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fiume della vita

mercoledì 23 luglio 2014

QUANTO I SOGNI POSSONO AIUTARE A CAPIRE




"Dimmi del padre e del figlio che ho lasciato, se ancora il mio posto è presso di loro (...) o se dicono che mai tornerò. Dimmi l'intenzione e il pensiero di colei che desiderai per sposa."   (Od.XI 174-177)




Antefatto.   Il giorno prima di questo sogno c'eravamo messaggiati e poi si era parlato a voce per concordare su un possibile incontro. Conoscevo da tanto tempo la persona in causa, ma non c'era stata la continuità di frequentazione per dire la conosco profondamente. Mi piaceva il suo modo brusco che rasentava a volte la rudezza, ma dal quale  se ne intuiva la sincerità, un'umanità sofferente e passionale, una sensibilità che proteggeva con quei modi che all'inizio poteva anche intimorire.  Io che non temo neppure il principe dei diavoli!  Poi si cambia quando l'idea che si ha di una persona prende dei connotati più preciso, cosi che il desiderio di una conoscenza più profonda comincia a farsi sentire. Purtroppo mancò il tempo per mettere in pratica il tutto.  

La notte mi apparve in sogno. Vestito con gli abiti della festa ma senza ricercatezza (credo fossero neri col giacchettino da militare senza maniche e dal colore della perla sporca di sabbia), infilato dentro a una statura  (altezza) così smisurata da assumere la forma di orso o comunque di un ibrido preistorico buono per i musei. Cominciammo a parlare. O meglio parlava solo lui. Io  mi limitavo ad ascoltare cercando di forzare la mente a capire quello che lui mi diceva. Nel suo solito modo. Secco, rude, lapidario. Si era nel pieno del giorno ma l'aria pareva acqua e il cielo di un colore marrone. Ci trovammo davanti a un tavolo di un ristorante qualsiasi. Io stavo sulle mie anche se mi sforzavo di togliermi la rigidezza che sentivo alla base del collo. A un tratto e come richiamata da una lira perché in "quelle" dimensioni sconosciute agli uomini esiste un solo strumento, appunto  la "lira", si profilò sulla porta una persona che mi fu carissima, e, anche se le nostre discussioni cominciavano alla sera per finire all'alba ma mai ci sfiorò la cruna di uno spillo. M'illuminai a giorno. Ridiventata naturale.  Ripresi il  mio gorgheggio e,come d'abitudine consolidata a zampilli, ponendo due domande  insieme.  Non so se  una riguardasse la teoria di Max Born sulle equazioni atomiche, su Marx o  Lewis a proposito del capitalismo e la disoccupazione che ha prodotto, o comunque sia le domande furono quella "roba" lì.  Lui mi guardò dritto negli occhi così  familiarmente lucidi nel bel marrone dorato e mi rispose con la chiarezza che avrebbe capito un bambino di sette anni. Tutto è possibile quando si sconfigge l'egoismo, le armi per asservire. E non è né sogno né utopica, ma realtà che unendo fa crescere l'uguaglianza, gli uomini e la vita. Io assenti continuando a guardarlo persa nella sua  limpida intelligenza. Mi scosse l'enorme orologio a carillon che mi stava davanti, l'imbarazzo provato per la persona che mi aveva invitato e che io avevo quasi dimenticato. 
Un motivo ci sarà se i morti si sono scomodati dalla loro pace sicura, per tornare fra i tormenti dei vivi. Lui serio com'era e così poco incline a ridere se non per togliermi una lacrima dal viso quando minacciava di scavarvi la fossa.  Così mi son detta a occhi aperti mentre ancora a letto cercavo di decifrare il messaggio di quello strano sogno.


Mirka



" Ouverture" (Don Giovanni-Mozart)




Foto presa da internet


8 commenti:

  1. Ci vorrebbe solo Freud per interpretare un simile sogno.
    Un abbraccio
    Guido.

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  2. E perchè non Jung GUIDO? E se invece senza scomodare gli psicoanalisti non si adoprasse il semplice bun senso? Mirka

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  3. "...l'aria pareva acqua" chiamiamo in soccorso Ferenczi o hai già risolto tu? Ciao carissima e sogni azzurri. F.

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  4. Interessante. Collegandolo alla citazione di Omero viene spontaneo interpretarlo come un sogno di timore,di ansia,d'incertezza ma anche di speranza. Purtroppo non so nulla di psicoanalisi. D'istinto posso solo suggerirti di guardare i colori. Forse un'aiutino. Ciao carissima e un bacio.Mariu

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  5. Caro F. dal momento che non voglio mettermi in urto con Freud ho creduto bene risolvere da me. Mirka

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  6. Forse un pò tutto MARY e i colori non mettevano paura. Non siamo composti di una buona parte anche di acqua? Mirka

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