fiume

fiume
fiume della vita

mercoledì 2 settembre 2015

IL SUPERMERCATO

< Per motivi che non sto a spiegare perchè non interesserebbero a nessuno, le mie vacanze le ho passate in città. Mica male se non ci fossero stati ritardi spropositati di bus e metro,un treno perso e molto nervosismo dietro,un vetro rotto per l'improvviso d'un vento malandrino arrivato come una sassata,una sciatalgia invalidante incollata a un broncio lungo un mese per una camminatrice quale io sono, mi sono goduta altri piaceri. Il fresco della casa anche se aiutata da buoni ventilatori,ad es. Amo restare nella mia casa. Sono una pigra con la mente vagabonda e la casa li asseconda nei suoi ritmi alternati tra scrittura,la contemplazione del nulla,la musica sulle mani,l'allegria che mi portano subito seguita da una brusca interruzione a cui fa capo un distratto caffè. Letture interessanti "Incontro d'Amore in un Paese in Guerra" (Luis Sepùlveda) "Il cuore inesperto" ( Francesca Scotti) Una ripresa delle "Vite" del Vasari qualche poeta a me particolarmente caro, riaperti i Quaderni di mia madre soffermandomi sulla Resistenza. I musei. Alla sera gli scambi con qualche amico restato in città come me e qualche Concerto. Immancabile. Ma per restare svegli nella lettura e altro bisognava fare la spesa. Ho la fortuna d'avere un Supermercato a un tiro di schioppo da casa mia. Vi andavo all'ora che mi pareva. Stretto più che largo,coi "fondi schiena" che perennemente si scontrano rischiarati subito da imbarazzati sorrisi di scuse,una processionaria colorata di esseri in pausa solo davanti a una merce d'importazione più che col nostro Bel marchio italiano. E che pena imbattersi nei volti smunti e tirati da un da una specie di sorriso delle cassiere e di chi stava al bancone! Costretti a orari prolungati oltre il minimo sopportabile e legale,senza aria condizionata che circolasse,a cercare di soddisfare ogni richiesta del cliente più capriccioso che si succedeva come a una catena di montaggio sotto lo sguardo duro d'una "guardiana". Uscivo sempre con un senso di nausea mescolato a compassione e riflettevo "Ma è questa la società per cui i nostri padri e un poco anch'io abbiamo lottato?! E' questa l'Organizzazione Del Lavoro che,in teoria dovrebbe impiegare le risorse umane come preziosità di un Bene da sfruttare senza spremerlo come un limone di provenienza X? No.. Questo è un modo meccanicistico voluto con ottusa arroganza e senza appello di protesta che IMPONE e non usa ma assoggetta obbligando l'obbedienza senza possibilità di crescita individuale e sociale,che se ne infischia dei "quadri", bloccando ogni forma di relazione tra i lavoratori ma rendendoli cani al guinzaglio di un Padrone o di Padroni associati. Perchè quando un'Economia, compresa l'organizzazione del lavoro non tiene presente l'uomo e il suo DIRITTO ad essere rispettato nei suoi bisogni reali,non può arrivare a nulla se non alla distruzione lenta di massa, uccidendo la coscienza consapevole di quell'Insieme Unito che, dando il meglio porta avanti se stesso,gli altri ,l'economia e i profitti di chi la gestisce, ma incrementando invece il rancore l' ostilità e l'odio per sentirsi dei meri esecutori in mancanza "ancora" dei robot. Mirka

11 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  2. Solo la vita dovrebbe essere un terreno su cui sperimentare noi stessi e i semi che hanno lasciato chi ci ha preceduto, ma GARANTITI dall Diritto d'esercizio col Dovere di fare altrettanto. Il sindacato? Un garante di regole necessarie per stabilire i rapporti di forza tra lavoratore e Padrone onde evitare la fine del cavaliere errante che nella furia della battaglia viene ucciso da una spada. (T.Tasso)

    RispondiElimina
  3. Dovrebbe essere compito della sinistra Fabrizio vigilare sui semi gettati. Ciao. Abbraccio

    RispondiElimina
  4. Hai detto bene. C'è paura perchè non c'è più l'unità fra gli stessi lavoratori coscienti che anche il sindacato è debole,con più correnti all'interno da non potersi mettere contro a un potere padronale sempre più forte e di conseguenza arrogante,impositivo e solo pieno di pretese . Grazia

    RispondiElimina
  5. Bello lo scritto,giuste le tue riflessioni rabbiose. Si è tornati indietro. Manca una linea politica di lavoro capace di opporsi a ogni sopruso e arbitrio ingiustificato. Non parliamo poi delle opposizioni costituzionali,non che una carenza sindacale (di fatto) che scoraggia non poco il lavoratore. E allora? O mangi la minestra anche coi rospi o te ne vai. Ciao. Gianni

    RispondiElimina
  6. Purtroppo Grazia è così. Da che si deduce la scarsa fiducia,, la poca volontà d'affidarsi.

    RispondiElimina
  7. Quante volte i nostri discorsi si incrociavano su questo Gianni? È sparita quella "sinistra" da cui entrambi veniamo. Oggi è Incapace di farsi carico dei problemi reali della gente e dei lavoratori, del nuovo (imigrazione) che ha travolto noi e tutto il Pianeta con soluzioni autonome e, quindi incapace di staccarsi da un altalenarsi fra un si e un no diventando confusione e non punti di riferimento a cui guardare ed appoggiarsi. Manca fi quel bel rigore morale lasciato a marcire nelle radici, impreparato intellettualmente per affrontare con convinzione le tematiche esistenti e in addivenire attraverso una visione lontana, agevolando il separatismo mentre si fa sempre più fievole la resistenza attiva a scapito di una disgregazione di energie, la prepotente avanzata fascista. Mirka

    RispondiElimina
  8. Sono d'accordo su tutto. Lavorano come schiavi,con un minimo di tutela e ancor più minimo rispetto mentre altri si arricchiscono ingordamente come fosse l'unico scopo per cui vivere e spadroneggiando con arroganza ogni sottoposto. Davvero avvilente. Mary

    RispondiElimina
  9. Si. Eppure verrà un giorno che tutto si ribalterà equilibrandosi. Spero non troppo lontano. Ciao

    RispondiElimina