fiume

fiume
fiume della vita

martedì 26 agosto 2014

UNA CELLULA D'INFINITO NELL' OTTAVA DI BEETHOVEN MENTRE IL PENSIERO SI DISPONEVA A SENTIRE L'IMPERIOSITÀ CHE MOSSE L'EROICA





"Ta-ta-ta,  Ta-ta-ta,  Ta-ta-ta" scandiva Malzel nel suo strumento "para musicale".






Gli amici (datati e uniti dal collante delle affinità) sono una grande fonte di benessere condiviso. La natura aggiunge un senso di festa. Ci si stende sull'erba, si chiudono gli occhi e non si pensa a nulla. E si gode di un ozio perfettamente integrato con tutto.  Una bella camminata, prima, fa desiderare una sosta, se poi ci si trova sulla strada che porta alla bellissima pineta della villa di Plinio è meraviglia alla Carrol. Se poi qualcuno ha portato un piatto  (lettore) dove ci si può mettere dei CD e se questo CD è la l'Ottava di Beethoven uno spazio d'infinito si apre e a occhi chiusi immagini un Tempo in corsa, ma che tu hai misteriosamente afferrato, ci sei entrato dentro e in qualche modo ne fai parte.  Nella beatitudine di quella atmosfera bucolica e alquanto oraziana, pensavo di leggere un rispolverato libro della Yourcenar (le memorie di Adriano), ma ho lasciato perdere perché la mia attenzione è stata attirata da una fontanella che zampillava ininterrottamente. Mi sono ricordata del ruscello poco distante dalla mia casa quando stavo in Padana, e mi sono fatta allegra pur con una vena di malinconia. Mi sono alzata e sono andata a bere. Goccioloni dappertutto. La faccia un oceano, il mento imbevuto d'acqua del l'Oceano, metà della testa fradicia, una buona parte del corpo grondaia.... Quasi una doccia di quelle che si fanno in spiaggia nel mese di agosto. Attorno a me una piccola semina di gente a terra, stesa sul prato. Un alito di vento ogni tanto. A modo di benevolo rimprovero, il libro che  vicino al mio gomito si è aperto e pagine del l'Africano hanno cominciato a girare come mosse da misteriosa energia . Ho adocchiato il libro senza l'intenzione di un impegno serio.  Mi sono invece concentrata sugli occhi. Li ho chiusi. La luce del resto era forte. Li scollo per l'impertinenza di un barboncino che annusa i miei piedi. Sussulto come il brivido gentile del vento di prima. A baionetta mi metto sulla schiena. Il barboncino scappa. Mi lascio ricadere sul manto erboso della terra che dolcemente pare in attesa che compia quel gesto. Fermo gli occhi mentre tendo le orecchie alla musica del CD.  La sola verità del momento che mi ha permesso di sentirmi bene, serena, nel piacere di sogni, senza tempo.

