...e la percezione come unico mezzo di conoscenza per continuare la strada
...e si interpretava come fossero i segni dei Mandala
Come flussi sotterranei
Ma ti ricordi quando si era felici? Eppure ci conoscevamo quasi niente. Un poco da intuire con l'esatta precisione di una squadra e nulla più. E tutto era filosofia che abbracciava il cielo e molto più la terra. La scoperta rinnovava la felicità di noi, simili e così diversamente uguali. Questo pensavo mentre sfogliavo un ABC di stradale Mappature conducenti. E poco importava il conosciuto, ma seguire la forza che esercita il magnete si. L'immaginato- reale che impercettibilmente freme se pensa che finisca il gioco. La vita non è forse questo impasto di alchimie appiccicato alla pelle con il Mistero restato intatto, perché un poco si sveli con lentezza poi come telaio di vita dipanata con la scientifica arte del cuore? Con le Dbl sparite all'improvviso mentre si colora il volto e nero solo il caffè. Assente ogni certezza, eppure con lo spruzzo di balena che penetra ogni cosa su nel corpo basso e a mezz'aria il corso d'acqua resta. Rigurgiti di paura che il dubbio ne arrestasse il passo. Macchia di Rorschach da interpretare con allegria. Un poco come si fa coi sogni mentre si veglia. Monadi in cerca di cristalli o monelli che giocano a fare i troppo serioso quando tutto è Piacere misurato a scienza perché il cuore abbia sempre il suo pompato a testa nel sereno del l'abbandono infine che tanto al l'eternità somiglia. .
Mirka
"Reverie" (C.Debussy)
Nota: Le Dbl è un termine usato da Rorschach per i suoi test (macchie) indicativo di aggressività, positiva o negativa (autocritica o critica verso altri-combattività per realizzare desideri ecc)
Reverie è un brano magnifico, che ben si addice al tuo scritto, Mirka... Son solo dubbioso sul pianista, ecco :)
RispondiEliminaIo invece l'ho scelto proprio per il pianista,MARZIO.I supporti delle immagini erano talmente eccessive dominanti distraenti da infastidire la delicatezza del perzzo e dell'esecutore. Avrei optato per Ciccolini ma non l'ho trovato.Mirka
RispondiEliminaNon mi è piaciuto l'uso del pedale. Per questo ti ho detto che son dubbioso. Credo che il brano necessiti di una delicatezza tale che il pedale debba essere usato con tanta parsimonia. Magari con la sordina, come faceva Rubenstein.
EliminaSu questo concordo anch'io MARZIO,il suo non era un "pedale intelligente" e,detto alla Busoni mancava della "luce della luna".Forse lasciata all'intenzione o forse all'orecchio di Debussy.Mirka
EliminaLeggendo questo tuo, come al solito, bel post, mi veniva in mente la scena finale del film "Fanny e Alexander" di Bergman, quando nell'atto di brindare al nuovo anno, il sopravissuto tra i fratelli, più giovane e scapestrato e poco avvezzo ai discorsi, dice di aver capito che nella vita "Bisogna essere felici quando si è felici..." e credo che questo sia uno dei precetti da seguire nel corso della nostra esistenza, avere cioè la capacità di capire che quando ci è offerta la possibilità di essere felici, nulla deve offuscare questo dono, e bisogna essere attenti a vivere con interezza questi momenti.
RispondiEliminaUn abbraccio...
Grazie veramente di cuore LUIGI per aver associato questo post a un film straordinario come quello di "Fanny e Alexander" da me considerato come la "summa" di una vita,un quasi lascito testamentale. Che a ognuno il diritto di scegliere ciò che più gli è congeniale allargando il suo universo anche se illuminato solo con una lanterna magica.Quella dell'immaginazione che cerca di conciliare la vita reale e il teatro che la rappresenta.Vita che così spesso la si confina ad essere vera a sipario chiuso e non nella gioia dell'applauso dato spontaneamente e a scena aperta.
EliminaMi sei molto caro e mi fa piacere,immensamente,il commento che m'hai lasciato.Grazie ancora mentre anch'io ti offro il mio abbraccio d'affetto.Mirka
È un bel post in tutto il suo insieme, nel quale vedo come sia oscura e affascinante, anche incompiuta, la conoscenza che possiamo contenere in questo cervello di carne impastata ad un anelito puntato ben oltre.
