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mercoledì 1 aprile 2015

PADRE PERDONA LORO (HAYDN- LE SETTE ULTIME PAROLE DI CRISTO



Cercavo della musica che fosse in sintonia col mio umore e mi mettesse in collegamento  con le due parti della mia anima (luce e oscurità). Tra le mani mi sono trovata un CD. Dalla copertina ho subito riconosciuto il genere. Tempo fa 
avevo scelto quella musica per uno spettacolo di danza, recitazione, canto.




Si trattava di Haydn (Le sette ultime Parole di Cristo sulla Croce). Con gesto automatico ho messo il CD sul lettore.   Fuori un cielo azzurro. Ho immaginato le prime viole, le pervinche, i tulipani, i profumi delle Fresine. Un tempo il mio terrazzo era pieno di questi volti colorati.  Una nuvola nera si è impossessata dell'azzurro."Sta a vedere che piove"  mi son detta. Era invece una nuvola passeggera che però mi ha portato a un pensiero di sofferenze intrecciate generate dall'egoismo degli uomini, dalla loro avidità, dalla cattiveria del primo figlio e fratello (Caino), l'umana ingratitudine. E nella fitta che portava direttamente al cuore, mi risuonarono le ultime parole del Cristo in croce. "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". Lui, l'uomo giusto e mite condannato per la dura fermezza che usò contro gli ipocriti, gli (scribi),i sepolcri locati di calcina.  Mi sono chiesta  "Ma cos'è cambiato oggi d'allora per dare senso e significato a un Dono così totale e immenso?  Nulla. Se non la ripetizione di tutto in forme più o meno diverse. L'indistinguibilità di lotta fra due forze identiche, il Male sul Bene. Noi condannati a scegliere l'uno o l'altro per inclinazione naturale, per situazioni casuali o graziati dall'amore avuto dalla nascita, senza meriti aggiunti se non per la volontà che fortifica per procedere nell'unica direzione che porta ad altro amore.  L'amore. Un gratuito mezzo di potenza che non conosce debolezza o intoppi. L'unico che, con la sua capacità di trasferirsi dentro a un l'altro essere umano fuori e oltre se stesso riesce a ristabilire quell'unità andata perduta", giacché solo uscendo da se stessi ed entrando nell'altro si entra nel tutto.  Ma lo vogliamo?  Siamo sicuri di volerlo veramente?  Penso proprio di no. Con tutte queste stupide lotte personalistiche, le guerre che imperversano, i poteri costituiti come mandanti di chimere, gli Stati con l'aspetto di termitai, la demenza nel distruggere Bellezze e Benefici contagiando uomini, animali, piante e cose come il peggiore dei virus. Nichilisti piuttosto che creativi, attenti al proprio tornaconto e alla propria sicurezza sino al maniacale, e al tempo stesso perseguitati dagli incubi di potenze materiche, tali da togliere ogni gusto al piacere più  naturale, semplice, schietto, genuino, incidendo il primo sorriso affacciato, chiusi in se e sempre più avari.  Avari di tutto.      Mah!  Buon ascolto.  In questa musica vive sicuramente l'amoreArrivederci.


Mirka







"Introduzione"  (J. Haydn- Sette ultime Parole di Cristo)




6 commenti:

  1. Scegliere Haydn e sette parole è comunque un gesto di amore senza do ut des. Haydn è anche un gesto di audacia per il lessico musicale. E ' un gesto degno di te. auguri Bianca.

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  2. è assolutamente vero quello che dici.Le tue parole di chiusura sono perfette (in questa musica vive sicuramente l'amore) per trovare una speranza.
    Buona Settimana Autentica, sia percorso di riscoperta dei valori unici, di silenzio e riflessioni, verso la tua Gerusalemme d'amore
    Ti auguro ogni bene
    Francesco

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  3. Ho riletto più volte concludo anch'io come te "ma siamo sicuri di volerlo avari come siamo anche di una parola gentile e che esca spontanea? Ornella

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  4. Già. Ma siamo sicuri di volerlo avari come siamo? Ciao, Mirka

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