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fiume della vita

lunedì 28 luglio 2014

ENRICO BERLINGUER OVVERO QUANDO VOLLI RINCONTRARLO DA MORTO





Quando mi decisi per la Città dei morti mi batteva forte il cuore. La vista già debole di suo cominciò a screziarsi di colori.  Accanto a me c'era mia madre. Le chiesi: "ma li vedi anche tu tutti quei colori uniti e sparsi? Con semplicità mi disse "certo. Sono tulipani". Ma io continuavo a spazzarmi dagli occhi  delle mosche colorate.    E fu così che mi ritrovai ancora davanti a lui. A terra. Dei piccoli fiori colorati a recintare la lievità della terra. Nei pressi dell'ingresso principale di Prima Porta.  Una lapide bianca con inciso solo il suo nome e cognome. ENRICO BERLINGUER. Restai molto meravigliata della cosa immaginando altro. Poi pensai e credo fosse l'intuizione giusta concentrata in quel lampo e che per me voleva significare questo. Quello che dovevo fare è stato fatto quando stavo in terra a camminare insieme agli altri. ORA NON MI RIGUARDA PIÙ.


Frastornata per l'inatteso prezioso di quella lezione io e mia madre ci dirigemmo verso un'altra Casa appena  poco distante. Sostammo a lungo davanti a una foto di homo vestito con gli abiti da concerto e abbracciato al suo violoncello.  In muto silenzio e in profondo raccoglimento entrambe pregando, ciascuna a suo modo. Sotto un nome IL MAESTRO GIUSEPPE SELMI e null'altro.

Sempre in religioso silenzio ci si incamminò alla mia piccola automobile rossa, direzione  Bracciano meta di tante comunicative e festose escursioni. Per immortalare la faggeta con delle foto, ascoltare una composizione inedita incisa su una cassetta, gustare dei cibi genuini in trattorie locali sempre felici di accoglierli. Si era quasi diventati parenti (cari)  che si attendono anche senza l' annuncio anticipato di tromba. Non feci fatica a trovare l'altra Casa che volevo. Una dedica identitaria "brevi sono le forme che il caos inquieto produce" e un nome seguito dal cognome GABRIELE A.  Tre momenti importanti che hanno dato una profonda svolta alla mia vita  anche nel dopo. Dopo tutto...non sono le nostre azioni a testimoniare il nostro  "breve" passaggio su questo pianeta chiamato (ancora) terra e la nostra identità che si è sforzata di restare vera e coerente a ciò che sentiva giusto, ed inciso come fuoco in quei valori universali dove pulsa forte il cuore di tutti e fa brillare maggiormente ogni stella che vive di sua propria luce in cielo?

Mirka




"In Paradisum"  (Requiem - Op 48 G. Faure)











4 commenti:

  1. Quello che hai scritto fa pensare. "Ai morti non riguarda più nulla". Ma il nome e cognome parlerà sempre per loro. Delle loro azioni,di come ognuno ha svolto ciò che gli era stato dato in dotazione,il loro coraggio a fare,affrontando tutti i timori che potevano impedirne le azioni. Significante e divino il video musicale. Un abbraccio. Mariu

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  2. Forte lezione e che tragedia non applicarla quando ancora si può. Un bacione.Susi

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  3. E' vero. Quello che si deve conquistare bisogna farlo con le azioni in terra come una incompiuta utopia. Dopo...riguarderà chi ne ha fatto tesoro. Un caro abbraccio. Gianni

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  4. MARY SUSI e GIANNI essendo nella più perfetta sintonia vi abbraccio in armonia col mio più profondo sentire. Mirka

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