Che dire di una persona che, alle capacità multiple, al valore morale prima di tutto, all'intelligenza mai messa in deposito, è umile al punto che, alla mia immediata e profondamente sentita esclamazione di elogio per un suo articolo, allorché si presentò alla mia porta col giornale LA GAZZETTA 6/3/2013,con semplicità mi rispose " non sono venuto per ricevere complimenti ma per dirti come la penso io?!
Il minimo è dare spazio anche nel web a questa persona, dalle multiple qualità, dal senso morale mai tradito, intelligente, concreto e umile, (qualità assai rara anche all'epoca del poverello d'Assisi), e pubblicarne l'articolo che ha suscitato in me non solo l'orgoglio per essergli sorella (il suo cognome, Setti, è altro dal mio, ma la madre è la stessa), allargandone la diffusione e stimolando anche in altri possibili riflessioni.Nella condivisione che, un Partito sul quale contare per fiducia di guida, possa essere solo chi sa elaborare per l'oggi soluzioni autonome, proprie, dei problemi reali del paese, capace di capire che, le condizioni obiettive per l'avvento di un nuovo che rovesci un vecchio incapace di farsi carico di una vera leadership, c'è o può esserci, spronando a determinarsi, onde evitare il rafforzarsi delle opposizioni costituzionali, differenziandosi da ogni altra tendenza involutiva e che lavori su una base sociale in un programma di governo politico e "non" tecnico, sostenendo una ricerca di linea tattica si, ma che non rifugge da interventi coraggiosi, e che, in primo luogo sappia rivolgersi ai lavoratori di tutti i settori, agli operai, inquadrata nel contesto di alleanze e di movimento nazionale, valorizzato perché non si risolva in separatismo, ma salvi un carattere unitario e politicamente accentrato su la modernità intelligente.
Mirka
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di LUIGI SETTI
Luigi Setti dirigente e
docente
Le elezioni politiche
hanno dato il loro responso, o meglio, forse, lo daranno in forme e tempi che
oggi non conosciamo. Non mi interessa né sparare sulla Croce rossa della
sinistra per la quale ho votato in tutta la mia vita precedente a questa
tornata elettorale né avventurarmi in fantastiche dietrologie sulla possibile
candidatura di Renzi (che ho votato con speranza ed entusiasmo alle primarie) o
ipotizzare futuri scenari per i quali non ho alcun elemento e nessuna
competenza. Da cittadino elettore, deluso, preoccupato, quasi spaventato dalla
mancanza di prospettive certe come molti elettori di una certa età, vorrei dare
solo un contributo di riflessione su alcuni elementi apparentemente marginali
ma, a mio parere, estremamente indicativi e degni di nota.
La sinistra è riuscita
a non vincere, perché? Gli altri schieramenti cosa
hanno messo in campo, quale offerta politica? Secondo la sinistra gli altri
schieramenti (a parte Monti) hanno offerto populismo, promesse irresponsabili,
antipolitica, slogan vuoti di contenuti, insulti e plateali contraddizioni sempre
smentite puntualmente il giorno dopo. Vero, però la gente li vota lo stesso e
oltre ogni previsione, morale ovvia per un tradizionale elettore di sinistra:
la gente non capisce e non ha capito nemmeno stavolta. Ancor di più rimpiango
Renzi e concordo lui, la gente ha capito benissimo, è il Pd che spesso non
capisce la gente, la sua gente, la gente che vuole rappresentare e questo
perche il gruppo dirigente del Pd è vecchio nelle idee, nei comportamenti,
nelle logiche di governo e nei rapporti con la società prima ancora che per età
anagrafica, il tutto aggravato da una evidente patina di burocraticismo da
funzionariato di partito professionale che porta troppi dirigenti a pontificare
e dare lezioni su cose che non sanno, non vogliono sapere perché “politicamente
scorrette” e comunque lontane anni luce dal sentire comune delle persone.
Alcuni piccoli esempi
(si fa per dire).
Una delle accuse forti,
uno degli slogan della destra è rappresentato da sinistra uguale partito delle
tasse. La posizione della sinistra sostanzialmente consiste nello spiegare che
sì, qualcosa si dovrà e si potrà fare, ma che i servizi costano e garantiscono
i poveri e che i problemi veri sono l'equità e la lotta all'evasione.
