fiume

fiume
fiume della vita

giovedì 17 luglio 2014

NON ESISTE MANIPOLAZIONE A FIN DI BENE









Sono sempre stata nemica di ogni forma di rigidità anche se tendo al pragmatismo e,divento terribile quando sento puzza di realtà adulterate e lontane dalle piccole bugie inventate per divertirsi e divertire, o alleggerire la pesantezza della stessa realtà, dalla noia che le sta appiccicata addosso.  Nella mia intensa vita variegata e multiforme c'è stato posto pe un'infinità di peccati,più o meno gravi, ma mai per la manipolazione anche quando avrei potuto  ricavarne un qualche vantaggio. Ho sempre ritenuto la manipolazione uno dei più grossi inganni verso la naturale strada che ognuno deve percorrere e nel rispetto che si deve al compagno di viaggio col quale ci si imbatte,ai suoi sbagli,alla personale conoscenza che ne includa il distinguo fra ipotesi,immaginazione, realtà anche quella nascosta e dotata di una sua autonomia,quella che elabora nei suoi tempi gli avvenimenti permettendo di cogliere il nesso tra il fattuale,l'immaginario e ogni influenza che ha agito sul nostro nostro comportamento.Mi viene naturale domandarmi quanti psicoanalisti o pseudoanalisti giocano il ruolo di manipolatori anzichè aiutare chi a loro si affida perchè disturbato e sofferente. Che tremenda responsabilità!    Ricordo d'aver avuto un'allieva di musica che,alla mia ferma richiesta perchè continuasse una terapia durata dieci anni e senza risultati veri continuasse a buttare soldi (due sedute alla settimana mica son scherzi per una giovane laureanda in giurispondenza e impiegata in un ufficio come assicuratrice a un milione al mese delle lire di allora!) rispose che era d'accordo con me ma che non poteva farne a meno. Quello che doveva conoscere lo sapeva ma aveva bisogno d'essere presa per mano e guidata da quelle evidenti ormai forme di furbizia manipolatrice e mercenaria. Io le volevo bene e non volli intromettermi cercando di convincerla a desistere da quello scempio psicologico ed economico,ebbi  però il rispetto dei suoi tempi e come un maestro Zen abbozzai un sorriso perchè sapevo che prima o poi l'allieva avrebbe capito dove "autonomamente"  collocarsi. Continuai la lezione di musica sentendomi  al contempo infinitamente triste per questo "voluto" mio limite a intervenire oltre il dovuto,oltre l'affetto che  mi legava a lei,oltre la consapevole cognitiva lucidità che,arrestare il processo  di quella "piovra" che si era insinuata nella sua anima e nel suo corpo (lamentava spesso di terribili dolori allo stomaco) non aspettava a me ma solo a lei quando anche la stima per se stessa sarebbe cresciuta insieme ai suoi tempi personali,al suo accettarsi per com'era veramente. Ora  continua a fare l'impiegata ma si realizza nel jazz (mi dicono che le sue serate siano sempre strapiene di gente),è apparentemente felice  (l'ho vista da poco) o comunque  possa essere,quegli atroci dolori addominali sono spariti.

 Con la mente ritorno a qualche episodio della mia adolescenza. Quante parole sentite e usate per manipolare e che volevano significare altro intenzionalmente o meno e che io perseguivo dentro a qualche "atto" in cui vi fosse rappresentata l'autenticità della persona dichiarante. E non avevo pace sino a quando non scoprivo un genuino vero o un genuino cammuffato dalla parola infilata nell'atto e che a me recava un'inspiegabile disturbo portandomi a reagire sgarbatamente e fuori misura dal contesto sconcertando gli altri. Ora so che ciò che percepivo era "manipolazione" alla quale la mia natura genuina e ribelle si sottraeva come "poteva" e reagiva in modo esagerato

