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fiume della vita

martedì 15 novembre 2016

L'AUTUNNO E I COLORI DEL RICORDO




Autunno che tutto raccogli nella gazzarra di auto sbuffanti l'esaurirsi del gas,  in coda i bus a pompare nevrosi su ferri ormai vecchi.   A mucchi le foglie sparse qua e là  raccontano storie in cammino incontro al l'inverno.   Tornano i cappotti, infreddoliti piangono le dita.    Snoda delle caldarroste la nostalgia lontana di bambina nella memoria silente. Subito  gli fa eco il verbo calmati arrestando il balzo da leprotto, mentre la voce dolce di una nonna fa segno che l'aria è troppo umida e arma diventa nel tempo dove corsa e capelli al vento sono colori da tenere come brace davanti ai caminetti.   Rintocca la campana a sigillo d'un accenno di broncio.  Di lassù la luna sprezzante e ammaliatrice.    Scalpita un puledro da ogni gamba tutti i colori del mondo, la bella luna compiacente.    Realtà negli occhi su macerie, fumo, zanne e ovunque spari.   Da una parte qualcuno ha vinto giocando con le mani sporche sui colori      l'altra parte, ridendo per finta o per davvero si chiede e  dice adesso gli uccelli migratori verranno tutti da noi.     Sai bimbo non c'è colore che i grandi non sappiano imbrattare ma,      tu resisti e fatti gioia e pianto ché in colore tutto abbia a trasferirsi.  E se credi possa servire al sostituito di parola, sii pure ironico di sguardo e ben diretto.   Brucerà più a te che a loro, stanne pur certo. Ma per te sarà succo vitale che in gloria si  distacca dallo stagnato della melma.  Un che di sacro  che darà luce al dolore cresciuto nel l'ora del tuo buio.    Una libertà solitaria che  trova  sempre l'uscio di casa sua, una grappa ambrata  d' amarone bevuta in bicchiere di vetro grosso e alla salute tua. Ormai sei grande e sai come va il mondo.  Mirka"Zorba 

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