L'aura che tu respiri alfin respiro
Ma lo sai che ti sentivo nell'aria che respirava, in ogni tasto accarezzato prima di lasciare la casa, nel giallo dei bulloni che portavano alla piccola chiesa del paese, mentre le campane suonavano l'Ave Maria e una foglia mi entrava con prepotenza in un occhio facendoselo lacrimare?.In mano tenevo insieme a un pacco di giornali, dei fogli con scritte delle poesie. Mi sono cadute, e più che la foglia nell'occhio che cominciava a bruciare, e già me lo vedevo quell'occhio rosso senza che lo specchio me inviasse la conferma, mi lacerava un poco il cuore, perché qualche foglio si era sparpagliato per il viale e uno era finito in una buca d'acqua. Anche l'altro occhio ha cominciato a lacrimare. Potrà sembrarti ridicolo e forse anche un poco patetico, sentirti dire queste cose in un' età dove si sospira più per dire mah, che ammettere questo, ma così "necessario" per "tirare" avanti quanto la salute, "un par de scarpe nove" mi avrebbe fatto il verso il buon Manfredi, e dove la minigonna (mai portata, ché amavo i jeans e le longuette) ,ma che ricordo in ogni caso come sfide audaci e trionfalmente irriverenti. Ciononostante sai che ti dico?...Non me ne importa proprio niente che tu possa pensarci, anche esagerata per aver provato un gran panico nel veder imbrattato quelle amate righe. E così per superare anche la paura mi son messa a cantare un'aria del bel tempo antico.
O Del Mio Dolce Ardore (Gluck)
che fu motivo di gaudio e fierezza farne tesoro di memoria. Però qualche nota non la sentivo proprio intonata, la tenuta del fiato traballava un poco, e lo stile era andato a farsi benedire. Gran brutta cosa per la perfezionista che sono. E allora sai che ti dico per non fare "qui" brutta figura? che la lascio cantare a quelli che continuano ad essere ancora grandi malgrado i "segni" di qualche nuova piega, qualche macchia blu come le montagne senza la nebbia che le copra, o del colore di quella foglia ruggine che m'è piombata dentro l'occhio e che s'è sparsa come briciola un poco dovunque come fanno gli anni. So che l'ascolterai con piacere perché la musica buona fu sempre spiga per te e si immaginerà d'ascoltarla anch'io in quel preciso istante, così saremo vicini come se mai fossimo partiti. Uh! Ma che impresa è stato scrivere questa lettera! Ma ce lo fatta anche se non so proprio come. Beh! Dal momento che te lo anche inviata spero che ti arrivi nel tempo giusto e anche tu pianga un pochino come lo sto facendo io. Adesso però mi aspettano le polpette di carciofi e un buon bicchiere di un bel rosso antico che profuma anche di viola.
Ciao, Mirka
bentrovata, Mirka!
RispondiEliminaadesso ti linko su wordpress
il mio è
http://ancorapoesia.wordpress.com/
ciao
un grande abbraccio
cri
E' proprio un "dolce ardor"...
RispondiEliminaUna lettera così fa sciogliere ogni anima. Fuoco dentro...
CRISTINA
RispondiEliminae voilà in "viaggio" anche se con piedi doloranti e stanchi.Ma m'incido l'indirizzo del tuo nuovo blog mentre ti mando un bacio.Mirka
MARZIO,
RispondiEliminaho parlato all'anima incarnata in "materia".Se si fosse sciolta sarebbe giusto così.
Quante cose da imparare ancora e che sforzi per un "micio" che invece di.amerebbe gareggiare con gli alberi o raggomitolato al caldo di un camino.
Vorrei mettere su questo sito i miei link preferiti, ma sono lenta a capire.O meglio tengo i MIEI ritmi con la "meravigliosa" pigrizia del gatto.
Mirka