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fiume della vita

domenica 17 marzo 2013

FU LA CENA FRANCESCANA O...IL PROFUMO DI VIOLE?...


...e la foglia disse "Io so soltanto che vana non fu la mia presenza"


Oh come vorrei morir cantando primavere scordando la decade degli anni si disse la ragazza dal cuore mandarino



Una foglia secca volteggiò tutto il giorno senza che la portasse il vento. Stupita ne inseguono i giri pensando a come strana sia anche la natura, ogni forma di bellezza.

L'occhio infine si spostò in direzione prato. Margherite come orecchiette vispe di bambino che da poco ha visto il mondo, cantavano la familiarità dei ritorni antichi.

Nell'aria il profumo di viole, felici di portar novella che si perde mentre si compie distillando ambrosia,

l'allodola intanto rugiadava il canto nella valle senza che alcuno le portasse il disonore per non averlo più sentito a mezzodì,

una scarpa buttata oltre il pudore per assaggiare la speranza di quel prato vestito a gloria per essersi congiunto ai fili della terra,

l'acceso lume del  naso a premio e a pegno per rinverdire la memoria che le stagioni tornano ma cambi tu senza che mesto ti si debba fare il volto (ah! la bugia pietosa ai medici è concessa...)

Una cena francescana per ricordarmi il gusto della semplicità dei veri ricchi spartita col cuore di rubino.

Il pianoforte pronto a benedire chi lo praticò per far vivere ogni istante della vita anche quando Giovinezza si scolora  e spaventa per non sapere chi del Paradiso le parlò con anima serena e bel candore quando ancora era quaggiù.

Mirka.




"Der jungling am bach"  (F.Schubert)





NOTE Traduzione del testo del lieder  (Schiller)   "Alla fonte era il fanciullo,/intrecciava una ghirlanda,/se la vide sfuggir via,/elle onde era in balia./Così il tempo mio insonne come fonte scorre via! / Giovinezza trascolora /qual ghirlanda che sfiorisce! /Non chiedete perch'io gema /nei bei fior degli anni miei! /Tutto è gioia ed è speranza /quando primavera avanza. /Ma il brusio di mille voci /di natura che rinasce /smuove qui in fondo al petto/ a me solo gravi ambasce. // Che mi giova quella gioia che mi reca primavera? /Una sola io vo cercando /ch'è qui appresso e assai lontana. /Con ardor le braccia tendo /all'immagine beata, /ma afferrarla ahimè non posso,/ed il cuor mio non s'acquieta! / Scendi giù,mia bella amata,/lascia il fiero tuo maniero! /Fiori della primavera /sul tuo grembo spargerò. /Su dal bosco eccheggian canti,/e la fonte scorre chiara! /Spazio c'è nella capanna /per felicità d'amante"

Foto da cel, 

12 commenti:

  1. Per onorare la prima, bellissima (e geniale foto) da te scattata ecco IMITAZIONE, dai CANTI di Giacomo Leopardi:

    "Lungi dal proprio ramo,
    povera foglia frale,
    dove vai tu? Dal faggio
    là dov'io nacqui, mi divise il vento.
    Esso, tornando, a volo
    dal bosco alla campagna,
    dalla valle mi porta alla montagna.
    Seco perpetuamente
    vo pellegrina, e tutto l'altro ignoro.
    Vo dove ogni altra cosa,
    dove naturalmente
    va la foglia di rosa,
    e la foglia d'alloro".

    ...grazie per questa suggestione visiva che mi ha riportato alla mente i versi leopardiani liberamente rifatti da LA FEUILLE di Antoine-Vincent Arnault.

    Andrea

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    1. Grazie a te ANDREA per questo contributo sempre prezioso.Mirka

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  2. Ecco un linguaggio poetico che parla chiaro, godendo la semplicità di quel modo di vivere che abbiamo perduto per girarle attorno,complicandola e impoverendola di quei plusvalori,preferendole l'illusionismo dei falsi,dell'ambiguità che crea gli equivoci, sovrapposti alla realtà che chiede sempre la verità "semplice" di ogni scambio,d'uomo,di natura,d'idealità, condivise affinchè diventino la prassi del vivere collettivo.Un caro abbraccio.Enrico

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    1. Caro ENRICO, la nostra conoscenza d'anni ci permette di condividere ogni verità con la semplicità del cuore che abbraccia mentre la spiega, come le lenzuola fresche di bucato che si stendevano (una volta) con orgoglio al sole e,che il vento ne spandeva il profumo buono.Mirka.

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  3. Bella questa simmetria dell'ordine che si ha solo quando lo sguardo parte dal suo interno.Foto veramente splendide.Un'immenso abbraccio.Elsa

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    1. Un tentare ELSA di contrappormi al disordine asimmetrico che ci circonda da ogni dove,questo mio fermare l'attimo della Bellezza.Ma...Bacio,Mirka

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  4. Sei incomparabile nel decifrare la bellezza dei segni (le foto parlano) senza peraltro perdere di vista il valore di una cena semplice spartita col cuore di rubino.T.V.B.Carlotta

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    1. I "segni" infatti,dolce CARLOTTA, hanno sempre avuto presa su di me dandomi una gioia che difficilmente si può spiegare,l'irrequietezza che mi porta all'erta per un qualcosa che già sta lì.I nostri "sensi" con l'aggiunta d'un pizzico alla Schubert.Bacio,Mirka

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  5. Sei stata bravissima a fermare quella foglia in un fenomeno che ha dell'incredibile.La semplicità della tua cena poi è preziosa come ogni cosa quando la si divide con naturalezza e con amore veramente sincero. Anche le margherite sono godimento per gli occhi,non chiedono nulla ma sono felici d'essersi messi al "servizio" di chi le cercava dopo il lungo grigio freddo dell'inverno.Molto bello e godibile questa tua descrizione dei "sensi". Grazia

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  6. Si GRAZIA,sono stata brava a filmare il fenomeno di quella foglia diventata per me un felice preludio a una cena semplice quanto appagante.Mirka

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  7. Splendido questo girovagare con la fame di bellezze! Elsa

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    1. Questo ci resta,ELSA, quando il mondo degli uomini la ignora se non la deturpa.Mirka

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