Giustissimo! Ma da sempre la sinistra sostiene questa posizione e il sentire
comune, anche dove la sinistra governa da tanti anni, qual è? Come la pensano
gli elettori normali? Sicuramente pensano che le tasse assommate alle tariffe
sono ormai esagerate, sproporzionate, insopportabili, insostenibili e soprattutto
che (salvo alcune lodevoli eccezioni) spesso i servizi pubblici sono più
generatori di sprechi e privilegi a costi elevatissimi che di garanzia di
servizi per i più poveri in un sistema dove la pur giustissima lotta
all'evasione e il rispetto delle regole spesso si risolvono con misure
percepite solo come assurde e vessatorie (obbligo del conto corrente, pagamenti
tracciabili anche per cifre modeste, autovelox e multe esagerate e
sproporzionate per far cassa, codice Isee, complesse procedure di accesso ai
benefici ed Equitalia come braccio armato anche contro chi non può davvero
pagare). Pensiamo che dopo tanti anni sia ancora credibile e sopportabile
riproporre le stesse ricette con il solito impegno a fare meglio con le solite
facce di chi deve garantire che si farà davvero meglio?
Altro contenuto
storicamente rivendicato dalla sinistra è
quello di essere i rappresentanti dei lavoratori. Per molto tempo è stato
sicuramente così, ma oggi? Già è un problema definire i lavoratori come una
unica categoria (una volta era molto più facile), è davvero difficile
pretendere di rappresentare l'artigiano e il suo dipendente, il negoziante e i
suoi commessi, sostenere che i lavoratori pubblici e quelli privati sono
davvero uguali, che nelle piccole e grandi industri vadano bene le stesse
regole, che al Sud e al Nord le cose siano uguali, che se una fabbrica è in
crisi o no nulla cambia per i dipendenti… ma in una ubriacatura che si è
dimostrata solo ideologica si continua a basare le proposte e le politiche
della sinistra su presupposti culturali e filosofici che, a mio pare, oggi sono
totalmente inadeguati e spesso fuori dalla realtà, spesso basati su mediazioni
anacronistiche di vertice proposti e sostenuti da funzionari che spesso non
sanno davvero nulla del mondo che vogliono rappresentare e che tendono a
ignorare completamente i bisogni delle aziende, eludendo ogni idea di
meritocrazia, di flessibilità e, spesso, le stesse aspettative di molti
lavoratori.
Alcuni esempi. Lavoro
precario: l'ultima proposta della sinistra consiste
nel rendere tale rapporto più costoso per le aziende in modo da rendere più
appetibile l'assunzione a tempo indeterminato. La destra propone semplicemente
di detassare le nuove assunzioni, i potenziali lavoratori perché dovrebbero
ritenere più efficace e credibile la prima proposta fatta da chi li dovrebbe
rappresentare storicamente? È così difficile capire che si ottiene solo la
riduzione di posti di lavoro seppure precari? Ma la stessa logica si ripete un
po' su tutti gli argomenti riguardanti il mondo del lavoro, dagli straordinari
odiati dalla sinistra e dal sindacato e ambiti (detassati) da molti lavoratori
che non arrivano a fine mese, a regole sull'apprendistato che lo faranno
sparire perché non praticabile da nessuno. Ma davvero se un sedicenne che non
ha voglia di frequentare gli studi e ha voglia di imparare un lavoro come
idraulico, meccanico, imbianchino, è meglio che stia in una strada perché
altrimenti c'è il rischio di sfruttamento minorile. ? Siamo certi che un lavoro
manuale complesso non lo si impari da ragazzi con bravi maestri che ti
insegnano lavorando? È questo che pensa la gente umile, i lavoratori? Se
lavoratori pensionati in buona salute e con voglia di fare e arrotondare la
pensione vogliono svolgere piccoli lavoretti quali raccolta dell'uva, della
cipolla, dei pomodori, riparazione di scarpe di biciclette ecc.. ma davvero
vanno riempiti di regole e di balzelli o vanno incoraggiati e incentivati? E’
davvero meglio incoraggiarli a stare tutto il giorno in un bar o in un centro
sociale? E loro (quasi tutti potenziali elettori di centrosinistra) cosa ne
pensano? Per non parlare delle regole, delle garanzie e dei costi imposti
all'assunzioni di badanti che sino a ieri avevano dato risposte importanti a
tanti anziani che sempre meno se le potranno permettere grazie a norme
(definite garantiste e di civiltà dalla sinistra sindacale e in realtà
complesse, costose e poco garantiste per l'anziano e la sua famiglia) ottenute
da rappresentanti sindacali a cui i pensionati hanno garantito il loro
contributo e la loro adesione per tutta la vita. Possibile che un gruppo
dirigente che vuole rappresentare il mondo del lavoro non si chieda perché
buona parte dei lavoratori abbia abbandonato la sinistra e ieri abbia scelto la
Lega o Berlusconi e oggi Beppe Grillo, possibile che non capiscano che molti
lavoratori non sanno più come dirglielo che con quelle idee non li
rappresentano e che se continuano a non capire saranno sempre di più quelli che
li abbandoneranno? Davvero si deve prima distruggere tutto ciò che i nostri
vecchi ci hanno così orgogliosamente consegnato?
