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fiume della vita

mercoledì 18 dicembre 2013

L'ODORE PRIMA ANCORA CHE GLI OCCHI


Come colomba profumata fosti TU a segnalare  il senso di misteriose presenze ed assenze


Quel giorno di neve di tanto tempo fa mi torna in mente all'improvviso  Forse qualche associazione.  Chissà.    Anche oggi è freddo come allora.  Però manca la neve.     Cosi si lascia prendere dai segni lasciato palla brina ai vetri, inseguendo il fumo che lascia il mio fiato davanti alla finestra spalancata.  Anche allora avevo fatto così. Ricordo come vibravano le vene. Allora.     Ho aperta la finestra per per bere l'aria  annusandola coi milioni di cellule nervose olfattive, i miei peli vibratili si sono alzati come scudi e le mie ciglia  mi hanno segnalato che il mio sistema libico era pronto per ricevere emozioni presenti e passate.    La camminata in programma si è seduta invece sulle mie braccia tese a sfregarsi le mani un poco irrigidite dal freddo. Capita.

  Mentre osservo le spirali del mio fiato, penso.    Credo d'essermi servita dell'immaginazione prima ancora d'elaborare un pensiero lasciato da una parola o da uno sguardo carpito senza "logica apparente". Come credo che, li abbia sempre anticipati entrambi dall'"odore". Quell'odore che ci segue come una pista chiara, un "segno" di sostanza su cui lavorare,con la percezione per trovare una verità seppur mascherata da una lingua strana che si deve  imparare


Forse la mia scienza istintuale viene solo da lì.   Da un "basso" che non sa, ma che, ciononostante sente che ne deve il rispetto dell'ascolto, fosse solo e semplicemente per un'occasione di vita da sperimentare nata da quei "barlumi" depositati a finestra illuminata a giorno.

Ed è allora che comunico la mia gioia o la mia sofferenza, senza dubbio di trarre in inganno me o gli altri, mossa da un' enigmatico piacere come di monella che, senza dilungarsi a spiegare regala un fantastico puzzle e ridendo scappa via.      Scappa per cercare un'altra verità...    che il "Viaggio" è un intreccio di queste verità mescolate ad altrettante finzioni.     In tutto questo però, pulsa l'immaginazione, la parola lasciata, lo sguardo carpito senza "logica apparente" ,mai con l'odore  che germina l'organismo umano, l'animale, l'aria impregnata di umori dentro l'impollinazione  primavera, la terra bagnata dalla pioggia in estate, i tagli freddi in inverno. Un gioco che scatena la gioia di attraversarli in pura fisicità. Quella che fa chiudere gli occhi per sentire meglio, invitare a fare altrettanto, che il gioco vale la candela.   Al buio. Solo trascinati da una feroce allegra energia che "annusa" prima di mangiarsi.   Chissà se, anche i nostri antenati che camminavano a quattro zampe con il naso vicino alla terra e al posteriore di chi li precedeva non facessero così!   

Quando si è perso l'odore o lo si è relegato a uno degli ultimi infimi sensi sostituendoli con i soli occhi "guardoni",  molto si perde della nostra essenza fatta di primordiale materia, evoluta si, ma a scapito poi, del profumo d'una rosa, delle erbe aromatiche, della familiarità di "qualcuno", del l'odore (vario) di una casa, l'odore degli abiti che segnalano la presenza di una professione o di un ceto sociale, le malattie che si annunciano perché l'odore l'ha trasportato fino ai nostri recettori che prontamente li inviano al cervello. Lo  stesso dicasi per  l'impulso sessuale ed emotivo che prima di sapere ha captato.

Ricordo un giorno di neve.  Era ai bordi d'una scala, ma già in macchina, aprendo il finestrino ne avevo sentito l'odore.  Gli occhi erano protetti dagli occhiali scuri per una fastidiosa  cheratite, eppure l'odore mi portò lì.   A riflettere sulla  continuazione di quella  silente eternità, sul perché le mie viscere si fossero attorcigliate a quel modo tra la sofferenza e la gioia.   La sopraggiunta pace che riempie dopo il delirio d'un bacio.    La coscienza d'esistere dentro a un incontro anche solo per l'infinito d'un tempo breve.  Con la nostalgia onnipresente di un odore che perdura come un suono randagio.  Lungo con tante piccole pause di trilli, mentre punge l'aria.

Mirka


"Those were the Days"






Foto mia di un tempo ormai lontano.   Lo scatto m'è sempre piaciuto.  Anche quello serio da cavalletto elaborato certosino ma...prima dovevo sentirne l'odore


7 commenti:

  1. Nietzsche sarebbe d'accordo con te e applaudirebbe questo bellissimo post.Mary R.

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    1. Nietzsche lavorò profondamente su tutti i fronti per non deluderSi mai. Grazie cara MARY e un bacio. Mirka

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  2. E' vero. l'odore è una sapienza perduta.Bellissimo comunque il post,la foto,la musica.Una profumata serata... carissima.A.

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    1. In alcuni casi una sacrilega perdita si A. che ringrazio mentre auguro un giorno d'aria pura con dentro il caldo.Mirka

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  3. Delizia è l'odore quando non ci segnala i pericoli della sporcizia e della malattia. E come si può dimenticare la reazione suscitata da un bacio?.....Del resto basta pensare come si definì la grande Colette "romanziera olfattiva" per tenerci sveglia la curiosità.Elsa F.

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    1. Istruzioni sempre per l'uso cara ELSA che abbraccio ricordando Colette. Mirka

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