fiume

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fiume della vita

mercoledì 11 settembre 2013

11 SETTEMBRE - PABLO NERUDA




I DITTATORI

E' rimasto un odore tra i canneti;
un misto di  sangue e carne,un penetrante
petalo nauseabondo.
Tra le palme da cocco le tombe sono piene
di ossa demolite,di ammutoliti rantoli.
Il delicato satrapo conversa
tra coppe,colletti e cordoni d'oro.
Il piccolo palazzo luccica come un orologio
e le felpate e rapide risate
attraversano,a volte i corridoi
e si riuniscono alle voci morte
e alle bocche azzurre sotterrate di fresco.
Il dolore è celato,simile a una pianta
il cui seme cade senza tregua sul suolo
e fa crescere al buio le grandi foglie cieche.
L'odio si è formato squama su squama,
colpo su colpo,nell'acqua terribile della palude,
con un muso pieno di melma e di silenzio.

 (Canto generale-1950)

RITUALE DELLE MIE GAMBE

Lungamente sono rimasto a guardare le mie lunghe
gambe,
con tenerezza  infinita e curiosa,con la mia abituale
 passione,
come se fossero state le gambe di una donna divina
profondamente affondata nell'abisso del mio torace;
ma è che veramente,quando il tempo,il tempo passa,
sulla terra,sul tetto,sulla mia testa impura,
e passa,il tempo passa,e nel mio letto non sento di notte
una donna respirare,dormire nuda e al mio fianco;
allora strane,oscure cose prendono il posto dell'assente,
viziosi,malinconici pensieri
disseminano per la camera possibilità importune,
e così,allora,guardo le mie gambe come se
appartenessero a un altro corpo
e fossero unite con forza e dolcezza alle mie viscere.

Simili a steli o ad adorabili cose femminili,
salgono su dai ginocchi,cilindriche e sode.

( Residenza sulla terra-1925-1931)


O TERRA,ASPETTAMI

Riportami,o sole,
al mio destino agreste,
pioggia del vecchio bosco,
riportami il profumo e le spade
che cadevano dal cielo,
la solitaria pace d'erba e pietra,
l'umidità dei margini del fiume,
il profumo del larice,
il vento vivo come un cuore
che palpita tra la scontrosa massa
della grande araucaria.

Terra,rendimi i tuoi doni puri,
le torri del silenzio che salirono
dalla solennità delle radici;
voglio essere di nuovo ciò che non sono stato,
imparare a tornare così dal profondo
che fra tutte le cose naturali
io possa vivere o non vivere; non importa
essere un'altra pietra,la pietra oscura,
la pietra pura che il fiume porta via.

(Memoriale di Isla Negra- 1964)




