RispondiElimina"Essere ciò che si è".Difficile sempre,eppure,SERGIO, mai stancarsi d'esserne curiosi,con la naturalezza di un bimbo o di un'adulto smaliziato che non ha più nulla da perdere se non la vanagloria nel tenersi a coperta un "qualcosa" che non sia simile a tutto quello che appartiene all'uomo.Grazie,Mirka
EliminaMi sembra d'esserci anch'io in quel rimpatrio di amici.Tu che canti dopo avere offerto pasticcini e the e ironizzato con la tua grazia gentile.Baci.Pat
RispondiEliminaSe hai detto questo,PATRIZIA,è perchè mi conosci senza stupirti poi tanto,neppure se io ti lascio un bacio in più di quelli che tu hai gentilmente mandato.Mirka
EliminaNel tuo scetticismo elegante,vive la volontà,costante, di credere che la vita prosegua con tracce luminose.F.
RispondiEliminaLa vita F. è fatta di segni,di tracce luminose,se si sanno vedere e inseguirle anche comprendendo a "posteriori" che,nel "subito" è solo istinto o misterioso sentire.Mirka
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