Mirka


 NOTA : Molto della universalità beethoveniana è stata a lungo alimentata dalla sua produzione sinfonica, dalle nove sinfonie che compose tra i 32 e i 53 anni.  Il mondo di allora le considerò come unico messaggio beethoveniano a scapito certamente delle altre sue produzioni (cameristica) in nulla secondaria se non superiore a quella sinfonica come "summa" dell'esperienza esistenziale e artistica del musicista. Un  modo comunque inedito dell'impegno contenutistico di quella  forza spirituale beethoveniana sempre in crescita e  tale da diventare una vera e propria rivoluzione etico asociale, sicuramente influenzata dai fermenti del secolo, stimolata dalla filosofia kantiana,dalla Rivoluzione francese, la disponibilità di un pensiero e di un sentire individuale. Elementi dirompenti che trovano liberazione piena di soggettività  nella  "Terza" chiamata l'Eroica. Perfetta combustione di ideali, di umanità,  vibrazione di sentimento, di passione, di slanci, di lotte, l'impetuosità del sentire, l'evoluzione del suo manifestarsi sonoro e del pensiero musicale emancipandosi da continui oggettivi sforzi di rifinitura, nei volumi, timbri, ritmi come richiesti da quel periodo storico che avrebbero poi trovato corresponsione nella collettività.
In nove anni,tanti ne corrono fra la Terza e l'Ottava, l'iter sinfonico beethoveniano imposta e concretizza una vera e straordinaria avventura. Anche altri musicisti (tra cui Wagner come supremo raggiungimento estetico, e i romantici) ne trarranno spunti notevoli per affermare la pienezza di un loro sentire attraverso le sinfonie, la forza della loro interiorità, l'universalità del messaggio sonoro come la capacità costruttiva di architetture temporalmente spaziose e ricche per i mezzi impiegati. Contenutistica mente asettica, l'Ottava sinfonia segna comunque un punto sorprendentemente autonomo dov'è possibile rinvenire un vago sentore dell'antico, quasi un ripensamento dopo le altre  cinque grandi tempestose sinfonie che l'hanno preceduta. L'opera è scaturita da un lavorio meticoloso, puntiglioso, profondamente e a lungo meditato. A testimoniarlo ci sono infiniti appunti come del resto lo è per la Nona anche se in misura minore. Abbozzi di idee che via via prendono forma definitiva. L'allegretto scherzando è la pagina più densa di humour. Interessante lo spunto melodico dal quale attinse Beethoven pensando a Malzel e il suo celebre strumento "paramusicale". Originariamente vocale, il tema si scandisce sulle parole Ta-ta-ta,ta-ta-ta,ta-ta-ta, imitando così una scansione metronomica. Da notare come caratteristica fondamentale del brano la dicotomia che si stabilisce tra i fiati e gli archi,scaturita da un'intuizione coloristica geniale. Tanto da far dire a un ascoltatore eccezionale come Berlioz : "È una di quelle creazioni cui non si può trovare nè modello nè corrispondente". Pari pari trasposto nella sinfonia e affidato ai violini mentre i fiati (oboi clarinetti fagotti corni) scandiscono una figurazione di sedicesimi
  dando così un movimento spensierato e scherzoso, raffinatamente parodistico. Di pienezza haydiana invece è il successivo "minuetto" che richiama caratteri rustici,di danza contadina. L'Allegro finale è costruito sull'alternanza di un tema rapido e da uno cantabile. Anche qui bonomia e serenità che a tratti esplodono in espressione di gioioso vigore. Beethoven la volle chiamare  "Piccola sinfonia" per le dimensioni ridotte e il carattere intimo e raccolto, il riacquistarli dopo tante battaglie delle sue invenzioni in pacate e morbide immagini, innervate da una ridente vena umoristica.  
(Queste notizie sono state raccolte e custodite nell'archivio della mia memoria)





"Allegretto scherzoso" ( VIII sinfonia Beethoven)



"The movie"Eroica (film)



4 commenti:

  1. Gli amici (veri) sono sempre una grande opportunità per stare bene. Beethoven uno stimolo su quell'"Sturn und Drang" che lo animò fino alla fine dei suoi giorni, con la speranza di poterlo trasmettere come impegno universale alle persone animate da passioni forti, dallo spirito libero e non corrotto dalla vita, da nessun potere, dal tempo. Klaus

    RispondiElimina
  2. Gli amici quando sono veri speculano solo per condividere il buono e restano vicini quando la "prova" della vita ci afferra. Beethoven sarà sempre un conforto eterno, un'ideale da rivivere in proprio. Grazie per questo dolcissimo post. Baci. Susi

    RispondiElimina
  3. Tutto KLAUS può essere un mezzo di creazione rivolto al bene. In se e oltre se stessi,sempre che lo si voglua nello spirito d'unitarietà,libero e fecondo. Quella stessa che mosse Beethoven nella sua scansione ritmica d'infinito. Mirka

    RispondiElimina
  4. Gli amici carissima SUSI non si copriranno mai da nessuna scusa o alibi che anche la civiltà concede. Ed è gioia dimostrarlo, come gioia su foglio bianco fu per Beethoven,in sintonia con la sua immaginazione e pieno di Vita che continuerà oltre il finito di se stessi. Bacio,Mirka

    RispondiElimina