RispondiEliminaGrazie DOMENICA,anche se non credo sia il cervello a poter andare oltre ma il cuore che sà pur senza conoscenza di libri.Mirka
EliminaChe bello sfogliare un ricordo che scopre la felicità solo percependola! Senza calcolo nè egoismo, ma la verità di un qualcosa che spinge a cercare proprio lì.Senza pregiudizi,senza panegirici di parole,senza filosofie che inducono a pensare.Proprio come un bimbo che insegue la sola cosa che gli dà piacere.Il piacere della scoperta.Il piacere d'immaginare che tutto si può.Brava.Elsa
RispondiEliminaL'egoismo ELSA limita sempre e,spesso pure il pensiero condizionato com'è da cattiva educazione.Il bimbo invece no,che per lui è gli ostacoli li delega con piacere al mondo dei grandi.Bacio,Mirka
EliminaHo letto questo semplice profondissimo post,commovendomi quando sono arrivato alla fine.E' vero quello che dici.Il progetto che mette vita alle cose è la felicità da afferrare senza la logica di mezzo,senza che nessuno divori l'altro.Raffinate le foto e la musica.Grazie veramente tanto.Un caloroso abbraccio.Sergio
RispondiEliminaLa logistica SERGIO dovrebbe solo appartenere alla catena di montaggio che ne esclude per stanchezza o istupidimento da stanchezza ogni altro piacere anche se osservato in prospettiva di un dolce far nulla.Ricambio con piacere il caloroso abbraccio.Mirka
Elimina"E tutto era filosofia che abbraccia un poco il cielo e molto più la terra.Questo pensavo mentre sfogliavo un abc di strada".Scalzare i dubbi percependo nella felicità la via maestra per raggiungerla.Credo sia giusto non aggiungere altro.F.
RispondiEliminaGrazie F.Hai concluso in perfetto accordo con me.Quindi...in marcia verso la felicità come qualcosa di stabile da conquistare.Mirka
EliminaLa felicità dovrebbe essere una molla potente per spingerci a scoprire dove e come si può trovare e,una volta trovata,ognuno nel suo modo,cercare di fare di tutto affinchè possa ripetersi, come un fine di bene prezioso e non come un mezzo di puro egoismo fine a se stesso.Grazia
RispondiEliminaAnche il dovere sentito come un motivo d'adempimento verso il cammino della gioia,GRAZIA dovrebbe essere un mezzo ma...spesso devia a ingombro.E perchè?...Semplice.Perchè non sussistono le condizioni per dire "lo faccio perchè ti voglio bene".Mirka
EliminaSi ha perso l'abitudine ad essere felici,o forse non si è mai saputo cosa fosse la felicità se non perchè la si è vista,qualche volta, su qualche volto.Ho provato una nostalgia da liceale nel leggere il tuo post e t'invidio.Molto bello.Suggestive le foto e metafisica la musica.Un abbraccio.G.M.
RispondiEliminaPer chi naturalmente non è predisposto alla felicità, G.bisognerebbe trovare il modo per educarlo a cercarla e al di là d'ogni ragionevole dubbio o di imposte deviazioni dovute a una pessima educazione...RIscoprirla come dono ricevuto in prestito affinchè la si possa moltiplicare.Un caro abbraccio,Mirka
EliminaMolto bello."Di niente si era felici ma attenti al mezzo per crearla".In questo caso,la percezione.Musica delicatissima e foto altamente significative.Un abbraccio.A.
RispondiEliminaSe la felicità è fatta di niente,A. l'attenzione è fatta di tutto.Non credi? Grazie per il tuo apprezzamento alle mie piccole cose postate.Mirka
EliminaMa che affascinante e interessante intrigo di forme e colori.Proprio come capita quando si sogna e si è felici anche non ricordandolo.Molto bello Mirka.Un bacio Maria R.
RispondiEliminaperò però anche non ricordando il sogno si è felici e il nostro inconscio sà il perchè.Bacio,Mirka
EliminaBrividi che si provano quando ci si accinge a interpretare qualche disegno astratto o una macchia lasciata nella tazzina del caffè,in questo caso quella di Rorschach,con la percezione felice di scoprirne tutte le possibili combinazioni senza dare troppa importanza a come la si dewscriverà, con le parole suggerite dal pensiero,perchè l'intuizione per quella strada è la pura felicità.Tanti baci ghepardina. Sai che una lacrimuccia mi scappa sempre.Carlotta
RispondiEliminaImmagino la lacrimuccia CARLOTTA e posso anche immaginare il perchè.Tu sai e ben cpnposci questo mio canale personalissimo che mi ha guidato come lumino o come faro.Dono-condanna che tante volte aiutò gli altri... un pò meno me, perchè,testarda a riscontrare "subito" il riscontro della mia lampeggiante intuizione,scavalcavo impaziente gli inevitabili piccoli passaggi e preziosi per comprendere anche cognitivamente ed evitarmi ecc ecc.Bacio,Mirka
EliminaLa felicità è sempre in forse nel suo formarsi, perchè insieme ci vuole anche della fortuna.Inoltre credo che,sia necessario nascere con la predisposizione a riconoscerla, per accoglierla e conquistarla con un lavoro di fatica per meritarsela ancora.Interessante questo tuo post che porta a pensare.Luciano V.
RispondiEliminaGrazie LUCIANO è che,alle fatiche gioiose non siamo più abituati.Purtroppo E allora anche la "signora fortuna" scappa in canzone.Mirka
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