 Risento le mille univoche espressioni che così spesso e impropriamente si 'usano" per rassicurare l'altro su un sentimento "vero" ben lontano dall'essere tale "l'ho faccio solo per il tuo bene" mentre i "fatti" dimostrano il contrario seminato com'è da urla,borbottii, sarcasmo,sussurri che fanno capire più e come una parola pronunciata senza nessun doppio senso ma semplicemente per esprimere un concetto,un pensiero,un sentimento, nelle accuse ripetute costantemente come un'ombra minacciosa anche sotto la forma di aiuto.  La pretesa di aiuto. 
Per lui era possibile conservare la propria identità  nell'isolamento. Ogni tipo di rapporto costituiva sempre una minaccia alla perdita della propria identità col rischio di essere inghiottito,fuso,e sommerso al punto da perdere la propria  distinta individualità giacchè egli era capace di "essere" vero  solo a contatto con se stesso anche se lo affascinavano gli altri e ne cercava la compagnia,aspirava ardentemente a un rapporto umano quotidiano e alla portata di mano qualora ne sentisse il bisogno,ma il timore che attaccandosi a qualcuno lo potesse defraudare  di una qualsiasi parte di se assoggettandolo gli dava l'impressione d'essere separato da se rendendolo un  un"ibrido tra l'insetto e una sanguisuga. Così si metteva al riparo dalla vita mettendosi alla regia di ogni spettacolo o spettatore persino di lui stesso. Sentiva la sua vita minacciata dai ricatti e quindi in perenne collusione con la ricerca delle sue false identità e relative conseguenti frustrazioni che lo portavano a una continua altalena di sbalzi inferti alla sua già sensibilissima natura,confondendola per la rabbia improvvisa che gli usciva dalle viscere attorcigliate. E odiava chiunque potesse riportarlo a degli echi lontani dei quali in parte ancora non era perfettamente conscio ma che gli giungevano attraverso le ripetute insistenze su certi aspetti della sua personalità in aspetto disarmonico con ciò che credeva di essere,provando avversione,che nascondeva,quando lo si stimolava sessualmente proprio là dove la frustrazione,il disagio e il naufragio l'avrebbero buttato a terra,e odiava senza averne coscienza di quale disastro potesse operare in lui un tale prodotto negativo quando bonariamente si scherzava su le sue capacità intellettuali sulla sua sessualità scivolando "abilmente" ad altro. Lui sentiva che questo era "manipolazione" voluta per confonderlo,per portarlo all'ira,all'angoscia,ai conflitti terribili,a vittima" alla quale avrebbe risposto nel suo opposto diventando carnefice. Ma quanto inveceavrebbe  potuto aiutarlo l'empatia,la compassione,la coscienza che non si sarebbe mai ricorsi  all'umiliazione per arrestare un flusso naturale verso uno stato di bene,all'amore forte della profondità del rispetto che si deve a ogni persona,restando sulla soglia della sua anima e attenti,dirgli che la felicità è per tutti un diritto anche quando si pensa essere un regalo fatto per altri destini,con gli occhi brillanti mentre la mano si alza per un brindisi alla vita malgradotuttoEciononostante,l'abbraccio lento e quasi vergognoso per quella implosione dentro l'anima di un altro essere umano che non siamo noi e che espandono a cerchio nell'unica  parola che dice senza alcun fine se non quello di avere capito, compreso il vuoto che ha e che non riesce a colmare,di aver accettato tutto di quella umanità sofferente ma  aperta a una strada diversa dove insieme alle prove ad accoglierlo c'è la felicitá come bene conquistato. Che il bene,ogni forma di bene converge appunto nell'unico atto che crea la vita rigenerandola con la pioggia alternata al sole senza timore di ferire perchè non c'è intenzione alcuna per recarla.
 A tutto questo pensavo in questi giorni di passi uno dietro l'altro,di film rivisitati che riguardano un poco tutti,di saette che trapassavano l'anima bambina senza riuscire a farla diventare livida, forte della sua trasparenza spalmata dall'ascolto attento del suo solo Orecchio.     All'inizio di questo post affermavo di non avere mai manipolato. Mi correggo.Si. Una sola volta l'ho fatto,ma lei,la mia amica del cuore lo sapeva. E alla fine e dopo tutto sono felicemente sposati  da 32 anni. No. Ia manipolazione non ha come fine il Bene. Fa "finta" di volerlo. Nella realtà assogetta per un suo potere, indiscusso,d'anima,psicologico,fisico,mercenario. Il Bene è semina gioiosa,prudente fiduciosa consapevole anche quando la mano trema. 
Mi ha fatto male scrivere questo post eppure ho sentito l'obbligo di mettermi di fronte anche a questo dolore. Spero possa essere utile non solo a me.


Mirka







Andante"  (Concerto 4 Brandeburghese-G.Major Bach)

       

4 commenti:

  1. Pero una spintarella come quella data ai tuoi "amici" te la si perdona con un doppio grazie e incoraggiandoti a farlo con la sicurezza che c'hai messo allora. Da te non può venire che bene. Un caro affettuosissimo abbraccio. Sergio L.

    RispondiElimina
  2. Caro SERGIO lo rifarei con lo stesso sicuro piacere e senza l'ombra di un dubbio. Mirka

    RispondiElimina
  3. Grazie. Un abbraccio.Tizzi

    RispondiElimina
  4. TIZZI lo ricambio e tu sai del mio essere vera e sincera. Mirka

    RispondiElimina