Altro tema, i costi
della politica e la loro incidenza sulle tasse dei cittadini. Si badi bene parlo di costi della politica e non di costi
della democrazia perché sono due cose diverse. Propongo solo una piccola
riflessione, la Giglio prima e la Cooperativa muratori di Reggiolo oggi, Unipol
o Monte Paschi di Siena sono davvero cose di cui la sinistra può dire in modo
credibile, noi non c'entriamo? È credibile rivendicare i meriti per lo sviluppo
del territorio e dell'occupazione quando tutto va bene e cavarsela dicendo noi
non c'entriamo quando tutto va a rotoli? Come può l'elettore credere che un
partito non c'entri assolutamente niente quando la scelta dei dirigenti di
quelle aziende o di quegli enti è fatta prevalentemente da dirigenti o
rappresentanti di quel partito? Ma poi, il centrosinistra ha mai fatto con
chiarezza proposte di tagli veri e sanguinosi sui costi della politica? Mi
limito a ricordare i tanti interventi di dirigenti contro il taglio delle
Province o come il partito sia tenero, quasi assuefatto alle spese “almeno un
po' leggere” delle Regioni amministrate o dei fondi non certo rifiutati nelle
Regioni amministrate da altri.
I temi etici e la
“società civile” sono stati e sono altri due bastioni del centrosinistra,
vediamoli disgiunti. I temi etici: si è cercata una mediazione su cose non
mediabili, i principi etici, i valori non sono mediabili. Si può discutere
quanto si vuole, ma alla fine o si può divorziare o no, o l'aborto è
legalizzato o è vietato (davvero penosa la discussione sui giorni, l’obiezione
di coscienza, la teorica dissuasione ), i matrimoni omosessuali, le adozioni o
sono possibili o no. La mediazione in politica è un'arte e una cosa molto
importante però quando la mediazione non è possibile l'unica cosa che può
tenere tutti assieme nel campo dei diritti civili è solo l'affermazione del
concetto di libertà individuale purché si tratti di libertà e comportamenti non
invasivi e offensivi della libertà altrui, proprio come faceva il vecchio Pci
che presentava autorevolissimi indipendenti cattolici nelle sue liste non a
difendere l'aborto o il divorzio, ma a difendere tutti assieme la laicità dello
Stato e il rispetto delle scelte del singolo cittadino. La mediazione tra la
Concia, la Bindi e la Binetti non accontenta e non può accontentare nessuno,
tutte e tre dovrebbero essere unite nell'affermare la laicità dello Stato e la
libertà dei cittadini a pensarla come meglio credono mantenendo per loro le legittime
convinzioni. In altre parole, a mio parere, i temi etici non sono temi di
partito, non vanno risolti a maggioranza, i partiti qualificano il loro agire
se approvano leggi che definiscono i contenuti di libertà dei cittadini secondo
la loro cultura, fede o semplice convinzione nel rispetto di tutti. Insomma,
senza inventare nulla, libera Chiesa in libero Stato. Ci si chieda quanti
elettori hanno votato centrosinistra affascinati dai bizantinismi o dai
modernismi sul tema.
La società civile. I
temi dell'associazionismo e del volontariato sono
assolutamente di rispetto e importanti, proprio per questo in un programma di
governo sono rilevanti, ma forte è stata la sensazione che si sia cercato di
colmare un vuoto di idee, di programmi e di credibilità usando candidature
della "cosiddetta" società civile. No, così non funziona: un partito,
uno schieramento si giochi la faccia, dica cosa propone e gli elettori
decideranno se è condivisibile o no, ognuno faccia il suo mestiere con
chiarezza e rispetto dell’autonomia altrui senza voler far apparire la mancanza
di idee e di programmi aperture democratiche delegando ad esterni l'assunzione
di responsabilità. Anche su questo tema ci si chieda quanti elettori hanno
votato centrosinistra, lista Monti o lista Ingroia perche si sono rivolti alla
“società civile” e al mondo delle associazioni e del volontariato.