Neftalì Ricardo Reyes Bascalto (Pablo Neruda) nasce il 12 luglio a Parral del Cile nel 1904. Sua madre morirà un mese più tardi.      Suo padre, ferroviere, si trasferisce a Temuco,nell'estremo sud del paese,e si risposa con Trinidad Candia Marverde.     Neruda lo raggiungerà qualche anno più tardi e trascorrerà lì la sua infanzia e adolescenza.     Nel 1921 si trasferisce a Santiago per frequentare all'università il corso di laurea in lingua e letteratura  francese e vince il primo premio a un concorso della federazione studentesca del Cile con la poesia la canciòn de la fiesta.    Nel 1925 decide di abbandonare gli studi universitari.        Cominciano i suoi lunghi viaggi. (Birmania come console onorario a Rangoon, Buenos Aires,Lisbona,Madrid,Parigi e Marsiglia.      Conosce Josie Bliss con la quale inizia a convivere. Durerà brevemente.       Anche coi nuovi incarichi diplomatici la situazione economica del poeta non accenna a migliorare.        Carriera diplomatica a Batavia (Giava) e poi console a Singapore.      Sposa la giovane olandese Maria Antonieta Hagenaar Vogelzanz.       Torna in Cile dove pubblica l'ediz. definitiva di Veinte poemas de amor y una canciòn desesperada.       Ottiene un modesto impiego presso una biblioteca pubblica.       Nel 1933 è console a Buenos Aires dove conosce Federico Garcia Lorca che diventerà uno dei suoi più grandi amici.       Si trasferisce a Barcellona dove è nominato console poi a Madrid dove entra in contatto coi maggiori artisti e intellettuali e dove,in casa di amici conoscerà Delia del Carril,sua futura sposa.          Continua a tenere conferenze in tutto il mondo e, pubblica Espana en corazòn sul fronte di battaglia,in piena Guerra Civile.       Fonda,con Cèsar Vallejo, il "Gruppo  hispano-americano de ayuda a Espana". Tornato in Cile presiede la "Alianza de intelectuales de Chile para la defensa de la cultura"     Per il governo cileno coordina dalla Francia l'emigrazione dei rifugiati spagnoli in Cile.     E' eletto senatore della Repubblica nelle province di Tarapacà y Antofagasta dove riceve il Premio Nacional de Literatura e si iscrive al Partito Comunista cileno.       Nel 1948 tiene il suo ultimo discorso al Senato pubblicato in seguito con il titolo Yo acuso, prima di essere destituito dall'incarico e poco dopo colpito da mandato di cattura.       Dopo un periodo di latitanza fugge in modo roccambolesco dal Cile.      Partecipa in Europa al Primo Congresso dei Partigiani della Pace.       Si stabilisce in Italia,dove a Capri comincia a scrivere Las uvas y el viento.         Nel 1953 riceve il Premio Stalin per la pace.         Torna in Cile dove tiene un ciclo di conferenze sulla poesia.          Sposa Matilde Urrutia.        Partecipa alla campagna di Salvador Allende  alle elezioni presidenziali.       Nuovamente in viaggio (Messico console generale,Stati Uniti dove riceve il Primo Premio Municipal de PoesiaUnione Sovietica,Polonia,Ungheria,Cuba,) per interviste a prestigiose riviste letterarie.         Nel 1970 diventa ambasciatore in Francia e nel 1971 riceve il Premio Nobel per la Letteratura.   
   Nel 1972 al congresso internazionale del Pen Club, denuncia ,nel suo discorso,l'embargo americano contro il Cile   
Nel 1973 muore il 23 settembre. L'11 SETTEMBRE DI QUELLO STESSO ANNO UN COLPO DI STATO  ROVESCIAVA  IL GOVERNO DI UNITA' POPOLARE,DOVE NEL PALAZZO PRESIDENZIALE DISTRUTTO DAI BOMBARDAMENTI MUORE IL SUO PRESIDENTE-SALVADOR ALLENDE      

Questa,in sintesi, è la biografia  di un grande poeta che cantò l'amore,la libertà,i valori di giustizia sua radice imprescindibile dal suo ..essere uomo anche di lotta oltre che poeta, dando  testimonianza di cammino affinchè si assicurassero i valori di morale come condizione inseparabile e indivisibile per l'orientamento del singolo,della collettività,del mondo intero,della pace. 


Mirka.






"VENCEREMOS"  (Inti Illimani)







 
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4 commenti:

  1. Risposte
    1. Si,Marzio. E non mi stupisce che tu abbia unito questi due doni dell'uomo. Quello del Poeta,l'altro dell'abile finissimo diplomatico.

      Mirka

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  2. Le sue poesie,i suoi scritti,ogni sua conferenza,furono sempre storia viva. Se ne servì con tenace volontà, per darne testimonianza di verità, scaturita dalle sue viscere mai tranquille,emerse dalla profondità della sua natura, passionale,mutevole,indomita,che nessuna dittatura o censura riuscì a farla tacere. Grazie. F.

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    1. Si F. Un poeta e un valoroso uomo di terra. Grazie anche a te. Mirka

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