L'aria era greve. Il Cristo sopra il letto. Due occhi senza luce spuntarono da capelli avviluppati dal sudore. "Parlami. Dimmi qualcosa" sussurrò la voce dal suo deserto freddo rannicchiato dal dolore. "Ti ho detto tutto. Del vento che disegna le foglie sopra il vetro. Della ferrovia del nonno quando a sera. Del perdere o vincere quella briscolata che non finiva mai. Delle tue labbra arricciate quando perdevi. Della nanna che cantavi a me perchè sognassi un mondo dove non esiste il male. Anche l'Ave Maria t'ho recitato. Non so dirti più nulla" Inaspettata e autoritaria si levò una voce forse spuntata dalle radici dei capelli: "E allora guardami!" Mi corse un brivido lungo tutto il corpo. Lasciai che fosse il Cristo ad aver pietà con l'ungere quegli occhi mentre abbassavo i miei. Poi la donna indifferente voltò la testa in un punto imprecisato del soffitto nel mentre lamentoso rendeva vivo il ritornello: "A go la péssa" . Mi scosse quel respiro rantolato e soffiato a terra io piegata in due per l'impotenza a fare.
L'aria si era fatta umida. I tronchi degli alberi un residuato sbiadito di rosso. D'incerta direzione qualcuno strideva la ghiaia. Il volto di cera appena rosato. Le pareti grigie svuotate da ogni luce. L'indifferenza fatta volontà che non conosce ruggine.
Con un occhio rivedo tutta la scena. L'altro occhio recupera il "non capito" d'allora.
Ritorno a quella realtà come a un sogno. Penso :" Chi è fallito resta fallito e chi ha vinto ha vinto tutto,anche il tempo,anche la morte. Vero e vivo al di là della fine del corpo.
Eppure cosa non darei perchè questa parte del mondo ancora potesse appartenermi per ritrovarlo intatto con la sua lotta di domande e botta contesa per risposta.
Mirka
"Mazurka in la min" (Op.17 n.4- F.Chopin)
"Nun seh' ich wohl,warum so dunkle Flammen" (Mahler)
E' un racconto che parla dei morti come vivi. E vivi sono se si ricordano con questa emozione d'amore. Mai un'ombra di freddo o dato col contagocce,ma "rivisitando" anche i particolari apparentemente insignificanti (il vento che disegna alla finestra,la giaia che stride sotto i piedi,le pareti grigie svuotate dalla luce, ecc). E quella musica espressione d'infinita dolcezza a sottolineare la presenza di chi è morto solo col corpo. Veramente ricco di intensità. Ciao cara. Mario L.
RispondiElimina"La musica a sottolineare la presenza di chi è morto solo col corpo". Grazie MARIO per questa magnifica sottolineatura consone anche a ogni cosa che faccio.Mirka
Elimina"E allora guardami". A significare che,anche se sono cambiata per l'impietoso del tempo e le sofferenze,io sono sempre quella. E tu guardami perchè potrebbe essere l'ultima volta che mi vedi da viva. E la voce "autorevole" non era che la sua "volontà" ad animarla sino alla fine. Tocca in profondità anche me questo racconto d'amore. Un bacio.Maria R.
RispondiEliminaGrande MARIA! La tua analisi è la mia intuizione luminosa quanto lapidaria di oggi. Nell'"allora" "volevo" sfuggirvi io. Grazie grazie col cuore,bacio,Mirka
EliminaPalpabile racconto come la nostalgia che ti ha spinto a scriverlo. Sono certa che,guardando una persona con amore,le si allunghi la vita anche "oltre la vita". Tu l'hai fatto. Grazia
RispondiEliminaSi GRAZIA. L'amore allunga la vita oltre la stessa vita "corporale". E i "non più" lo sanno e invocano il ricordo. Mirka
EliminaStraordinari i "due" momenti di vita raccontata. L'autorevolezza di quel "guardami" e l'indifferenza del "go la péssa"!
RispondiEliminaSuggestiva la foto e dolcissima la musica. Ciao.F.
Solo nei "contrari" F. stà la verità o la strada per raggiungerla nella sua pienezza semplice di freccia che sicura guida. Grazie infinite per questo apprezzamento che oggi guiderà anche il mio giorno.Mirka
EliminaLa sofferenza che sprigiona la sua identità nella verità di quel segno. La " volontà" di farsi riconoscere nei suoi tratti modificati ma non cambiati nella sua 'essenza originale. Profondo e toccante. Un'abbraccio.A.
RispondiEliminaAuguriamoci A.col cuore che,quell'"essenza originale" resti sempre anche per noi e,come aura s'imponga il più a lungo possibile.Abbraccio,
EliminaMirka
La vita nella sua dolorosa umanità,la sua nudità essenziale e drammatica che,cerca d'imporsi con l'ultimo atto di volontà prima di chiudersi al mondo nella più assoluta indifferenza. "A go la pèssa". Mi hai commosso. Elsa
RispondiEliminaAnch'io ELSA rivivendo la scena continuo a commuovermi.
EliminaBacio,Mirka
Fai sempre pensare Mirka e.......pensando lasci un segno.Un'abbraccio molto commosso.Tizzi
RispondiEliminaTIZZI,ti abbraccio anch'io e nel forte ben conosci anche il motivo. Ciao,
EliminaMirka
Hai commosso anche me,vecchio ed esperto della vita come dei morti prossimi. Si è così poco attenti ai "segni" che " loro" ci esprimono, con gli occhi solo in apparenza senza luce,a una volontà imperiosa che cerca di farsi strada prima di lasciarla per sempre. Si rimuove, oppure si capisce troppo tardi. Tardi per riparare con qualcosa di concreto che avrebbe dato piacere a loro. Non ci resta allora che, l'atto di contrizione,forse utile per noi che ci concilia con quella parte "sfuggita" all'attenzione, ma indifferente a loro che riposano veramente in pace.. "A go la péssa"! Affettuosamente ti abbraccio e con questo abbraccio un pensiero a quella carissima donna . Av R.S.
RispondiEliminaMa anche capita,a volte,di "far finta" per non morire insieme,caro AVVOCATO dall'abbraccio fresco di barba appena rasata. Un bacione,Mirka
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