Non voglio introdurre
le problematiche drammatiche vissute oggi dai giovani ma mi limito a ricordare
con un po' di malinconia e nostalgia quando, purtroppo tanti anni fa, con mio
padre si assisteva con ansia allo spoglio delle schede elettorali e quanto mio
padre attendesse con speranza il voto della Camera e di come gioiva orgoglioso
quando alla Camera si guadagnava qualche voto in più del Senato, chiaro indice di
adesione dei giovani alle idee della sinistra! Che malinconia oggi, dal
confronto emerge con chiarezza la totale assenza di adesione da parte dei
giovani. Tutta colpa loro? Anche loro non capiscono? Non sarà il caso di
qualche realistica e spietata riflessione autocritica? La sinistra oggi è
lontana dalla società anche per questo, non si possono ascoltare solo i giovani
che parlano come i vecchi, non ci si può accontentare di tutelare genitori o
nonni in grado di aiutare figli e nipoti, non si può decidere quali sono i loro
problemi senza conoscerli, senza dialogare, senza coinvolgerli, senza umiltà e
capacità di ascolto. Quanti vecchi tromboni fanno dotte lezioni a un popolo che
non li ascolta più. Io credo che Bersani sia una gran brava persona, simpatica,
probabilmente onesta, credo che nel centrosinistra di persone così ve ne siano
tante altre, probabilmente più che negli altri schieramenti, ma credo con
altrettanta convinzione che questo non basti, non può bastare a mascherare la
mancanza di idee, di coraggio, di rinnovamento e di rottura con i troppi
tatticismi, compromessi, silenzi. O lo si capisce e ci si muove di conseguenza
o lo tsunami elettorale diventerà irreversibile e, come disse qualcuno, gli
sbraiti i lamenti, i dolori lancinanti che ci aspettano non segnaleranno la
fine del mondo ma semplicemente sono fisiologici in un travaglio e un parto
difficili che portino alla nascita di un mondo nuovo, speriamo migliore, non ne
siamo certi, ma così proprio non va.
06 marzo 2013
"L'ultima Thula" (F.Guccini"
Bravo Luigi dalla chiara intelligenza razionale,libera dalla schiavitù del potere che,inconsciamente o no omologa e sporca chi è affascinato dalle sue lusinghe, pronte a farti polpetta,mangiarti e per giunta lamentandosi perchè non riesce a digerirti! Elsa
RispondiEliminaMolto bello.Articolato e chiaro.Ottimo per dare anche a noi un'ulteriore spunto per riflettere. Luciano V.
RispondiEliminaBellissimo! E' stato veramente un piacere leggere questo post. Stimolante a fare,certamente delusi ma non scoraggiati per le nuove fatiche.Un abbraccio ad entrambi.Grazia
RispondiEliminaConcordo in pieno con l'articolo di tuo fratello.Potrebbero esserci le situazioni di rinnovamento profondo ma...l'omologazione che esercita anche un Partito dal passato illustre (Berlinguer) è difficile da sradicare.Auguri a tutti noi.Salvatore
RispondiEliminaHo letto con molto interesse l'articolo di tuo fratello.Mi è piaciuto per chiarezza,concisione,conoscenza politica e precisa dei settori. Su molte delle sue analisi mi trova pienamente d'accordo.Speriamo bene per tutti,industria inclusa.Complimenti.A.
RispondiEliminaVeramente illuminante.Grazie per averlo postato qui.Maria R.
RispondiEliminaGrande Luigi! Complimenti ad entrambi.Giorgio S.
RispondiEliminaSono generalmente d'accordo con l'articolo di tuo fratello.Per svecchiare dobbiamo essere capaci di superare ogni pregiudizio,dare al lavoro il valore di un "dovere sociale", "garantirlo" dando la dinamicità ai capitali,l'identità qualitativa ai singoli,razionalizzata da rapporti di indiscussa moralità e capaci d'applicarla per la costruzione di una società che abbia davanti l'uomo,le sue risorse umane e non il suo sfruttamento per un'egoistico profitto.Enrico
RispondiEliminaL'intelligenza statica,l'assenza di valori spirituali che mura l'uomo nel suo egoismo. Ecco come sono d'accordo con Luigi Setti nella sua lucida analisi.Salvatore
RispondiEliminaSiamo in un brutto pasticciaccio.Però,volendo,se ne potrebbe ricavare anche tante forme d'intelligenza ripulita.Complimenti a Luigi.Un'abbraccio a te.Sergio
RispondiEliminaSono in generale d'accordo con Luigi.Purtroppo togliersi dai privilegi è dura come accettare che il nuovo si faccia largo,aiutandolo,cercando di capirlo,dargli la spinta quando è necessario,rimproverarlo severamente quando sgarra per supponenza o un'eccesso di vanitosa arroganza che ha perso la misura e lo scopo per cui si era accordata la fiducia e il sostegno dietro le file.Giorgio.S.
RispondiElimina